mercoledì 27 febbraio 2013

“IL PAESAGGIO COME STRUMENTO DI MARKETING TERRITORIALE”


Nell'ambito delle iniziative collegate alla MOSTRA FOTOGRAFICA SUL PAESAGGI O
“ IL PAESAGGIO SALENTINO : QUALE IDENTITA’ , QUALE FUTURO ? “ che rimarrà aperta nel castello di Castrignano dei Greci fino alla fine del mese di Maggio 2013 per dar modo alle scuole medie e superiori della provincia di visitarla, Angela Beccarisi Laureata in Beni Culturali e Guida Turistica e Antonio Renzo Presidente del Consorzio Proloco del Capo di Leuca terranno un seminario dal titolo “IL PAESAGGIO COME STRUMENTO DI MARKETING TERRITORIALE”.
Cos'è il Marketing? Una definizione operativamente abbastanza condivisa recita che: “il Marketing è la scienza che studia il mercato, con lo scopo di sviluppare gli scambi dei prodotti e servizi utili a soddisfare i bisogni e i desideri immediati e futuri dei consumatori, nella prospettiva di realizzare il profitto aziendale e il benessere individuale e collettivo.”(Chiariello, 2007).
Dopo l'iniziale esperienza del marketing dei beni di consumo e dei beni industriali, la nozione di marketing è stata applicata anche ad altre specificità di mercato, quali i servizi bancari, assicurativi, turistici e sociali. Nell'ambito dei servizi, merita mettere in risalto i servizi sociali che hanno già riscontrato un interesse accademico attraverso il cosiddetto social marketing, fondato sul concetto che le decisioni aziendali d'investimento devono tener conto non solo di produrre e vendere i beni e i servizi per realizzare l'interesse e il benessere individuale (profitto) ma anche per soddisfare l'interesse e il benessere sia del consumatore che della società in generale.
E' evidente che con l'adozione del social marketing gli obiettivi etico - sociali potranno essere conseguiti solamente in tempi relativamente lunghi. In altre parole, quelle decisioni d'investimento avranno un impatto benefico sulla società solamente in tempi a medio - lungo termine.
Presto la nozione del social marketing è entrata soprattutto nella realtà operativa degli Enti Territoriali (Comuni, Provincie, Regioni) introducendo un approccio gestionale di tipo aziendale, cioè una cultura maggiormente orientata alla produttività. D'altro canto non si deve dimenticare che gli enti territoriali altro non sono che aziende di servizi. Essi, infatti, hanno un bilancio di entrate (tasse e imposte) e di uscite, un budget e regole di bilancio da rispettare e svolgono l'attività di produrre e vendere servizi ai cittadini.
Forse è proprio sulla scia dell'esperienza del marketing sociale che più recentemente, intorno agli anni '90, gli Enti pubblici locali hanno dato avvio a speciali progetti di sviluppo socio-economico d'intesa con le organizzazioni imprenditoriali e sindacati, facendo leva sull'attività di produzione, promozione e vendita di un ben definito insieme di servizi territoriali (infrastrutture efficienti, siti localizzativi attrezzati per attività produttive, burocrazia snella, assistenza tecnica, ecc.) da proporre efficacemente alle imprese esistenti sul territorio e al mercato degli investitori.
E' nata così una nuova funzionale disciplina: il marketing territoriale, quale metodo operativo adottato dalla pubblica amministrazione con lo scopo di conseguire, d'intesa con le parti sociali (Associazioni di categoria e Organizzazioni sindacali), un più consapevole e condiviso sviluppo socio-economico, puntando ad elevare in maniera diffusa il benessere e la qualità della vita dei cittadini, senza stravolgere l'ambiente, la storia e la cultura del territorio.
Il Marketing Territoriale che qui si definisce non pretende di essere un concetto valido universalmente, ma piuttosto una definizione orientativa alla comprensione della materia di cui si andrà a trattare nel seminario:
“Il Marketing Territoriale è la disciplina che studia il territorio e il mercato degli investitori, con lo scopo di rilevare dati e informazioni utili alla definizione e attuazione di un piano strategico di marketing territoriale, condiviso da operatori pubblici e privati, incentrato sulla promozione e vendita dell’offerta territoriale (cioè un prodotto sostanziato da un insieme di servizi infrastrutturali, energetici, formativi, etc.) in cambio di nuovi investimenti profittevoli, i quali, senza stravolgere l’ambiente e la cultura, possano risultare di aiuto anche in termini di rafforzamento della competitività e dell’internazionalizzazione delle imprese, nella prospettiva di accrescere il tasso di occupazione e quindi il benessere sociale.” (Chiariello, 2007).

domenica 24 febbraio 2013

http://www.pnquotidiano.it/edicolaonline/20130224.pdf



http://www.pnquotidiano.it/edicolaonline/20130224.pdf

Prosegue il tour
di presentazione
del volume
"Dio,
come ti Olio!"
che approda a
Maglie con l'Organizzazione
del Centro Internazionale di
Cooperazione Culturale nell'ambito
delle iniziative collegate
alla mostra fotografica
“Il paesaggio salentino: quale
identità, quale futuro?”, Alla
presentazione, che si terrà
martedì 26 febbraio nella
sala conferenze dell'Agrario
di Maglie in Via Circolone a
partire dalle 16,30, interverranno
la professoressa Albarosa
Macrì, dirigente scolastica;
il professore Agatino Tartivita,
responsabile della sede
dell'Agrario; il dottore agronomo
Antonio Bruno, coordinatore
del Centro Internazionale
di Cooperazione Culturale;
Leda Cesari direttrice
della collana “Dove c’è Gusto”,
edizioni Il Raggio Verde.
Nelle 136 pagine del libro
sono racchiusi saperi e sapori
di una terra millenaria, il cui
paesaggio va difeso e tutelato.
Parlare di olio significa infatti
ricordare anche il patrimonio
dei 60 milioni di esemplari di
ulivi, di cui 5 di alberi monu-
Il libro edito da Raggio Verde
mentali, su cui può contare la
Puglia - come spiega nel libro
il giornalista Danilo Siciliano,
che regala un lungo excursus
storico sull’olio e sulle tipicità
delle varie Dop pugliesi, illustrando
al contempo i contenuti
degli interventi legislativi
di tutela, ultimo dei quali
quello di cui si è dotata la Regione
Puglia nel 2007. Chiude
il libro il saggio della giornalista
Alessandra Bianco,
che presenta l’olio quale ingrediente
di bellezza e salute
dalla notte dei tempi: dall’antico
Oriente ai Fenici, dagli
Egizi fino ad arrivare all’antica
Grecia e al cuore di Roma.

sabato 23 febbraio 2013

Lunedì 4 marzo a Carovigno per parlare dei reflui in agricoltura


"UCCISO" il cuore verde della Città di Surbo



"UCCISO" il cuore verde della Città di Surbo


Lettera aperta e mia risposta su problema ambientale sollevato da Forum Nazionale dei Giovani.



Caro Nicola,

In virtù del mio ruolo di membro della commissione ambiente del forum nazionale dei giovani e delle nostre collaborazioni sul tema della tutela ambientale e soprattutto del patrimonio arboreo dei nostri paesi, non posso non farti presente (se già non ne fossi a conoscenza) dello scempio compiuto nel comune di Surbo in merito al progetto di riqualificazione di Largo Vittoria, che ha portato alla decapitazione dei pini presenti, che in un’ottica di progettazione più sostenibile sarebbero potuti essere considerati parte integrante del progetto stesso.



Alessandro Stanca

Ass. ASI e membro Forum Nazionale dei Giovani/Ambiente





Comunicato di risposta:



“ Dopo avere ricevuto segnalazioni, foto, lamentele da parte dei cittadini surbini e di alcune associazioni ambientaliste (Forum Nazionale dei Giovani sezione Ambiente, l’ultima in ordine di tempo) in merito al “rifacimento” della villa di Largo Vittoria in Surbo, con l’assassinio di decine di alberi decennali se non secolari - spiega Nicola Donno Presidente provinciale Giovane Italia Salento – non possiamo che rimanere sgomenti da come si sia deciso di uccidere quello che era il cuore verde del nostro paese. Già anni fa (8 maggio 2010) avevamo con una nota pubblica manifestato il nostro disappunto sulle modalità che avevano portato a tale atto. Dopo tutti questi anni non è chiaro ancora quale sia il progetto di riqualificazione dell’area ed in che tempi si è deciso di ripristinare una delle zone tra le più belle e ricche di significato del nostro paese. Cercheremo – conclude Donno – di convincere gli amministratori locali a rendere pubbliche quelle che sono le loro intenzioni, condividerle con la gente e soprattutto ripristinare quel polmone verde che oggi piangiamo.”



Nicola Donno - Presidente provinciale Giovane Italia Salento

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venerdì 22 febbraio 2013

DIO, COME TI OLIO! Il 26 febbraio 2013 all'Agrario di MAGLIE

Maglie (Lecce) - DIO, COME TI OLIO! Il 26 febbraio 2013 all'Agrario di MAGLIE

Prosegue il tour di presentazione del volume "Dio, come ti Olio!" che approda a Maglie con l'Organizzazione del Centro Internazionale di Cooperazione Culturale nell'ambito delle iniziative collegate alla MOSTRA FOTOGRAFICA SUL PAESAGGI O “ IL PAESAGGIO SALENTINO : QUALE IDENTITA’ , QUALE FUTURO ? “
Alla presentazione, che si terrà martedì 26 febbraio nella sala conferenze dell'Agrario di Maglie in Via Circolone a partire dalle ore 16,30, interverranno la Prof.ssa Albarosa Macrì, Dirigente Scolastica, il Prof. Agatino Tartivita Responsabile della sede dell'Agrario , il Dott. Agr. Antonio Bruno Coordinatore del Centro Internazionale di Cooperazione Culturale, Leda Cesari direttrice della collana “Dove c’è Gusto”, edizioni Il Raggio Verde. Modera l’incontro la Prof.ssa Albarosa Macrì,.

Dio, come ti Olio! è un progetto editoriale, secondo volume della collana Dove c'è Gusto diretta dalla giornalista Leda Cesari, che accosta alle originali e inedite proposte gastronomiche degli chef ospiti la bellezza e la cultura del territorio pugliese, un territorio raccontato anche attraverso gli scatti esclusivi del fotografo Bruno Barillari, in cui vengono esaltate le proprietà dell’olio, elemento di identità e simbolo di natura e storia oltre che modello di alimentazione sana ed equilibrata perché l’olio è “il ritratto segreto di un popolo, cui è affidato il compito di raccontare la millenaria storia della nostra terra e della nostra cucina” spiega nel suo saggio Giacomo Giancaspro (presidente dell’Associazione Cuochi Baresi e vicepresidente Federazione Italiana Cuochi - area Sud).

E la cucina pugliese sa risvegliare i sensi, tutti indistintamente: per rendersene conto basta sfogliare le pagine dedicate agli chef pugliesi di “Dio, come ti Olio!” Andrea Catalano, Giovanni Curri, Donato Episcopo, Mario Falco, Alessio Gubello, Gegè Mangano, Alessandra Moschettini, Emanuele Natalizio, Franco Tornese, Ippazio Turco. I loro piatti costituiscono il corpus della sezione intitolata “Dio, come ti Olio! al ristorante”, che si fa interprete della gastronomia regionale tra innovazione e tradizione. Una tradizione che continua anche tra i vapori fumanti delle mura domestiche nella sezione “Dio, come ti Olio! a casa”, con le ricette di Anna Maria Chirone Arnò.

Nelle 136 pagine patinate proposte dalla casa editrice Il Raggio Verde sono racchiusi dunque saperi e sapori di una terra millenaria, il cui paesaggio va difeso e tutelato. Parlare di olio significa infatti ricordare anche il patrimonio dei 60 milioni di esemplari di ulivi, di cui 5 di alberi monumentali, su cui può contare la Puglia - come spiega nel libro il giornalista Danilo Siciliano, che regala un lungo excursus storico sull’olio e sulle tipicità delle varie Dop pugliesi, illustrando al contempo i contenuti degli interventi legislativi di tutela, ultimo dei quali quello di cui si è dotata la Regione Puglia nel 2007. Chiude il libro il saggio della giornalista Alessandra Bianco, che presenta l’olio quale ingrediente di bellezza e salute dalla notte dei tempi: dall’antico Oriente ai Fenici, dagli Egizi fino ad arrivare all’antica Grecia e al cuore di Roma.

sabato 16 febbraio 2013

La mela di Biancaneve: l’agricoltura moderna 'avvelena' la nostra salute e la Terra del Salento?



La mela di Biancaneve: l’agricoltura moderna 'avvelena' la nostra salute e la Terra del Salento?

Venerdì 22 febbraio 2013 alle ore 17 e 30 al castello De Gualtieris di Castrignano dei Greci (Lecce) la dott.ssa Maria Antonietta Giancane e il fitoiatra perito agrario Davide De Lentinis terranno um seminario dal titolo: “La mela di Biancaneve: l’agricoltura moderna 'avvelena' la nostra salute e la Terra del Salento?”

La salute dei consumatori e' messa a rischio dal massiccio uso di agrofarmaci (pesticidi, concimi etc): ''i nitrati usati come concimi sono cancerogeni sopra determinate dosi''. Il rischio non e' remoto se pensiamo che ''le piante coltivate in serra sono concimate con soluzioni liquide che abbondano di azoto. Per di piu' se le piante non ricevono luce adeguata (come in serra) accumulano molti nitrati nelle foglie''. Altre sostanze vengono aggiunte (per esempio conservanti) a frutta e verdura lungo la filiera che porta i prodotti sul mercato. Quindi noi consumatori assorbiamo nitrati da diverse fonti: almeno il 37% della frutta e verdura che mangiamo presenta sostanze chimiche e da studi Usa emerge che dei circa 300 agrofarmaci in uso (che spesso finiscono dispersi in ambiente, acqua, aria e frutta e verdura) oltre 50 sono cancerogeni e interferiscono col sistema endocrino.
E al rischio potenziale delle sostanze nocive, si aggiungono carenze di sali minerali, vitamine e altri elementi nutritivi che le piante in serra non riescono a generare a causa della crescita veloce, della scarsa disponibilità di luce e di tutti i microelementi che offre un terreno di coltura normale.
Anche la salute della Terra e' messa in pericolo dall'agricoltura industriale, ''nel mondo il 25% delle terre emerse risulta eroso gravemente (il 30% in Italia), la terra coltivabile nel 1970 disponibile era di 0,38 ettari procapite, di 0,23 nel 2000, e' la proiezione per il 2050 e di 0,15''.
"L’agricoltura rappresenta un patrimonio, la fonte della vita e del cibo. Ma negli ultimi decenni l’uomo ha cambiato le regole del gioco. Oggi l’allevamento viene condotto senza un legame con la terra e con l’ambiente circostante, in enormi capannoi di cemento che sembrano grandi fabbriche, quasi del tutto isolati. Il mangime percorre migliaia di chilometri, mentre gli animali vivono e crescono fermi sul posto, senza muoversi. Gli ortaggi e la frutta, coltivati in ambienti dove tutte le variabili ambientali sono sotto controllo, non hanno più bisogno di seguire le stagioni. Sono bellissimi da vedere ma hanno perso il sapore, la sostanza e spesso anche il valore nutritivo.
Le regole del mercato impongono superfici di coltivazione sempre maggiori, mentre il numero delle aziende diminuisce. Gli agricoltori che non ce la fanno sono costretti a lasciare il frutto del loro lavoro a marcire sui campi perché spesso i costi di un anno di produzione non vengono coperti dai ricavi della vendita dei prodotti."
Dal Libro del Dottore Agronomo Davide Ciccarese “IL LIBRO NERO DELL'AGRICOLTURA” Ponte delle Grazie 2012

venerdì 8 febbraio 2013

Il nostro conterraneo salentino l'Oleologo Luigi Caricato è onore e vanto per tutti noi! Bravo Luigi! Ad Majora! antonio bruno

Il nostro conterraneo salentino l'Oleologo Luigi Caricato è onore e vanto per tutti noi! Bravo Luigi! Ad Majora! antonio bruno

L’olio extra vergine di Oliva del Salento ha potenzialità salutistiche



L’olio extra vergine di Oliva del Salento ha potenzialità salutistiche

La via dell’olio d’oliva del Salento c’è! E’ la via dell’alta qualità! Perché gli oli d’oliva attualmente si apprezzano per le caratteristiche sensoriali ma invece a livello mondiale si impongono per le potenzialità salutistiche dell’olio d’oliva! E’ quanto è emerso ieri mattina al convegno extravergine @lecce2013.it che appunto racchiude diversi momenti culturali, educativi e d'intrattenimento tra cui il maggior centro d'interesse è il concorso nazionale L'Oro d'Italia riservato agli oli extravergini di oliva prodotti in Italia da olive coltivate in Italia.
La domanda che si fa il consumatore mondiale di olio extra vergine di oliva è: “Quanto bene alla salute avrà se come profumo alimentare utilizzo quest’olio d’oliva che sto acquistando?”
Ma la vera domanda che si deve far porre è: Mi fa bene alla salute l’olio extra vergine d’oliva? Oppure mi fa bene alla salute l’olio extra vergine di oliva di alta qualità?
Ma che cos’è l’olio extra vergine di oliva di alta qualità? E’ un olio extra vergine di oliva che ha i parametri più bassi dal punto di vista dell’acidità libera, perossidi e così via, ma ha anche ossidanti naturali: i composti fenolici!
Attualmente l’EFSA che è l’agenzia per la sicurezza alimentare europea ha accettato il plain sui composti fenolici degli oli vergini d’oliva e delle acque di vegetazione.
E i produttori del Salento possono approfittare per rendere unico l’olio extra vergine d’oliva ottenuto dalle celline e ogliarole del nostro territorio.
Ottemperando alla normativa sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute (Reg. 1924/2006 CE), ed in base ai pareri più recenti di EFSA, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare è possibile mettere in evidenza-sia in etichetta che in più ampi messaggi ai consumatori- alcune caratteristiche nutrizionali positive. Li riporto di seguito, nella formulazione corretta di utilizzo.
-          "In base ad un parere di EFSA, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare l'olio extravergine di oliva è un alimento che contiene naturalmente vitamina E (oppure: “fonte naturale di vitamina E”), riconosciuta proteggere le cellule del corpo umano dal danno ossidativo”

-          “In base ad un parere di EFSA, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare la sostituzione di grassi saturi con grassi monoinsaturi e polinsaturi contenuti nell'olio extravergine di oliva può aiutare a mantenere i normali livelli di colesterolo LDL nel sangue"

-          “In base ad un parere di EFSA, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare i polifenoli dell'olio di oliva possono combattere lo stress ossidativo” oppure: “hanno effetti antiossidanti”, oppure: “migliorano il metabolismo dei grassi”,” oppure: “proteggono la frazione LDL dal danno ossidativo”
Ma vediamo meglio come un produttore del Salento può stare tranquillo se mette in etichetta queste diciture.
Vitamina E
Per la Vitamina E, è necessario – se si vuole indicare la salubrità nella formula di cui sopra- che una porzione assumibile quotidianamente (riconosciuta in 2 cucchiai da tavola al giorno, equivalenti a circa 30 grammi) copra almeno il 15% del fabbisogno giornaliero, pari a 20 mg di tocoferolo. Per l’olio extravergine di oliva non dovrebbero esserci problemi a raggiungere tale valore soglia. In ogni caso, nell’incertezza, analisi chimiche sul prodotto possono fornire le adeguate garanzie.
Grassi monoinsaturi
Per i grassi monoinsaturi, a norma della Direttiva 496/90 CE, qualora si intenda comunicare al consumatore il contenuto di acidi grassi monoinsaturi, si deve indicare anche la presenza di grassi saturi. Una tabella nutrizionale completa (vedi Tabella 1) semplifica le cose e fornisce una informazione più completa al consumatore. Questo è maggiormente vero dal momento che nell’indicazione salutistica di EFSA compare un confronto tra grassi monoinsaturi e grassi saturi.
Polifenoli
Per il messaggio sui polifenoli, la situazione è appena più incerta. In via precauzionale, si consiglia di effettuare analisi chimiche volte a quantificare la presenza di idrossitirosolo ed oleoeuropeina, i due polifenoli considerati da EFSA, e assicurarsi che i soliti 2 cucchiai al giorno garantiscano la copertura del valore soglia di 5 mg degli stessi (come somma).Tuttavia, non è escluso che l’indicazione possa essere utilizzata, dietro rischio imprenditoriale, e sul solo olio extravergine di oliva (notoriamente più ricco in composti fenolici) nel seguente format:
“In base ad un parere di EFSA, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare i polifenoli dell'olio di oliva possono combattere lo stress ossidativo*. In tal senso,5 mg di idrossitirosolo e derivati ,che EFSA considera assumibili su base giornaliere tramite l’ordinario consumo di olio extravergine di oliva ed entro una dieta bilanciata, garantiscono tale effetto”.

*oppure: “hanno effetti antiossidanti”,

oppure: “migliorano il metabolismo dei grassi”,”

oppure: “proteggono la frazione LDL dal danno ossidativo”

In effetti non dovrebbero esserci particolari controindicazioni a tale messaggio sull’olio extravergine di oliva. EFSA precisa -riferendosi ai 5 mg di polifenoli indicati- che “questo quantitativo può essere facilmente assunto nel contest di una dieta bilanciato, tramite un moderato consumo di olio di oliva. La concentrazione in alcuni oli di oliva può tuttavia essere troppo bassa per consentire l’ingestione del quantitativo sufficiente di polifenoli entro una dieta bilanciata”.

Certi oli (e quindi l’olio di oliva raffinato) “possono avere un contenuto troppo basso di questi polifenoli”, ma  l’olio extravergine del Salento conferisce mediamente una buona disponibilità di polifenoli rispetto a cultivar non italiane o all’olio raffinato. Una analisi caso per caso sulle cultivar, periodo di raccolta, condizioni climatiche può permettere una maggiore certezza analitica e sicurezza commerciale degli operatori.
Considerazioni Conclusive
Gli orientamenti dell’Antitrust circa pubblicità ingannevole ed informazione ingannevole ai consumatori tengono nel massimo parere le indicazioni date da EFSA, riconosciuta del resto dalla normativa comunitaria (reg. 1924/2006 CE) come il massimo parere scientifico in materia. Di conseguenza, consigliamo vivamente ove possibile e ove lo spazio in etichetta lo consenta, di citarla.

Va altresì considerato che, stante il principio che tali indicazioni sulla salute andranno recepite tramite atto formale dalla Commissione Europea, i pareri di EFSA non hanno un valore giuridico vincolante. Gli imprenditori di conseguenza possono usare i vanti approvati da EFSA, “a loro rischio e pericolo”, significando ciò che devono attenersi a diligenza professionale, informazione trasparente e dimostrare sempre buona fede, contestualizzando i messaggi promozionali in modo da non disorientare o ingannare il consumatore, anche semplicemente “suggerendo o sottintendendo” diverse proprietà salutistiche rispetto a quelle eminentemente autorizzate da EFSA. In particolare, andrebbero trattate con la massima cautela tutte le informazioni aggiuntive che spingono per un maggiore consumo del prodotto, e che potrebbero essere considerate in modo negativo dalle autorità di vigilanza.

giovedì 7 febbraio 2013

Seminario a Castrignano “La tracciabilità della filiera cerealicola nel Salento tra tradizione ed innovazione”




Seminario a Castrignano “La tracciabilità della filiera cerealicola nel Salento tra tradizione ed innovazione”


Il susseguirsi impressionante di emergenze in campo alimentare ha provocato una violenta reazione del consumatore in termini di riduzione dell’acquisto di interi comparti merceologici ed una sfiducia verso il sistema di garanzie e controlli pubblici e delle imprese agroalimentari. Tutto ciò ha creato un generale senso di sfiducia sia riguardo la produzione primaria, l’agricoltura e l’allevamento, sia verso i successivi anelli della catena, come le aziende di trasformazione e la grande distribuzione. A fronte di questo scenario, autorità ed imprese stanno sviluppando nuove strategie di approccio alla tematica della sicurezza dei prodotti.

Ma cosa facciamo in Puglia con la pasta?
Per capire come si fa il prodotto italiano più famoso nel mondo, la pasta, dobbiamo vederlo in un pastificio.
Insomma come si fanno gli spaghetti, i rigatoni, le conchiglie e così via?
Nell’impastatrice da una parte arriva la semola e dall’altra l’acqua. La macchina ottiene un impasto e quando quest’ultimo è della giusta consistenza passa attraverso la trafila che non è altro che lo stampo in cui passa l’impasto. Capite? E’ facile no? Direi che fare la pasta è molto facile. O non siete d’accordo? In pratica si tratta semplicemente dell’unione di una buona semola con della buona acqua. E dov’è allora il trucco? Non c’è trucco e non c’è inganno perché una buona pasta dipende dalla scelta delle materie prime ovvero dalla scelta della farina di grano duro che poi si chiama semola!
Ma che grano si usa nei pastifici italiani?  
Si tratta di grano che viene prodotto in Italia? Noi sappiamo per certo che il grano prodotto in Italia fornisce una semola che da un ottima pasta.  Se il grano è italiano dovrebbe essere prodotto in una o più aziende che stanno nei pressi del pastificio e che forniscono il grano per il mulino. Si tratta quindi di scegliere di seminare del buon grano del Salento leccese e di verificarne i profumi e le consistenze per la pasta che a quel punto sarebbe pasta prodotta da grano del Salento!
Ma che cosa accade a Giugno di ogni anno nel porto di Bari?  
Proprio qui vicino al nostro salento c’è la terra di bari che nella città capoluogo di regione ha un porto che è uno degli scali più importanti d’Italia!
Dall’Ucraina arriva il grano che con la nave viene trasportato dal Mar Nero a Bari. Quest’anno a Bari c’era una nave enorme che occupava quasi tutta la banchina ed era una nave che conteneva grano australiano. La nave conteneva 55mila tonnellate di grano che per essere trasportato necessita di 1.500 autotreni! La nave australiana era lunga 200 metri, le stive sono sigillate durante la navigazione e vengono aperte solo nel porto di Bari per scaricare il grano. Nella nave ci sono sette stive ognuna delle quali contiene 9mila tonnellate di grano duro. Ci sono voluti dieci giorni per scaricare dalla nave tutto il grano. La nave era partita dall’Australia i primi di maggio 2011 e solo dopo 48 giorni è arrivata a Bari.
Quale tragitto ha fatto la nave dall’Australia a Bari?
La nave ha fatto un lungo viaggio è partita dall’Australia del sud, poi ha navigato nell’Oceano Indiano, quindi è passata da all’oceano Atlantico e da Gibilterra è entrata nel Mediterraneo. Le navi non passano più da Suez perché ci sono i pirati e quindi sono costrette a fsre questo lunghissimo giro per arrivare dall’Australia a Bari.
Il giro del grano chiuso dentro ad una stiva un mese e mezzo.
Insomma il grano australiano per arrivare a Bari ha attraversato due oceani, ha costeggiato tre continenti, ha navigato lungo tutto il Mediterraneo. Un mese e mezzo chiuso dentro ad una stiva. Ma come può arrivare questo grano? E le muffe che si sviluppano? I funghi? E se ci sono state delle contaminazioni chi controlla? Ma che grano arriva a Bari? C’è qualcuno che controlla?
Il grano dell’Australia e dell’Ucraina va ad Altamura
E il grano di Altamura che fine ha fatto? E il grano del Salento leccese che fine ha fatto? E tutti quelli che fanno la pasta nel Salento leccese che grano utilizzano? Si usa grano Ucraino e Australiano per fare la pasta? E allora perché non lo scrivono sull’etichetta? Perché chi acquista la pasta non può essere messo a conoscenza se il grano è quello del Salento o se invece è grano ucraino o australiano? O se è fatto di miscele di grano?
Di tutto questo parleranno Francesco Tarantino del Molino del Salento Maglie e Salvatore Quarta di Quarta Cereali Novoli il 15 febbraio 2013 alle ore 17 e 30 nella sala conferenze del Castello De Gualtieris a Castrignano dei Greci che terranno il seminario da titolo: “La tracciabilità della filiera cerealicola nel Salento tra tradizione ed innovazione”. I seminari sono coordinati da Marta Chilla