“Una città su una roccia asciutta, piccola, ma ben ordinata,
è più grande della caotica Ninive” (Phokylides di Mileto,VI sec. VI a.C., fr.
4).
Il sole e la pioggia, in definitiva il clima, hanno un
importantissimo ruolo per la vita delle donne e degli uomini del Salento
leccese tanto che questi fattori si rispecchiano anche nell’urbanistica e
nell’architettura sin dal tempo degli antichi greci e romani.
E se il territorio in cui vorremmo insediarci, per
coltivarlo e viverci. fosse una depressione invasa dalle acque stagnanti
paludose? In quel caso ci vuole la Bonifica che ha interessato l’uomo fin
dall’antichità.
Ma cos’è la Bonifica?
“Per bonifica si intende quella attività di progettazione,
esecuzione, manutenzione ed esercizio della rete idrografica, dei manufatti,
degli impianti idrovori e di sollevamento, avente la finalità di mettere in
sicurezza i territori urbanizzati e produttivi - che altrimenti sarebbero
soggetti ad inondazioni o a dissesti idrogeologici - e di rendere coltivabili i
terreni mediante irrigazione. L’attività di bonifica riveste quindi due funzioni
che si integrano in un delicato equilibrio, da una parte la bonifica si pone a
salvaguardia del territorio, dall’altra consente il razionale sviluppo dello
stesso sia a fini strettamente agricoli sia a fini produttivi” (LENZI S.,
Difesa del suolo, gestione delle risorse idriche e sviluppo sostenibile: la
funzione di bonifica nel quadro delle autonomie e delle riforme istituzionali,
Bologna, Labelab, 2001. p.4).
Per non dimenticare cos’era Il Salento leccese prima della
Bonifica è bene fissare lo sguardo su quello che scriveva Salerni verso la fine
del ‘700:
“Reca stupore il vedersi miserabili ed affamati, gli
abitatori di una delle più belle contrade della terra. Dai confini della terra
di Bari fino ad Otranto, è scomparsa ogni traccia di civiltà……persone sono
esposte ai lenti, ma inevitabili effetti della febbre……..paludi molto estese,
che riempiono l’aria di esalazioni pestilenziali, per cui tutti i giovani,
pallidi e smagriti, trascinano la loro vita non oltre i sessant’anni. Da
Otranto fin qui la sanità dell’aria torna a sorridere, poi, di nuovo, trascorso
il Santuario di Leuca, la desolazione del mefitismo.” Cosima Piscopo, La classe rurale in Terra
d’Otranto nei primi sessant’anni del Sec. XIX.(tesi di Laurea)
Sarebbe davvero un compito ciclopico narrare le esperienze
territoriali più significative del Salento leccese raccontando le scelte
compiute.
Il disordine del territorio è evidente anche oggi dagli
allagamenti ed ingenti danni delle piogge che si verificano ogni autunno -
inverno.
Per superare questa situazione che costa anche vite umane è
necessario definire, insieme ai principali staikolders, ovvero i portatori
d’interesse, le azioni, i progetti e i programmi utili, meglio scrivere
necessari, per consentire ai Consorzi di bonifica del Salento leccese di
interpretare appieno il ruolo di enti insostituibili nella difesa e gestione
del territorio, nella cura e nell’utilizzo plurimo della risorsa acqua, nel
sostegno allo sviluppo della produzione agricola ed agroalimentare Made Salento
leccese che può e deve essere ottenuta rafforzando la fase progettuale e
organizzativa. L’articolazione territoriale dei Consorzi di Bonifica del
Salento leccese, le loro funzioni in materia di bonifica, difesa del suolo,
conservazione e valorizzazione del patrimonio idrico, tutela del paesaggio, nel
rispetto dei principi comunitari di sviluppo sostenibile e gestione pubblica
delle risorse naturali, competenze maturate attraverso concrete esperienze
sviluppate dai Consorzi di Bonifica nel campo della gestione dei più di 200
mila ecosistemi agrari sono lo strumento in mano ai cittadini per garantire la
gestione e valorizzazione del territorio che solo in questo modo avrà il tanto
desiderato sviluppo sostenibile.
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