domenica 18 ottobre 2015

XYLELLA, alcune dovute riflessioni del collega Dottore Agronomo Michele Trotti

XYLELLA, alcune dovute riflessioni
Sono condivisibili le considerazioni del prof. Xyloiannis, tra cui rilevo la necessità di ampliamento del comitato tecnico-scientifico nazionale ad altri profili finora inspiegabilmente esclusi. 
Non più procrastinabile è l'avvio di una vasta azione di profilassi nelle aree indenni della Regione Puglia, sostenuta dalla stessa Regione, utilizzando i diversi mezzi tecnici che la sperimentazione e la ricerca oggi suggeriscono, unitamente all'adozione di buone pratiche agronomiche.
La diffusione dell'infezione in questi ultimi due anni conferma con sempre maggiore evidenza il limite di una strategia che già nell'aprile scorso, unitamente a un esteso gruppo di agronomi brindisini, valutavamo di poca efficacia...
E' una strategia che insegue il problema, invece che superarlo, priva di rigore scientifico.
Così come lo è la misura che prevede l'abbattimento delle piante ospiti nel raggio di cento metri da quelle infette, di cui andrebbe eccepita la legittimità in ambito europeo anche con riferimento a quanto previsto dalle ISPM9 del IPPC (International Plant Protection Convention), cui vorrebbe ispirarsi.
La vicenda di Trepuzzi, oggi il comune con il maggior numero di piante infette malgrado i numerosi abbattimenti dello scorso anno, lo conferma. Repetita iuvant: analoghe esperienze condotte all'estero hanno evidenziato i medesimi limiti.
Di contro non si rendono ancora disponibili gli stanziamenti previsti per una diffusa sperimentazione in campo, nonostante le ripetute dichiarazioni di intenti.
Del tutto inadeguata si registra l'attività di formazione e informazione finora svolta, in primis tra gli olivicoltori, di fatto delegata ai media con le inevitabili frequenti confusioni e inesattezze...
Stigmatizzabile la rinuncia al prezioso apporto che sarebbe derivato dall'impiego in campo di tecnici agronomi: opzione assimilabile per analogia - mi si consenta il paragone - al mancato coinvolgimento di medici di base in caso di epidemia in ambito umano...
Spostare più a nord l'area infetta? E' un ipotesi. Occorre riflettere, è una possibile temporanea soluzione tuttavia non priva di effetti collaterali.
Si ampliano gli spazi per interventi alternativi all'abbattimento.Ciò che va radicalmente mutato è l'approccio, che deve abbandonare ogni soluzione semplicizzata di mera lotta al patogeno, peraltro non ancora accertato tale, per aderire a una gestione agroecologica e olistica del problema che guardi al rapporto pianta - ospite - ambiente in termini rigorosamente scientifici e di sostenibilità ambientale.
Nulla di più, ma nulla, nulla di meno.






sabato 17 ottobre 2015

Tavola rotonda " Gli ulivi del salento: tra disseccamento e scenari possibili. Bagnolo del Salento Sabato 17 ottobre

Dura lex, sed lex!
Dura lex, sed lex: la frase, tradotta dal latino, significa "La legge (è) dura, ma (è sempre) la legge".
È un invito a rispettare la legge anche nei casi in cui è più rigida e rigorosa.
Questo motto risale al periodo di introduzione nell'antica Roma delle leggi scritte.
Così il motto significa: sebbene la legge sia dura, è una legge scritta, uguale per tutti.
Sembrerà strano “la cura della ruspa” è la conseguenza di questa frase latina.
Il batterio Xilella fastidiosa subspecie pauca Ceppo Co.Di.Ro."non puo' essere sconfitto o arrestato se non attraverso l'abbattimento delle piante malate nonche' di quelle che circondano le piante infette, secondo le direttive ricevute dall'Unione europea".
Le direttive, la legge!
Io mi chiedo e chiedo a tutti i colleghi, agli addetti ai lavori, agli scienziati che si occupano di questo batterio se qualcuno crede che il batterio sarà sconfitto attraverso l'abbattimento delle piante malate nonche' di quelle che circondano le piante infette, secondo le direttive ricevute dall'Unione europea?
Io non ci credo.
Da Santa Maria di Leuca a Bari c’è una continuità di olivi senza che ci siano altre coltivazioni che rompano la continuità stessa, un unico immenso oliveto, una foresta degli ulivi che non lascia speranza ad un isolamento attraverso lo svellimento degli alberi e delle altre piante infette.
Lo scrivo a chiare lettere. Qualche collega dice che con il  Psa Pseudomonas syringae pv actinidiae si è riusciti con questo metodo della ruspa. Ma basta guardare la letteratura scientifica per prendere atto che invece è in aumento in Italia e in Emilia-Romagna, anche se le recenti esperienze maturate hanno dimostrato che la convivenza è possibile, mantenendo una produzione sostenibile e che è però necessario seguire adeguate pratiche agronomiche.
Quindi tutti noi dovremmo uscire dall’ipocrisia e dire con chiarezza che quanto ci impone la legge non è assolutamente certo che darà il risultato di sconfiggere o arrestare il batterio, anzi è improbabile alla luce delle conoscenze scientifiche che questa “cura della ruspa” sconfigga o arresti il batterio.
Io l’ho fatto con questo scritto, l’ho detto nelle sedi in cui ho avuto la possibilità di esprimere la mia opinione. Ai decisori politici l’onere e l’onore di prendere le decisioni che più credono opportune.
Io, sommessamente, propongo di cambiare la direttiva.
E’ noto che le principali attività dell’EPPO nel campo della quarantena fitosanitaria ha come uno degli obiettivi quello di aiutare i suoi paesi membri a prevenire l’entrata o la diffusione di parassiti dannosi (quarantena vegetale).
E’ noto altresì che l’Organizzazione è incaricata di identificare i parassiti che possono presentare un rischio, facendone delle liste (liste EPPO A1 e A2) e di avanzare proposte ai paesi membri sulle misure fitosanitarie che dovrebbero essere assunte nei loro confronti.
Le liste A1 e A2 includono le specie che l’EPPO suggerisce agli stati membri di inserire nelle legislazioni fitosanitarie nazionali come organismi di quarantena.
Questi suggerimenti si fondano su “Pest Risk Analysis” (PRA) condotte da gruppi di esperti e su appropriate documentazioni scientifiche.
Per ogni organismo di quarantena compreso in A1 o A2, l’EPPO raccomanda agli stati membri i “Pest-Specific Phytosanitary Requirements” (PSPRs), relativi ai requisiti che dovrebbero essere richiesti ai paesi terzi esportatori per le merci che possono veicolare l’organismo stesso.
Tutti sappiamo il perché delle due diverse liste A1 e A2. Infatti la lista A1 raggruppa organismi di quarantena non ancora presenti nell’area di competenza EPPO, mentre la lista A2 comprende organismi di quarantena già presenti nell’area ma non largamente diffusi e considerati sotto controllo ufficiale.
L’Italia ha recepito con la legislazione fitosanitaria, gli organismi delle liste A1 e A2 che quindi sono di quarantena.
La soluzione che propongo è la EPPO sia incaricata di analizzare la situazione del batterio Xilella fastidiosa subspecie pauca Ceppo Co.Di.Ro attraverso una nuova “Pest Risk Analysis” (PRA) per giungere alla conclusione che suggerisco ovvero di inserire questo batterio in lista A2 che comprende organismi di quarantena già presenti nell’area della Comunità ma non largamente diffusi e considerati sotto controllo ufficiale.