domenica 7 aprile 2019

Report della relazione del Presidente Rosario Centonze



Il giorno 5 aprile 2019 presso l’Hotel President si è svolto il convegno “Salento: il dopo Xylella Olivo e Territorio come ripartire” il Presidente Rosario Centonze ha relazionato sullo stato dell’arte, sottolineando le criticità intervenute e le prospettive future che, Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Lecce, stanno mettendo in atto.
Nella relazione il Presidente ha sottolineato il proficuo impegno di tutti i soggetti istituzionalmente coinvolti nel raggiungimento dell'attuale quadro delle conoscenze, ha però dovuto comunicare ai presenti che poco è stato fatto per l'attivazione di un coordinamento diretto tra il settore politico amministrativo, quella della ricerca e quello tecnico agronomico circa le finalità di tipo formativo, divulgativo e di assistenza tecnica. Questa omissione ha permesso che una dilagante "ignoranza colta", indisturbata ed impunita, ha avuto la possibilità di affrontare, di offendere e ed umiliare la Scienza delle Università e dei Laboratori e, di determinarne la penosa gestione del problema degli oliveti affetti da batteriosi che è sotto gli occhi di tutti.
Nello specifico ha voluto rendere noto a tutti che da subito, come Ordine di Lecce con tutti i colleghi Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Lecce, avvertendo e comprendendo la gravità della situazione, abbia dichiarato pubblicamente la disponibilità a collaborate con le istituzioni non fosse altro che da profondi conoscitori di un territorio come il Salento che, seppur di modeste estensioni, si presenta variegato nella sua matrice agricola, economica, sociale e paesaggistica. Inoltre, ha reso noto che l’Ordine di Lecce chiamato direttamente in audizione in due occasione (2014 e 2015) dalla Regione Puglia, abbia proposto linee d'azione dirette e concrete nella consapevolezza che solo la scienza da un Iato e la  tecnica dall'altro avessero il potere di rallentare l'avanzata del patogeno, cercando di far comprendere come il fenomeno fosse di fatto sistemico e l'abbattere un albero di olivo non aveva solo implicazioni produttive ed economiche ma bisognava considerare anche e soprattutto i risvolti ambientali, paesaggistici, e, non ultimi, i quelli "identitari" cioè di quelli di una popolazione che storicamente e culturalmente si identifica e riconosce nell'albero di olivo.
E’ stata ribadita l’amarezza dell’aver dovuto prendere atto del fallimento dei tanto declamati tavoli di coordinamento promossi dalla Regione Puglia (n.d.r. task torce) che non hanno tenuto conto dalla rappresentanza dei tecnici, anzi, li hanno gravemente esclusi pur essendo gli unici ad avere il contatto con le imprese agricole ed i soli che mettendo in atto le intuizioni scientifiche, restituiscono i risultati e forniscono un punto di vista tecnico fatto di esperienza sul campo.
Da quanto finora visto, l’applicazione a singhiozzo delle disposizioni normative e la diffusa reticenza alle indicazioni suggerite dalla ricerca scientifica, ha restituito un risultato confuso e poco efficace che ha visto Xylella fastidiosa prevalere sulle azioni di contrasto. Si è assistito ad un approccio troppo “ordinario” e poco “emergenziale” dell’apparato burocratico nel suo insieme: norme, procedure e strutture non si sono adeguate all’eccezionalità dell’evento fitosanitario. A questo proposito, è stato rilevato come la scarsa efficacia dell’azione delle misure di contenimento di interesse collettivo non può gravare esclusivamente sui proprietari terrieri, così come gli interventi demaniali non hanno trovato la stessa risposta da parte delle amministrazioni locali per ragioni di mera indifferenza/resistenza o più semplicemente perché impossibilitate da problemi economici.
Passando a considerazioni di prospettiva, è stato sottolineato che appare quanto mai improrogabile l’avvio di una programmazione strategica che coinvolga il duplice livello aziendale-produttivo e territoriale-paesaggistico in accordo a criteri di sostenibilità economica ed ambientale, ovvero, l’implementazione di approcci per la definizione di nuovi modelli aziendali in grado di riattivare il processo produttivo e l’economia delle aree rurali devastate dall’epidemia, assecondando, nel contempo, un nuovo disegno territoriale di insieme.
In particolare, appare urgente la proposta di indirizzi in grado di accompagnare l’imprenditore agricolo nel processo di ristrutturazione e sviluppo della propria azienda. Essa deve essere parte armonica e coordinata di una programmazione a più ampia scala, altrettanto urgente, in grado di coinvolgere la sfera della pianificazione territoriale. Pertanto, in accordo alle evoluzioni politiche e disciplinari in tema di sostenibilità, occorre delineare un nuovo assetto degli usi del suolo coerente con le risorse territoriali endogene.
In risposta a questa esigenza è stato istituito presso l’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Lecce il “Laboratorio di Pianificazione territoriale”. Partendo dalla definizione di obiettivi e strategie, il laboratorio propone un modello di lavoro con approccio basato sulla costruzione di un robusto sistema delle conoscenze (raccolta, sistematizzazione ed interpretazione dei dati territoriali) propedeutico ad una caratterizzazione della suscettività dei diversi contesti alle produzioni agrarie o ad altri usi. Questo modello si propone come strumento indispensabile per il processo decisionale.
Gli interventi programmatici, inoltre, dovranno essere accompagnati dall’integrazione trasversale e sinergica delle politiche a sostegno dell’agricoltura con quelle afferenti settori diversi, tutela dell’ambiente e governo del territorio.
La serata si è conclusa con il dibattito che si è protratto sino tarda ora.

Antonio Bruno