venerdì 4 ottobre 2013

LINEE GUIDA ESPIANTO/REIMPIANTO ULIVI MONUMENTALI

LINEE GUIDA ESPIANTO/REIMPIANTO ULIVI MONUMENTALI

Le seguenti prescrizioni hanno valore di linee guida finalizzate a garantire il miglior
attecchimento degli ulivi monumentali sottoposti ad espianto e successivo reimpianto in
altra sede. Le seguenti indicazioni si applicano agli ulivi che presentano carattere di
monumentalità (art. 2 della L.R. 14/2007) anche se non ancora inseriti nell’elenco degli
ulivi monumentali di cui all’art. 5, e alle istanze di espianto e reimpianto per opere di
pubblica utilità o concernenti limitati spostamenti di ulivi monumentali per opere di
miglioramento fondiario di cui agli artt. 11 e 13.

Art. 1 - Potatura di preparazione al trapianto
Prima di essere sottoposti ad operazione di espianto, gli alberi interessati dovranno essere
interessati da una riduzione della chioma - proporzionalmente alla riduzione dell’apparato
radicale – effettuata mediante idonea potatura. Gli interventi cesori dovranno interessare
le branchee dovranno avvenire a distanze non inferiori a 100 cm dalla loro inserzione sul
tronco, al fine di mantenere le caratteristiche morfologiche distintive degli ulivi
monumentali oggetto di intervento.
Allo scopo di favorire la cicatrizzazione delle ferite da potatura, i tagli di diametro ³ 5 cm
dovranno essere coperti con mastice disinfettante.
Non sono ammessi interventi di capitozzatura, intesa come taglio delle branche principali
all’altezza del loro punto di intersezione, di stroncatura intesa come taglio al tronco a
diversa altezza.
I residui della potatura dovranno essere trattati secondo le indicazioni di legge.

Art. 2 – Espianto
L’espianto dovrà avvenire nel periodo di riposo vegetativo invernale della pianta per ridurre
la crisi di trapianto, e precisamente da novembre ad aprile. Sono comunque da evitare i
periodi più freddi, poiché l’albero sarà maggiormente sensibile a danni da basse
temperature. Tale espianto andrà eseguito avendo cura di assicurare alla pianta un
idoneo pane di terra, contenuto in una zolla, secondo le seguenti operazioni: si dovrà
compiere uno scavo verticale tutto attorno alla pianta, contestualmente effettuando, con
opportuna attrezzatura, tagli netti sull’apparto radicale, al fine di evitare strappi delle radici.
La zolla che si viene a creare dovrà essere avvolta da telo di juta o rete metallica prima di
essere spostata onde evitare rotture o crepe alla stessa, inoltre le radici andranno rifilate.
Per il sollevamento, spostamento e trasporto della pianta dovranno essere utilizzati mezzi
idonei.
Le dimensioni della zolla, contenuta nel telo o nella rete metallica, dovranno essere le
seguenti:
 diametro = diametro fusto ( misurato ad 130 cm dal colletto) x 1,5-2,00;
 profondità = 1/2 - 2/3 del diametro della zolla stessa.
Nel caso di alberi con tronco fessurato o composto, o in ogni caso dotato di fragilità
strutturale, dovranno essere previste apposite strutture lignee di ingabbiamento atte a
ripartire con maggiore uniformità lo sforzo di sollevamento del tronco ed evitare rotture nei
punti di maggiore fragilità.
Le piante con queste caratteristiche dovranno essere preferibilmente ricollocate nelle
immediate vicinanze del sito di espianto per evitare danni relativi all’attività di carico,
trasporto e scarico da mezzi di trasporto.
La pianta zollata dovrà essere riposizionata con le modalità ed i tempi indicati nella
prescrizioni contenute nell’autorizzazione all’espianto-reimpianto e, comunque, nel periodo
individuato nel primo capoverso del presente articolo, nella buca di destinazione
preventivamente e idoneamente preparata, come indicato nel successivo art. 4
“Reimpianto”.

Art. 3 – Trasferimento ad altro sito
Le piante zollate dovranno essere trasferite nel luogo di messa a dimora con mezzi idonei,
sui quali verranno poste con estrema cura ed in numero tale da non indurre stress o
danneggiamenti di qualsiasi tipo. Il mantenimento della pianta nel sito di espianto e/o di
reimpianto, ed il suo trasporto va effettuato avendo cura di adottare ogni accorgimento
utile a limitarne la disidratazione ai fini del successivo attecchimento. Per lo stesso motivo,
in caso di sosta prima del trapianto, l’albero deve essere protetto dall’irraggiamento diretto
e dal vento.

Art. 4 – Reimpianto
Fermo restando quanto previsto riguardo il periodo idoneo per il reimpianto, di cui all’art. 2,
questo deve essere effettuato nel più breve tempo possibile dopo l’espianto.
Precedentemente alla messa a dimora degli alberi dovranno essere preparate buche di
idonea larghezza..
Le buche dovranno essere parzialmente riempite con terra e torba, per consentire alla
zolla di poggiare su uno strato idoneo ben assestato. Si dovrà inoltre procedere a
smuovere il terreno lungo le pareti e il fondo della buca per evitare l’effetto vaso.
Durante lo scavo della buca, il terreno agrario dovrà essere separato e posto
successivamente in prossimità delle radici; il terreno in esubero e l’eventuale materiale
estratto non idoneo, dovrà essere allontanato dal sito di reimpianto.
Il sito prescelto per il reimpianto dovrà garantire che le radici non si vengano a trovare in
una zona di ristagno idrico, nel qual caso si dovrà posare uno strato di materiale drenante
sul fondo della buca.
La messa a dimora degli alberi si dovrà eseguire con i mezzi idonei in relazione alle
dimensioni della pianta, facendo particolare attenzione che il colletto si venga a trovare a
livello del terreno anche dopo l’assestamento. L’imballo della zolla, costituito da materiale
degradabile, dovrà essere tagliato vicino al colletto e aperto sui fianchi senza rimuoverlo. Il
materiale da imballaggio non biodegradabile dovrà invece essere asportato e smaltito a
norma di legge.
Le piante dovranno essere collocate ed orientate in maniera ottimale ai fini del loro
attecchimento e ripresa vegetativa, e posizionate rispettando orientamento e profondità
originali della zolla.
Al termine del posizionamento della pianta si dovrà procedere al riempimento definitivo
della buca con terra di coltivo, fine e asciutta. Il materiale di riempimento dovrà essere
costipato manualmente, con cura, assicurandosi che non restino vuoti attorno alle radici o
alla zolla. Dopo il compattamento, può rendersi necessario aggiungere altro terreno per
colmare eventuali spazi creatisi.
Immediatamente dopo la messa a dimora dovrà essere effettuato un intervento irriguo. Ad
esso seguiranno ulteriori interventi con frequenza e portata d’acqua propri della specie ed
in relazione al periodo dell’anno ed alle caratteristiche pedo-climatiche, sino ad avvenuto
attecchimento. Nel caso non vi sia un idoneo impianto di irrigazione, detti interventi
dovranno essere effettuati con il sistema ‘a conca’, distribuendo acqua fino alla
saturazione del terreno.
Al termine della messa a dimora delle piante verranno rimosse tutte le legature, asportati i
legacci o le reti che smaltiti a norma di legge.

Art. 5 – Ancoraggi
Gli ancoraggi andranno effettuati con corrette modalità e sistemi di supporto (tutori) idonei
a fissare al suolo le piante nella posizione corretta per l’attecchimento e lo sviluppo.
L’ancoraggio dovrà avere una struttura appropriata al tipo di pianta da sostenere e capace
di resistere alle sollecitazioni meccaniche e causate da agenti atmosferici.
Gli ancoraggi dovranno essere collocati prestando attenzione ai venti dominanti, lungo le
carreggiate parallele alla direzione di marcia, nelle zone di esondazione al flusso della
corrente.
Al fine di non provocare abrasioni o strozzature al fusto, le legature dovranno essere
realizzate per mezzo di speciali collari creati allo scopo e di adatto materiale elastico
(guaine di gomma, nastri di plastica, ecc), ovvero con funi o fettucce di materiale vegetale,
mai con filo di ferro o materiale anelastico.
Tutori e legature non dovranno mai essere a contatto diretto con il fusto, per evitare
abrasioni. Dovrà essere sempre interposto un cuscinetto antifrizione.

Art. 6 – Difesa e concimazione
Gli esemplari trapiantati dovranno essere sottoposti ad attività di monitoraggio e controllo
delle principali avversità di natura parassitaria e abiotica, al fine di garantirne un buono
stato sanitario, ricorrendo alle opportune strategie di difesa integrata.
All’atto del reimpianto non vanno somministrati concimi. La nutrizione minerale va prevista
a partire dalla stagione vegetativa successiva al trapianto. E’ consigliabile impiegare
concimi organo-minerali.

Art. 7 – Attecchimento
L’attecchimento si intende avvenuto quando, al termine di 90 giorni dopo la prima
vegetazione dell’anno successivo al reimpianto, le piante si presentino sane e in buono
stato vegetativo. Tenuto conto della particolare capacità di ripresa biologica dell’ulivo,
dovranno trascorrere almeno tre anni dal momento del reimpianto per poter giudicare il
mancato attecchimento, e quindi formulare la richiesta di abbattimento per morte
fisiologica.
Le operazioni atte a garantire l’attecchimento delle piante sono: le irrigazioni, il ripristino
delle conche e rincalzo delle alberature, il controllo e la risistemazione dei sistemi di
ancoraggio e delle legature, gli interventi di difesa fitosanitaria.

Art. 8 – Sesto di impianto
nel caso di reimpianto in oliveti esistenti, il sesto di reimpianto dovrà rispettare il sesto
esistente.. Nel caso di reimpianto in aree non olivetate, il sesto minimo deve essere quello
tipico degli oliveti monumentali nel territorio di riferimento. La regolarità del sesto di
impianto potrà essere superata nel caso di reimpianti legati ad operazioni di
riqualificazione paesaggistica di aree di particolare pregio, mantenendone la destinazione
produttiva.

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