lunedì 15 giugno 2015

Schema operativo per l’elaborazione di modelli epidemiologici nel Salento per Xylella fastidiosa


La difesa delle colture dalle malattie ha subìto, negli anni, una profonda evoluzione. I cambiamenti culturali e scientifici hanno determinato un radicale mutamento: si è passati dai metodi di semplice applicazione, poco rispettosi dell’ambiente, a quelli più complessi ed articolati, compatibili con il mantenimento dell’ecosistema e con la salute del consumatore.
L’elaborazione di un modello epidemiologico è un lavoro di ricerca che vede impegnate diverse competenze, dal patologo vegetale, al fitoiatra, al matematico, all’informatico.
Definito in modo preciso il fenomeno da modellizzare (ad esempio la presenza di spore capaci di iniziare le infezioni, oppure di condizioni meteorologiche favorevoli all’infezione, il periodo di probabile comparsa dei sintomi di malattia, ecc.), si procede ad elaborare – sulla base delle informazioni disponibili – un prototipo di modello: si tratta di definire le “tappe” fondamentali della malattia, le condizioni capaci di influenzarne la quantità e la dinamica nel tempo e di esprimere le loro relazioni tramite regole o formule matematiche.
Se le informazioni ed i dati disponibili non sono sufficienti ad esprimere matematicamente tutti gli aspetti del modello, si procede a condurre ricerche finalizzate a questo scopo. Si ottiene così un prototipo, che viene sottoposto ad una serie di verifiche scientifiche ed operative; qualora il modello non superi le verifiche, lo si modifica fino ad ottenerne una versione finale ed operativa.
Nel tempo, vi saranno poi vari aggiornamenti ed ampliamenti, in modo da inserire i risultati di nuove ricerche o nuovi elementi. Le informazioni fornite dai modelli
Va precisato che gli stessi modelli funzionano usando dati meteorologici; la distribuzione sul territorio delle stazioni agrometeorologiche e la loro rappresentatività sono un punto chiave per il loro impiego.
È evidente che le informazioni fornite dal modello sono valide per il territorio nella misura in cui la stazione meteorologica di riferimento è rappresentativa del territorio stesso.
La presenza di condizioni geografiche, sistemi colturali, varietà o altri fattori che distinguono la situazione epidemiologica di particolari zone dello stesso territorio non può essere valutata da un impiego “automatico” del modello.


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