mercoledì 19 agosto 2015

Bonifica e Riforma Martedì 18 agosto Torre di San Giovanni, La Pedata GALLIPOLI (Lecce)



A Gallipoli presso Torre di San Giovanni la Pedata- che poi è sede dell’ Info Point Escursioni Parco Regionale il Direttore Regionale di Legambiente Maurizio Manna ha colloquiato con il dottore agronomo Antonio Bruno e il Direttore Generale dell’Anbi Puglia Avv. Anna Chiumeo dei processi delle trasformazioni territoriali che negli ultimi secoli hanno cambiato il territorio. Antonio Bruno ha precisato che si è trattato di  processi che chiamano in causa i diboscamenti, i territori impaludati e bonificati, le migrazioni interne e gli abbandoni di territori, le urbanizzazioni nuove e le modificazioni delle campagne e delle coste, la diffusione delle infrastrutture, la gestione del patrimonio culturale. Ma sempre Bruno ha chiarito come questi processi siano ancora in atto preparando il futuro.
Il contributo di Antonio Bruno nel libro Bonifica e Riforma è finalizzato alla loro conoscenza per rendere consapevoli tutti dell’importanza dei Consorzi di Bonifica, poiché queste strutture sono le uniche ad aver messo fine alle barriere particolaristiche favorendo l’uniformità degli interventi nel territorio.
Bruno  nel suo intervento ha chiarito che la conoscenza delle funzioni dei Consorzi fa divenire consapevoli della vulnerabilità dei territori che hanno subito le trasformazioni e dei conseguenti problemi di tutela ambientale con i quali dobbiamo misurarci nell’esercizio della cittadinanza democratica.
Bruno ha chiarito che tutte le piane che vanno dalle coste adriatiche del Salento da Brindisi a Otranto e da Salve a Taranto sino a 10 chilometri verso l’interno all’inizio della storia unitaria erano paludose, malsane, prive di infrastrutture, deserte di popolazione. Queste terre erano sottratte all’agricoltura. Ora, invece, le terre piane sono coltivate, popolate, percorribili grazie a reti stradali efficienti, mete di turisti. Sono, dunque, l’esito di trasformazioni territoriali di grande interesse.
Nel suo intervento l’Avv Chiumeo ha affermato che i processi che hanno modificato così profondamente la Puglia sono le bonifiche. Esse sono state realizzate durante il secolo e mezzo di storia d’Italia sotto tutti i regimi politici grazie all’attività di organismi legislativi, di amministrazioni locali, di privati. E hanno richiesto la formazione di nuovi enti come i consorzi di bonifica sia per governare le opere di trasformazione sia per provvedere alla loro manutenzione. Si contano almeno 119 consorzi associati all'Anbi (Associazione nazionale bonifiche, irrigazioni e miglioramenti fondiari) che gestiscono 200 mila km di canali, si estendono su quasi 18 milioni di ettari e impiegano 7.860 dipendenti e 308 dirigenti. Gestiscono oltre 528 milioni l'anno da contributi obbligatori di soggetti che hanno proprietà sui comprensori di bonifica. Il 40% della superficie agricola utilizzata (SAU) è territorio di bonifica.
Il Direttore regionale di legambiente Maurizio Manna è intervenuto per lanciare una proposta. Manna afferma che alla creazione di nuovi assetti territoriali e di paesaggi inediti si è associata la costituzione di beni paesaggistici infatti tutte le zone di Interesse Comunitario sono Zone che hanno visto la presenza della Bonifica. Perciò lo studio delle bonifiche va a vantaggio della conoscenza del patrimonio ambientale e paesaggistico. Manna propone uno studio di fattibilità per un Progetto per la realizzazione di un intervento di riassetto ambientale, fondiario, paesaggistico e naturalistico per la ricostruzione morfologica del Salento leccese.
Questo progetto dovrebbe prevedere alcune decine di ettari di nuove superfici forestali, pinete che dovrebbero essere convertite in bosco termofilo, chilometri di nuove siepi e filari arborei utilizzando tutta la rete idrografica esistente, bacini di fitodepurazione delle acque agrarie di sgrondo, fasce tampone lungo i principali bacini imbriferi che sono stati bonificati, alcune decine di ettari di superfici lacustri e palustri che si potrebbero essere ottenute con la creazione di bacini riallagati. Infine dopo una attività di monitoraggio della biodiversità si potrebbero finalmente avviare progetti di reintroduzione faunistica il tutto con adeguate strategie di gestione dell'intero complesso dell'ambiente.

La Regione Puglia ha istituito nel Salento leccese numerosi parchi e riserve naturali. I Parchi e le riserve naturali sono in tutto 29 (ventinove) per una superficie totale di ettari 4.583 ci sarebbe tutto lo spazio necessario per tornare a vedere alla luce il Salento scomparso. La reversibilità della Bonifica potrebbe essere la soluzione per impedire la desertificazione e per salvaguardare gli esseri viventi che rischiano l'estinzione.

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