sabato 13 febbraio 2016

Gli alberi sono come noi Per favore non tagliateli

L'INTERVENTO
Gli alberi sono come noi Per favore non tagliateli
Oltre l'umana comprensione (o della naturale comprensione). Se un marciapiede è rotto perché la mia radice cerca aria e acqua (da sotto), non hai bisogno di elimi-nare me. Elimina il marciapiede che, tanto, il tuo piede marcereb-be bene anche su un letto d'erba fatto. E non tí sembri utopia, ché in altri luoghi (un po' più a nord dell'italico disegno. ad esempio) è già abitudine, pratica consuma-ta, direi che è già sbadiglio. Alla Signora che si lamenta che l'inse-gna non si vede, poi, toglierei proprio l'insegna, che tanto non insegna niente. Non così gli uc-celli. I rami. Le chiome verdi e alte più dei piani umani. Buona-notte Lecce. lo ci sono ancora. Almeno fino a domani. Un Pino dei Trecentomila
Ci sono due fatti del 1995 che voglio ricordare. Era giugno e, a più di 1500 me-tri sul livello del mare, sui monti della Norvegia, Arne Naess, pa-dre dell'Ecosofia e promotore del primo Movimento per l'Ecologia del Profondo, in un'intervista par-la della natura profonda delle in-terrelazioni che avvengono tra l'essere umano e la natura e an-che di come l'uomo, da allora in avanti, dovesse essere considera-to unicamente in quanto "uomo nella biosfera", perché ogni orga-nismo è un'interazione. Pochi giorni dopo, sotto un al-bero di albicocco della campagna
fiorentina, decideva di andarsene Alexander Langer, uomo umanis-simo, pensatore, osservatore, eco-logista, tra i fondatori dei Verdi Italiani e promotore di una "con-versione ecologica", ovvero della pratica necessaria all'uomo per accorgersi dei guasti della delega alla tecnologia e della pervasionc dell'uno in tutte le cose. Sia Naess sia Langer promuo-vono un pensiero dedicato alla natura intriso di spiritualità non dogmatica. Una spiritualità uma-nista ma non antropocentrica. che aiuti l'uomo a riappropriarsi del-la conoscenza intuitiva grazie al-la quale egli sa di esser parte del tutto vivente. Che lo .ponga alla pari con la roccia, con la foglia, con il richiamo degli uccelli. Che, soprattutto, lo inviti all'at-tenzione e gli imponga umiltà nella pratica quotidiana dell'arbi-trio verso e contro la natura. Ora, che tagliare degli alberi dritti, giovani, sani per ripristina-re degli spartitraffico sia una pra-tica. contro natura e, quindi, (al-meno secondo Naess e Langer) contro l'umanità, dovrebbe esse-re agli occhi di tutti! Ma cosi non è. Così, ancora, non è. Alme-no a queste latitudini. Questo è stato uno dei motivi principali
per i quali mi sono occupata, in-sieme ad alcuni compagni di stra-da del Comitato Verde Santa Ro-sa, di realizzare a Lecce pochi giorni fa un convegno sugli albe-ri, in cui il miscelarsi di compe-tenze diversissime, punti di par-tenza formativi lontani tra di lo-ro, esperienze indipendenti pro-muovesse un invito rivolto a tutti per un cambio di sensibilità e l'a-dozione di una pratica quotidiana dell'accorgersi. D'altronde lo augurava, nei suoi saluti, lo stesso assessore al verde pubblico di Lecce, doti Ga-etano Messuti, quando riconosce-va che un vecchio sistema di pen-siero era giunto al termine, per essere sostituito da pratiche, stru-menti e sensibilità nuove. Archi-tetti, agronomi, sociologi, psicolo-gi ed ecopsicologi. biologi, ecolo-gi, costituzionalisti e imprendito-ri sociali si sono volutamente ri-trovati insieme a provare a gioca-re fuori casa e a lasciare che le proprie conoscenze settorialì si contaminassero. Parlare di alberi e non parlare solo di verde. Conoscere gli albe-ri, prima ancora di deciderne la sorte. Curare e amare gli alberi e non manutenerli. Permettere agli alberi di filtrare e ripulire l'aria
che respiriamo. Apprendere intui-tivamente la gratitudine per gli al-beri. Capire come passi il tempo da come cambia il paesaggio del-l'uomo e sperimentare nuove eco-logie nell'agricoltura urbanaiden-tificare gli albera come vita men-tale dell'uomo. Prendersi cura de-gli alberi per prendersi cura dei legami sociali.di una comunità. Costruire sugli alberi una casa co-mune: Di questo hanno detto i gene-rosi relatori di "Alberi in città" lo scorso 21 gennaio, presso il rettorato dell'Università del Sa-lento. Di questo continueranno a parlare i bambini delle scuole pri-marie della Provincia di Lecce, durante il Forum dei Bambini sul Paesaggio Urbano, coordinato in primavera da Annalisa Calcagno Maniglio, docente emerita di Ar-chitettura del paesaggio dell'Università di Genova e una delle ideatrici del testo della Con-venzione europea del paesaggio firmata a Firenze nel 2000. Ai bambini non piacerà veder taglia-ti i pini di piazza Mazzini, sapen-do che si potevano usare misure alternative. Ai bambini piacerà in-vece una piazza verde, con nuovi alberi al posto del cemento, a logare con i loro fratelli maggio-ri. Ai nostri bambini dedico le ul-time parole di Alexander Unger. "Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto". Maria Cucurachi presidente Comitato Veri/t. Santa Roso

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