mercoledì 25 giugno 2025

"Xylella, la malattia dell’indifferenza"

 


"Xylella, la malattia dell’indifferenza"



Sono passati più di dieci anni da quando la parola Xylella è entrata con prepotenza nel nostro vocabolario, ma ancora oggi sembra che non abbia trovato posto nella nostra coscienza collettiva. Eppure, quel batterio invisibile ha già messo in ginocchio l’anima agricola della Puglia, quegli ulivi secolari che erano monumenti viventi, testimoni silenziosi di civiltà, lavoro e identità.

La notizia dell’ennesimo focolaio a Bisceglie, dove quattro ulivi sono risultati infetti, mi ha colpito come uno schiaffo. Non per la sorpresa – purtroppo – ma per la conferma di una tragica verità: la Xylella non si è fermata, perché non siamo stati capaci di fermarla.

Nel 2013, la comunità scientifica aveva parlato chiaro. Lo aveva fatto con fermezza, con dati, con previsioni. Ma davanti a quella chiarezza, l’Italia ha risposto come spesso sa fare: con ricorsi al TAR, campagne complottiste, ulivi abbracciati come se bastasse l’amore a fermare un batterio. Abbiamo trasformato una questione fitosanitaria in una guerriglia ideologica, e la scienza – ancora una volta – è stata lasciata sola.

Mi chiedo: perché davanti al dolore siamo così bravi a commuoverci, ma così incapaci di agire quando serve davvero?

Guardiamo la Puglia oggi. Ventuno milioni di alberi contaminati. Interi paesaggi trasformati in cimiteri vegetali. E ora, la minaccia che avanza verso la provincia di Foggia. Si corre ai ripari con nuove piante resistenti, con fondi europei, con lodevoli iniziative di rigenerazione. Ma resta la domanda: non potevamo evitarlo?

La risposta, purtroppo, è sì. Bastava ascoltare gli esperti, eseguire le eradicazioni per tempo, fare sistema. Bastava non scambiare l’emotività per competenza.

Perché vedete, la Xylella non è solo un batterio. È lo specchio di un’Italia che troppo spesso confonde il diritto all’opinione con il diritto all’ignoranza. È il sintomo di un paese dove la prevenzione vale meno dell’emergenza, dove ci si sveglia solo quando il danno è fatto.

E allora oggi, mentre si cercano nuove soluzioni, non dimentichiamo l’unica vera cura: la fiducia nella scienza, l’umiltà nell’ascoltarla, e il coraggio – sì, il coraggio – di decidere anche quando fa male.

L’olivo è un simbolo di pace e di tenacia. Ma non può difendersi da solo. E se non lo faremo noi, perderemo non solo una pianta, ma una parte profonda di ciò che siamo.

Antonio Bruno

 

La Xylella fastidiosa in Puglia: Scienza, Politiche e Sfide di Contenimento

Autore: Antonio Bruno

Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce


Introduzione

Nel 2013, la comunità scientifica internazionale aveva lanciato un chiaro monito: per fermare l’avanzata della Xylella fastidiosa, un patogeno batterico letale per numerose specie vegetali, era necessario adottare con urgenza misure drastiche e coordinate. Oggi, oltre dieci anni dopo, il batterio ha percorso altri 40-50 km a nord, raggiungendo Bisceglie, e minaccia l’olivicoltura del nord della Puglia. Questo porta a una domanda cruciale: la colpa della sua espansione è da attribuire alla mancata attuazione delle raccomandazioni scientifiche o all’inefficacia delle stesse?

Attraverso l’analisi della letteratura scientifica globale e dei casi di studio internazionali, questo saggio esplora le risposte a questa domanda, analizzando l’efficacia delle misure di contenimento, le difficoltà di implementazione e i margini di miglioramento delle strategie fitosanitarie.


Il Batterio e il Suo Contesto: Xylella fastidiosa

La Xylella fastidiosa è un batterio xilematico originario delle Americhe, trasmesso da insetti vettori succhiatori di linfa, come la Philaenus spumarius (sputacchina). È in grado di causare malattie devastanti in più di 500 specie vegetali ospiti, tra cui vite, agrumi, mandorli e ulivi. In Europa, la sottospecie pauca è stata identificata per la prima volta in Puglia nel 2013 e da allora ha causato la morte di milioni di ulivi.


Le Raccomandazioni della Comunità Scientifica

La comunità scientifica europea e internazionale – da EFSA (European Food Safety Authority) al CNR – ha identificato da subito una serie di misure fondamentali per contenere la Xylella:

  1. Eradicazione delle piante infette
  2. Creazione di zone cuscinetto e contenimento
  3. Controllo dei vettori (soprattutto la sputacchina)
  4. Sorveglianza e monitoraggio capillare
  5. Ripiantumazione con varietà tolleranti/resistenti
  6. Divieti di movimentazione di piante ospiti

Queste indicazioni derivano da modelli previsionali e dall’esperienza in altri contesti globali, come il controllo della Xylella in California sugli agrumi (Pierce's disease) e in Brasile su agrumi e caffè.


Casi di Studio Internazionali: Successi e Limiti

California, USA

Negli anni 2000, la Pierce’s Disease (causata da X. fastidiosa) minacciava la viticoltura californiana. Gli USA implementarono un piano d’emergenza integrato: eradicazione, gestione del vettore Homalodisca vitripennis, quarantene, e un programma di reimpianto con varietà resistenti. Sebbene non sia stato eradicato, il batterio è oggi contenuto in aree delimitate.

Brasile

In Brasile, X. fastidiosa colpisce principalmente gli agrumi. Qui, la convivenza è diventata una strategia di lungo termine: potature frequenti, controlli fitosanitari continui, trattamenti insetticidi mirati e utilizzo di piante tolleranti. Anche qui, l’obiettivo è stato limitare i danni e mantenere la produttività.

Spagna

Nelle Isole Baleari e in alcune zone dell’Andalusia, Xylella ha colpito olivi e mandorli. Le autorità hanno applicato tempestivamente le misure EFSA, incluso l’abbattimento massiccio degli alberi. Anche se contestata da parte dell’opinione pubblica, questa strategia ha rallentato significativamente l’espansione.


Il Caso Italiano: Mancata Attuazione o Inefficacia delle Misure?

In Puglia, la diffusione della Xylella è stata inizialmente contrastata da forti opposizioni sociali, ricorsi legali e disinformazione, che hanno impedito l’eradicazione tempestiva delle piante infette. Le zone cuscinetto non sono state mantenute adeguatamente, e le pratiche di contenimento del vettore sono state implementate con discontinuità.

Dunque, la colpa non è della scienza, ma della mancata applicazione sistematica e coerente delle misure scientificamente validate. Come affermato anche da Coldiretti Puglia, le uniche strategie disponibili rimangono:

  • monitoraggio continuo,
  • eradicazione chirurgica,
  • contenimento del vettore,
  • prevenzione su suolo pubblico e privato,
  • reimpianto con varietà resistenti (Leccino, Favolosa, Leccio del Corno).

Il problema, quindi, è di governance, coordinamento e comunicazione del rischio.


Nuove Frontiere della Ricerca

Oggi, la scienza si muove su tre fronti principali:

  1. Biotecnologie – editing genetico per introdurre resistenza in varietà locali (es. CRISPR-Cas9).
  2. Tecnologie di rilevamento precoce – sensori a infrarossi, droni, spettroscopia.
  3. Microbiomi e biocontrollo – utilizzo di batteri antagonisti o microrganismi per limitare la crescita di Xylella.

Queste soluzioni, tuttavia, sono ancora in fase sperimentale e non possono sostituire le misure classiche di contenimento.


Conclusione

La diffusione della Xylella fastidiosa in Puglia non è dovuta all’inefficacia delle strategie scientifiche, bensì alla loro incompleta e tardiva applicazione. I casi di studio internazionali dimostrano che, se adottate in modo tempestivo e coerente, le misure scientifiche possono limitare efficacemente i danni. Il ritardo iniziale italiano ha favorito l’espansione incontrollata del patogeno, che oggi rappresenta una minaccia strutturale per l’olivicoltura meridionale.

La strada maestra resta quella indicata dalla scienza: contenere, monitorare, sostituire e innovare.


Bibliografia

  • EFSA Panel on Plant Health. (2015–2023). Scientific Opinions on Xylella fastidiosa. EFSA Journal.
  • Saponari, M., Boscia, D., Nigro, F., & Martelli, G. P. (2013). Identification of DNA sequences related to Xylella fastidiosa in oleander, almond and olive trees exhibiting leaf scorch symptoms in Apulia (southern Italy). Journal of Plant Pathology.
  • Almeida, R.P.P., & Nunney, L. (2015). How do plant diseases caused by Xylella fastidiosa emerge?. Plant Disease, 99(11).
  • Redak, R. A., et al. (2004). The biology of xylem fluid-feeding insect vectors of Xylella fastidiosa and their relation to disease epidemiology. Annual Review of Entomology.
  • Lopes, J. R. S., & Krugner, R. (2016). Transmission ecology of Xylella fastidiosa: infectivity and feeding behavior of vectors. Annals of the Entomological Society of America.
  • Moralejo, E., et al. (2020). Surveillance and containment strategies for Xylella fastidiosa in the Balearic Islands. Pest Management Science.
  • Regione Puglia – Osservatorio Fitosanitario (2024). Report n.00113 su focolaio Xylella a Bisceglie.
  • Coldiretti Puglia (2025). Comunicazioni ufficiali sul contenimento della Xylella.
  • Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante – CNR Bari. Caratterizzazione genomica di ceppi Xylella fastidiosa in Italia.

 

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