martedì 28 agosto 2012

Fatti il vino in casa con le uve dei Nassisi di Melissano del Salento leccese


Fatti il vino in casa con le uve dei Nassisi di Melissano del Salento leccese




L’importanza del vino nella tradizione salentina è dimostrata dai grandi festeggiamenti che si tengono lungo tutta la penisola in onore di San Martino da Tours , l’11 novembre, giorno in cui si assaggia il vino novello e si stappano le bottiglie della vendemmia appena conclusa.

Tra le varie cantine che si trovano disseminate sul territorio salentino, e che custodiscono frammenti di un passato e di una tradizione che non accenna a morire, c'è quella di chi il vino se lo fa da sé, per provare l'emozione di un prodotto genuino e tipico che l'11 novembre sarà assaggiato in quei festeggiamenti che tutti amiamo.

Il Salento, oltre al sole e al mare cristallino, ha antiche tradizioni conservate in un bicchiere di vino.

Un'ultima curiosità. La parola mieru che nel dialetto salentino sta ad indicare il vino, ha origine dalla parola latina “merum” che significa “vero, schietto” due parole con le quali si intendeva sottolineare le peculiarità del vino salentino rispetto ad altri vini fin dall'epoca romana.



Melissano del Salento leccese

Melissano del Salento leccese nel 1860 era caratterizzato da una normalità fatta di duro lavoro nei campi e di miseria, ma la distruzione dei vigneti francesi, causata dalla fillossera, indusse i commercianti di vini d'oltralpe a richiedere ingenti quantità di vino pugliese e quindi anche a Melissano si verificò una rivoluzione culturale di notevole portata. La vite prese il posto dei seminativi, dei pascoli, degli uliveti. Il paese divenne il punto di riferimento per i braccianti agricoli, gli artigiani, i proprietari terrieri dei Comuni limitrofi. La popolazione triplicò nel volgere di mezzo secolo, mentre la disponibilità di risorse economiche rese possibile il raggiungimento dell'autonomia amministrativa dell'allora frazione. Nel secolo scorso, la coltivazione della vite costituì un’ importante fonte di reddito per i melissanesi, grazie alla quale furono costruite dapprima la Cantina Cooperativa (la prima della zona, fondata nel 1940 in nome di Re Vittorio Emanuele III) e, successivamente, l'Unione Agricola di Melissano.

Raffaele e Marco Nassisi viticultori

Raffaele e Marco Nassisi sono gli eredi di Rocco. La loro è una storia di viticultori che si tramanda ininterrotta da circa un secolo.

Il nonno Rocco alla fine degli anni ‘60 imbottigliò i primi vini. I vini prodotti provenivano esclusivamente dai vitigni autoctoni di loro proprietà.

Oggi i Nassisi non trasformano più l'uva che producono, ma la vendono ai tanti Salentini che il vino sano e genuino vogliono ancora farselo da soli.

E con l'uva dei Nassisi otterranno certamente del vino eccellente.

L'Azienda Nassisi

Attualmente l'azienda agricola Nassisi si estende su circa 16 ettari, dei quali 4,4 sono coltivati a vigneto di uve di pregio da vinificazione. Il vigneto è ubicato prevalentemente in agro di Melissano, a poche centinaia di metri dall'uscita del paese in direzione della strada provinciale Melissano-Ugento.

Le varietà di uva prevalenti sono il Negroamaro (clone VR10) ed il Sangiovese grosso (clone M. 42). Ad esse si affiancano altre rare e pregiate varietà selezionate di uve nere e bianche, coltivate in un piccolo campo "sperimentale".

Il sistema di allevamento è quello della controspalliera a cordone speronato con sesto d'impianto m. 2,5 x m. 1,00 . I terreni sono eccezionalmente fertili e profondi, decisamente naturalmente vocati alla viticoltura. La potatura viene sapientemente praticata ad una sola gemma per ottenere appositamente una elevata qualità dell'uva, a discapito della quantità. La produzione media annua si aggira intorno ai 95 quintali per ettaro. L'intero vigneto è recintato e munito di stradoni interni in brecciolina, scavati per un metro per consentire il drenaggio dell'acqua piovana all'interno della coltivazione. Inoltre sono presenti l'allaccio alla rete elettrica ed un pozzo artesiano autorizzato. Il vigneto è interamente dotato di impianto irriguo di soccorso interrato.

Tali opere consentono al vigneto di crescere quindi in condizioni davvero ottimali e di impedire il verificarsi di eventuali fitopatologie.

Chiunque fosse interessato a visitare tale realtà aziendale di eccellenza nel panorama della viticoltura pugliese o ad acquistare delle uve da vinificazione può rivolgersi ai seguenti recapiti:

TEL. WIND: 335/8155013

TEL. FISSO: 0833/505152



Farsi il vino in casa è facile !

Vuoi provare l’ebbrezza del profumo del mosto selvatico? Se non hai mai fatto il vino in casa e vuoi saperne di più leggi il mio articolo cliccando sul link che segue:



http://centrostudiagronomi.blogspot.it/2009/12/volete-provare-lebbrezza-del-profumo.html



Allora, perché non provare ? Le uve dell’ Azienda Nassisi di Melissano non aspettano altro che essere trasformate in eccellente vino naturale, sano, schietto e sincero !

venerdì 3 agosto 2012

I numeri del comparto olivicolo oleario italiano


I numeri del comparto olivicolo oleario italiano




Produzione 500mila tonn.

Consumi 700mila tonn

Nel 2011 produzione a 480mila tonn. – 6% rispetto al 2010

Regioni olivicole Puglia 166mila tonn; Calabria 161mila tonn.; Sicilia 51mila tonn.

Bilancia nel 2011 attivo di 29 mln di € + 4% in volume e + 2% in valore

Import 2011 625mila tonn. di cui 76% oli vergini

Export 2011 400mila tonn. circa



Decreto Sviluppo – Italia prima nel mondo per norme salva qualità olio di oliva


Decreto Sviluppo – Italia prima nel mondo per norme salva qualità olio di oliva




Roma – L’Italia indossa la “maglia rosa in Europa e nel mondo per le nuove norme salva qualità dell’olio extra vergine di oliva”. Lo dichiara Massimo Gargano presidente di Unaprol – Consorzio Olivicolo Italiano, che commenta positivamente la conversione in legge del decreto sviluppo da parte dell’Assemblea di Palazzo Madama. Il provvedimento normativo contiene norme per scongiurare il pericolo di frodi nel settore degli oli di oliva.

L’art. 43 dispone, infatti, che gli oli di oliva etichettati con la dicitura “Italia” o italiano o che comunque evochino un’origine italiana debbano contenere un contenuto massimo di metil ed alchil esteri degli acidi grassi minore o uguale 30 milligrammi per chilo. Il limite attuale è di 75 mg/kg.

I metil ed alchil esteri sono composti chimici che si sviluppano nella lavorazione di olive di scarsa qualità o andate a male. La norma approvata riduce drasticamente il pericolo che vengano spacciate per made in Italy miscele di oli che non hanno origine italiana.

L’articolato normativo approvato da Palazzo Madama prevede altresì che diventi obbligatorio, come mezzo di prova nei procedimenti giurisdizionali, la verifica – da parte di un apposito panel di assaggio – della corrispondenza delle caratteristiche organolettiche del prodotto alla categoria degli oli dichiarata. Al fine di evitare che un marchio possa trarre in inganno il consumatore, per origine si deve intendere il luogo di coltivazione e di allevamento della materia prima, nonché il luogo in cui è avvenuta la trasformazione sostanziale.

Nel 2011 le importazioni hanno raggiunto un livello di 625 mila tonnellate, di cui il 76% rappresentato da oli extravergini e vergini. Questo ha determinato un balzo in avanti con un aumento del 4% in volume e del 2% in valore. Ad aumentare, comunque, non sono solo le importazioni, ma anche le esportazioni che hanno superato, per il 2011 le 400 mila tonnellate.

“I dati più recenti relativi al comparto olivicolo-oleario italiano - ha riferito Pietro Sandali direttore generale di Unaprol - evidenziano, per il 2011 una flessione produttiva del 6% rispetto alla campagna precedente”. Il livello produttivo, secondo le ultime stime, dovrebbe attestarsi intorno alle 480 mila tonnellate. “I dati non tornano tra quanto prodotto veramente in Italia e quanto si spaccia come made in Italy. Ha aggiunto Sandali che conclude: “le norme approvate dal Parlamento rappresentano un’anticipazione dell’articolato normativo del disegno di legge 3211 Mongiello – Scarpa, attualmente in discussione al Senato, che ora va approvato dopo che la Commisione Bilancio di Palazzo Madama ha espresso il nulla osta sull'articolato normativo". Si deve consentire alle imprese, afferma Unaprol, di operare in un quadro normativo di assoluta certezza ed ai consumatori di fare acquisti consapevoli.



Roma, 03 agosto ’12

Franco Scaramuzzi, Speculatori in campo

giovedì 2 agosto 2012

Riceviamo e pubblichiamo


In riferimento a questo articolo
http://centrostudiagronomi.blogspot.it/2010/06/la-produzione-delle-verdure-del-salento.html


trovato con qualche anno di ritardo inviterei il dott. Antonio Bruno  che pure stimo per la gran parte per la sua visione di sviluppo a  indagare sulle condizioni di lavoro interne prima di lanciare  l'elogio. Sarebbe opportuno che i modelli di sviluppo seguissero delle  logiche di valorizzazione non solo del prodotto ma anche del lavoro.

Cordialmente,

Massimiliano Guerrieri