martedì 20 novembre 2012

“Diversità in concerto” l'innovazione in agricoltura ispirata dal dottore agronomo Carmelo Buttazzo


Diversità in concerto l'innovazione in agricoltura ispirata dal dottore agronomo Carmelo Buttazzo



Aveva deciso di lavorare in Umbria, la Regione che ha gli stessi abitanti della Provincia di Lecce, ma poi l'amore l'ha riportato qui. Come dici? Di chi sto scrivendo? Ma di Carmelo Buttazzo, classe 66, che si è laureato nella prestigiosa Università di Perugia e di professione fa il dottore agronomo.

Ha messo l'anima nel lavoro che fa ed a volte anche gratis; perchè non era daccordo sulla leggenda secondo la quale gli olivi del Salento producono olive da cui si può ottenere solo olio lampante. E' stato per lui come accettare una sfida per la curiosità di vedere se proprio lui fosse capace di ottenere degli oli d'oliva d'eccellenza dagli alberi della foresta degli ulivi del Salento leccese.



L'olio prezioso

L'olio è stato sempre un alimento prezioso per averne conferma basti pensare che ancora oggi, così come accadeva durante tutto l’Alto Medioevo (476-1000 d.C.), quando a tavola qualcuno versa il vino ecco che tutti ci bagniamo le dita e ci tocchiamo il collo perchè tale evento rappresenta un buon auspicio, ma se si rompe una bottiglia d'olio ecco che tutti pensiamo ad oscuri presagi. Questo è stata la ragione che ha incuriosito Nino, chiamiamo amichevolmente così il collega Buttazzo, infatti per lui era inspiegabile come la situazione si sia potuta invertire; infatti è noto a tutti che con il vino del Salento un imprenditore riesce ad avere la giusta remunerazione per il suo prodotto, mentre per l'olio d'oliva d'eccellenza non è così.



Diversità in concerto

E fu così che il nostro eroe arrivò alla costituzione di una rete d'imprese che producono agroalimentare d'eccellenza la cui formalizzazione avverrà alle ore 11.00 di Mercoledì 20 novembre 2012 presso la Camera di Commercio Lecce con atto del Notaio Carnicelli. Sono andato a trovare Nino che è l'ispiratore e promotore di questa rete presso il suo studio in Via San Cesario, 127/A a LECCE e l'ho trovato immerso nelle bottiglie dei vari lotti di olio d'oliva di eccellenza di questo magico 2012. Mi ha accolto con il suo sorriso di uomo d'altri tempi, si! Nino è un uomo dei miei tempi, quando l'onore, il senso del dovere e il rispetto per i clienti era la stella polare di noi dottori agronomi della Provincia di Lecce. Ed è così che ho fatto un intervista all'ispiratore e fondatore della rete d'impresa “Diversità in concerto”.

Perché ti è venuto in mente di promuovere questa iniziativa di tante imprese dell'agroalimentare che si mettono insieme?

Perché sono certo che, attraverso i prodotti della terra del Salento leccese, si valorizzerà anche il territorio che, a sua volta sarà il traino per le produzioni agricole. Io sono certo che il nostro territorio ha bisogno di credibilità e questa credibilità può arrivare solo con la consapevolezza, da parte dei proprietari dei tanti piccoli pezzi di Paesaggio Rurale del nostro territorio, delle potenzialità di qualità che il territorio può esprimere.

E come si può giungere all'innovazione che porta alla qualità?

Caro Antonio, tu conosci la mia battaglia per far si che ogni azienda si doti di un dottore agronomo che la segua. Io penso che solo attraverso la collaborazione tra professionista dottore agronomo e proprietario del Paesaggio Agrario si possa giungere a prodotti d'eccellenza. Devo però dire che questo rapporto non può essere strettamente legato al pagamento della parcella anche se è giusto il riconoscimento economico a colui che ti guida in determinate scelte. Anzi io suggerisco ai giovani colleghi di offrire la loro collaborazione senza pretendere nulla, facendo la giusta esperienza perchè bisogna essere molto umili in questo delicato lavoro, rimanendo in attesa di risultati di aumento del reddito del proprietario. Insomma io suggerisco di legare la parcella in proporzione al risultato ottenuto dal proprietario dell'oliveto. Se si ha la passione per questo mestiere si può giungere, come in qualche caso è capitato a me, a fornire la propria prestazione professionale senza ricevere un corrispettivo. Ma ciò non significa lavorare gratis, perchè alla lunga questa condotta è fonte di risultati di successo entusiasmante. Io ne sono la prova vivente!

Da mercoledì 21 a sabato 24 a Lecce si terrà la fiera dell'innovazione tu ci andrai?

Non solo ci andrò, ma sono stato chiamato a illustrare questa idea innovativa della rete d'imprese “Diversità in concerto”. Ho accetto di illustrare la mia idea alla Fiera dell’Innovazione perchè è il luogo dove le aziende accolgono l’innovazione più utile allo sviluppo delle proprie attività e allo stesso tempo contribuiscono ad orientare la ricerca verso obiettivi più vicini alle condizioni della produzione. Spero comunque che si realizzi l’ ambizioso obiettivo, previsto nell’ambito del progetto ILO2-Fase2, di creare una filiera regionale della conoscenza e dell’innovazione, perchè è in questa sede che si potranno ottenere le sinergie che fanno successo attraverso la diversità e l'innovazione.

Mi vuoi spiegare che cos'è la rete d'impresa “Diversità in concerto” ?

L'idea è innovativa perchè si concretizza in una associazione tra aziende che applicano un codice deontologico, di buone regole e procedure con l'obiettivo di raggiungere determinati parametri qualitativi. La rete d'impresa si prefigge di qualificare l'offerta territoriale integrata del Salento inteso come turismo rurale, cultura e prodotti agroalimentari. La diversità di gusto, cultura e del territorio rappresenta la ricchezza per tutti gli abitanti del Salento leccese. Nella rete “Diversità in concerto” ci sono produttori di olio, miele, conserve di prodotti ortofrutticoli trasformati e confezionati nelle tipiche ricette salentine oltre che di un'adesione di cui vado particolarmente orgoglioso che è quella della dott.ssa Giovanna Melcarne che produce Yogurt dal latte fresco delle vacche da latte del Salento leccese.

Lo scorso sabato, in un convegno a Morciano di Leuca, S.E. Il Prefetto di Lecce dott.ssa Giuliana Perrotta ha osservato che noi salentini siamo diffidenti e per questo restii a stare insieme associandoci. Tu come sei riuscito a vincere questa nota e atavica diffidenza?

Tutto dipende da quello che ho fatto negli ultimi 15 anni e da come l'ho fatto.


Puoi spiegarci meglio, anche per mettere gli altri nelle condizioni di ottenere questo fare sistema mettendosi assieme?

Voglio dire che negli ultimi 15 anni sono stato guidato dalla passione per il lavoro che svolgo che dovrebbe essere finalizzato a dare risposte agli agricoltori attraverso una consulenza seria e professionale e che guardi al rispetto dell'ambiente ed alle severe leggi del mercato agroalimentare sempre più attento alla qualità nutraceutica e di sicurezza alimentare. Bisogna creare le giuste sinergie e lavorare con le giuste persone evitando al massimo gli intoppi che possono pregiudicare il lavoro di tutta la squadra. L'agronomo in questo ha un importante ruolo di coordinamento e di guida per finalizzare il lavoro verso gli obiettivi preposti.


Ho visto il marchio della rete d'impresa “Diversità in concerto” ha un significato?

Il marchio di Diversità in Concerto è composto da una serie di tessere di un puzzle di una installazione scultorea. Ogni tessera è scolpita da una determinata matrice: pietra leccese, l'alabastro, il marmo di Carrara, il Cemento, il gesso ecc. e la loro forma non consente di unirsi in un unico mosaico. Bene, nel mio immaginario, rappresentano la "diversità" che si riscontra nelle produzioni agroalimentari ed in particolare nell'olio salentino, dove pur essendo tutti oli salentini "tessere" sono alla fine tutti con sfumature e matrici diverse.


Tutto molto bello. Io ricordo a me stesso che chi fa Impresa e innova ha una legittima aspettativa di aumentare gli utili. Qual'è il valore aggiunto che la tua iniziativa innovativa determinerà nei bilanci delle aziende che hanno aderito?

La proposta commerciale della rete d'impresa “Diversità in concerto” lega la proposta di un singolo prodotto a tutti gli altri. Questo stesso fatto rappresenterà l'aumento del volume d'affari di tutti gli aderenti legati da una Carta dei Principi e dei requisiti di qualità che garantisce i consumatori.



Grazie Nino e in bocca al lupo per la tua iniziativa.

Grazie a te Antonio per la tua azione di informazione.

Prima di andarmene ho assaggiato una serie di oli di oliva d'eccellenza, mi sono emozionato ad ogni assaggio, ho provato l'ebrezza di gustare questo succo di olive sane, colte al momento giusto, curate una per una dall'amorevole passione dei proprietari e dei frantoi guidati dalla saggezza di Nino il dottore agronomo innamorato dell'olio d'oliva d'eccellenza proveniente degli alberi di Cellina e Oliarola del Salento leccese.



di Antonio Bruno

domenica 18 novembre 2012

Il viaggio dell’olio salentino

Il viaggio dell’olio salentino

Il viaggio dell’olio salentino è stato lungo ma i risultati stanno arrivando e forse ne è valsa la pena.

Coldiretti nazionale ha diffuso pochissimi giorni fa un dato molto incoraggiante, cioè che l’occupazione nelle campagne aumenta del 10% in controtendenza rispetto a tutti gli altri settori soprattutto l’industria, però pochissimi giorni dopo l’assessore regionale alle risorse agricole della Puglia Dario Stefàno ha diffuso un dato di segno opposto e cioè che ci sono 1.104 terreni agricoli in vendita a causa della crisi. Sono due dati che sembrano contrastanti ma che invece rappresentano le diverse facce di una stessa medaglia. L’agricoltura è un settore che è in forte ristrutturazione per cui una parte del settore è interessato dall’innovazione e fa investimenti, conquista nuovi mercati e di conseguenza assume personale e poi c’è un’altra parte del settore che si sta legittimamente rottamando e di conseguenza preferisce abbandonare prima e vedere poi i terreni.

Nel frattempo l’imprenditore Giovanni Melcarne riesce a strappare questo importante contratto con Harrod’s. Questo successo parte da lontano perché l’imprenditore otto anni fa ovvero nel 2004 mandò dei campioni ad Harrod’s i grandi magazzini inglesi, e dopo una lunga serie di test sull’olio ed indagini che hanno riguardato anche l’azienda di Giovanni Melcarne, l’olio extra vergine d’oliva del Salento ha battuto tutti i concorrenti di Grecia e Spagna oltre ad aziende italiane di altre regioni e hanno deciso di mettere il marchio Harrod’s sull’olio di ogliarola leccese e cellina di Nardò di Giovanni Melcarne. Le olive in questione sono quelle previste nel disciplinare DOP Terra d’Otranto.

La cosa che ha fatto più piacere a Giovanni Melcarne è che dopo circa un anno il prodotto greco e spagnolo, con un etichetta leggermente diversa, è stato tolto dagli scaffali di Harrod’s. Il prezzo di 20 Euro a bottiglia di 0,50 litri è stabilito da Harrod’s ma la soddisfazione aziendale e la giusta remunerazione è stata riconosciuta al produttore salentino. Purtroppo la stessa cosa non capita facilmente con le aziende italiane. La stagione olivicolo – olearia è iniziata da parecchio tempo nel Salento perché ci sono degli imprenditori fortemente innovativi che ricercano la massima qualità del prodotto aprendo presto i frantoi. Giovanni Melcarne ha aperto la campagna olearia il 29 settembre 2012 battendo ogni record. L’olio che viene ottenuto dalle olive raccolte nel Salento nei primi giorni di ottobre danno oli di eccellenza. Comunque l’esperienza degli imprenditori olivicoli ci restituisce l’osservazione che un olio extra vergine d’oliva d’eccellenza viene prodotto dalle olive raccolte nel mese di ottobre.

In Italia ci sono diverse latitudini e, come sappiamo l’Italia è una penisola che si estende nel mediterraneo ed è lunga, come la stessa Puglia anch’essa penisola lunga ed infine il nostro Salento oltre ad essere anch’esso una penisola lunga è una terra tra i due mari. Inoltre come tutti possiamo osservare il Salento ha dei microclimi che sono diversi per ogni zona dello stesso Salento. Ecco perché l’abilità del buon produttore e del buon frantoiano sta nel cogliere il momento giusto della raccolta nei singoli oliveti che dipende dal raggiungimento da parte delle olive del grado di maturazione ottimale. Questa momento magico della raccolta è il precursore di una infinita varietà di profumi e di flagranze che vengono trasferite nel prodotto finale, in quell’olio d’oliva extra vergine del Salento leccese che inebria di profumi e sapori le nostre pietanze. Questo fa la differenza insieme alle competenze che si mettono in campo nella fase di molitura e che dipendono soprattutto dalle temperature che si devono controllare nelle diverse fasi. Chiunque può ottenere un olio d’eccellenza a patto di mettere in atto questa sapienza che se non è disponibile all’imprenditore è possibile acquisire attraverso un consulente dottore agronomo che venisse incaricato di seguire la produzione e la trasformazione del prodotto.

All’esperienza di Giovanni Mercarne si affianca quella dell’olio prodotto dalle olive dell’albero secolare di Vernole Lecce donato a Michelle Obama. L’olio ottenuto è stato analizzato e corrisponde alla categoria dell’alta qualità dell’olio italiano secondo il disciplinare Unaprol e con un contenuto in Alchilesteri pari a 7 (sette) e questo metterà certamente a tacere tutte quelle cattive idee che si sono fatte sul disegno di legge denominato “legge salva olio italiano” che prevede il limite di Alchilesteri a 30 necessario affinché un prodotto possa definirsi olio extra vergine d’oliva italiano. I risultati delle analisi dell’olio prodotto dall’albero secolare di Vernole mi permettono di dedurre che anche dagli olivi secolari è possibile ottenere un olio extravergine d’eccellenza che come evidente per essere ottenuto necessita di spese di raccolta maggiori rispetto agli oliveti giovani. Anche in questo caso è bene sottolineare che tale maggiori costi possono essere assolutamente sostenibili se intervengono le leve del marketing che consenta di individuare i mercati mondiali dove collocare questo prodotto e ottenere in tal modo il giusto reddito. Anche questa funzione è possibile sia svolta dai dottori agronomi se i committenti dessero loro tale incarico.

Negli ultimi tempi si stanno diffondendo gli oli extra vergine d’oliva aromatizzati al limone oltre ad altri aromi e qui i puristi potrebbero storcere il naso. Comunque si tratta di prodotti che hanno un target diverso rispetto all’extravergine e l’Azienda di Giovanni Melcarne è da circa tre anni che li produce. Questi olii non vengono ottenuti con l’aggiunta di essenze sintetiche. L’olio aromatizzato si ottiene aggiungendo alle olive il frutto ovvero il limone o l’arancio o le foglie di basilico e tutto questa miscela viene macinata e lavorata insieme. Tale miscela è ottenuta con olive mature che darebbero un olio meno pregiato dal punto di vista organolettico che invece diviene pregiato per l’aggiunta degli aromi ottenuti dalla miscelazione. Per quanto riguarda poi le diverse suggestioni e odori, sapori che vengono sentiti dagli assaggiatori di olio dobbiamo dire che gli odori e i sapori sono reali che è possibile anche individuare attraverso le sostanze analizzabili e non frutto di una suggestione.

Vendere l’olio diviene la priorità e per farlo c’è bisogno di collegarlo al territorio e al turismo. In questa congiuntura internazionale caratterizzata dalla crisi del turismo in tutto il mondo vedono invece la Puglia e Il Salento in controtendenza infatti i flussi turistici nel nostro territorio non hanno risentito della crisi. Poi c’è un mercato interno che non consuma olio extra vergine d’oliva salentino. Si tratta di quasi un milione di persone che pur vivendo circondati dalla foresta degli ulivi non consumano l’olio che producono questi giganti del mediterraneo. Poi ci sono quasi 2 milioni di turisti che arrivano in Estate nel Salento che venendo da noi dimostrano di apprezzare il nostro territorio e allo stesso tempo si apettano da noi che glielo facciamo vivere in maniera integrale. A tale proposito si tratta di mettere in contatto queste persone con i nostri prodotti di eccellenza, primo tra tutti l’olio extra vergine.

Assaggiando l’olio di Giovanni Melcarne si sentono i frutti di bosco nella cellina di Nardò e il cardo e carciofo nell’ogliarola leccese. Si può sentire la banana acerba, la cicoria selvatica, di erba appena sfalciata, in definitiva un bouquet aromatico che da all’olio un’armonia olfattivo – gustativa eccellente.

venerdì 16 novembre 2012

Come fu che la Quercia Vallonea di viale Gallipoli a Lecce riuscì a sopravvivere


Come fu che la Quercia Vallonea di viale Gallipoli a Lecce riuscì a sopravvivere


Chi di noi non ha visto la quercia vallonea di Lecce in viale Gallipoli? Bella vero? Quercia semisempreverde, alta intorno ai 15 metri; ha fusto dritto e grosso in proporzione, di circa un metro di diametro.

La Vallonea salvata da Attilio Biasco
Quella Quercia esiste grazie alla tenacia di un Dottore Agronomo. In quel posto c’era l’Orto Botanico voluto dal Francese Gioacchino Murat che ebbe nel 1808 da Napoleone Bonaparte il Regno delle due Sicilie e che costituì in tutte le province del regno appunto l’orto botanico. La Quercia Vallonea è una sopravvissuta di tale Orto. Mi raccontò il collega Attilio Biasco che suo nonno alla notizia che il mio omonimo Antonio Bruno, allora podestà di Lecce, voleva abbattere la Vallonea per avere un piazzale tutto suo da dove arringare le folle del ventennio prese il treno per Roma e si fece ricevere da Benito Mussolini al quale rappresento le ragioni della Vallonea. Fu così che la Vallonea riuscì a sopravvivere al podestà di Lecce Antonio Bruno.

Le ghiande di Marco
Ma oggi la Vallonea può anche rinascere grazie alle 100 ghiande raccolte dal mio amico Marco Nassisi che mi dice ha dovuto imbonire addirittura un rumeno che vive sotto quella chioma. C’è da dire che le ghiande di Vallonea maturano nel secondo anno (nel subgenere Cerris) ma, vi sono biotipi che anticipano la maturazione nell'anno. Sono portate isolate o a gruppi su corti peduncoli (massimo 2 cm); sono grosse 2-3 cm e lunghe fino a 4,5 cm, cilindriche, a maturazione di colore rosso-bruno e sono pubescenti ad eccezione della parte superiore che è arrotondata con una cicatrice molto convessa, la parte apicale è ombelicata.

FAI DA TE: Come ottenere una pianta di quercia Vallonea 
C’è un altro amico che fa germogliare le ghiande e propaga la Vallonea nel Salento che mi ha raccontato come fa. E’ Oreste Caroppo che ha raccolto le ghiande sulla Scorrano – Supersano.

Per farele germogliare le ha messe in acqua per 2 – 3 giorni e subito dopo nel cotone idrofilo sino a che le ghianda non giungono alla radicazione. Quando la radichetta raggiunge i 2 – 3 centimetri la ghianda radicata viene trapiantata dove crescerà per i prossimi secoli.

Nel ventennio fascista il podestà di Lecce Antonio Bruno voleva abbattere la Vallonea ora come allora ci sono le opere dell’uomo dei novelli podestà della terza repubblica che vogliono fare altrettanto. In provincia di Lecce Oreste Caroppo e Marco Nassisi tentano di conservare ciò che l’uomo potrebbe distruggere perdendo per sempre parte di se stesso.

La presenza delle Querce Vallonee a Lecce

l Coordinamento Provinciale del WWF di Lecce da tempo è impegnato nella mappatura della presenza di querce Vallonee nella città e nel territorio provinciale collaborando, in questa attività, con l’Orto Botanico dell’Università degli Studi di Lecce e il Corpo Forestale dello Stato. L’individuazione di singoli alberi o nuclei boschivi di querce Vallonee, presenti in giardini privati o in aree pubbliche sono molto importanti per le attività di ricerca didattico-scientifica per la riproduzione della specie attraverso la raccolta e la semina delle ghiande e per l’elaborazione di programmi e progetti per tentare di "ricostruire" il più possibile il suo habitat originario. Tra i siti individuati, particolare menzione meritano interessanti piccoli popolamenti di Vallonee intorno alla città in località “Tre colline” e nelle aree circostanti il Borgo San Nicola.

di Antonio Bruno

domenica 11 novembre 2012

Benvenuto autunno salentino

Benvenuto autunno salentino

Il primo ottobre ai miei tempi era il primo giorno di scuola. Era così in tutta Italia e alle elementari, le maestre ed i maestri, ci raccontavano l’autunno della vendemmia, delle semine del grano e dell’olio d’oliva. Si respirava quest’aria anche a casa con la frutta di stagione sulla mensa che sottolineava l’inizio dell’impegno di un nuovo anno. Io ce l’ho negli occhi la tranquillità dell’autunno sempre uguale, la bellezza dei colori caldi della campagna, il marrone della terra arata. E il caposaldo dell’autunno della nostra terra è il mese d’ottobre che incombe con le sue prime acque anche se quest’anno solo il 9 ottobre ha regalato i primi spruzzi.

L’autunno che si spande anche a Lecce Città porta d’Europa. Basta andare in Piazza Sant’Oronzo per ammirare il Melograno Oronzo caro a Giovanna Falco che ne fotografa la vegetazione da mesi, che ostenta le prospere melagrane. Basta fermarsi a guardare le tante bancarelle lungo le strade per poter portare a casa succosi grappoli d’uva o fecondi agrumi. Ma l’ottobre del Salento è arricchito da frutta che non vediamo da tempo, che si nasconde nelle campagne, come le propiziatorie mele cotogne e le gustose bacche e more che rimangono sugli alberi ed arbusti anche se, a dire la verità, alcune delle mele cotogne vengono trasformate nella gustosa marmellata nota come cotognata leccese.

Qual è la frutta nascosta? Ricordate i corbezzoli? Sono in pochi i salentini che quest’anno hanno assaggiato la bacca globosa del diametro di uno, due centimetri, rosso scura, con superficie ricoperta di granulazioni e con polpa carnosa piena di molti semi. Non se ne vedono nei mercati e nemmeno sulle bancarelle lungo le strade eppure hanno caratterizzato per tanto tempo la vita del Salento.

L’autunno delle verdure del Salento. Nei campi le piante di cavolfiore, alcune saranno pronte per essere raccolte a novembre, altre a gennaio. Ma se si porta lo sguardo oltre ecco che si possono scorgere le ultime zucche e si vedono anche bietole, cicoria, cipolle, coste, erbette, funghi, indivie, lattughe, porri, rape, ravanelli, rucola, sedano e spinaci.

Nel nostro territorio c’è stata sempre la terra con i suoi odori, colori e sapori che abbiamo osservato nei viaggi e negli spostamenti. C’è sempre stata la terra, questa madre che è dispensatrice ma, allo stesso tempo, pretende rispetto. Dobbiamo capire che per noi la terra è un valore e che dobbiamo fare un patto, stringere un legame tra noi e la terra per ottenerne vita e nutrimento.

L’autunno della vendemmia è un'occasione da non perdere. Ci sono tante iniziative nel Salento per vivere l’esperienza della raccolta delle uve, respirare il profumo del mosto, partecipare in prima persona, al fianco dei contadini , alla vendemmia.

Finalmente è possibile, per chi lo desideri, fare bellissime passeggiate nei vigneti del Salento. Insomma è possibile accorrere al grido “Tutti a vendemmiare!” perché finalmente nel Salento l'uva chiama a raccolta!

Il Salento dei Fichi d’india e delle piante di agrumi che colorano le campagne e rendono unico il nostro Paesaggio. Il Salento dei pasticciotti (pasta frolla farcita di crema pasticcera e cotto in forno), delle torte e delle marmellate fatte in casa, delle frise (rondelle preparate col grano duro ma anche orzo, cotte al forno, tagliate a metà in senso orizzontale e fatto biscottare nuovamente in forno) al pomodoro e capperi da gustare con l’extravergine Salento DOP, della nostra terra tanto generosa in fatto di oro verde.

Il Salento dei rustici, gelati, pizze e panini farciti, dove è facile fare incetta di squisitezze tutte fatte con prodotti genuini e con la sapienza che è nelle mani fatate della massaia.

Quante volte il nostro sguardo si è perso tra le “foreste” di ulivi? Già i nostri ulivi! Alcuni addirittura millenari, sparsi per tutto il territorio. La nostra regione da sola produce il quaranta per cento dell’olio italiano e sappiamo che la maggior parte proviene dal Salento.

I buongustai avvertono:”Se andate nel salento allertate i sensi, le due cultivar tradizionali salentine sono la "Cellina di Nardò" e l’ "Ogliarola Salentina": promettono veri e propri viaggi nell’Impero del gusto.”

Abbiamo detto del vino, ma questo è anche il tempo della raccolta delle olive! Il Salento è in fermento in questi giorni per la preparazione della raccolta, per il trasporto delle olive nei frantoi e la molitura che fa sgorgare miracolosamente l’oro verde.

Eppure nessuno ne sa nulla! Tutto accade come se ci si dovesse nascondere, nessuno grida “Tutti a raccogliere le olive!” come nel caso del vino. Unica sola voce nel deserto, quella della Masseria Stali di Rita e Leo Piccinno, che il 7 ottobre ha fatto omaggio all’olio extra vergine d’oliva, uno dei prodotti più importanti della cultura del Salento nonché prodotto di punta della azienda del Presidente della Coldiretti di Lecce.

Presso il frantoio della Masseria Stali a Caprarica di Lecce è stato possibile assistere all’intero ciclo di produzione e gustare piatti legati alla tradizione, a base di legumi e ortaggi, comunque reinterpretati dagli chef dell’Agriturismo. Protagonista è stato il novello appena franto, che si poteva gustare insieme al pane appena sfornato dal forno a legna. E’ stato un momento di grande convivialità in compagnia dei clienti venuti numerosi da tutta la regione per assaporare un menù di prodotti a chilometro zero con l’ olio novello “exmeraldo” annaffiati da un delizioso bicchiere di vino. Un esempio da seguire perché è questo il modo più semplice e immediato per promuovere un prodotto di qualità.

Certo è faticoso e impegnativo ma l’impegno è ripagato dalla considerazione delle persone che attraverso l’incontro conviviale entrano in contatto con i sapori buoni e genuini che li inebriano al punto che non se ne possono più privare.

Mentre ero in Masseria una famiglia è arrivata e ha detto al Presidente Piccinno: “Salve siamo (loro nome) e ci ha fatto piacere sapere di questa bella iniziativa anche perché noi acquistiamo sempre il suo olio” e il Presidente Piccinno: “A si? Mi fa piacere, venite che vi faccio vedere il frantoio….”. Insomma “Benvenuto Olio novello” è l’occasione per incontrare chi apprezza i nostri prodotti, quelli che abbiamo ottenuto con tanta fatica. Un incontro che per il produttore è fon te di preziose informazioni perche attraverso i consigli e i suggerimenti di chi apprezza il nostro olio riusciamo a produrre un olio sempre più gradito a chi ce lo acquista.

“L’olio perfetto non esiste”: questo diceva sempre Marco Mugelli, considerato guru dell’olio extra vergine di oliva a livello mondiale, scomparso nel 2011. Le nostre varietà la Cellina di Nardò, l'Ogliarola leccese ma anche il leccino, hanno tutte caratteristiche specifiche, ognuna di loro ha i suoi tempi di maturazione che, proprio perchè sono diversi, hanno particolari esigenze di lavorazione. La grande sfida per i produttori ma anche dei dottori agronomi che li assistono è trovare la ricetta ottimale di ogni cultivar per cercare di ottenere da ognuna di esse il miglior olio possibile.

E una volta ottenuto? Come dite? Cosa propongo per promuovere l’olio extra vergine d’oliva del Salento? Propongo un autunno in cui ci sia la possibilità per tutti di avventurarsi alla scoperta della bellezza e della biodiversità, per imparare a riconoscere la vegetazione spontanea negli oliveti del Parco Salento condotti tutti con metodi biologici, a censire i patriarchi verdi, a svolgere le operazioni di raccolta e potatura degli alberi in condizioni di sicurezza, a degustare l’olio novello delle piante della varietà Cellina e Ogliarola. Non è un bel vivere?

di Antonio Bruno

venerdì 9 novembre 2012

Harrod’s sceglie il Salento

http://www.tgr.rai.it/dl/tgr/regioni/PublishingBlock-4d3a91af-a664-4722-84df-0bdae278da09.html?idVideo=ContentItem-a7fdb64c-b706-4e0a-938d-f4ccd8b046c2&idArchivio=Buongiorno

Harrod’s sceglie il Salento


Le operazioni di raccolta delle olive nel Salento sono in fase avanzata però non tutto l’olio è uguale, bisogna puntare su innovazione tecnologica e soprattutto su qualità per conquistare ambitissime, quanto importanti, fette di mercato.

Bisogna fare un viaggio lungo fino a Finibus terrae per incontrare l’eccellenza. Gli inglesi che da qualche anno sono tra i primi estimatori del Salento hanno percorso tutto lo stivale fino a Santa Maria di Leuca per trovare l’olio al quale affidare uno dei loro marchi più prestigiosi e più conosciuti: non è quello della famiglia reale ma poco ci manca. E’ salentino infatti l’olio che viene venduto nei magazzini Harrod’s di Londra ma non con il marchio del produttore bensì proprio con il brand Harrod’s sulla bottiglia da mezzo litro venduta a 14 sterline quasi 20 euro. Insomma la fiducia del tempio inglese dello shopping dove si vendono tutti prodotti di altissimo livello è totale ed illimitata se sul retro dell’etichetta si ringrazia e si testimonia che la famiglia salentina Melcarne produce l’olio per Harrod’s. Ma questa di Giovanni Melcarne è solo la punta di un gruppo di aziende olivicole salentine che ha puntato su un’inversione di tendenza per produrre qualità e far salire l’asticella degli oli salentini sull’eccellenza. Si parla di oli al plurale perché i produttori si stanno orientando al mercato. Al frantoio Foresta Forte di Gagliano del Capo approfittando della brezza dei due mari che accarezza gli olivi sulle serre di Santa Maria di Leuca si ottiene l’olio dalle olive che si raccolgono già alla fine di settembre, L’azienda punta al biologico e soprattutto alla Dop, la denominazione di origine protetta “Terra d’Otranto” , ma si diversificano anche gli oli producendo oli all’arancia, al limone, al peperoncino, al basilico e al rosmarino che incontrano sempre più il favore dei palati più educati. Il mercato risponde soprattutto con la vendita on line almeno stando ai turisti che arrivano in queste contrade e, grazie al passaparola, hanno imparato a visitare i templi dell’olivicoltura. Le olive arrivano da impianti ultra secolari e anche questa è una prerogativa importante. Una prerogativa sulkla quale sta insistendo anche il Presidente della Coldiretti di Lecce Ing. Pantaleo Piccinno anche lui produttore olivicolo leader di un Movimento di opinione che vede la Coldiretti salentina tentare di portare l’olio d’oliva del Salento ad imporsi sui mercati nazionali ed internazionali.

La meccanizzazione è ormai patrimonio di molte aziende olivicole salentine proiettate in questa nuova stagione ed accanto agli oli che vincono concorsi nazionali ed internazionali si sta puntando anche sulla commercializzazione delle olive da tavola, un altro segmento particolarmente interessante.

Insomma il viaggio dell’olio salentino è stato lungo ma i risultati stanno arrivando e forse ne è valsa la pena.

Buongiorno Regione Puglia Andato in onda il 09/11/2012 TG3 Puglia Giovanni Melcarne Olivicoltore di Gagliano del Capo (Lecce) e l'Ing Pantaleo Piccinno Presidente Coldiretti Lecce

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martedì 6 novembre 2012

Ristorazione a marchio Prodotti di qualità Puglia

Ristorazione a marchio Prodotti di qualità Puglia


I ristoranti che in tutta Europa intendono offrire la cucina tipica di qualità della Puglia potranno fare richiesta di concessione d’uso del marchio alla Regione Puglia e godere di alcune facilitazioni nell’ approvvigionamento dei “prodotti di qualità Puglia”: è la novità presentata al Salone del Gusto di Torino, in una apposita conferenza stampa, con il patron di Slow Food Carlo Petrini, il suo presidente nazionale Roberto Burdese e il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. A fare gli onori di casa, l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno che ha spiegato che il riconoscimento di “Prodotti di qualità Puglia”, quale primo marchio collettivo europeo con indicazione geografica, ha consentito l’avvio della campagna di adesione rivolta alle principali imprese agroalimentari di Puglia e a quelle della ristorazione tipica operanti in tutta Europa. “Vogliamo mettere in rete, con il marchio -ha spiegato l’assessore Stefàno- il sistema delle Masserie didattiche pugliesi, più di 90 scuole della filiera agroalimentare e gli agriturismi pugliesi, che costituiranno l’avamposto della cucina tipica del territorio con prodotti di qualità. E vogliamo valorizzare l’atlante dei prodotti tipici, per farlo diventare il menù dei ristoranti pugliesi nel mondo. Con questo ampliamento dell’uso del marchio, abbiamo voluto dare l’ opportunità alle imprese della ristorazione di offrire una cucina di qualità, che certifichi la provenienza e la qualità delle materie prime e nello stesso tempo la qualità del servizio”. “E’ il frutto di una grande fatica, di una grande costanza -ha detto il presidente della Regione, Nichi Vendola- Provare e riprovare a riorganizzare, diciamo, la realtà dell’ agroalimentare, per puntare sulla qualità: questo è il segreto del successo. Quello che bisognerebbe fare per ogni comparto produttivo, bisognerebbe farlo per l’industria, per l’ agricoltura, per tutto ciò che è produzione di ricchezza. Puntare sulla qualità. Puntare sulla qualità per noi significa mettere in una relazione viva, la memoria e il futuro. Le migliori tradizioni e le migliori tecnologie. L’ innovazione e la riscoperta dell’antico, dei buoni sapori di una volta, insomma, la cucina credo possa arricchirsi di tante storie. Non solo di buon cibo, ma di storie belle, di quelle che è piacevole raccontarsi, perchè la vita senza racconti non ha significato”.

Salentointasca n° 723 02 - 08 Nov 2012 pagina 22

domenica 4 novembre 2012

Oggi domenica 4 novembre 2012 alle ore 10.00 su La 7 il Presidente dell’ADAF Lecce Antonio Bruno parlerà della Cicoria di Otranto nel programma Ticiportoio condotto da Gianfranco Vissani e Michela Rocco di Torrepadula venuti in viaggio nella terra del Salento

Oggi domenica 4 novembre 2012 alle ore 10.00 su La 7 il Presidente dell’ADAF Lecce Antonio Bruno parlerà della Cicoria di Otranto nel programma Ticiportoio condotto da Gianfranco Vissani e Michela Rocco di Torrepadula venuti in viaggio nella terra del Salento