martedì 8 marzo 2011

Il Tavolo Tecnico Interprovinciale sull'olivicoltura su Telerama e su "Il Paese Nuovo"

Il Tavolo Tecnico Interprovinciale sull'olivicoltura su Telerama e su "Il Paese Nuovo"






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Uno speciale dedicato al Tavolo Tecnico Interprovinciale sull'olivicoltura del 28 febbraio 2011 nel format di TELERAMA Costume e Società in onda oggi Mercoledì 9 marzo 2011 potete vederlo nei seguenti Orari: in coda ai tg delle 14.30 ; 17.00 ; 23.00 e quindi in onda alle 15.40 ; 17.20 ; 00.00 circa.

Inoltre il Giornale di Lecce "Il Paese Nuovo" sempre oggi 9 marzo 2011 ha dedicato al Tavolo Interprovinciale sull'olivicoltura del 28 febbraio 2011 il Focus di Pagina 3.

Intanto il dibattito sull’olio d’oliva del Salento leccese non si spegne. Oggi gli interventi di Beppe D’Ercole e Walter Erroi

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Come sappiamo molti oli extravergini contenevano una dose elevata di oli deodorati fenomeno a cui è stato messo un freno con l'approvazione del regolamento 61/2011. Sempre tale regolamento ha provocato una nuova impennata dei prezzi dell’olio extra vergine d’oliva prodotto in Italia, a differenza dei due concorrenti che sono invece calati di valore: l'extravergine italiano, così, vale attualmente circa tre euro al chilo, quasi un euro in più rispetto a quello spagnolo. Una differenza mai raggiunta prima d'ora, a confermare il grande valore di cui gode l'olio extravergine italiano nel mondo: un valore che potrebbe aumentare ulteriormente grazie al Piano olivicolo nazionale, a patto che il Ministero delle Politiche agricole, oltre che limitarsi a definire la cifra stanziata (che equivale a circa sei milioni di euro), si decida a comunicare l'esatto programma del progetto, che rimane tuttora all'oscuro del pubblico.

Per chiarire in maniera definitiva la validità del Regolamento 61/2011 è bene leggere ciò che scrive il professor Lanfranco Conte che è docente presso il Dipartimento di Scienze degli alimenti dell’Università degli studi di Udine; coordinatore della sottocommissione Mipaaf per l’aggiornamento dei metodi di analisi oli e grassi; presidente della sottocommissione oli vegetali, Commissione tecnica governativa del Ministero delle attività produttive; è delegato italiano del gruppo esperti chimici DGII Commissione europea a Bruxelles; è membro del gruppo chimici olio di oliva del Consiglio oleicolo internazionale di Madrid; è delegato italiano presso il Codex Alimentarius Comitato oli e grassi; ed è, tra l’altro, presidente della Società italiana per lo studio delle sostanze grasse. Ma leggiamo insieme le parole illuminanti del professor Lanfranco Conte





“E’ semplicemente successo che si è introdotto un nuovo metodo (il metodo degli alchil esteri introdotto con il Reg. Ue 61/2011 n.d.r.) che ostacolerà la miscelazione degli oli d’oliva vergini con oli di bassa qualità, attenzione, “di bassa qualità” e non deodorati, la distinzione è importante: non esistendo una definizione legale di olio deodorato, non si poteva legalmente sostenere una denominazione di metodo analitico che ad esso facesse riferimento, mentre il richiamo ad oli di qualità inferiore comprende sia eventuali deodorati che altri oli, ed è successo che si è adottato un limite un po’ più alto di quanto si sarebbe desiderato, ma intanto si dispone di un metodo che prima non c’era e che è stata proprio l’applicazione di questo metodo, ideato da Cert e migliorato da Mariani e sperimentato dai Chimici del COI che ha permesso al dr. Corradetti ed al prof. Lercker di verificare la scarsa qualità degli oli sul mercato. Dunque, allora serve! E non serve invece a rendere legale il deodorato.”



Il Piano olivicolo nazionale del 2010 ha avuto un risultato molto deludente. Le proposte in esso contenute non rispecchiano la drammatica situazione in cui versano migliaia di imprese e soprattutto non ci sono le risorse finanziarie.

Ci sono voluti due anni per avere il Piano Olivicolo Nazionale del 2010, ma da questo piano non sono arrivate risposte concrete ed incisive ai gravi problemi dei produttori del Grande Salento che fanno i conti con costi in continua ascesa, con prezzi delle olive in drammatico crollo e con redditi sempre più falcidiati. Di seguito altri interventi al dibattito sollevato dal Tavolo Tecnico Interprovinciale sull’olivicoltura dello scorso 28 febbraio 2011.





Beppe D'Ercole Presidente dell’Associazione “Vivere Lecce” http://www.beppedercole.creasitogratis.net/browse_97_0_88138_0.html ha scritto:



Antonio, per fortuna c'è internet che permette di diffondere notizie e, sull'uso del lampante, si inizia a scrivere ciò che tutti sappiamo, senza prove, ma sappiamo. Il problema è legato ai nostri alberi e non per niente si è vissuto per secoli producendo l'olio per uso (ora è di moda il termine) no food. L'utilizzo per lo stesso motivo potrebbe essere lo sfogo naturale a due condizioni: utilizzo solo ed esclusivo dell'olio lampante (ergastolo agli amministratori che dovessero fare i furbi) e camini con filtri tali da impedire l'inquinamento (altro ergastolo). Poi, se non si vuole questo, si dovranno abbattere tutti e sostituirli con altre tipologie e sistemi di allevamento. Chiedere ai giovani di produrre olio extravergine significa non conoscere la realtà, e tutti imprenditori! Qualche centomila etichette e centinaia di migliaia di frantoi? La cooperativa, l'associazione? E sino ad ora come si è andati avanti?

Ci potremo girare intorno quanto si vuole, utilizzando parole che sento da vent'anni e tali rimarranno senza affrontare il problema. Produrre una oliva nel Salento deve costare tanto quanto in Grecia ed in Spagna: sino a che non accetteremo questa cosa lapalissiana, perderemo tempo. Ed oltre questo bisogna iniziare a chiedere il rispetto e le condizioni per l'utilizzo dell'Art. 9 della Costituzione: ".......Tutela il paesaggio.....". In tanti e tante ambientalisti si stracciano le vesti e pretendono il mantenimento degli oliveti: se il Paesaggio è patrimonio comune tutelato dalla Costituzione, è giusto che tutti i cittadini si facciano carico contribuendo alle spese di mantenimento: troppo bello, facile e comodo farsi paladini di qualcosa di molto condivisibile, ma a spese degli olivicoltori.

Beppe D'Ercole



Walter Erroi, tecnico agricolo w.erroi@virgilio.it ha scritto:



Io personalmente non sarei a favore dell'utilizzo dell'olio lampante per fini non alimentari per diversi motivi:





1) si favorisce la maggior produzione di olio lampante perchè ha costi di produzione più bassi e , si presume, prezzi di vendita più elevati offrendo così al produttore un tornaconto più elevato. Non vorrei che succedesse quello che successe tanti anni fa con molti prodotti agricoli.... si produceva per consegnare poi il prodotto all'AIMA....



2) proprio ieri mattina alla trasmissione televisiva "UNO MATTINA" il presidente nazionale CIA ha detto che : " tra circa tre anni le produzioni agricole mondiali non saranno sufficienti a sfamare la popolazione mondiale" quindi non mi sembra giusto sprecare dell'olio che prodotto con un pò più di attenzione e forse con l'ausilio di qualche tecnico sarebbe sicuramente di eccellente qualità.



3) si dovrebbe incentivare di più la produzione di olio extra vergine, magari associando alle cooperative noi tecnici per un buon controllo del territorio.



4) IMPORRE un aumentare il prezzo dell'olio extra vergine ( quello buono) in modo da stimolare l'agricoltore a produrre olio di qualità incentivato da un maggior guadagno.





Sono ORGGLIOSAMENTE SALENTINO e non accetto più quest'immagine dell'olio salentino che non è buono perchè ottenuto da olive raccolte da terra...... non accetto l'idea che un olio ottimo con caratteristiche eccellenti debba essere utilizzato per alimentare un centrale elettrica..NO

Io penso che ci sia un piccolo scalino da superare per produrre olio SUPER ECCELLENTE e si deve superare.

Il salento deve essere conosciuto per il suo olio buono non un olio che è prodotto per alimentare centrali, per finire nelle scatolette.

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