domenica 1 gennaio 2012

I mie compagni dell’adolescenza avevano torto

I mie compagni dell’adolescenza avevano torto




“Gli interessi dell’agricoltura si ricollegano da ogni parte con i massimi interessi della vita umana. Non esiste quasi campo della vita che possa prescindere dall’agricoltura.” Rudolf Steiner



E’ questa la frase che mi ha convinto che le obiezioni dei mie amici adolescenti erano assolutamente pretestuose e infondate. Che dicevano i miei compagni di viaggio che prendevano con me il Bis che era un automezzo delle Autolinee delle Ferrovie Sud Est che dalla fermata “Calvario” di San Cesario di Lecce mi portava in quel di Lecce alla parallela di Viale Gallipoli, quella Via Duca degli Abruzzi dove avrei sostato per cinque lunghissimi anni della mia vita?



“Lu Brunu ae alla scola te li contadini”

Dicevano che io frequentavo la scuola dei contadini, degli zappatori insomma mi consideravano una sorta di perditempo che si attardava in studi che secondo la loro opinione erano inutili nella convinzione che l’agricoltura la si dovesse imparare stando in campagna zappando la terra.

Avevano torto i compagnucci del Bis loro nel 1971 frequentavano soprattutto l’Istituto Tecnico Industriale di Lecce sorto perché doveva arrivare la Fiat e con lei l’industria. La Fiat arrivò e anche l’Industria ma di occupati in quel settore non ce ne sono mai stati molti, ma devo dire che dal 1971 anche gli occupati in agricoltura si sono ridotti all’osso!



Poco più di 20mila persone sono occupate nell’agricoltura

Infatti nella Provincia di Lecce la popolazione occupata in agricoltura dieci anni fa era costituita da oltre 20.500 persone, pari al 9% degli occupati salentini (dati ISTAT - 14° Censimento generale della Popolazione, 2001).

Lavoro nel settore e mi occupo di infrastrutture al servizio dell’agricoltura da quasi trent’anni e dopo tanto tempo mi ritrovo a chiedermi cosa sia accaduto più di diecimila anni fa in quella “Mezzaluna fertile” che decretò per alcune donne e uomini la fine della vita nomade e l’inizio di quella stabile nei villaggi.



Le risposte alle mie domande

Non sono arrivato sino ad allora con le mie letture, non sono andato così indietro ma mi chiedo come mai nei miei studi di allora all’Istituto Tecnico Agrario non me l’abbiano fatto fare nelle interminabili ore di italiano storia e geografia del primo biennio.



'Geoponica'di Cassiano Basso

Ed eccomi oggi che mi dedico all'agricoltura di cui intendo conoscere i precetti antichi per questo molto presto andrò a trovare e acquistare i 'Geoponica'di Cassiano Basso per conoscere i misteri e le verità diventati intorno al VI secolo un vero e proprio 'almanacco del contadino', che dall'impero romano d'Oriente consente di avvicinarsi alla civiltà agraria sia greca che romana dell'intero bacino mediterraneo.



La lezione del prof. Ferdinando Boero

Ma tutto è partito dalla relazione del prof. Ferdinando Boero che nel Convegno di Zollino del Salento leccese in occasione della Fiera di san Giovanni del 2010 affermò che i nostri antenati per vivere raccoglievano e presumibilmente questo lo facevano le donne e i bambini, inoltre l’altra attività dei nostri antenati era la caccia riservata agli uomini. Il prof. Boero mi suggestionò fortemente quando trasse da queste affermazioni delle conseguenze che spiegavano il diverso temperamento di maschi e femmine. In pratica raccogliere un frutto, un seme, una pianta presuppone una grandissima capacità di osservazione e di riflessione poiché un frutto o un fungo o una pianta possono essere velenosi e se raccolti e dati in cibo al compagno e alla prole potevano rappresentare la morte di tutta la famiglia. I maschi invece dovevano essere rapidi nella caccia perché una gazzella non ti consente di riflettere sul da farsi che per pochi decimi di secondo dopo di che è scappata via e non la troverai più. Insomma donne riflessive e lente nel fare un acquisto e maschi rapidi e superficiali sarebbe il frutto della selezione dei più forti di tanti anni fa.



I nostri antenati vivevano nel Paradiso terrestre

Ma la cosa più bella era la descrizione della giornata di queste donne e uomini che ci hanno preceduti che per trarre sostentamento dalle attività di raccoglitrici e cacciatori dovevano avere a disposizione 16 chilometri quadrati di territorio nel quale si dedicavano alle attività di raccolta e caccia solo due ore al giorno. E le restanti 22 ore che facevano i nostri antenati? Ebbene è qui che è scattata la mia curiosità perché i nostri antenati nelle 22 ore restanti giocavano e dormivano. Era davvero un paradiso! Forse le descrizioni del paradiso terrestre si riferiscono a questa bella vita?



La prova di Luigi Luca Cavalli-Sforza

Poi arriva Luigi Luca Cavalli-Sforza che mi incuriosisce lui è un genetista e scienziato italiano che si è occupato anche di antropologia e di storia. I suoi studi si sono incentrati in maniera particolare sulla genetica delle popolazioni e delle migrazioni dell'uomo. Un professore di Genova, compaesano del professore Ferdinando Boero che mi ha messo la pulce nell’orecchio sulle origini dei miei padri e madri, che ha rintracciato la popolazione “originaria” e quindi la mia e vostra origine è in una popolazione di circa 100.000 individui che 4 milioni di anni fa visse nella culla africana. Rimase lì confinata per alcuni milioni di anni. Ma poi, forse sotto la spinta della ricerca di risorse, dei mutamenti ambientali, o avendo raggiunto densità troppo elevate, alcuni si misero in viaggio. Circa 800.000-900.000 anni fa gli erectus, probabilmente seguendo la Valle del Nilo, raggiunsero l’Europa e l’Asia.



Un grande viaggio nel passato per scoprire com’è nata la Civiltà

Non so perché ho scritto queste cose, ma le ho rilette e mi piacciono. Non so perché voglio che sappiate queste cose, ma sono certo che se rifletterete allora vi sarà chiaro che Caino ed Abele rappresentano i conflitti tra i pastori che notoriamente erano nomadi con gli agricoltori che non gradivano che le mandrie si cibassero delle loro produzioni agricole. Vi sarà chiaro che le città sono state la conseguenza di una vita stanziale e che lo stare sempre nello stesso posto in così tanta gente ha decretato la divisione dei compiti e la necessità di regole e di persone che le facessero rispettare. Insomma è solo dopo che c’è stata l’agricoltura che è sorta la civiltà. Insomma io e voi da quando siete incappati nei mie scritti facciamo un grande viaggio nel passato per scoprire com’è nata la Civiltà. Come si è passati dai cacciatori di mammut ai faraoni sino all’I Pad 2 che mia figlia Sara, mia moglie Delia e sua Madre Angelica quest’anno a Natale mi hanno regalato.
di Antonio Bruno

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