CARLO PETRINI - CURRICULUM VITAE
CV in breve
Bra (1949) con studi di sociologia a Trento e un background di impegno in politica e nell’associazionismo, Carlo Petrini inizia a interessarsi di enogastronomia nel 1977, collaborando con i principali giornali italiani. All’inizio degli anni Ottanta fonda l’associazione Arcigola, con l’obiettivo di valorizzare la cultura della convivialità e la promozione dell’enogastronomia di qualità. Il 9 dicembre 1989, Petrini è a Parigi, dove all’Opéra Comique il Manifesto del Movimento Internazionale Slow Food viene sottoscritto da oltre venti delegazioni provenienti da diversi Paesi del mondo. Petrini è eletto presidente, carica che ha mantenuto fino a oggi, ed elabora negli anni una nuova idea di gastronomia, che guarda al cibo come risultato di processi culturali, storici, economici e ambientali, dando decisivo impulso alla creazione della prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo. Nella veste di giornalista ha collaborato con importanti quotidiani nazionali come Il Manifesto e successivamente, per diversi anni, con La Stampa. Oggi è una firma importante dei giornali del gruppo L’Espresso e in particolare de La Repubblica. Nei suoi articoli commenta e svolge temi legati allo sviluppo sostenibile, alla cultura materiale, alla gastronomia, al rapporto tra cibo e ambiente. Di rilievo anche il lavoro portato avanti attraverso la casa editrice di Slow Food, le cui pubblicazioni, con il suo contributo, hanno ottenuto importanti riconoscimenti. Le sue esperienze e riflessioni trovano uno sviluppo organico nella forma del saggio. Nel suo ultimo libro (Einaudi 2005) Buono, pulito e giusto, si tracciano le linee di sviluppo teorico del concetto di «eco-gastronomia». Il libro è stato tradotto in inglese, francese, spagnolo, tedesco e polacco. Nel 2001 Petrini aveva già pubblicato per Laterza Le ragioni del gusto. Con il giornalista Gigi Padovani firma nel 2005 il libro (tradotto anche in inglese) Slow Food Revolution, edito da Rizzoli. Lo spessore dell’elaborazione teorica di Carlo Petrini sui temi della sostenibilità della produzione agroalimentare è stato riconosciuto anche dal mondo accademico: nel 2003, l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli gli conferisce la laurea honoris causa in Antropologia Culturale e nel maggio 2006 l’Università del New Hampshire (Usa) gli conferisce l’honorary degree in Humane Letters, con la seguente motivazione: «A Carlo Petrini, rivoluzionario precursore, fondatore dell’Università di Scienze Gastronomiche. La sua associazione Slow Food ha portato all’interesse mondiale la biodiversità gastronomica e agricola». L’ultimo riconoscimento arriva dall’Università degli Studi di Palermo che nell’aprile 2008 ha conferito la laurea magistrale honoris causa in Scienze e Tecnologie Agrarie a Carlo Petrini “per la passione civile profusa in tutti i campi in cui ha operato, tesa a valorizzare e promuovere sia la genuinità dei prodotti alimentari sia una agricoltura rispettosa degli equilibri e delle biodiversità naturali”. Le sue doti di comunicatore, la novità e l’importanza del messaggio applicato nel mondo attraverso i progetti di Slow Food hanno suscitato l’interesse di opinion leader e media a livello internazionale, valendogli l’attribuzione nel 2004 del titolo di Eroe Europeo da parte della rivista Time Magazine, mentre nel gennaio 2008 compare, unico italiano, tra le «Cinquanta persone che potrebbero salvare il mondo», elenco redatto dal prestigioso quotidiano anglosassone The Guardian.
Carlo Petrini: filosofia e progetti
Carlo Petrini, attraverso una lunga storia fatta di associazionismo e di capacità di tessere relazioni sociali con i personaggi più disparati del mondo politico, economico e accademico, è riuscito in un’operazione intellettuale di grande valore: restituire ai contadini
Verso l’EXPO’ 2015: turismo, saperi e sapori- UNIMIB 11 nov. 2008 - CV di Carlo Petrini
e alle ‘comunità del cibo’ tutta la dignità che meritano come interpreti delle culture locali. Petrini è stato tra i primi a svelare le interconnessioni multi-disciplinari che si nascondono dietro al cibo, riuscendo a porre nuovamente l’attenzione sulla sua centralità nelle nostre vite. Il periodo in cui ha intensificato la sua attività – gli anni ’80 – è stato il momento storico in cui il cibo ha toccato l’apice di un processo di de-culturalizzazione che è iniziato a partire dal secondo dopo-guerra con l’avvento dell’industria agro-alimentare. Il primo focus sono stati i sensi e la lentezza come valore necessario al loro allenamento: in una società sempre più frenetica il gusto (connotato sia come elemento sensoriale, sia come elemento culturale) stava vivendo un declino totale. L’invasione dei sapori artificiali dell’industria e l’omologazione di una produzione agro-alimentare sempre più caratterizzata da serialità e spoliazione degli elementi legati alla territorialità e alla tradizione avevano reso il gusto un fatto accessorio e unicamente riconducibile alle pratiche gastronomiche elitarie dei gourmet. La gastronomia era stata confinata in un alveo tra il folkloristico e il lussuoso, completamente slegata dai contesti produttivi, ambientali e sociali, dai quali hanno origine i nostri alimenti. Questo allenamento dei sensi ha saputo riavvicinare, prima con la riscoperta del piacere e poi con l’attenzione alla storia produttiva degli alimenti (determinante per la qualità, e spesso celata dai processi industriali), i neo-gastronomi alla realtà mondiale del cibo, rivelando, in tempi di cambiamenti epocali, l’alta insostenibilità della maggior parte delle produzioni agro-alimentari. Ecco dunque che nel percorso intellettuale di Petrini entra l’elemento ecologico, e questo è avvenuto ben prima della risonanza mediatica di cui gode oggi, grazie agli sconquassi ambientali e climatici che stanno caratterizzando la storia del nostro pianeta. Questo ha permesso di ricostruire il profondo significato della relazione tra cibo e agricoltura, tra gastronomia e agronomia, e di evidenziare altre relazioni interdisciplinari che caratterizzano la scienza gastronomica, fino ad espanderla ad un livello che potremmo definire “olistico”. Va detto però che questo percorso che ha definito negli anni la filosofia del movimento Slow Food, è stato sempre caratterizzato da un’incredibile propensione di Petrini alla realizzazione di iniziative concrete che in qualche modo attuassero il risultato delle sue riflessioni. L’associazionismo di Slow Food, la capacità di costruire grandi eventi internazionali come il biennale Salone del Gusto a Torino, sono soltanto un paio di esempi della verve pragmatica di Petrini, e della sua capacità di coinvolgere energie umane e risorse attorno a progetti che a prima vista sono sempre apparsi come visionari. La fondazione dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Colorno è un altro esempio: il bisogno di creare un polo di ricerca dedicato alla neo-gastronomia interdisciplinare, così come è intesa dal movimento internazionale Slow Food e dai più grandi intellettuali al mondo in materia, si è tradotta nella creazione di un ateneo dallo stile formativo molto innovativo e di grande impatto nel settore della ricerca. Ma il vero capolavoro di Carlo Petrini è forse Terra Madre, l’incontro mondiale tra le comunità del cibo che si svolge ogni due anni a Torino in concomitanza con il Salone del Gusto: si tratta di un meeting di oltre 6.000 persone provenienti da circa 150 Paesi del mondo. La gran parte di queste persone sono contadini, pescatori, nomadi, tutti produttori di cibo sostenibile, rispettoso del gusto e delle identità locali. A loro, nel meeting si sono uniti i rappresentanti di circa 200 università del mondo, con una rete creata ad hoc per affiancare i partecipanti di Terra Madre, quelli che Petrini chiama “gli intellettuali della terra e dei mari”. Terra Madre è oggi una vasta rete mondiale, un soggetto politico che pratica al suo interno lo scambio di conoscenze e il reciproco supporto economico tra le comunità che ne fanno parte. È la più grande rete mondiale di produttori del cibo “buono, pulito e giusto”, lo slogan che Petrini ha utilizzato nel suo libro più recente per definire un nuovo standard qualitativo del cibo che rispetti cultura, uomo e ambiente. Al suo interno ci sono
Verso l’EXPO’ 2015: turismo, saperi e sapori- UNIMIB 11 nov. 2008 - CV di Carlo Petrini
anche un migliaio di cuochi e cuoche di tutto il mondo, dagli chef pluri-stellati ai semplici cuochi di paese, che hanno stretto un’alleanza strategica con i piccoli produttori. Da Terra Madre nasce una nuova idea di economia locale, un nuovo modo di produrre e consumare basato su un processo di ri-localizzazione dell’agricoltura e fondato sulle diversità: biodiversità naturale e diversità culturale degli uomini. Un nuovo modello di sviluppo, una concretizzazione del saper coniugare il globale con il locale che vuole avere un forte impatto sul futuro della nostra alimentazione e sulla qualità della vita di milioni di persone.
Lauree honoris causa
- Laurea Honoris Causa in Antropologia Culturale, Istituto Universitario Suor Orsola di Benincasa di Napoli- Facoltà di Lettere (2003):
- Doctorate in Humane Letters, University of New Hampshire, USA (2006):
- Laurea Honoris Causa in Scienze e Tecnologie agrarie, Università degli Studi di Palermo- Facoltà di Agraria (2008):
Cariche Slow Food e Università di Scienze Gastronomiche:
- Presidente di Slow Food International; - Presidente Onorario di Slow Food Italia (Presidente di Slow Food Italia fino al 2006); - Presidente della Fondazione Terra Madre; - Presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche, Pollenzo (CN); - Direttore editoriale della rivista “Slow” (1996- 2008); - Direttore editoriale della rivista “Slowfood” (2004-...);
Bibliografia e collaborazioni editoriali:
- Carlo Petrini (autore e curatore), Atlante delle Vigne di Langa, Slow Food Editore, 2000.
- Carlo Petrini, Le ragioni del Gusto , Editori Laterza, 2001. Primo libro scritto da Petrini, racconta la nascita e lo sviluppo delle idee e della filosofia di Slow Food. Traduzioni: Usa (Ed. Columbia University), Giappone (Ed. NHK), Germania, Svizzera e Austria (Ed. Zurich Rotpunktvrlag), Olanda (Ed. Mets & Schilt).
- Carlo Petrini, Un programma per l’agricoltura, un ministero dell’alimentazione, in Micromega, Gruppo Editoriale L’Espresso. • Un’emozione collettiva, 2004. • A sinistra col gusto del bello, 2007 • Il sessantotto visto dalla terra, 2008
- Carlo Petrini, Gigi Padovani (conversazione con), Slow Food Revolution. Da Arcigola a Terra Madre una nuova cultura del cibo e della vita, Rizzoli, Milano 2005. Racconta la storia del movimento Slow Food.
Verso l’EXPO’ 2015: turismo, saperi e sapori- UNIMIB 11 nov. 2008 - CV di Carlo Petrini
- Carlo Petrini, Buono, pulito e Giusto. Principi di nuova gastronomia, Einaudi, Torino 2005. In questo libro Petrini definisce un nuovo standard qualitativo del cibo che rispetti cultura, ambiente e uomo. Traduzione in lingua inglese: Carlo Petrini, Slow Food Nation, Ed. Rizzoli, USA, 2006. Altre traduzioni: Germania (Ed. Tre Torri), Polonia (Ed. Twoj Styl), Francia (Ed. Le Souffle d'or), Spagna (Polifemo). In traduzione: Cina (Ed. Business Weekly Pub), Croazia (Ed. Algoritam), Svezia (Agerings Bokförlag AB), Corea (Ed. E-Who Publishing) - Carlo Petrini, collaborazione con la Grande Enciclopedia Italiana Treccani, 2006.
- Carlo Petrini e Commissione Internazionale per il Futuro dell’Alimentazione e dell’Agricoltura, “Manifesto sul futuro del cibo” , 2006.
- Carlo Petrini e Commissione Internazionale per il Futuro dell’Alimentazione e dell’Agricoltura, “Manifesto sul futuro dei semi”, 2006.
- Carlo Petrini, prefazione alla riedizione di La grande enciclopedia illustrata della gastronomia di Marco Guarnaschelli Gotti, 2007.
- Carlo Petrini, curatela del VI Volume “Agricoltura e Alimentazione” di “Storia della cultura Italiana” della UTET (in corso).
Nessun commento:
Posta un commento