mercoledì 6 agosto 2014

I frutteti di pesche a Monteroni di Lecce Pesco (Prunus persica L.)




I frutteti di pesche a Monteroni di Lecce Pesco (Prunus persica L.)
Un recente aggiornamento del germoplasma frutticolo conservato in Italia presso le Università, gli Istituti del Mi.P.A.F. e del C.N.R. ha censito 601 varietà di pesco.
Peche, pesca, scritto pesche nel Medioevo viene dal latino persicum (malum o pomum), “pomo di Persia”.
L’albero di pesco è originario della Cina da cui poi fu introdotto in Persia e pare che da questo paese sia giunto in Italia e nel Salento.
Secondo Plinio il pesco non era conosciuto dai greci ed è introdotto in Italia nel 40 d.c. riferendosi alla pesca scrive che è un frutto raro e costoso né Catone e tantomeno Varrone citano mai il pesco. E’ certamente raffigurato in alcuni affreschi provenienti dalla casa dei cervi di Ercolano.
Nell’antichità era certamente coltivato nelle campagne del Salento probabilmente a scopo medicinale, c’è da rilevare però che Apicio cita uina ricetta a base di pesche.
Gli studiosi hanno cercato una spiegazione alla tardiva introduzione del pesco nel nostro paese e si è giunti alla conclusione che con ogni probabilità non vi erano le condizioni climatiche adatte alla coltivazione di quest’albero. (Annamaria Ciarallo Flora pompeiana).
E’ bello ammirare i pescheti di Monteroni perché l’albero di pesco dalle foglie allungate si riveste in primavera di una fioritura luminosa di un rosa bellissimo! Il frutto, la Pesca, è tra i dessert più delicati.
In Egitto, la pesca era sacra ad Arpocrate, dio del silenzio e dell’infanzia. Ancora oggi le guance dei bambini vengono paragonate alle pesche per la loro morbidezza e carnosità.
Le foglie, i fiori e la mandorla del nocciolo contengono una sostanza chimica che libera acido cianidrico, per cui non vanno assolutamente mangiati.
A Monteroni di Lecce è possibile giungervi percorrendo strade che attraversano la campagna come se si trattasse di un ideale percorso bucolico che consente di osservare, in entrambi i lati, un territorio assolutamente incontaminato che la costeggia, costituito da ubertosi frutteti. Infatti chi non ha mai gustato le pesche di Monteroni?
Il pesco è rustico, ma preferisce i nostri climi temperati e caldi. Si adatta su tutti i terreni, eccetto quelli troppo umidi, asfittici. Teme gli eccessi del calcare salvo se è innestato su dei portainnesti adatti (susino, mandorlo,pescomandorlo, ecc…). Evitare di piantare un pesco su un terreno che ha già ospitato questa specie. Durata di vita: da 10 a 25 anni secondo le condizioni d’impianto.
Il pesco sopporta male la potatura, che provoca la secrezione di gomma. Va effettuata in febbraio-marzo, all’inizio della fioritura. I frutti si formano sui rami dell’anno precedente. Conviene conservare unicamente i giovani germogli mediamente tagli vigorosi con angolo di inserzione largo.
Dopo la caduta naturale dei giovani frutti, conservare circa da 2 a 4 frutti per rametto (brindillo) ed eliminare tutti i giovani germogli che non portano frutti. Per un raccolto migliore, eliminare le foglie che nascondono i frutti.
Un modo per procedere alla classificazione delle pesche è di prendere in considerazione le epoche di maturazione. Tale classificazione suddivide le pesche e le nettarine in: precocissime che sono quelle coltivate prevalentemente a Monteroni, precoci, medie e tardive.
Esistono tre principali categorie di pesche: quella comune, propriamente detta, che presenta una sottile buccia vellutata (o tomentosa), a sua volta suddivisa in due tipi, uno con polpa a pasta bianca e l’altro a pasta gialla. Solitamente, le prime hanno il nocciolo così aderente alla polpa da essere difficili da staccare e sono chiamate pertanto duracine; viceversa, le pesche a pasta gialla sono provviste di un nocciolo libero e vengono definite spiccagnole. La varietà con buccia vellutata, a pasta gialla e con nocciolo libero è quella più simile alla specie selvatica originaria del genere Prunus.
Esistono anche pesche dalla buccia liscia e glabra con polpa sia bianca che gialla, nocciolo libero e consistenza più robusta: le Nettarine, comunemente dette “pesche noci”.
C’è poi una categoria solitamente non commercializzata al dettaglio perché idonea alla trasformazione e alla produzione di succhi di frutta: le pesche percoche,
Le pesche a polpa gialla sono disponibili sul mercato da maggio a settembre. Le pesche a polpa bianca sono disponibili sul mercato da giugno a settembre.
E’ stato scoperto il gene responsabile del colore, bianco o giallo, della polpa delle pesche. A fare luce su una delle più importanti caratteristiche di qualità di questi frutti è stato un gruppo di ricercatori dell’Università e dell’Istituto di Genomica applicata di Udine e del Centro di ricerca per la frutticoltura di Roma.
La pesca è ricca di zuccheri e vitamine A, B, C, è un frutto rinfrescante ed energetico e leggermente lassativo. Svolge un'azione depurativa che si manifesta con l'incremento della funzionalità dei reni e dell'intestino. É anche vermifuga, per la presenza dell'acino cianidrico. La pesca, prevalentemente consumata come frutta fresca, è ottima anche affettata nel vino. Viene utilizzata anche per fare marmellate ed altre preparazioni tra le quali sciroppi e liquori. L’industria conserviera impiega le pesche per svariati usi, ultimamente anche come aromatizzante per esempio per il té. Questo frutto è molto utilizzato anche in cosmesi.
Composizione e valore energetico sia della Pesca che della Pesca Nettarina che della Percoca (100 gr. di Prodotto)
Parte edibile 91 %; Sodio 3 mg; Acqua 90.7 g; Potassio 260 mg; Proteine 0.8 g; Ferro 0.4 mg; Lipidi 0.1 g; Calcio 4 mg; Glucidi disponibili 6.1 g; Fosforo 20 mg; Fibra alimentare 2.1 g; Niacina 0.5 mg; Vitamina A retinolo eq. 27 mcg; Vitamina B2 0,03 mg; Vitamina C 4 mg; Energia 27 kcal. (Fonte: Istituto Nazionale della Nutrizione)
La Pesca di Monteroni gode da tempo di una notevole reputazione, dovuta alle qualità del prodotto quali durezza e maturazione precoce. Ma fondamentale è stato da sempre il lavoro del peschicoltore, che col tempo si è specializzato affinando le tecniche di coltivazione e coinvolgendo i propri familiari soprattutto in fasi specifiche dell’attività. La vendita di questo prodotto ha portato ad un miglioramento del tenore di vita degli operatori locali. Da oltre cinquant’ anni, infatti, la Pesca di Monteroni rappresenta un motore importante per l’economia

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