domenica 28 febbraio 2016

Xylella 28 febbraio 2016


A proposito di questo articolo Caterina Moretto su Facebook scrive:
Nell'articolo pubblicato oggi manca però un aspetto molto importante che gli olivocoltori, e non solo, devono considerare. La Minerva scrive: " Almeno nella zona infetta del Salento sarà possibile ipotizzare una convivenza tra l'olivo e il batterio, e tra il batterio e il territorio, in quanto la produttività delle piante di olivo non è stata compromessa dalla presenza dello stesso, anche grazie alle buone pratiche agricole." 
SBAGLIATO! Le buone pratiche agricole non fanno altro che rallentare un processo e la presunta produttività è dovuta alla parte sana della pianta. Prima cosa.
Seconda cosa, il batterio si muove sia verso l'alto sia verso il basso della pianta e la sua propagazione all'interno della stessa avviene sia in tempi brevi e in tempi più o meno lunghi ma comunque pericolosi per l'olivo. Considerate che il periodo di incubazione è già di per sé lungo ma questo dipende anche dalla specie della pianta. Terza cosa ma non meno importante è che il batterio aderisce e si moltiplica e l'olivo può convivere per un tempo che non possiamo prevedere ma sempre pianta malata è! L'olivo é una pianta maestosa ma con una BATTERIOSI di questo tipo ci può pure convivere ma prima o poi soccombe! Una pianta malata non può mantenere la stessa produttività di una pianta sana: è questo l'aspetto più importante da diffondere in giro tra gli olivocoltori.

Fonte: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10207563453038171&set=a.1859386818153.102468.1645381958&type=3&theater

Io ho commentato:
Mi viene in mente anche una QUARTA obiezione. Il costo degli interventi agronomici e dei prodotti naturali è SOSTENIBILE ECONOMICAMENTE? Lo studio deve comunicare la stima dei costi e della produzione per valutare la convenienza economica della pratica agricola proposta per convivere con il batterio.

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