martedì 31 maggio 2011

Il 3 giugno da Tricase verso il Forum Mondiale dell’Acqua che si terrà a Marsiglia nella primavera del 2012

Il 3 giugno da Tricase verso il Forum Mondiale dell’Acqua che si terrà a Marsiglia nella primavera del 2012



Come voi sapete ormai il C.I.C.C Centro Internazionale di Cooperazione Culturale ONLUS- Associazione Interprofessionale di diritto italiano) è una rete internazionale di esperti, di organizzazioni e di istituzioni al servizio dello spazio culturale euro-mediterraneo ( presente ormai in 9 paesi con 16 sedi operative ) che opera correntemente per la promozione e l’affermarsi del dialogo e della comprensione tra differenti culture , per il progresso delle scienze nell’area Euro-mediterranea e per lo sviluppo sostenibile .


In quest’ultimo campo il CICC vanta un’attività pluriennale essendosi dedicato soprattutto ai problemi delle energie rinnovabili e in particolare alle problematiche legate all’acqua , bene sempre più scarso ma drammaticamente necessario all’uomo .

Grazie a questo suo “ know-how “ il CICC è stato chiamato a collaborare proprio sul tema dell’acqua , dalle autorità Regionali della Provenza , per l’organizzazione del prossimo Forum Mondiale dell’Acqua che si terrà a Marsiglia nella primavera del 2012 .

Attraverso una serie di Incontri e convegni che esso sta conducendo in Francia in Spagna e in Italia , il CICC sta elaborando una piattaforma che tenga conto delle realtà e delle esperienze condotte in questi paesi sul tema del riutilizzo dell’acqua dopo appropriate tecniche di depurazione.

Per questo motivo il CICC , presente nel Salento ormai da ben sette anni e dotato ora di una sua stabiSede Operativa nel territorio , non poteva non aderire all’invito rivoltogli dal Consorzio di Bonifica di Ugento-Li Foggi di affiancarlo nella organizzazione del Convegno di Tricase oggetto di questa Conferenza Stampa .

Da questa collaborazione è nato il progetto “ 100 Laghi per il Salento Leccese “ che , dopo gli opportuni approfondimenti con tutte le organizzazioni pubbliche e private che vorranno confrontarsi con noi , intendiamo inserire nella piattaforma programmatica del Forum di Marsiglia come contributo del Salento .

A questa piattaforma programmatica il CICC intende poi dare forma e visibilità attraverso un proprio progetto chiamato “ Arcobaleno “ : una serie di documentari che parli appunto delle esperienze e delle possibili soluzioni a problema del riutilizzo delle acque reflue dopo appropriati trattamenti quali ad esempio la fitodepurazione . Presenteremo nel dettaglio questo progetto a Tricase .

Come vedete il percorso che il CICC intende seguire da qui alla primavera del 2012 è un vero e proprio “ cammino verso il Forum Mondiale “ , cammino che intendiamo proseguire con quanti vorranno affiancarci e che ringrazio fin d’ora .

Invito che rivolgo ovviamente , e in particolare , ai mezzi di comunicazione di massa pugliesi .


Giulio Cesare Giordano

Presidente del CICC

lunedì 30 maggio 2011

Il Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” garantisce la salute umana con le analisi di tipo ecotossicologico brevettate dal Prof. Trifone Schettino dell’Università del Salento

Il Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” garantisce la salute umana con le analisi di tipo ecotossicologico brevettate dal Prof. Trifone Schettino dell’Università del Salento



Al Convegno Internazionale del 3 giugno 2011 “i 100 laghi del Salento leccese” che si terrà presso il Palazzo dei Principi Gallone di Tricase ci sarà la relazione del Prof. Trifone Schettino dell’Università del salento. L'attività scientifica del prof. T. Schettino è ben documentata da più di 100 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali peer-review. E’ titolare del Brevetto “Metodo per la valutazione enzimatica della tossicità di matrici acquose ambientali” Codice MI2008A00813 ; richiesta estensione internazionale PCT . Abbiamo chiesto al prof. Schettino notizie sulle analisi da effettuare nel caso di utilizzo delle acque reflue in agricoltura.



Buongiorno, Prof. Schettino. E' di estrema attualità la problematica del riutilizzo delle acque reflue a fini irrigui; cosa pensa lei della normativa vigente?

Fino ad oggi, in Italia, il riutilizzo irriguo delle acque reflue ha trovato solo un’applicazione sporadica e deve essere senz’altro incentivato. Si faciliterebbe così il conseguimento dei requisiti di qualità posti dalla normativa in vigore ai fini della tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche. D'altra parte, l’irrigazione in generale e, in particolare, l'irrigazione di colture destinate alla produzione di alimenti per il consumo umano ed animale pone problematiche di tipo tossicologico e ambientale.

Intende dire che potrebbero esserci rischi per la salute umana?

La contaminazione degli alimenti rappresenta uno dei principali problemi nel settore agro-alimentare, sia per le conseguenze sulla salute pubblica sia per la vita merceologica dell’alimento stesso. A tal proposito, occorre considerare come ai fini del riutilizzo irriguo non costituisca una reale garanzia per la salute umana il mantenimento delle concentrazioni di elementi tossici entro limiti di sicurezza. Molteplici evidenze sperimentali mostrano come il solo approccio chimico-analitico non fornisca strumenti sufficienti per definire il rischio tossicologico.

La legge però è abbastanza chiara in proposito e fissa delle ben precise soglie di sicurezza per ciascun contaminante chimico che si possa ritrovare nell'ambiente. Rispettando la normativa vigente, perchè la salute pubblica dovrebbe essere a rischio?

Si pensi, ad esempio, all'impossibilità di determinare con le sole analisi chimiche l'effetto che una miscela di contaminanti può avere sugli organismi viventi. In altre parole, basse concentrazioni di determinati elementi chimici (ossia al di sotto dei valori soglia previsti dalle normative se considerati singolarmente) potrebbero dare vita ad una miscela altamente tossica quando presenti contemporaneamente in un corpo idrico (a causa di eventuali interazioni tra le singole sostanze - di tipo additivo, sinergico o antagonista) e il rischio diverrebbe elevato per la salute umana se tale corpo idrico fosse destinato a scopi irrigui.

Quale pensa che possa essere la soluzione di tale problema?

Il ricorso alle analisi di tipo ecotossicologico. Tale approccio fornisce un quadro complessivo e affidabile della matrice indagata. Testando campioni ambientali su organismi appartenenti a differenti livelli trofici (bioassay) o su semplici molecole biologiche (test che io insieme al mio gruppo abbiamo recentemente brevettato presso l'Università del Salento) è possibile valutare da un lato la frazione biodisponibile degli inquinanti, dall’altro eventuali fenomeni di sinergia e/o antagonismo tra sostanze diverse. Questo tipo di indagine non dovrebbe essere opzionale e neanche sostitutiva dei controlli chimico-fisico convenzionali, ma dovrebbe essere complementare, fino a portare al concetto innovativo di “analisi chimica guidata dal saggio biologico”.

Grazie prof. Schettino.

domenica 29 maggio 2011

Useresti le acque depurate per irrigare il tuo giardino? Ovvero chi usa l’acqua depurata deve avere la possibilità di gestire il processo di depurazione.

Useresti le acque depurate per irrigare il tuo giardino? Ovvero chi usa l’acqua depurata deve avere la possibilità di gestire il processo di depurazione.



Il buon senso che dovrebbe guidare ogni scelta spero prevalga in conseguenza del Convegno internazionale del 3 giugno 2011 “i 100 laghi del Salento leccese”. Perché parlo di buon senso? In questo contesto in cui tutti desiderano la “tracciabilità” non capisco per quale motivo non si riconosca il diritto ai fruitori finali dell’acqua depurata di “gestire” il processo di depurazione.

Useresti le acque depurate per irrigare il tuo giardino?
Perché ancora oggi c’è tanta diffidenza nell’usare l’acqua depurata? Non lo sai? Prova a chiedertelo: tu, si dico proprio a te che stai leggendo ora, useresti le acque depurate per irrigare il tuo giardino? Come dici? Non le useresti? E perché? Hai paura di prenderti qualche malattia? Hai paura di inquinare il tuo giardino? Se hai paura è perché non ti fidi. Non ti fidi perché tante volte sei passato nelle vicinanze di impianti di depurazione e hai sentito cattivi odori, oppure perché hai letto sul giornale di proteste per scarichi di liquami inquinati in mare. Insomma hai paura di ciò che non conosci e devo dire che dal mio punto di vista hai ragione.

Le parole dell’Assessore Fabiano Amati
Eppure la Puglia ha avuto nel 2011 ben 8 bandiere blu che è un modo sintetico per dire a tutto il mondo che si sono effettuati una serie di controlli che danno la certezza che in quegli 8 luoghi della Puglia il MARE E’ PULITO http://static.repubblica.it/viaggi/pdf/cartine-spiagge-2011.pdf e questo per l’Assessore Fabiano Amati significa che 8 comuni pugliesi hanno saputo aggiungere alla complessiva qualità delle acque depurate attraverso gli impianti in esercizio su tutto il territorio regionale, anche tutti gli altri livelli di eccellenza utili per l'assegnazione del riconoscimento. L’Assessore Amati poi aggiunge che è certo “che tra gli indicatori quello più importante sull'efficienza degli impianti di depurazione e delle reti fognarie e' saldamente presidiato dall'Acquedotto pugliese”.
L’Assessore aggiunge che “ In Puglia, infatti, i paramenti relativi al sistema di depurazione e alla rete fognaria raggiungono livelli di eccellenza soddisfacenti, perché i reflui restituiti all'ambiente risultano essere in linea con quanto stabilito dalle disposizioni nazionali ed europee più restrittive.”
Poi aggiunge riferendosi ai territori di Fasano ed Ostuni “Sull'uno e sull'altro territorio mi piace rilevare che l'efficienza dei servizi si associa in materia di depurazione con l'esercizio di due impianti di affinamento, che nel processo di trattamento delle acque reflue sono per la Puglia la frontiera su cui si deve lavorare nei prossimi anni.”
Ma l’Assessore Amati sa bene che gli impianti di affinamento si possono fare solo a condizione che l’acqua depurata sia usata e sa anche che ad usarla in via principale sono i proprietari del Paesaggio rurale che rappresenta il 99% dell’ambiente della Puglia.

Un alleanza tra turismo e proprietari del Paesaggio rurale
Giulio Sparascio Presidente della Confederazione Italiana degli Agricoltori CIA di Lecce è sicuro che l’obiettivo che ci dobbiamo dare è che nemmeno una goccia di acqua reflua finisca in mare. Il presidente Sparascio ha fatto dell’agriturismo un integrazione al reddito della sua azienda agricola e sa perfettamente cosa significhi avere la bandiera blu del mare pulito. Ci dice “se riusciremo a mettere il refluo affinato nelle cave dismesse del Salento leccese nemmeno una goccia di refluo andrà in mare e noi potremo fregiarci di avere il mare più pulito d’Italia!”.

L’agroalimentare del Salento leccese incentivato dagli specchi d’acqua
Sa bene il presidente Sparascio che tale attestato darebbe il via a una massiccia presenza di turismo sostenibile e di qualità che darebbe impulso anche all’agroalimentare, altra priorità della Regione Puglia, così come affermato in più occasioni dal Governatore Niki Vendola. La presenza delle cave trasformate in specchi d’acqua è indispensabile oltre che per irrigare i campi anche per determinare un’ attrazione dei turisti dalle coste verso l’interno della penisola salentina. I 100 specchi d’acqua del Salento leccese porterebbero i turisti che sono attratti soprattutto dal nostro mare cristallino simile a quello dei “carabi” nella nostra meravigliosa terra dei 100 comuni, a contatto con le aziende agricole permettendo la vendita dei nostri prodotti agroalimentari di nicchia.

I proprietari del Paesaggio agrario del Salento leccese devono gestire e controllare la depurazione dell’acqua
Non c’è dubbio sia per l’Assessore Fabiano Amati che per gli addetti ai lavori che “l'efficienza degli impianti di depurazione e delle reti fognarie è saldamente presidiata dall'Acquedotto pugliese” solo che i Sindaci e i 220mila proprietari del Paesaggio rurale del Salento leccese non hanno questa percezione. Mi diceva un mio amico che faceva politica che la sua azione era informata da un detto del Salento leccese “la ucca te lu furnu la puei chiudere, la ucca te la gente no!”che tradotto significa “tu puoi certamente chiudere la bocca del forno ma non riuscirai mai a chiudere la bocca della gente!”. La gente del Salento leccese può utilizzare l’acqua depurata a patto che la depurazione sia gestita e controllata dai Consorzi di Bonifica che sono governati dai rappresentati, democraticamente eletti, delle Organizzazioni professionali agricole.

Riciclare l’acqua secondo la FAO
Riciclare l'acqua reflua urbana ed utilizzarla in agricoltura contribuisce ad alleviare i problemi legati alla scarsità dell'acqua e a ridurne l'inquinamento, ma tale pratica non è attualmente diffusa quanto dovrebbe, secondo un recente rapporto della FAO.
L'utilizzo in agricoltura delle acque reflue trattate risulta esser praticato in circa 50 paesi, per una superficie complessiva pari al 10% di tutte le terre irrigate, riferisce il rapporto "La ricchezza dei rifiuti: l'economia dell'utilizzo delle acque reflue in agricoltura", pubblicato nella Settimana Mondiale dell'Acqua (Stoccolma, 5-11 settembre 2010).

L'acqua reflua propriamente trattata e riciclata in modo sicuro può offrire una sorta di “triplo dividendo” ai fruitori nelle città, ai proprietari del Paesaggio rurale e all'ambiente
"I case studies analizzati nel rapporto della FAO dimostrano che il riutilizzo sicuro delle acque reflue per la produzione alimentare può contribuire ad alleviare la competizione tra città e settore agricolo per l'uso dell'acqua nelle regioni caratterizzate da una crescente scarsità di risorse idriche," ad affermarlo è Pasquale Steduto, Vice-Direttore della Divisione Terra e Acqua della FAO. "Nei contesti adeguati, può anche aiutare a gestire il problema dello smaltimento delle acque di scolo urbane e dell'inquinamento dell'acqua da esse causato."
I proprietari del Paesaggio rurale potrebbero inoltre evitare, almeno in parte, i costi del pompare acqua dalle falde sotterranee, mentre la presenza di sostane nutrienti nelle acque reflue ridurrebbe le loro spese per fertilizzanti.

La proposta del Convegno Internazionale “i 100 laghi del Salento leccese”
Tutti sappiamo che è la Regione Puglia ad essere la proprietaria dell’Acquedotto pugliese, con sede in via Cognetti a Bari, il più grande d’Europa, con 20 mila chilometri di gallerie e di tubi e circa cinque milioni di utenti. E tutti abbiamo potuto leggere su "La Voce dell'Acqua" il Periodico dell’Acquedotto Pugliese SpA del 2 aprile 2011 “Più efficienza, più servizi e più ambiente attraverso investimenti per 674 milioni di euro” e ancora “Molto importante anche il capitolo della depurazione, con interventi (per 80 milioni di euro) mirati a incrementare l’efficienza degli impianti, potenziando di 200mila abitanti equivalenti la capacità di trattamento”. Mi chiedo e vi chiedo se è pensabile ottenere tutto questo senza il consenso dei fruitori finali delle acque depurate che sono i proprietari del Paesaggio rurale consorziati per legge nei Consorzi di Bonifica di Puglia.
La proposta del Convegno Internazionale “i 100 laghi del Salento leccese” è che siano i Consorzi di Bonifica a gestire la depurazione oltre che la distribuzione dei reflui depurati ai proprietari del Paesaggio rurale poiché questa è la soluzione dei problemi che stiamo vivendo.

di Antonio Bruno, Direttore dell’Area Agraria del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”, Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master's Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).

sabato 28 maggio 2011

Il Convegno Internazionale “i 100 laghi del Salento leccese” del 3 giugno integra la politica della gestione dell’acqua dell’Unione Europea

Il Convegno Internazionale “i 100 laghi del Salento leccese” del 3 giugno integra la politica della gestione dell’acqua dell’Unione Europea


La popolazione del pianeta è triplicata nel corso di questo secolo. Il consumo mondiale di acqua dolce è aumentato del 700%. Dal 1970, la quantità d'acqua disponibile per ogni essere umano è diminuita del 40% e due abitanti su cinque hanno problemi in materia di approvvigionamento idrico. Anche l'Europa deve affrontare problemi analoghi. Un terzo del continente si situa al di sotto della soglia di 5000 metri cubi per abitante e per anno - non solo nelle regioni mediterranee, ma anche in alcuni paesi settentrionali, a forte densità di popolazione e industrializzazione.

Lo sfruttamento eccessivo della falda del Salento leccese
Come sappiamo lo sfruttamento eccessivo ha compromesso il territorio del Salento leccese con il prosciugamento delle zone umide, l'esaurimento della falda freatica, la sua salinizzazione soprattutto nelle zone costiere, e se non si farà qualcosa è molto probabile il verificarsi della catastrofe ambientale della desertificazione del nostro territorio.

La politica della gestione dell’acqua dell'Unione europea
La gestione dell'acqua, un problema comune di tutti gli Stati membri, è diventata un'importante politica dell'Unione europea.
La politica ambientale comunitaria sull’acqua ha prodotto una vasta legislazione che consiste in regolamenti, direttive e decisioni, adottando approcci in materia di protezione delle acque.
La normativa viene continuamente modificata infatti negli anni settanta si considerava maggiormente la protezione dall’inquinamento dato da alcune sostanze pericolose, scarichi industriali fissando dei limiti di emissione. Successivamente si sono definiti dei criteri di qualità per i diversi tipi di acque, ma tutto ciò non era ancora sufficiente.
A questo punto si sono introdotti dei parametri chimico-fisici come BOD, COD, Ammoniaca, fino alla proposta del Consiglio Ambiente CEE (1988) di definire linee direttrici per una gestione integrata delle risorse idriche.

Le direttive sul trattamento delle acque reflue urbane
Cosi facendo si sono ottenute le direttive sul trattamento delle acque reflue urbane 91/271/CEE e la 91/676/CEE dei nitrati con un approccio integrato sulla protezione delle acque.

Con la nuova direttiva 2000/60/CE si continua insistendo sull’approccio combinato dalla protezione delle acque, prevedendo obblighi di base comunitaria. Questa direttiva non fissa dei limiti di emissione ma coordina quelli stabiliti da altre norme già esistenti.

Gli obiettivi prefissati dalla direttiva 2000/60/CE sono:

– prevenire, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici e delle zone umide associate;

– promuovere un utilizzo sostenibile dell’acqua basato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili;

– assicurare la progressiva riduzione dell’inquinamento delle acque sotterranee e prevenire il loro ulteriore inquinamento;

– contribuire a mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità.

La direttiva inoltre introduce degli obiettivi ecologici per proteggere e dove necessario, risanare la struttura e la funzione degli ecosistemi acquatici, di conseguenza salvaguardare l’utilizzo sostenibile delle risorse idriche.

La direttiva 91/271/CEE concerne la raccolta, il trattamento e lo scarico delle acque reflue urbane nonché il trattamento e lo scarico delle acque reflue originate da taluni settori industriali, avendo uno scopo di proteggere l’ambiente e le ripercussioni negative provocate dagli scarichi di acque reflue. Proprio per adempiere a questi obiettivi tale normativa impone che le acque reflue (che siano sottoposte a trattamento) devono essere utilizzate ogni qualvolta ciò risulti appropriato e le modalità di smaltimento devono rendere il minimo impatto sull’ambiente.

La normativa Italiana sulle acque reflue
Oltre le normative europee anche in Italia con il D. Lgs. 152/06 vi e’ la tutela delle acque dall’inquinamento e coordina la gestione delle risorse idriche. Anche in tale normativa viene sottolineata la necessità del riutilizzo individuata con i seguenti principi e finalità:

• limitare il prelievo delle acque superficiali e sotterranee;

• ridurre l’impatto delle acque superficiali;

• favorire il risparmio idrico mediante l’utilizzo multiplo delle acque reflue;

• il riutilizzo deve avvenire in condizioni di sicurezza

Mentre il regolamento recante norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue D. M. 185/2003 si pone gli obiettivi della tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche, limitando il prelievo delle acque superficiali e sotterranee, riducendo così l’impatto degli scarichi sui corpi idrici recettori e favorendo il risparmio idrico mediante l’utilizzo multiplo delle acque reflue.

Il Convegno internazionale di Tricase stimolo alla ricerca
La gestione dell'acqua è un problema complesso che richiede la mobilitazione delle attività comuni di ricerca. Il Convegno di Tricase desidera spingere sui numerosi campi di ricerca quali il controllo e ottimizzazione dell'utilizzo, le tecnologie di depurazione, la considerazione dei cambiamenti istituzionali e culturali, l’istituzione di programmi di pianificazione e tutela delle risorse, la valorizzazione di soluzioni poco o affatto sfruttate come il recupero delle acque piovane e delle acque dilavanti e tecniche di dissalazione.
Queste attività sono indispensabili proprio perché le previsioni sul cambiamento climatico non escludono sconvolgimenti idrologici di ampia portata che rischiano di comportare inondazioni, siccità, sregolazione di molti ecosistemi, mettendo in pericolo le risorse idriche e la loro qualità.

di Nicola Negro, dottore in Biologia e stagista presso il Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”

Le acque delle piogge persistenti provocano problemi di efficienza depurativa: cattiva gestione o usanze sbagliate?


Le acque delle piogge persistenti provocano problemi di efficienza depurativa: cattiva gestione o usanze sbagliate?

La pioggia sino all’arrivo dell’acqua dell’Acquedotto pugliese era la benedizione del salento leccese. Le cisterne erano le fonti di approvvigionamento idrico di questo territorio a Sud Est. Ancora oggi è possibile ammirare le cisterne delle Masserie e quelle delle pozzelle della Grecia Salentina che alimentavano interi paesi. Un bellissimo studio sull’argomento a cui ha contribuito  il Prof. Paolo Sansò dell’Università del Salento  è disponibile on line http://www.geoteca.unisalento.it/Geopozzellestoria.htm . Poi a Bari, in Piazza Umberto I, presso la fontana monumentale per prima sgorgò l’acqua nel 24 aprile 1915, e le cisterne con le pozzelle furono pian piano abbandonate soppiantate dall’acqua del rubinetto dell’Acquedotto pugliese . Ma l’acqua per l’agricoltura nel Salento leccese è fornita da pozzi che emungono la risorsa dalla falda profonda: “L’eccessivo sfruttamento degli acquiferi carsici del Salento ha prodotto, da tempo, l’insorgere del fenomeno della salsificazione delle acque di falda. L’uso di acque salmastre per l’irrigazione delle colture può determinare, nel lungo termine, la perdita del potenziale biologico dei suoli. Pertanto, vi è l’esigenza di utilizzare acqua anche da altre fonti approvvigionamento ...(MARCO DELLE ROSE, MICHELE DE MARCO, ANTONIO FEDERICO, CORRADO FIDELIBUS,GAETANO INTERNÒ, WALTER ORGIATO, ALBERTO PISCAZZI STUDIO PRELIMINARE SUL RISCHIO DI DESERTIFICAZIONE NEL TERRITORIO CARSICO DI LECCE).


I cambiamenti climatici del Salento leccese
In Italia e soprattutto negli ambienti meridionali come il nostro territorio del salento leccese così come anche in altri Paesi del mondo ormai sono chiari gli effetti dei cambiamenti climatici. Ve ne siete accorti? A forti ed intense piogge seguono lunghi periodi di siccità con conseguente carenza di acqua. Diventa anche altrettanto evidente come la qualità delle acque (convenzionali e non convenzionali) stia diventando sempre peggiore. Proprio per questo motivo si può notare come negli ultimi decenni si sono intensificati studi e pubblicazioni sul tema “ depurazione delle acque” e “riutilizzo dei reflui depurati”.

Divieti di balneazione nei periodi di piogge persistenti
Nonostante ciò, si nota la continua lamentela da parte dei sindaci che sono obbligati a mettere davanti al loro litorale divieti di balneazione; continuano i problemi di efficienza depurativa nei periodi di piogge persistenti in quanto le acque meteoriche venendo convogliate in fognatura alterano l’attività di nitrificazione/denitrificazione (depurazione biologica).
Infatti, le acque di pioggia gelide come noto (le acque meteoriche di dilavamento e gli impianti di depurazione urbani: problemi progettuali e gestionali S. Papiri, G. Bertanza, S. Todeschini 2008) abbassano per giorni l’attività depurativa compromettendo l’efficienza di nitrificazione e denitrificazione a discapito dell’ambiente.

La depurazione delle acque e il loro riuso c’è solo all’Estero
Il motivo perché tutto ciò continua ad accadere è sempre lo stesso: gli studi sulla depurazione ed il riutilizzo dei reflui aumentano insieme ai progetti, anno dopo anno, ma queste applicazioni e progettazioni le vediamo realizzare e funzionare solo all’estero. La Spagna infatti è un esempio per la quantità di acque reflue riutilizzate in agricoltura, come anche la Germania è un esempio sull’efficienza di raccolta delle acque di pioggia di interi quartieri a Berlino; accumulandole in delle cisterne e con trattamenti di filtrazione e disinfezione le riutilizzano per l’irrigazione del verde pubblico. In Italia invece si spreca ancora acqua potabile per l’irrigazione dei campi, salinificando sempre di più le falde ed irrigando il verde pubblico di ogni singola città o paese con acqua che arriva direttamente dall’acquedotto, opportunamente trattata e potabilizzata con i cospicui costi che tutto ciò comporta, senza pertanto preservandone la risorsa.

Cambiare la gestione degli scarichi del Salento leccese
Penso che sia arrivato il momento, specialmente per la Puglia ed in particolare per il Salento Leccese, di cambiare gestione di scarichi. Infatti accumulando le acque reflue civili depurate e le acque di pioggia nelle cave dismesse abbiamo la conseguenza di ridurre i massicci prelievi dalla falda (come previsto da normative Europee ed italiane ) sperando in un lento ma possibile addolcimento delle falde già salinificate.

L’inquinamento delle acque di prima pioggia
Ulteriore attenzione deve essere indirizzata verso recenti studi che dimostrano come una parte significativa della massa inquinante derivante dagli eventi di pioggia, specialmente dopo lunghi periodi di asciutto, vengono recapitate in corpi idrici o nel suolo; queste sono definite le acque di prima pioggia che una volta dilavate le superfici industriali-commerciali o grandi bacini scolanti impermeabili come centri urbani, se non correttamente raccolte e trattate recano un forte impatto negativo sull’ambiente (tutto ciò in occasione di eventi meteorici brevi e di forte intensità, come sono appunto quelli peculiari del clima italiano e del Salento leccese). Diventa importante capire l’influenza di queste intense contaminazioni nel territorio. In tal proposito diversi studi sono stati effettuati in tutta Italia, a partire dalle analisi delle acque sverzate da scaricatori di piena nei corpi idrici superficiali, spesso molto piccoli da non permettere un’ autodepurazione di tali ecosistemi acquatici tra un evento meteorico e l’altro. In molti casi per ovviare a tali problemi d’inquinamento da acque di prima pioggia si sono costruite a valle degli scaricatori di piena delle vasche di prima pioggia che trattengono le acque più inquinate per poi inviarle ai depuratori entro le 48-72 ore dopo l’evento meteorico.



Utilizziamo le acque di seconda pioggia
Le acque di seconda pioggia invece spesso vengono infiltrate nel terreno , sverzate in corpi idrici superficiali o convogliate a mare invece di riutilizzarle per eventuali usi irrigui di varia natura o per lo spegnimento di incendi molto frequenti durante tutto il periodo estivo nel nostro territorio.



di Nicola Negro dottore in Biologia stagista presso il Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”

venerdì 27 maggio 2011

Ma quante cave ci sono nel Salento leccese? Si discuteil 3 giugno a Tricase del Sud Est che vorrei.

Ma quante cave ci sono nel Salento leccese? Si discute il 3 giugno a Tricase del Sud Est che vorrei.



Ma siamo proprio sicuri che il progetto i 100 laghi del Salento leccese troverà 100 cave abbandonate da valorizzare? Insomma queste cave potranno divenire un luogo fiabesco di accumulo dell’acqua che altrimenti se ne andrebbe nelle viscere del Salento leccese?

Nel Salento leccese ci sono circa 600 cave esauste
In Puglia come in quasi tutte le regioni del Sud, manca un preciso censimento delle cave; lavoro che richiede professionalità, personale adeguato e conoscenza del territorio. Da una stima superficiale si rileva che le cave in disuso sono in numero maggiore di quelle in attività. Nella provincia di Lecce, estesa per 2.759,39 chilometri quadrati vi sono all’incirca 20 cave abbandonate per ogni 100 chilometri quadrati ovvero in totale 550 cave che sarebbero in media 5 cave in ognuno dei 100 Comuni della Provincia.

Un Regio decreto del 1927 regola l'attività delle caveLa coltivazione delle cave è fatta seguendo ciò che stabilisce la legge e specificamente l'articolo 45 del regio decreto 29/07/’27, n. 1443 ("legge mineraria"), modificato dall'articolo 7 del DPR 28/06/’55, n. 620 e dalle successive modificazioni. Questa legge permette al proprietario del suolo dove c’è la cava di fare praticamente tutto quello che vuole!

Il proprietario della cava è libero di fare quello che vuoleInsomma uno acquista un terreno, lo coltiva a cava, poi quando ha finito lascia le cave aperte ed abbandonate. Come dici? Non è possibile? Come non hai visto nemmeno una delle 550 cave che ci sono nel Salento leccese? Hai notato qualche recupero paesaggistico? Nulla! Quello a cui esistiamo tutti è solo scempio paesaggistico ambientale, con gravi ripercussioni nel territorio.

La sete del Parco Naturale Regionale "Costa Otranto S.M. di Leuca - Bosco di Tricase
Oggi sono stato ad Andrano dove ho ascoltato l’accorato appello del presidente della Cooperativa “Nuova Contadina” che implorava l’acqua. In quella zona c’è solo acqua salata ed è vietato l’emungimento dalla falda.

12 Comuni senza acqua per l'agricolturaLa cornice era una progettazione partecipata del parco Naturale Regionale "Costa Otranto S.M. di Leuca - Bosco di Tricase http://www.parcootrantoleuca.it/ i comuni che ne fanno parte sono 12: Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Diso, Gagliano del Capo, Ortelle, Otranto, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase ed è statisticamente possibile individuare un minimo di 60 cave dismesse che potrebbero divenire luoghi fiabeschi di accumulo dell’acqua che invece va a finire a mare sottraendo chilometri di costa che potrebbero essere utilizzati per la balneazione e quindi dando di che vivere ai cittadini di queste bellissime contrade a Su Est.

Il progetto “i 100 laghi del Salento leccese” darebbe la possibilità di ottenere la risistemazione ambientale del sito una volta cessata l’attività di estrazione. Insomma si tratta oltre che di una proposta che farebbe il bene di questo territorio anche di un vero e proprio piano di recupero del sito ad attività esaurita.

Quindi appuntamento per il Convegno Internazionale che si terrà il 3 giugno 2011 a Tricase ( Palazzo dei Principi Gallone – Sala del Trono ) anche perché come ho potuto riscontrare stasera le problematiche connesse al tema sono oggetto di forte attenzione in questi paesi che si affacciano al bacino del Mediterraneo e che hanno risorse umane e professionali per risolvere il problema dell’assenza di acqua per l’agricoltura.

giovedì 26 maggio 2011

Il progetto “i 100 laghi del Salento leccese” ha ottenuto grandi consensi nella presentazione a Bari

Il progetto “i 100 laghi del Salento leccese” ha ottenuto grandi consensi nella presentazione a Bari




Presentato oggi 26 maggio 2011 a Bari il progetto 100 laghi del Salento leccese durante l'evento conclusivo delle attività delle Scuole di partecipazione e cantieri C.A.S.T. http://portale.formez.it/content/scuole-di-partecipazione-e-cantieri-cast-bari-levento-conclusivo-delle-attivit%C3%A0 Il progetto è stato presentato dal Dott. Antonio Bruno e dal Dott. Orazio Muratore all’interno dell’OST



Open Space Technology (OST)

È uno spazio di discussione aperto che offre la possibilità a tutti i partecipanti di confrontarsi sul tema della sostenibilità del progetto “ i 100 laghi del Salento leccese” e lavorare in team grazie all’aiuto di un mediatore. I partecipanti sono stati stimolati a proporre idee e concetti da applicare nel Convegno del 3 giugno 2011 presso la Sala del Trono del Palazzo dei Principi Gallone a Tricase.



Regione Puglia e partecipazione: quali idee e strategie innovative per la costruzione di politiche regionali condivise?

Sessione delle 11e30 gruppo B,

Chi ha proposto il tema: Antonio BRUNO

Chi ha partecipato al gruppo:

Fabio Guarino di Taranto fabioguarino@tiscali.it

Orazio Muratore di Lecce orazio.muratore@tiscali.it

Antonio Bruno di San Cesario di Lecce antonio.bruno2011@libero.it

Conni Lattarulo di Bari connilattarulo@virgilio.it

Lucrezia Marseglia di Ostuni (BR) lucreziamarseglia@libero.it

Anna Maria Galizia di Ostuni (BR) amgalizia2@libero.it

Daniele Palmisano Brindisi dpalmisano@hotmail.it

Lucia Giarnetti di Foggia lucia.giarnetti@fastwebnet.it

Maria Antonietta De Carolis Toma di Corigliano d’Otranto decarolistoma@teletu.it

Armando Quaglio di Peschici andoq@hotmail.it

Stasi Gianni di Brindisi stasi_gianni@libero.it



TITOLO PROPOSTA: L’acqua nel paesaggio della Puglia

Sintesi dei lavori:

Orazio

Conferenze di servizio sui reflui e i cittadini che non vogliono che queste vadano a mare. L’ipotesi è che le acque depurate si versino nelle cave esauste. Valorizziamo la cava, il territorio.

Si creerebbero dei laghi artificiali.

L’acqua depurata si può gettare in mare.

Lucia

Ritiene che ci sia un impatto da far valutare ai cittadini.

Anna Maria

Riqualificando una cava c’è sempre un impatto positivo.

Orazio

Propone la fitodepurazione per riqualificare le cave.

Armando

Utilizzare dei percorsi attinenti al passaggio dell’acqua, i due grandi laghi, i cutini che sono piccoli laghetti dove i pastori facevano abbeverare le pecore, sono alimentati dalle piogge e persistono. Se devono crearle c’è dei discorsi di progettazione e di difficoltà di gestire l’acqua, considerare la parte faunistica perché uno stagno è pieno di zanzare che vanno considerato. Mantenere l’esistente e abbinare dei festival dell’acqua o dei laghi, Una carovane teatrali.

Daniele

Creare nei laghi delle attività di pesca e di acquicoltura e favorire la diffusione, in Puglia, della pesca in acqua dolce. A Brindisi c’è un grande Lago, il Cillarese che non è usufruibile perché è chiuso ed è gestito dal Consorzio ASI e quindi nessuno c’è mai potuto andare. Bisognerebbe fare in modo che tale lago sia fruibile. Il lago è pieno di pesci che vanno a finire a mare e muoiono.

Gianni

Condivide gli spunti degli altri e si poneva la domanda dal punto di vista dell’inquinamento della falda e della ialinizzazione approccio legato alla bonifica ma anche a piccoli canali. Le acque di pioggia siccome ci sono mutamenti climatici ci sono situazioni da clima tropicale. Acqua piovana, sottosuolo e salina.

Maria Antonietta

La Grecia salentina ha valorizzato i piccoli centri e i turisti alloggiano nei paesi e poi vanno al mare. Il discorso del lago va bene per quelli già esistenti che sono abbandonati, ma creare delle conche dove? Per creare turismo intorno al lago o nei centri abitati?

Daniele

Fare una mappatura dei laghi in Puglia.

Orazio

Ci sono anche i corsi d’acqua come i Canali della rete idrografica. Valorizzare tali.

Anna Maria

Integrare il progetto con gli acquari legati alla fruizione del territorio. Ci sono le neviere che potrebbero essere utilizzate per la riqualificazione del territorio.

Orazio

Le aree protette presenti in Puglia sono legate alla presenza dell’acqua. Bisognerebbe valorizzare le saline con l’immissione delle acque reflue.

Fabio

A Taranto si prende la gran parte dell’acqua dalla Basilicata e molta dell’acqua va a finire all’ILVA che assorbe acqua nel periodo estivo alla popolazione che viene alimentata con autobotti che vanno nel territorio. Questa problematica deve dare spazio alla nostra comunità oppure far finta di nulla e non considerare la popolazione. L’acqua deve essere utilizzata per produrre acciaio o per la popolazione. Poi ci sono una serie di problemi che scaturiscono da questi problemi.

Orazio

L’alternativa è utilizzare le acque reflue per l’ILVA, raffreddare con i reflui è possibili. L’acqua per usi industriali potrebbe essere quella dei reflui depurati. Se si fa arrivare l’acqua alle saline della zona di torre columena e ci sono conseguenze per le produzioni ittiche del Mar piccolo. Bisogna impossessarsi del territorio, molta della ricchezza prodotta da siderurgico va al Nord e l’ICI era versata sino a poco tempo fa a Milano.

Fabio

Una riflessione sull’acqua tra i cittadini del territorio

Maria Antonietta

Un diverso utilizzo dell’acqua e anche più efficiente. La gente non può più bere un bicchiere d’acqua quando c’è luglio e agosto, come la prenderebbe la gente di Taranto se ci fossero i laghi e non ci fosse l’acqua per bere?

Orazio

Utilizzare la zona di Cerano che ha l’acqua calda della centrale per fare delle serre di fiori che stando sotto i teli non sarebbero inquinati. L’Olanda è piena di colture in vaso perché non paga il gasolio.

PROPOSTA FINALE

Valorizzare l’esistente che è degradato. Creiamo dei percorsi turistici e poi integrare con il recupero delle cave. Una politica che si spinga nell’allocazione di risorse non solo alle coste ma all’interno.

Conoscenza del paesaggio interno attraverso una divulgazione sia nelle scuole, con i media e con trasmissioni di approfondimento.

Fruibilità e valorizzazione paesaggistica di:

1. Dighe

2. Mar piccolo di Taranto

3. Alimini

4. Lago Cillarese di Brindisi

5. Contestualmente valorizzazione delle cave esauste attraverso la creazione di specchi d’acqua

6. Possibili utilizzazioni delle acque reflue per uso agricolo, industriale e civile tramite la doppia alimentazione nelle case.

7. Creazione di un parco acquatico con utilizzo delle acque reflue

8. Fotovoltaico tramite realizzazione di pannelli galleggianti

9. Valorizzazione paesaggistica della zona intorno ai laghi

10. Utilizzazione per pesca sportiva

11. Pescicoltura per ottenimento di farina di pesce per uso zootecnico

12. Utilizzazione ludica

13. Utilizzo agricolo come invaso per irrigazione l’azione mitigatrice del clima nelle estati seccche

14. L’evaporazione contribuisce al ciclo dell’acqua che una volta evaporata crea le nubi e quindi le pioggie

15. Attività faunistica

16. Utilizzare le acque calde provenienti dalle lavorazioni industriali (ILVA) per riscaldare i quartieri

17. Creazione di serre intorno alla centrale di Cerano che utilizzano come riscaldamento le acque calde create dal processo produttivo

18. Creare un itinerario turistico, culturale attorno al tema catalizzatore dell’acqua con organizzazione di percorsi ed eventi p.e Giornata dell’acqua ecc.

19. Valorizzazione dei fiumi e canali creando percorsi ciclistici e pedonali

20. Attività formativa rivolta agli alunni delle scuole dell’obbligo sull’uso dell’acqua, sulla flora e sulla fauna

21. Attività formativa rivolta agli operatori economici

22. Campagne di informazione e sensibilizzazione sull’uso delle acque e rispetto del territorio e in particolare delle acque palustri

martedì 24 maggio 2011

Dai 100 laghi del Salento leccese la gestione sostenibile dell’acqua in Agricoltura

Dai 100 laghi del Salento leccese la gestione sostenibile dell’acqua in Agricoltura




Tra i promotori del Convegno Internazionale “i 100 laghi del Salento leccese” c’è l’Associazione dottori in scienze agrarie e forestali di Lecce (ADAF Lecce) abbiamo intervistato Antonio Bruno presidente di questa Associazione e per farlo siamo andati a trovarlo nel cinquecentesco convento dei cappuccini sede dell’Associazione presso l’Istituto Tecnico Agrario “Giovanni Presta” a Lecce in via San Pietro in Lama.

Presidente Bruno perché l’Adaf ha deciso di promuovere questo Convegno Internazionale che si terrà nella sala del Trono del Palazzo dei Principi Gallone a Tricase il 3 giugno 2011?
L'Adaf di Lecce che è un libero organismo apartitico ch e non persegue fini di lucro; è socio della Federazione Italiana Dottori in Agraria e forestali FIDAF, fondata a Roma il 17 novembre del 1944 ed è l’organizzazione di rappresentanza di tutti i laureati delle Facoltà di Agraria della Provincia di Lecce ha come suoi scopi la tutela morale, professionale e sindacale della categoria e come compiti principali l’aggiornamento professionale e culturale e la realizzazione di servizi per i suoi soci. Siccome il Convegno ha come tema il problema della gestione idrica che è stato elevato a problema umanitario nei “Millennium Goals” ovvero gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG, o più semplicemente Obiettivi del Millennio) delle Nazioni Unite che sono otto obiettivi che tutti i 191 stati membri dell'ONU si sono impegnati a raggiungere per l'anno 2015 e siccome la maggior parte dell’acqua è utilizzata dall’ agricoltura, la nostra Associazione dei laureati della Facoltà di Agraria ha ritenuto fosse importante promuovere, organizzare e sostenere questo Convegno.


Ma qual è il problema dell’acqua?
Ci sono problemi di quantità ed di equità di accesso, ma c’è anche il problema della qualità delle fonti, quest’ultimo è l’elemento che mina il benessere e la stessa sopravvivenza delle comunità interessate da problemi relativi all’accesso all’acqua.


Ma dove c’è il problema?
Il problema è particolarmente sofferto nell’ambiente del Salento leccese che è tra gli ambienti semi-aridi, inserito nella regione mediterranea. Il Salento leccese è tra i territori del Mediterraneo uno deii maggiori consumatori di risorse idriche della Comunità Europea, soprattutto per usi agricoli, anche a causa della pressione demografica che soprattutto nei mesi estivi è relativamente elevata lungo le coste.


Insomma presidente il problema è che si consuma troppa acqua?
I modelli di consumo attuale non sono sostenibili per il futuro, soprattutto nella nostra situazione territoriale che vede ancora molto importante l’agricoltura fortissima consumatrice di acqua. Nella regione Puglia ci sono 352.510 aziende agricole, pari al 13,59% delle aziende agricole presenti in tutta Italia e per questo motivo è la seconda a livello nazionale come numero di aziende agricole (preceduta soltanto dalla Sicilia). Dobbiamo elaborare un uso sostenibile della risorsa acqua così come hanno fatto i settori industriali e domestici che sembrano avere già elaborato usi più efficienti della risorsa idrica.


E come si dovrebbe usare l’acqua in agricoltura?
Con 1.200 metri cubi di consumi l’anno pro capite, l’Italia è prima in Europa e terza nel mondo per il consumo d’acqua. Occorrono quindi nuove strategie per gestire questa preziosa risorsa in modo etico e sostenibile, favorendone un utilizzo con il massimo risparmio. La pratica del riuso di acque reflue in agricoltura rappresenta un segmento fondamentale nelle politiche di risparmio idrico. Le complessità tecnico gestionali ed economiche ritardano l’implementazione in piena scala della pratica del riutilizzo. Nel Salento leccese vi è carenza di risorse idriche convenzionali. Tutti sappiamo che non ci sono le risorse idriche superficiali, come i fiumi e i laghi a causa della natura geomorfologica e carsica del territorio.
Le risorse idriche sotterranee, sono invece abbondanti ma risultano a rischio desertificazione perché potrebbero divenire non utilizzabili per l’elevato tenore salino dovuto ai processi di intrusione marina.



E i 100 laghi del Salento leccese dove sono?
L’idea è semplice e per questo motivo attuabile. Si spendono milioni di euro per realizzare costosissime condotte che scaricano a mare i reflui depurati, oppure per farli tornare sotto terra attraverso le trincee drenanti o la sversamento nella rete idrografica fossile o artificiale, ma nel nostro territorio ci sono tantissime cave dismesse che rappresentano vere e proprie ferite sempre aperte perché vengono utilizzate come discariche abusive oppure sono rischiose per l’acquifero profondo poiché lo scavo a quella profondità favorisce la penetrazioni di contaminanti nella falda. Allora perché non raccogliere queste acqua in quelle cave e poi utilizzarle per l’agricoltura? A Tricase del Salento leccese si sta cercando di favorire un cambiamento culturale e quindi la presenza dell’Adaf di Lecce è essenziale al fine di promuovere questo processo in ogni sede.



Finisce qui il nostro colloquio con il Presidente dell’Adaf Lecce Antonio Bruno che si congeda da noi ed entra nello splendido cinquecentesco convento dei cappuccini oggi sede dell’Adaf Lecce presso l’Istituto Tecnico Agrario “G. Presta di Lecce”.

lunedì 23 maggio 2011

Il prof. Giulio Cesare Giordano promotore del progetto “I cento laghi del Salento leccese”

Il prof. Giulio Cesare Giordano promotore del progetto “I cento laghi del Salento leccese”




A Martignano del Salento leccese per raggiungere Palazzo Palmieri. Arrivo e lascio la mia automobile in Piazza per fare una passeggiata in questo borgo bellissimo. Mi avvio verso Palazzo Palmieri e, subito dopo le Poste, posso ammirare il Palazzo dell’ex Municipio dove è situata la sede operativa per la Puglia del Centro Internazionale di Cooperazione Culturale CICC http://www.web-cicc.org/site/ .

Varco il portone e prendo l’ascensore e al primo piano, in uno splendido e accogliente studio, ad attendermi c’è il Prof. Giulio Cesare Giordano Presidente di questa antica e prestigiosa organizzazione internazionale. La sede è accogliente, il presidente Giordano mi prega di accomodarmi per affrontare insieme la collaborazione del CICC nell’ideazione ed organizzazione del Convegno Internazionale “I 100 laghi del Salento leccese” che si terrà a Tricase il prossimo 3 giugno 2011 nella splendida Sala del Trono di Palazzo Gallone in Piazza Pisanelli a partire dalle 9.00. Il Presidente Giordano mi accoglie da amico e io gli pongo qualche domanda



Carissimo Prof. Giordano perché questo interesse del CICC per l’acqua?

“Intanto perché l’acqua come costituente rappresenta una condizione necessaria per tutti gli esseri viventi, infatti il CICC già nel dicembre del 2008 a Specchia del Salento leccese per volontà dell’allora Sindaco On.le Antonio LIA ha realizzato un colloquio sull’acqua con la presenza dei massimi esperti internazionali tra cui l’Economista politico Riccardo PETRELLA (studi all'Università di Firenze), fondatore e segretario del Comitato Mondiale dell'Acqua, autore del Manifesto dell'Acqua, consigliere della Commissione Europea a Bruxelles e professore di mondializzazione presso l'Università Cattolica di Lovanio (Belgio; e che insegna anche alla "Libera Università di Bruxelles" (sessione olandese). Già da allora, dopo l’interesse che ho potuto osservare tra le centinaia di studenti delle scuole elementari, medie e superiori intervenuti in massa in quei giorni, penasai che era opportuno valutare la messa in cantiere di altre iniziative sempre sull’acqua. Poi l’amico, socio ordinario e coordinatore della sede operativa del CICC per la Puglia Antonio BRUNO mi ha proposto questo interessante progetto di recupero delle cave dismesse trasformandole in 100 laghi del Salento leccese e mi è sembrato naturale proseguire nell’impegno.”

Ascoltare il Prof. Giordano parlare in questi termini della mia persona mi ha lusingato molto gli ho poi chiesto:



Ma caro professore come si possono trasformare le cave dismesse in laghi?

Il dott. Bruno mi ha partecipato la graduatoria degli 11 progetti di risanamento delle cave dismesse finanziabili dalla Regione Puglia, per un importo complessivo di 10 milioni di euro. Mi ha anche riferito che i progetti ammessi di cui si è avuta notizia lo scorso 29 aprile hanno lo scopo di realizzare opere di risanamento e riutilizzo ecosostenibile di aree estrattive dismesse esclusivamente di proprietà pubblica.

Inoltre la natura per così dire ha messo lo zampino perché a Cutrofiano del Salento leccese “Madre Natura” da cave dismesse ha miracolosamente “creato” dei meravigliosi specchi d’acqua. E allora il dott Bruno mi fatto la seguente domanda che mi ha fatto riflettere: perché non prendere esempio da questo modo meraviglioso di sanare le cave dismesse che non sono altro che ferite profonde inferte al territorio? Io ritengo che l’intuizione del dott. Bruno, che poi si è trasformata in una proposta progettuale, sia praticabile e soprattutto che rappresenti una “buona pratica” che potrebbe fare da paradigma per il resto del mondo.



Ma come ha contribuito il CICC al Convegno?

Intanto con la possibilità di portare questo progetto al prossimo Forum dell’acqua di Marsiglia nel Marzo 2012 e poi con la presenza del Prof. Iko Avital di Israele che ha molti anni di esperienza nella progettazione in Israele e all'estero. Il Prof. Avital si è guadagnato una reputazione per i la determinazione e risolutezza con cui ha risolto i problemi, per l’alta creatività, comprensione della tecnologia, per le competenze di marketing nel campo della psicologia del consumatore Per molti anni è stato membro dell'Istituto israeliano. Tra i premi ha avuto quello del Museo di Israele per la progettazione del prodotto



Ma cosa pensa dell’acqua il prof. Avital?

Le riferisco solo della scoperta attraverso ricerche di quanto sia grande l’influenza dei bambini sulle loro famiglie. I bambini fanno pressione sulle persone che li circondano che sono sia gli altri bambini, che i genitori, per cambiare le loro convinzioni e per portare all’affermazione di nuove abitudini. Guardi che sebbene sia difficile cambiare abitudini sul consumo e sull’utilizzo dell’acqua, le pratiche “sprecone” possono essere trasformate attraverso i bambini infatti a chi non piace giocare con l’acqua? I bambini lo fanno e attraverso il gioco cambiano le loro abitudini. I bambini che hanno potuto praticare il cambiamento di cattive abitudini in abitudini “virtuose” fanno una pressione fortissima su chi li circonda ottenendo di cambiare le loro abitudini sull’acqua! Uno dei temi che tratterà sarà appunto il riuso dell’acqua che si è ottenuto in Israele attraverso i bambini.



Il colloquio con il Prof Giordano è interessante ma è giunto il tempo di fare una pausa caffè, e sapete perché? Ma perché c’è chi della “pausa caffè” ne ha fatto una tecnologia! Si tratta di Harrison Owen, pioniere dell’Open Space Technology che ha notato nel corso della sua esperienza di organizzatore di conferenze come le persone si confrontino con molto più entusiasmo durante i coffee break che non nelle fasi di lavoro. E allora del confronto con il Prof. Giordano che si è sviluppato nella pausa caffè vi riferirò nel prossimo pezzo!

Il 3 giugno al Convegno Internazionale “i 100 Laghi del Salento” l'adesione de forum Ambiente e Salute e de "La Rinascita del Salento" movimento aderente alla rete del Coordinamento Civico

Il 3 giugno al Convegno Internazionale “i 100 Laghi del Salento” l'adesione de forum Ambiente e Salute e de "La Rinascita del Salento" movimento aderente alla rete del Coordinamento Civico




Oreste Caroppo Presidente de "La Rinascita del Salento", movimento aderente alla rete del Coordinamento Civico mi ha scritto dopo un contatto sulla chat di facebook in cui l’ho invitato a intervenire al Convegno Internazionale “i 100 laghi del Salento leccese” che si terrà a Tricase il prossimo 3 giugno 2011 nella splendida Sala del Trono di Palazzo Gallone in Piazza Pisanelli a partire dalle 9.00.



Invito rivolto al Sindaco di Maglie e all'assessore ai lavori pubblici Franca Giannotti

Oreste Caroppo desidera che io inviti anche il sindaco di Maglie che è capo dell'area vasta di Casarano, Antonio Fitto, e l'assessore ai lavori pubblici Franca Giannotti perché raccontino l'esperienza di Maglie con San Sidero, su come recependo le istanze del territorio hanno modificato in corso d'opera, quasi, un progetto che rispondeva al vecchio approccio fondato sul cemento, verso un progetto in grado di creare paesaggio e biodiversità assicurando al contempo le funzioni di smaltimento delle acque e loro filtraggio naturale!

Potrebbe già essere un primo esempio, uno dei 100 laghetti, e far vedere che già un grande comune si è orientato verso questo approccio, che va comunque accompagnato eseguito.

Al contempo, secondo il Presidente Caroppo, ciò responsabilizzerebbe ancor di più gli amministratori di Maglie in merito alle aspettative del territorio e su come gli occhi di tutti sono puntati su di loro, senza malizie ma solo perché possano fare bene per essere imitati!



Invito rivolto al nuovo sindaco di Nociglia.

Il Presidente Caroppo mi chiede di invitare il nuovo sindaco di Nociglia. A Nociglia è in corso la costruzione del bacino raccolta delle acque pluviali tra il centro abitato e la SS 275, nella parte più bassa del paese. Si potrebbe essere ancora in tempo per far sì che la struttura sia modellata con forma tali da farne un lago a contorni irregolari arrotondati, e non squadrati come oggi, e con pareti degradanti dolcemente e sicure e non una cava-fossa pericolosa con pareti ripide tale necessariamente da chiudere con alti muri!

Nociglia è nel Parco Paduli (come anche Maglie) e i consiglieri regionali del partito che ha appoggiato questo nuovo sindaco hanno espresso l’importanza di puntare sui progetti paesaggistici del Parco Paduli in seno al nuovo PPTR regionale, in cui già potrebbe rientrare questo discorso.

Vadrucci (Pdl): “Tutelare Parco dei Paduli e Bosco Belvedere”

http://www.pugliapress.org/2011/04/13/vadrucci-pdl-%E2%80%9Ctutelare-parco-dei-paduli-bosco-belvedere%E2%80%9D/

Potrebbe tale sindaco affezionarsi all’idea, come suo primo impegno di sindaco giovane neoeletto in cerca di bei progetti virtuosi in cui impegnarsi, e operare subito per trasformare quell’impluvio in uno dei 100 laghetti a beneficio del paesaggio e della cittadinanza, il cui centro abitato si affaccia con il corso di belvedere detto il “Vignale” (via Onorevole Manfredi) sulla vallata dei Paduli avendo subito sotto gli occhi questo luogo in costruzione, fase di scavo, per la raccolta smaltimento in falda per assorbimento delle acque pluviali cittadine! Insomma vi potrebbe sorgere un bellissimo lago godibile dalla periferia della città e in tono con la natura paludosa dei Paduli, parco di cui Nociglia fa parte!

Anche nell' invitare il sindaco di Nociglia motivi questo suo virtuoso coinvolgimento potenziale.



Invito rivolto al collega Bruno Vaglio per Gallipoli e Nardò

Certamente avrà invitato il dott . Bruno Vaglio che giorni fa su Canale 8 ha presentato un bellissimo progetto per creare dei laghetti (e per anche fitodepurazione) con le acque depurate a Gallipoli o a Nardò, non ricordo, senza che quest'acqua sia follemente sversata in mare e dispersa con impattanti condotte destinate a rompersi e che rappresentano sprechi ed impatti inutili! Come in progetto di fare a Nardò! Speculazioni inutili da denunciare all’Assessore alle opere pubbliche Amati!

Si speculi semmai nei laghetti che creano vita e bellezza paesaggistica!

http://www.brunovaglio.com/contatti.html



Invito rivolto al Sindaco di Supersano

Inviti il Sindaco di Supersano, che è nel Parco dei Paduli, e dove esisteva il Lago Sombrino, magari anche nella veste di figlio del poeta che a quell'importante lago scomparso dedicò la sua più bella poesia:

Le "Vore" e il lago Sombrino

http://www.roccodevitis.it/supersano_pag.htm

la poesia toccante dedicata dal grande poeta patrio supersanese, medico umanista, Rocco De Vitis, (1911-1997), a quel lago antico, omphalos vitale del Salento, barbaramente risucchiato nel nulla dall’uomo!

Poeta padre dell’attuale sindaco di Supersano … quale gesto più bello, onorarne la memoria anche impegnandosi in questo progetto virtuosissimo, la rinascita del Lago Sombrino, che avrebbe riempito di gioia il cuore sognate immaginifico di questo nostro poeta.

Ma un progetto anche dalle notevoli ricadute economiche, legate alle potenzialità anche soltanto di fruizione turistica e di piscicoltura con la reintroduzione di specie ittiche d’acqua dolce autoctone del meridione d’Italia, magari anche scomparse ormai da tanto in tanti ecosistemi italiani, in nome del primato della biodiversità!



Invito rivolto ai i proprietari dell'agriturismo Casale Sombrino a Supersano

Inviti anche i proprietari dell'agriturismo Casale Sombrino a Supersano

http://www.sombrino.it/default_1.asp

che intrattengono i loro ospiti incantandoli con le narrazioni relative a quell'antico lago che si stendeva nella vallata davanti questa loro masseria, e che ancor oggi di tanto in tanto dopo le abbondantissime piogge sembra riempirsi di nuovo completamente d'acqua, sembra tornare quel lago da fotografare, prima che la sua acqua sia di nuovo risucchiata nelle viscere della terra da un pozzo che fu nel'800 appositamente realizzato!!! E che andrebbe invece oggi sempre rispettato per la sua antichità e storia, ma chiuso e regolato idraulicamente con una chiusa per gestire il ritorno del ben più antico ed importante Lago Sombrino!

Certamente quelli di Sombrino potrebbero prendere con entusiasmo il progetto dei 100 laghi per il Salento, influenzando, insistendo e propagandando, affinché la politica locale si impegni perché uno dei laghi sia proprio il re dei laghi del’entroterra salentino, il loro Lago Sombrino, soggetto di poesie! (legga la poesia sopra linkata di Rocco de Vitis)

Le 3 Juin 2011 à 09h00 Je tiens à Tricase paysage: les 100 lacs dans le Salento Lecce

Le 3 Juin 2011 à 09h00 Je tiens à Tricase paysage: les 100 lacs dans le Salento Lecce






L'été de feu de Salento Lecce

L'été du Salento Lecce, la sécheresse, l'herbe sèche, les incendies. L'enfer de feu et la chaleur dans une province qui a dû renoncer, à se défendre contre le paludisme, plus de la moitié du territoire est couvert de lacs présents il ya 150 ans quand il est venu en Italie. Les 800 000 habitants du Salento Lecce chaque été sur la côte sont cool que bondés au prix de longues queues pour réaliser ces buts marine.



La vue de la côte du Salento Lecce

Mais une fois que vous le montrer, c'est que d'un cercle de Dante, les voitures qui foule le littoral, les parcs de stationnement, ce qui endommage les cordons dunaires et des chemins construits sur les falaises de s'effondrer ou de l'éviscération les domaines de la Méditerranée.

Tout cela est la croissance débridée, la conquête de chaque mètre carré d'un citron pour comprimer les coûts en la réduisant à vrai désert et entouré par de l'asphalte et le béton.

Lecce Salento péninsule qui plonge dans le grand lac salé, qui est que la Méditerranée qui a plus ou moins les mêmes caractéristiques sur les côtes de l'Afrique et l'Asie. Salento Lecce cherche le bien-être et de la protéger sans la vente du terrain, sans logement, mais le consommateur perd pour toujours!

J'ai déjà écrit: si nous continuons à ce rythme, nous perdons l'Lecce Salento qui est grand, peuplé et complexe et qui est riche en patrimoine matériel et immatériel.



Salento Lecce une mine de ressources humaines et matérielles que les affrontements avec la façon de gouverner ces ressources

Avez-vous déjà pensé à combien de temps la péninsule de Salento? Quels sont son vaste littoral, la propagation sur le territoire de Salento Lecce patrimoine culturel? Avez-vous déjà pensé à la magnificence des centres historiques des villes du Salento Lecce, la beauté et l'histoire qu'ils expriment?

Et puis il ya nous, les 800 000 personnes vivant dans la province de Lecce, tous riches en compétences et entre lesquelles il ya une certaine expertise riche et le professionnalisme.

J'ai souvent que je risque en dehors des limites de la région où je vis, je suis conscient de combien d'hommes et de femmes de la région du Salento sont éparpillées en Italie et dans le monde et comment se démarquer, où qu'ils soient, pour la qualité de leur travail. Nous dans le Salento Lecce nous travaillons bien et, surtout, nous travaillons avec tant d'idées.

Et 'le potentiel évident du Salento Lecce et dans le même temps, hélas, est aux yeux de tous, l'écart entre ces potentiels et les méthodes de gouvernement.

Dans la pratique, il ya une richesse de ressources humaines et matérielles qui sont contraires à la manière de gouverner ces ressources.



Rembourser comme «notre agglomérations urbaines

Le premier commandement pour les personnes comme moi qui veulent s'aventurer dans la difficile discipline du gouvernement du territoire, est certainement proche de la quantité «d'aller à l'AS!

Cette commande entraîne l'abandon définitif de nos villes quarante expansion de commencer à réaménager nos réalités urbaines. Cela implique une prise de conscience de l'urbanisme mis de côté sur la base abstraite tous les besoins sur le papier pour la pratique dernière urbanisme concrètes doivent voir où cela émerger et construire un urbanisme qui crée des outils pour répondre rapidement à ces besoins et capable de rembourser que «nos agglomérations urbaines.



Les lacs de la municipalité 100 Lecce Salento

Le Consortium of Reclamation »Ugento Fogg et Li" a développé le projet «Les 100 lacs dans le Salento Lecce" qui ressemble exactement à ces besoins et les organisations professionnelles agricoles de la CIA; COLDIRETTI COPAGRI et parrainé la Conférence internationale qui présentera ces propositions aura lieu Juin 3 2011 à 09:00 dans Tricase et dont les travaux seront conclus par la Amati régional Fabiano. Je vais expliquer à cette conférence "Le paysage I: les 100 lacs de la Lecce Salento", mais je sais être recueillis par le consentement des habitants de ce territoire, alors il peut être fait par le Consortium of Reclamation »Ugento et Li Fogg."



Israéliens et Palestiniens et dans le Salento Lecce

Un Tricase ce projet seront comparées avec la réalité racontée par le professeur Iko Avital - Université de Tel Aviv nous dire que l'expérience de la réutilisation en Israël et celle de M. Nael T. H. Ali-Ahmad - l'Autorité palestinienne pour l'eau qui nous parlera de la réutilisation dell''esperienza en Palestine. L'eau peut être divisé pour récupérer les sources, en raison de la guerre, mais peuvent aussi se joindre, si vous commencez à penser qu'il ya assez d'eau pour tous et si nous les utilisons et en particulier le réutiliser. Nous dans le Consortium of Reclamation »Ugento et Li Fogg" nous avons un plan! Maintenant c'est à vous de nous dire si vous le réalisiez ou pas!



Anthony Bruno, Directeur du Consortium pour la remise en état agricole »Ugento et Li Fogg, agronome (expert en diagnostic urbain et régional intitulé Diplôme Universitaire International Master en Diagnostic IMD urbaine et régionale et urbaine Diagnostics territoriaux).

domenica 22 maggio 2011

Il 3 giugno 2011 alle ore 9.00 a Tricase il Paesaggio che vorrei: i 100 laghi del Salento leccese

Il 3 giugno 2011 alle ore 9.00 a Tricase il Paesaggio che vorrei: i 100 laghi del Salento leccese


L’estate infuocata del Salento leccese
L’estate del Salento leccese, della siccità, delle erbe secche, degli incendi. L’inferno del fuoco e del caldo in una Provincia che ha dovuto rinunciare, per difendersi dalla malaria, a più della metà del territorio ricoperto dagli specchi d’acqua presenti 150 anni fa quando si fece l’Italia. Gli 800mila abitanti del Salento leccese ogni estate trovano refrigerio solo sulle coste affollatissime a prezzo di code lunghissime per raggiungere le mete marine.

Lo spettacolo delle coste del Salento leccese
Ma una volta arrivati lo spettacolo è quello di un girone dantesco, le auto che si accalcano sul litorale, i parcheggi che devastano i cordoni dunali e le strade costruite sulle falesie da crollo o che sventrano le aree di macchia mediterranea.
Tutto questo è la crescita sfrenata, la conquista di ogni metro quadrato di costa per spremerla come un limone riducendola a vero e proprio deserto e circondandola di asfalto e cemento.
Il Salento leccese la penisola che si immerge nel grande lago salato che è quel Mediterraneo che presenta più o meno le stesse caratteristiche sulle coste africane e asiatiche. Il Salento leccese che cerca il benessere vendendo il territorio senza proteggerlo e senza custodirlo, ma consumandolo perdendolo per sempre!
L’ho già scritto: se andiamo avanti a questo ritmo perdiamo il Salento leccese che è grande, popoloso e articolato e che risulta ricco di patrimonio materiale e immateriale.

Il Salento leccese una grande ricchezza di risorse umane e fisiche che si scontra con il modo di governare queste risorse
Ci avete mai pensato a quanta è lunga la penisola Salentina? A quanto sono estese le sue coste, alla diffusione nel territorio del Salento leccese dei beni culturali? Avete mai pensato alla magnificenza dei centri storici dei Comuni del Salento leccese, alla bellezza e alla storia che essi esprimono?
E poi ci siamo noi, le 800mila persone che abitano la Provincia di Lecce, tutte ricche di capacità e tra le quali ve ne sono alcune ricche di conoscenze e di professionalità.
Io che mi avventuro spesso fuori dai confini del territorio in cui vivo sono consapevole di quanti uomini e donne del Salento siano sparsi in Italia e nel Mondo e di come si distinguano, ovunque siano, per la qualità del loro lavoro. Noi del Salento leccese lavoriamo bene e soprattutto lavoriamo con tante idee.
E’ evidente la potenzialità del Salento leccese e allo stesso tempo ahimè, è sotto gli occhi di tutti, la discrepanza tra queste potenzialità e i metodi di governo.
In pratica vi è una grande ricchezza di risorse umane e fisiche che si scontrano con il modo di governare queste risorse.

Restituire QUALITA’ ai nostri insediamenti urbani
Il primo comandamento per chi come me desidera avventurarsi nella difficile disciplina del governo del territorio, è chiudere definitivamente con la QUANTITA’ per passare alla QUALITA’!
Tale comandamento si traduce nell’abbandono definitivo dell’espansione quarantennale delle nostre città per cominciare a riqualificare le nostre realtà urbane. Ciò comporta la consapevolezza di lasciare da parte un’urbanistica astratta basata sui FABBISOGNI TUTTI SULLA CARTA per mettere in pratica finalmente un’urbanistica CONCRETA CHE GUARDA AI BISOGNI DOVE EMERGONO e costruisce un urbanistica che realizza strumenti adatti a rispondere tempestivamente a quei bisogni e capace di restituire QUALITA’ ai nostri insediamenti urbani.

Il Salento leccese dei 100 laghi comunali
Il Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” ha elaborato il progetto “I 100 laghi del Salento leccese” che guarda appunto a questi bisogni e le Organizzazioni Professionali Agricole CIA; COLDIRETTI e COPAGRI hanno patrocinato il Convegno internazionale in cui si illustreranno queste proposte che si terrà 3 giugno 2011 alle ore 9.00 a Tricase e i cui lavori saranno conclusi dall’Assessore Regionale Fabiano Amati. Io in questo convegno spiegherò “il Paesaggio che vorrei: i 100 laghi del Salento leccese” ma che sono consapevole deve riscuotere il consenso degli abitanti di questo territorio per poi poter essere realizzato dal Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” .

Israeliani e Palestinesi uniti al Salento leccese
A Tricase questo progetto si confronterà con la realtà narrata dal Prof. Iko Avital – Università di Tel Aviv che ci racconterà l’esperienza del riuso in Israele e con quella del Prof. Nael T. H. ALi-Ahmad – Autorità palestinese per l’acqua che ci parlerà dell’’esperienza del riuso in Palestina. L’acqua che può dividere per accaparrarsi le sorgenti, causa di guerre, ma che può anche unire se si comincia a pensare che non c’è acqua abbastanza per tutti e che quindi dobbiamo usarla e soprattutto riusarla. Noi del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” abbiamo un progetto! Adesso tocca a voi dirci se realizzarlo oppure no!

di Antonio Bruno, Direttore dell’Area Agraria del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”, Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master's Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).

sabato 7 maggio 2011

Il Dottore Agronomo Fabio Ippolito e la sua Botanica storica per i giardini del Salento leccese

Il Dottore Agronomo Fabio Ippolito e la sua Botanica storica per i giardini del Salento leccese


Ieri 7 maggio 2011, alle ore 18.30 presso il Museo Provinciale Castromediano a Lecce (viale Gallipoli, 30) a parlare di giardini, piante e viali della Puglia e quindi anche del Salento leccese c’erano tra gli altri il direttore del Centro Studi sul Barocco Antonio Cassiano, il preside della Facoltà di Beni Culturali dell'Università del Salento Regina Poso e Massimo de Vico Fallani.


Un giardino dell’uomo che torni a essere tale attraverso le modalità della sua coltivazione
Quest’ultimo è stato direttore del Servizio per la Conservazione dei parchi e giardini della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici per le Province di Firenze, Prato e Pistoia fino al 1986, poi con il medesimo incarico presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Roma fino al 2008 e ha delineato il concetto di un giardino dell’uomo che torni a essere tale attraverso le modalità della sua coltivazione; un giardino ‘biologico’ dove il binomio uomo-natura ritrovi la sua feconda identità e il vantaggio reciproco.


Il vero giardiniere coltiva il terreno
Secondo Fallani il vero giardiniere coltiva il terreno, e ha sviluppato questa affermazione in un libro in cui sviluppa il tema della conservazione dei giardini con uno sguardo attento alle tecniche antiche, e in particolare a quelle della tradizione italiana scrivendo delle Annaffiature, dei Concimi, delle Potature, delle Malattie delle piante, del Vivaio, della Coltura in vaso, degli Agrumi e aranciere, dei Prati, delle rose e delle siepi. Ecco perché è importante per i Dottori Agronomi come me affrontare le tematiche del giardino e del giardiniere prendendo esempio da un collega che ha collaborato nella stesura del libro presentato ieri ovvero Fabio Ippolito.


Chi è Fabio Ippolito?
Fabio Ippolito è Dottore Agronomo e paesaggista, ha collaborato a numerosi progetti nel campo del paesaggio, della tutela della biodiversità vegetale e delle aree protette ed habitat naturali, svolgendo numerose consulenze ed analisi paesaggistiche, botanico-vegetazionali e agronomiche, studi di impatto ambientale, e progetti di aree verdi. È coordinatore tecnico dell'Orto Botanico dell’Università del Salento ed autore di numerose pubblicazioni su parchi, giardini storici e orti botanici, e sulla conservazione e l’impiego delle specie vegetali.




Giardini di Puglia
Ieri sera a Lecce si è presentato un libro scritto da Vincenzo Cazzato e Andrea Mantovano intitolato “Giardini di Puglia” edito da Congedo in cui dalla consapevolezza della molteplicità delle discipline che concorrono alla costruzione di un giardino è scaturita l’esigenza di proporre un’ampia riflessione - curata da Fabio Ippolito - sulla botanica storica. Nel medioevo, grazie alle comunità monastiche, non solo la cultura classica ma anche le conoscenze agricole e botaniche vennero salvaguardate e tramandate. Sull' insegnamento di S. Benedetto, i monaci fecero dei monasteri, e dei loro orti e giardini, luoghi di spiritualità e cultura, ma anche di produzione e lavoro.
Prima di procedere alla creazione di un giardino
Gli amanti del giardino concepiscono lo spazio verde intorno a casa e il Dottore Agronomo attraverso l' uso sapiente degli alberi, degli arbusti e delle piante da fiore e sulla capacità di utilizzare un elemento naturale come l' acqua esalta e interpreta la percezione del committente.
Quando il Dottore Agronomo progetta e fa consulenza prende in esame, oltre al clima della zona, alla tipologia del terreno e alla sua esposizione, anche il colore dei fiori (e delle foglie) che il cliente preferisce. Inoltre si occupa di curare la messa in opera del drenaggio (nel caso di un terreno poco permeabile), la scelta e la sistemazione delle rocce, la messa a dimora e la manutenzione delle piante.
Il Dottore Agronomo studioso di giardini
Alcune specie ornamentali, sia sempreverdi che a foglia caduca, erbacee, grasse o arbustive, presentano spine sui loro rami, foglie dai margini affilati o una certa esuberanza vegetativa e, proprio per queste loro caratteristiche, costituiscono un' ottima soluzione per realizzare in giardino siepi o punti di interesse con piante dall' aspetto particolare.
Ma queste specie potrebbero non essere adatte alle esigenze e ai giochi dei bimbi perché nascondono insidie e pericoli. Ecco perché nella progettazione il Dottore Agronomo ha un occhio di riguardo per le piante tossiche, come ad esempio l' oleandro ed il ricino, e per quelle provviste di pericolosissime spine, come ad esempio il cuscino della suocera.
Le piante aromatiche in giardino
Vi sono alcune piante aromatiche comuni e di facile reperibilità. Nel progetto di un giardino le stesse piante sono utilizzate con il duplice scopo di avere a portata di mano delle aromatiche utili in cucina e nello stesso tempo di impreziosire lo spazio disponibile con queste ornamentali un po' fuori della norma
Gli alberi da frutto
Gli alberi da frutto, forse ancora più di quelli ornamentali, scandiscono il ritmo delle stagioni ed offrono al giardino motivi di bellezza ed utilità. Anzi, possono diventare uno degli elementi di maggiore attrazione se collocati nel punto giusto e sapientemente abbinati alla vegetazione ornamentale circostante
Molto interessanti sono le specie da frutto minori: banano, corbezzolo, corniolo, cotogno, giuggiolo, melograno, nocciòlo e sorbo domestico


Un’ultima annotazione sui Gerani.
I gerani sono le piante preferite in Italia, ma anche nel resto d'Europa, per abbellire balconi e terrazzi durante la primavera e l'estate. La fioritura è ricchissima, la coltivazione semplice, le cure da prestare non eccessive: insomma piante perfette per i principianti ed anche per gli esperti.
Eppure il preside della Facoltà di Beni Culturali dell'Università del Salento Regina Poso ieri ha lanciato un allarme per le malattie che stanno privando i balconi di questa pianta e noi della bellezza dei suoi fiori. La prof.ssa Poso ha paragonato la patologia dei gerani a quella che sta distruggendo le palme in Italia, un killer come il punteruolo rosso? Consiglio alla preside di rivolgersi ad un Dottore Agronomo per intervenire e salvare i bei gerani sul balcone, stesso consiglio che estendo a tutti. Chiamare un Dottore Agronomo per progettare il giardino ma soprattutto assicurarsi la sua consulenza continua.


di Antonio Bruno, Direttore dell’Area Agraria del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”, Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master's Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).

L'agronome Fabio Ippolito et ses jardins historiques Botanica del Salento Lecce

L'agronome Fabio Ippolito et ses jardins historiques Botanica del Salento Lecce




Lundi 7 mai 2011, à 18h30 au Musée provincial Castromediano à Lecce (Viale Gallipoli, 30) pour parler de jardins, les plantes et les avenues des Pouilles et, partant, dans le Salento Lecce ont été entre autres, le directeur du Centre d'études sur le baroque Antonio Cassano, le doyen de la Faculté du patrimoine culturel de l'Université de Salento Poso Regina et Massimo de Vico Fallani.



Un jardin de l'homme qui revient comme telle par la manière de sa culture

Ce dernier a été directeur du Département pour la préservation des parcs et jardins du ministère de l'environnement et le patrimoine architectural des provinces de Florence, Prato et Pistoia jusqu'en 1986, puis avec la même position à la Surintendance pour le patrimoine archéologique de Rome jusqu'en 2008 et a décrit le concept d'un jardin de l'homme qui revient comme telle par la manière de sa culture, un jardin «bio», où la combinaison de l'homme et la nature trouve son identité et fructueux bénéfice mutuel.



Le vrai jardinier cultive la terre

Selon Fallani le vrai jardinier cultive la terre, et a développé cette déclaration dans un livre dans lequel il développe le thème de la conservation des jardins avec un regard attentif sur les techniques anciennes, et en particulier ceux de la tradition italienne de la rédaction de l'arrosage, engrais, Elagage, les maladies des plantes, pépinières, cultures en pots, d'agrumes et d'orange, les prairies, des roses et des haies. C'est pourquoi il est important de les agronomes comme moi d'aborder les questions sur le jardin et le jardinier de prendre une avance d'un collègue qui a contribué à écrire l'histoire présentée, hier, que Fabio Ippolito.



Qui est Ippolito Fabio?

Fabio Ippolito agronome et paysagiste, a collaboré à de nombreux projets dans le domaine du paysage, la protection de la biodiversité végétale et les zones protégées et des habitats naturels, la réalisation de nombreux conseils et l'analyse du paysage, la végétation, et botaniques et agronomiques, études d'impact environnemental, et des projets d'espaces verts. Il est le coordinateur technique du Jardin botanique de l'Université de Salento et auteur de nombreuses publications sur les parcs, les jardins historiques et des jardins botaniques, et de la conservation et l'utilisation des espèces végétales.



Giardini di Puglia

Hier soir, à Lecce a été présenté un livre écrit par Vincent et Andrea Cazzato Mantovano appelé "Giardini di Puglia», publié avec l'autorisation dans lequel la prise de conscience de la multiplicité des disciplines qui contribuent à la construction d'un jardin qui a entraîné la nécessité d'offrir une gamme Réflexion - organisée par Fabio Ippolito - sur l'histoire de la botanique. Au Moyen Age, grâce à des communautés monastiques, non seulement la culture classique, mais aussi les connaissances agricoles et botanique a été conservé et transmis. Sull 'enseignement de saint Benoît, les moines ne les monastères, et leurs jardins, lieux de spiritualité et de culture, mais aussi de la production et du travail.



Avant la création d'un jardin

Les amateurs de jardins concevoir l'espace vert autour de la maison et l'agronome à travers l '«utilisation rationnelle des arbres, arbustes et plantes à fleurs et la capacité d'utiliser un élément naturel comme« l'eau améliore la perception et l'interprétation de la clientèle.

Lorsque les plans et agit comme un traite agronome consultant, en plus du climat de la région, le type de sol et de son affichage, la couleur des fleurs (et feuilles) que le client préfère. Il traite également de traiter l'installation de drainage (dans le cas d'un sol à faible perméabilité), le choix et l'agencement des roches, la plantation et l'entretien des plantes.



Les jardins chercheur agronome

Certaines espèces sont ornementales, et à feuilles persistantes à feuilles caduques, plantes herbacées, arbustives ou de la graisse, ont des épines sur leurs branches, les feuilles des bords tranchants ou une végétation exubérante et, en raison de ces caractéristiques, constituent une «bonne solution pour atteindre dans les haies de jardin ou les points d'intérêt avec des plantes de 'aspect particulier.

Mais ces espèces ne peuvent être adaptées aux besoins des enfants et des jeux pour les pièges cachés et les dangers. C'est pourquoi l'agronome dans le design a un oeil pour les plantes vénéneuses, telles que le «laurier-rose et l'huile de ricin, et pour ceux qui ont des épines dangereuses, telles que le coussin de la belle-mère.



Les herbes dans le jardin

Il ya quelques herbes communes et faciles à trouver. Dans la conception d'un jardin des plantes utilisées sont les mêmes dans le double but d'avoir une main dans la cuisine du aromatiques utile et en même temps d'améliorer l'espace de ces ornements un peu "hors norme



Les arbres fruitiers

Les arbres fruitiers, peut-être plus que d'ornement, le rythme des saisons et de la beauté offrir aux motifs de jardin et services d'utilité publique. En effet, ils peuvent devenir l'une des plus belles lorsqu'elles sont placées au bon endroit et parfaitement adapté à la végétation environnante ornementales

Très intéressants sont les petits arbres fruitiers: la maison de la banane, fraise, du cornouiller, de coing, de jujube, grenade, de noisetiers et de sorbier



Une dernière note sur les géraniums.

Les géraniums sont les plantes préférées en Italie, mais aussi dans le reste de l'Europe, pour orner les balcons et les terrasses au printemps et en été. La floraison est très riche, la culture facile, les soins à fournir n'est pas excessive dans les usines à court parfait pour les débutants et experts.

Pourtant, le doyen de la Faculté du patrimoine culturel de l'Université de Salento Regina Poso a lancé hier une alerte pour les maladies qui privent les balcons de cette plante et nous dans la beauté de ses fleurs. Professeur Poso contre la pathologie de géraniums qui détruit les arbres en Italie, un coup de poing tueur en rouge? Conseil de demander au directeur d'agronome à intervenir et à sauver la belle géraniums sur le balcon, le même conseil que j'adresse à tous. Appeler un agronome de concevoir le jardin, mais aussi assurer son conseil.



Anthony Bruno, Directeur du Consortium pour la remise en état agricole »Ugento et Li Fogg, agronome (expert en diagnostic urbain et régional intitulé Diplôme Universitaire International Master en Diagnostic IMD urbaine et régionale et urbaine Diagnostics territoriaux).

mercoledì 4 maggio 2011

Una richiesta del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” al Dott. Giuseppe Maria Ricchiuto


Una richiesta del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” al Dott. Giuseppe Maria Ricchiuto






C’è chi ha fatto dell’istinto del raccogliere le erbe un’azienda che ha una sede a Specchia del Salento leccese e una a Verona. Un’azienda di 150 ettari con un orto botanico che conserva 500 delle oltre 3mila specie di erbe aromatiche e come sono chiamate solo in Italia “officinali”.


Ma cosa sono le piante officinali?
La Pianta Officinale è una pianta utile in campo farmaceutico, cosmetico, liquoristico, industriale, erboristico ecc.


Le droghe vegetali sono essenzialmente piante intere, frammentate o tagliate, parti di piante, alghe, funghi, licheni in uno stato non trattato, generalmente in forma essiccata, ma talvolta fresche e poi distillate che si ottengono da piante coltivate o selvatiche. La qualità delle droghe vegetali viene garantita da adeguate procedure di campionamento, coltivazione, raccolta, essiccamento, distillazione, frammentazione e condizioni di conservazione.


Centro per la promozione di studi e ricerche nel settore delle piante officinali
Ieri ho visitato l’orto botanico e l’azienda Specchiasol dove ci sono 500 piante officinali che poi vengono utilizzate nei settori farmacologico, cosmetico, alimentare ed erboristico.


Invito tutti a visitare questa realtà scientifica del nostro Salento leccese che è nata da un protocollo d’intesa tra l’Università degli Studi di Bari nella persona del Rettore Prof. Corrado Petrocelli ed il Presidente del Gruppo Specchiasol, Dott. Giuseppe Maria Ricchiuto.






L’Opificio Erboristico San Demetrio, a Specchia in provincia di Lecce
Sempre ieri ho visitato anche un opificio in cui si procede alla raccolta, l'essiccazione, la conservazione e tecniche di lavorazione delle piante aromatiche. Insomma una bella realtà produttiva del Salento leccese.


Una proposta di collaborazione al Dott. Giuseppe Maria Ricchiuto
Io faccio il Direttore dell’Area Agraria del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” e con la direzione scientifica del prof. Luigi De Bellis dell'Università del Salento abbiamo provveduto a elaborare un progetto dal titolo ASSISTENZA TECNICA E DIVULGAZIONE AGRICOLA NEL TERRITORIO DEL CONSORZIO DI BONIFICA “UGENTO E LI FOGGI”, di durata triennale, per la realizzazione di una serie di attività quali prove dimostrative su colture erbacee e arboree volte all’introduzione di nuove specie o varietà e tecniche innovative.


L’irrigazione
Dai dati ufficiali si può rilevare che l'attività agricola nel comprensorio del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” si svolge per un buon 65% in asciutto e cioè con colture che si avvalgono degli apporti di pioggia nei periodi autunno-inverno-primavera.


Comunque allo stato attuale, vi sono impianti irrigui in grado di irrigare Ha 15.449 di cui 10.745 gestiti dal Consorzio di Bonifica ed Ha 4.704, gestiti dall'ex Ente Irrigazione.






Invece del tabacco le piante officinali
Come è noto è venuta meno la coltivazione del tabacco che tradizionalmente veniva coltivato in molte aree della provincia (Martano, Martignano, Carpignano Salentino, Cutrofiano, Supersano, etc., etc.).


Il tabacco è una coltura che richiede grande impiego di mano d’opera allo stesso modo delle Piante officinali, per questo motivo sarebbe opportuno fare delle prove per verificare la possibilità della coltivazione nei campi che erano interessati dalla coltivazione del Tabacco di queste piante nel Comprensori irrigui del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”.


L’attività dell’Area Agraria del Consorzio di Bonifica “Ugento e li Foggi”
Il Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” da anni attua progetti per la salvaguardia e la promozione della produzione agricola di qualità e della cultura alimentare avendo una esperienza ed un patrimonio conoscitivo assolutamente rilevanti nel settore.


Il Consorzio di Bonifica promuove la cultura del cibo di qualità, tutela e valorizza la biodiversità, attraverso una molteplicità.


Il Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” nell’attuale contesto di globalizzazione delle produzioni agricole che non badano alla sostenibilità ambientale, promuove il riavvicinamento dei giovani alle pratiche agricole sostenibili.


La richiesta d’incontro con il Dott. Giuseppe Maria Ricchiuto
L’area Agraria che dirigo ha l’obiettivo di salvaguardare, qualificare e potenziare le attività agricole che si svolgono nel territorio del consorzio di bonifica “Ugento e Li Foggi” e tale attività viene assunta come elemento determinante per il mantenimento all’interno dei territori del Consorzio delle attività produttive nel settore agricolo. L’agricoltura è considerata da tutti i decisori come elemento centrale e connettivo per l’attuazione degli obiettivi all’interno del territorio del Salento leccese, e viene ribadito negli strumenti di pianificazione di settore quali il Piano di Settore Agricolo, che prevede lo sviluppo di strategie necessarie a sostegno sia della qualità ambientale in campo agricolo che dell’evoluzione delle imprese agricole nel rapporto con il cittadino-consumatore.


Per questo chiediamo una collaborazione al Dott. Giuseppe Maria Ricchiuto al fine di verificare la possibilità della coltivazione delle Piante officinali nel Comprensori irrigui del consorzio di bonifica “Ugento e Li Foggi”.




di Antonio Bruno, Direttore dell’Area Agraria del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”, Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master's Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).