I MICROORGANISMI e il loro
AMBIENTE NATURALE è un dato fondamentale per i Paesaggi viventi. In
natura le cellule vivono in associazione con altre cellule costituendo le POPOLAZIONI
che sono L’INSIEME DI NUMEROSI ORGANISMI DELLA STESSA SPECIE composte da gruppi
di cellule che derivano da divisioni cellulari successive a partire da una
singola cellula parentale. Si definisce habitat il luogo in cui una popolazione
microbica vive. IL CONSORZIO MICROBICO è l’insieme di più popolazioni che
occupano lo stesso habitat e sono
metabolicamente correlate. Le COMUNITA’ MICROBICHE sono costituite da diverse
popolazioni microbiche (consorzi) che
interagiscono tra di loro in un determinato ambiente. I componenti e il numero
di cellule che costituiscono una comunità microbica dipendono dalle risorse
e dalle condizioni presenti in quel
determinato habitat.
L’ ECOSISTEMA è costituito dagli organismi viventi
unitamente ai costituenti chimici e
fisici dell’ambiente di cui fanno parte.
Le piante si ammalano plausibilmente per le condizioni di
disequilibrio microbiologico e chimicofisico dei terreni e dell’ecosistema
degli uliveti: una situazione determinata storicamente da pratiche agricole
orientate ad un uso sconsiderato di erbicidi e pesticidi e dall’incuria e
l’abbandono dei campi agricoli per la non redditività degli stessi.
I microrganismi del suolo sono indispensabili per il
funzionamento e la fortificazione delle piante, ed essenziali per la fertilità.
I trattamenti indiscriminati con i fitofarmaci, nel tempo, hanno causato una
vera e propria immuno-compressione, distruggendo, insieme ai patogeni, la
biodiversità microbica e compromettendo la capacità di difesa naturale dei
terreni.
Un ECOSISTEMA è controllato in modo significativo dalle TRASFORMAZIONI
MICROBICHE. I microorganismi, conducendo i loro processi metabolici, rimuovono
nutrienti dall’ambiente circostante. Allo stesso tempo, liberano nell’ambiente
i loro prodotti di scarto. Nel tempo, un ECOSISTEMA gradualmente cambia, sia CHIMICAMENTE
che FISICAMENTE attraverso le trasformazioni
microbiche dei nutrienti
C’è stato il problema della flavescenza dorata delle viti
piemontesi.
La flavescenza dorata (FD) è una fitoplasmosi appartenente
al gruppo dei giallumi della vite. Il nome viene attributo dalla colorazione
gialla dorata che assumono le foglie, i tralci ed i grappoli di vitigni a bacca
bianca una volta colpiti. L'agente causale della malattia è un fitoplasma, che
si insedia nei tessuti floematici dell'ospite e ne provoca il blocco della
linfa elaborata, inducendo uno squilibrio della attività fisiologiche dalla
pianta stessa.
La malattia è originaria delle regioni Europee come malattia
endemica, ma non ha costituito un problema sino all'arrivo dello Scaphoideus
titanus Ball, originario dell'areale Neartico, dove il fitoplasma non è
presente e perciò lo S. titanus è vettore di altri fitoplasmi come l'Ash
Yellows, X-Disease e Grapevine Yellows.
Il vettore è giunto in Francia nel 1955. In Italia è stato
segnalato per la prima volta nel 1963 in Liguria.
Oggi il ciclo dello S. titanus è chiuso ed è pertanto un
insetto obbligato della vite.
In Piemonte si pensò di fermare il contagio lottando contro
l’insetto vettore, attraverso insetticidi e sradicamento. Nonostante un
importante piano operativo e finanziario di milioni di euro e il largo impiego
di insetticidi, i risultati sono stati assai scadenti…
Diversamente, esperienze alternative di trattamento della
flavescenza dorata non come causa primaria, ma come una concausa dello
squilibrio creatosi dall’impoverimento microbiologico, hanno portato a
riscontri positivi: le piante hanno ripristinato la loro resistenza, rispondendo
in modo naturale agli attacchi degli organismi patogeni.
Nuovi metodi che, a differenza delle sostanze chimiche,
rispettino la biodiversità microbica delle piante e l’uso dei consorzi
microbici dei suoli – tecnologia che utilizza organismi viventi allo scopo di
incrementare la resistenza o la tolleranza delle piante verso i patogeni,
limitando così l’uso di prodotti chimici fortemente inquinanti e dannosi per
l’uomo e per gli animali.
E’ necessario sostenere e promuovere la ricerca, specie
quella che consideri modelli di agricoltura che tengano in dovuta considerazione
l’uso dei consorzi microbici dei suoli e il rispetto della biodiversità
microbica delle piante.
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