martedì 5 agosto 2014

OMEOPATIA ANCHE PER LE PIANTE





Avevo dimostrato con queste prove che era possibile interagire con le piante per mezzo di preparati omeopatici, e avevo suggerito un metodo pratico di intervento in grado di stimolare una risposta nella pianta per opporsi alla malattia in corso. Avevo così individuato un metodo generale, e non un rimedio specifico per il singolo caso.
Chiunque, con un minimo di pratica omeopatica, e sulla base di quanto da me scritto qui e sulla tesi, potrebbe essere in grado di sperimentare nella propria azienda, o nel proprio laboratorio, l'azione di un rimedio omeopatico autoprodotto.
Sarebbe sufficiente preparare una coltura del microorganismo patogeno puro, o (fuori dai laboratori) un triturato delle parti vegetali più infestate dal parassita. Da questo preparato base occorrerebbe ottenere una diluizione omeopatica della potenza desiderata, e somministrarla alle piante mediante nebulizzazione dell'apparato fogliare (vedi appendice finale).
Luca Speciani, OMEOPATIA E AGRICOLTURA. Testo di 140 pagine pubblicato nel 1987 dalla casa editrice CLESAV di Milano nella collana di Agroecologia.


OMEOPATIA ANCHE PER LE PIANTE
A pochi chilometri da Milano qualcuno la sta già applicando
L'effetto "placebo", ovvero la guarigione per suggestione, è una delle argomentazioni più diffuse tra i detrattori dell'omeopatia. Argomentazione che cade completamente quando l'azione omeopatica si dimostra efficace su animali e vegetali.

Il farmaco omeopatico ha un'azione "di messaggio", che trasmette una particolare frequenza di vibrazione (in modo analogo all'agopuntura, alla magnetoterapia, al soft laser), in grado di guarire se sintonizzata sullo squilibrio dell'organismo malato.

Agisce su qualsiasi vivente (uomo, animale o vegetale) in grado di captare utilmente l'energia trasmessa. Dobbiamo quindi aspettarci un'efficacia anche sulle piante. Consapevoli del fatto che si sta lavorando con rimedi "di messaggio", che al loro interno non presentano una formula chimica, ma solo delle sostanze di partenza (le tinture madri) diluite e dinamizzate.

Proprio a causa della sua "non chimicità", il farmaco omeopatico presenta due interessanti peculiarità: residuo zero e specificità di azione. Queste caratteristiche rendono particolarmente interessante la sperimentazione in campo agricolo nell'interesse della salute collettiva. Durante la mia tesi di laurea all'Istituto di Patologia Vegetale dell'Università di Agraria di Milano ho ottenuto brillanti risultati nella cura di piantine di fagiolo attaccate da parassiti fungini, somministrando per via fogliare prodotti omeopatici (i cui risultati sono stati statisticamente controllati al test di Student). Chi volesse approfondire l'argomento può contattarmi direttamente presso il vivaio Clorofilla di Peschiera Borromeo (3356032955) dove occasionalmente faccio uso di prodotti omeopatici e di rimedi naturali, o chiedendo copia del volume "Omeopatia e agricoltura" alla casa ed. Città Studi di Milano. Ho individuato infatti un metodo semplice e pratico per la cura delle piante con l'omeopatia. Si tratta di somministrare alle piante malate rimedi ottenuti dalla diluizione acquosa di parti malate della pianta stessa (per le malattie fungine), oppure da diluizioni dell'agente intossicante (concime, diserbante, ormone, rame), per le intossicazioni da eccesso. Secondo il criterio isopatico da me sperimentato è possibile affrontare parassitosi fungine, virali, batteriosi, tossicosi, con rimedi di messaggio di basso costo, e a residuo zero. La sperimentazione è ancora lunga, ma i risultati finora raggiunti sono più che incoraggianti. Azienda pubblica o privata disposta a investire nel futuro cercasi.

Dr.Agr. Luca Speciani
                                              



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