sabato 28 giugno 2025

Un milione per gli alberi: il verde che ci salva

 


di Antonio Bruno

In un’Italia che spesso sembra ricordarsi del verde solo quando arriva l’estate e le città si trasformano in fornaci di cemento e lamiere arroventate, leggere che una giunta comunale — in questo caso quella di Lecce — ha deciso di investire un milione e centomila euro per piantare 322 alberi, aiuole drenanti e corridoi ecologici, non può che fare bene. Al cuore e alla testa.

Perché piantare un albero oggi, in una città, non è un gesto romantico. È un gesto politico. È una dichiarazione di guerra al degrado, all’afa, all’indifferenza.

Abbiamo cementificato troppo, per troppi anni. Abbiamo tagliato alberi perché “alzavano i marciapiedi” e non ci siamo accorti che alzavano anche il livello della nostra qualità della vita. E allora sì, sostituire i pini malati con lecci o alberi bottiglia, più adatti al clima che cambia, è un atto di responsabilità. Forse anche di coraggio, in un’epoca in cui si preferisce l’effimero all’essenziale.

Mi ha colpito una frase dell’assessore all’Ambiente: «Non più pini, ma lecci». È una scelta tecnica, certo. Ma è anche una metafora del tempo che stiamo vivendo. Serve adattarsi, cambiare, scegliere con attenzione. Non possiamo più permetterci l’arbitrarietà o la fretta. Neanche in giardino.

E allora bene ha fatto Lecce a pensare a un “circuito del verde” che unisce piazze, viali e persino cimiteri. Perché il verde deve accompagnarci sempre, dalla nascita all’ultimo respiro. E una città che pianta alberi è una città che ha memoria, che guarda avanti, che non si rassegna a diventare solo parcheggio e smog.

Mi auguro che questo progetto venga finanziato. E che sia d’esempio. Perché se c’è una cosa che ho imparato in tanti anni di professione è che le cose più semplici sono spesso le più rivoluzionarie. Come piantare un albero. Che domani, magari, farà ombra a un bambino che oggi ancora non è nato.

 Di seguito una descrizione puntuale del progetto, un confronto con la letteratura scientifica e con casi di studio internazionali comparabili, seguiti dalla bibliografia.

Autore: Antonio Bruno

Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce


🟢 Descrizione del progetto: riqualificazione verde e infrastrutture verdi urbane a Lecce

Il progetto approvato dalla Giunta comunale di Lecce, guidata dal sindaco Adriana Poli Bortone, si configura come un importante intervento di rigenerazione urbana e ambientale volto alla sostituzione di alberi compromessi e alla piantumazione di nuove specie resilienti in nove aree della città. L’intervento prevede un investimento complessivo di 1.100.000 euro e si inserisce nel bando regionale per la tutela della biodiversità e la rigenerazione del paesaggio urbano, promosso dalla Regione Puglia.

Interventi previsti

  • Piantumazione di:

    • 322 nuovi alberi,

    • 25 alberelli,

    • 312 cespugli e piantine ornamentali.

  • Aree coinvolte: Porta Napoli, via San Nicola, area cimiteriale, Villa comunale "Giuseppe Garibaldi", viale Francesco Lo Re, viale Giuseppe Grassi, Fontana dell’Armonia, viale Roma, e area retrostante il cimitero.

  • Superficie verde incrementata: +2.000 m² di chioma arborea.

  • Specie impiegate: lecci, ligustri, alberi bottiglia (Brachychiton populneus), selezionate per resilienza climatica e resistenza alla siccità.

  • Realizzazione di aiuole drenanti e corridoi ecologici periurbani.

  • Integrazione con sistemi verdi multifunzionali: greenways, giardini urbani, agricoltura urbana, tetti e pareti verdi.


📚 Confronto con la letteratura scientifica

🌳 1. Infrastrutture verdi e cambiamento climatico

Le infrastrutture verdi (GI – Green Infrastructure) sono strumenti chiave per la resilienza urbana, la mitigazione dell’isola di calore urbana e la gestione sostenibile delle acque meteoriche (Gill et al., 2007; Tzoulas et al., 2007). Il progetto leccese si allinea con queste raccomandazioni, adottando aiuole drenanti e connessioni ecologiche urbane.

🌿 2. Selezione delle specie vegetali

L’abbandono dei pini a favore di specie più resistenti come i lecci (Quercus ilex) e i ligustri (Ligustrum spp.) riflette le indicazioni delle linee guida FAO e ISPRA sulla gestione del verde urbano in contesti climatici mediterranei, dove si raccomandano specie autoctone o naturalizzate, a basso fabbisogno idrico e adatte a suoli poveri (FAO, 2016; ISPRA, 2021).

💧 3. Suolo e drenaggio urbano sostenibile (SUDS)

L’introduzione di aiuole drenanti e strutture di contenimento in pietra a secco è coerente con i principi dei Sustainable Urban Drainage Systems, noti per favorire la permeabilità del suolo e ridurre il carico idraulico dei sistemi fognari (Fletcher et al., 2015).


🌍 Confronto con casi di studio internazionali

🇩🇪 Friburgo (Germania)

La città ha implementato sistemi di verde urbano distribuito e tetti verdi su larga scala. Similmente a Lecce, l’obiettivo è aumentare la copertura vegetale urbana, utilizzando specie resilienti e favorendo l’infiltrazione delle acque (Beatley, 2011).

🇪🇸 Barcellona (Spagna) – Green Infrastructure Plan

Barcellona ha promosso un piano per la rete verde urbana che include piantumazioni in aree dismesse e corridoi ecologici urbani, puntando su specie autoctone e resistenti alla siccità in risposta alla desertificazione (Ajuntament de Barcelona, 2017).

🇺🇸 Portland (Oregon) – Green Streets Program

Programmi analoghi con aiuole drenanti e verde multifunzionale sono attivi a Portland, dove i Green Streets trattengono acque piovane e aumentano la biodiversità urbana (City of Portland, 2019).


Punti di forza del progetto

  • Integrazione di resilienza climatica e rigenerazione urbana.

  • Utilizzo di specie selezionate secondo criteri scientifici.

  • Attenzione al suolo permeabile e alla connessione ecologica urbana.

  • Contributo alla salute pubblica, mitigazione del rumore, e alla qualità dell’aria (WHO, 2017).

🔍 Criticità e raccomandazioni

  • Mancano dettagli sulla manutenzione a lungo termine, fondamentale per la sopravvivenza degli alberi.

  • Partecipazione pubblica e coinvolgimento della cittadinanza non menzionati: approcci partecipativi possono migliorare l’efficacia degli interventi verdi (Kabisch et al., 2016).

  • Opportunità per ampliare il progetto includendo monitoraggio degli ecosistemi urbani tramite sensori o citizen science.


📚 Bibliografia

  • Ajuntament de Barcelona (2017). Pla del verd i la biodiversitat 2020.

  • Beatley, T. (2011). Biophilic Cities: Integrating Nature into Urban Design and Planning. Island Press.

  • City of Portland (2019). Green Streets Program Manual.

  • FAO (2016). Guidelines on Urban and Peri-Urban Forestry.

  • Fletcher, T.D. et al. (2015). "SUDS performance and planning", Water Science & Technology, 71(7).

  • Gill, S.E., Handley, J.F., Ennos, A.R., Pauleit, S. (2007). "Adapting cities for climate change", Landscape and Urban Planning, 81(3).

  • ISPRA (2021). Linee guida per la gestione del verde urbano.

  • Kabisch, N. et al. (2016). "Nature-based solutions to climate change mitigation and adaptation", Nature Sustainability, 1(2).

  • Tzoulas, K. et al. (2007). "Promoting ecosystem and human health in urban areas using Green Infrastructure", Landscape and Urban Planning, 81(3).

  • WHO (2017). Urban green spaces: a brief for action.

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