giovedì 7 agosto 2014

La poltiglia bordolese usata dal Presidente Ivano Gioffreda negli oliveti colpiti dal ‘complesso del disseccamento rapido dell’olivo’ (olive rapid decline complex)

La poltiglia bordolese 

 

Il primo antiperonosporico della storia agli albori del terzo millennio
L'abrogazione dei commi 1 e 2 dell'art. 38 del D.P.R. 23 Aprile 2001 n° 290 obbliga alla registrazione di tutta una serie di sostanze naturali che prima potevano essere impiegate per la difesa, tra queste il solfato di rame.
La riclassificazione dei prodotti fitosanitari secondo la direttiva comunitaria 99/45/CE recepita con il DL n° 65 del 14 marzo 2003, pone poi molti preparati rameici e molte poltiglie già pronte in classe Xn quindi sarà necessario per l'acquisto il "patentino".

Il rame per agire sulle cellule delle crittogame nella sua forma di ione metallico Cu deve sempre essere disciolto in acqua sia quando viene distribuito che, successivamente, nell'umidità od acqua che ridiscioglie i residui di prodotto che rimangono sulla pianta dopo il trattamento.

E' infatti accertato che il rame al momento della distribuzione si trova in condizioni di scarsa solubilità e guai se fosse diversamente, alle dosi solitamente utilizzate causerebbe la morte pure delle cellule dei tessuti verdi; inoltre la lenta solubilizzazione è base sostanziale della lunga persistenza d'azione che caratterizza generalmente i prodotti rameici ed in modo particolare la poltiglia bordolese.
Ma la solubilità del rame dopo la distribuzione non dipende soltanto dalla presenza di acqua che è certamente indispensabile ma anche dall'anidride carbonica presente nell'aria e dall'ammoniaca presente nell'acqua piovana, oltrechè da secreti delle foglie ed escreti dei funghi da combattere. Pertanto la solubilità del rame ed i tempi necessari a rendere disponibile questo principio attivo sono da sempre motivo di interesse per l'agricoltore e lo specialista fitopatologo.

Nelle principali formulazioni rameiche oggi in commercio lo ione Cu si può trovare sotto forma di: idrossido, ossicloruro, ossido rameoso, solfato pentaidrato, solfato tribasico e solfato neutralizzato con calce cioè poltiglia bordolese.
In commercio troviamo pure alcune formulazioni a base di zolfo più rame (detti zolfi ramati) in polvere secca cioè da distribuire a secco con impolveratore.

La poltiglia bordolese è una miscela di solfato di rame (a ph acido ) e calce ( sostanza alcalina quindi neutralizzatrice ) che reagendo tra loro danno luogo a più composti.
La fitotossicità della poltiglia sulla vegetazione e sui frutticini, così come quella di alcuni rameici, è ben nota e si esplica comunque con una riduzione del rigoglio vegetativo e a volte con ustioni sugli organi fiorali che ne sconsigliano l'uso, a parte i casi di indispensabilità e di accertata ridotta sensibilità varietale, durante la fioritura. Sui frutticini di mele o pere e i giovani acini dell'uva le lesioni provocate dal potere caustico della poltiglia si riflettono con la comparsa di ruggine della buccia che soltanto nei casi più gravi può deformare i frutti od impedirne un regolare accrescimento.

E come si usa la poltiglia?: Le colture sulle quali può essere impiegata, a seconda delle registrazioni riportate in etichetta di ogni formulato commerciale sono diverse: vite, pomacee, drupacee, olivo, agrumi, nocciolo, fragola, piccoli frutti (ribes, mirtillo, mora, lampone ecc.) barbabietola da zucchero, riso, tabacco, oleaginose, ortaggi più svariati a foglia, frutto e bulbo, floricole, piante ornamentali e forestali.
Lo spettro d'attività risulta essere molto ampio: peronospora, antracnosi, blak rot, corineo, monilia, fusicocco, ruggini, cancri, ticchiolatura, cilindrosporiosi, septoriosi, escoriosi, vaiolatura, alternaria, cercospora sono alcuni dei principali agenti fungini controllati.
Il rame possiede poi importanti azioni secondarie ad es.: oidi, monilie e botritis, in questi casi spesso l'azione non è diretta sul fungo ma avviene attraverso l'inspessimento della pellicola esterna dei vegetali e dei loro frutti.

Molto importante l'azione batteriostatica dei ramati che viene sfruttata soprattutto per impedire o diminuire la diffusione ad es. del temibile Colpo di Fuoco Batterico su Pomacee.

Oggi dopo circa 120 anni da quando nel 1884 il Millardet accertò l'efficacia del rame sulla peronospora della vite i rameici e la poltiglia rimangono pilastro della farmacopea del terzo millenio.

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