Benvenuto autunno salentino
Il primo ottobre ai miei tempi era il primo giorno di scuola. Era così in tutta Italia e alle elementari, le maestre ed i maestri, ci raccontavano l’autunno della vendemmia, delle semine del grano e dell’olio d’oliva. Si respirava quest’aria anche a casa con la frutta di stagione sulla mensa che sottolineava l’inizio dell’impegno di un nuovo anno. Io ce l’ho negli occhi la tranquillità dell’autunno sempre uguale, la bellezza dei colori caldi della campagna, il marrone della terra arata. E il caposaldo dell’autunno della nostra terra è il mese d’ottobre che incombe con le sue prime acque anche se quest’anno solo il 9 ottobre ha regalato i primi spruzzi.
L’autunno che si spande anche a Lecce Città porta d’Europa. Basta andare in Piazza Sant’Oronzo per ammirare il Melograno Oronzo caro a Giovanna Falco che ne fotografa la vegetazione da mesi, che ostenta le prospere melagrane. Basta fermarsi a guardare le tante bancarelle lungo le strade per poter portare a casa succosi grappoli d’uva o fecondi agrumi. Ma l’ottobre del Salento è arricchito da frutta che non vediamo da tempo, che si nasconde nelle campagne, come le propiziatorie mele cotogne e le gustose bacche e more che rimangono sugli alberi ed arbusti anche se, a dire la verità, alcune delle mele cotogne vengono trasformate nella gustosa marmellata nota come cotognata leccese.
Qual è la frutta nascosta? Ricordate i corbezzoli? Sono in pochi i salentini che quest’anno hanno assaggiato la bacca globosa del diametro di uno, due centimetri, rosso scura, con superficie ricoperta di granulazioni e con polpa carnosa piena di molti semi. Non se ne vedono nei mercati e nemmeno sulle bancarelle lungo le strade eppure hanno caratterizzato per tanto tempo la vita del Salento.
L’autunno delle verdure del Salento. Nei campi le piante di cavolfiore, alcune saranno pronte per essere raccolte a novembre, altre a gennaio. Ma se si porta lo sguardo oltre ecco che si possono scorgere le ultime zucche e si vedono anche bietole, cicoria, cipolle, coste, erbette, funghi, indivie, lattughe, porri, rape, ravanelli, rucola, sedano e spinaci.
Nel nostro territorio c’è stata sempre la terra con i suoi odori, colori e sapori che abbiamo osservato nei viaggi e negli spostamenti. C’è sempre stata la terra, questa madre che è dispensatrice ma, allo stesso tempo, pretende rispetto. Dobbiamo capire che per noi la terra è un valore e che dobbiamo fare un patto, stringere un legame tra noi e la terra per ottenerne vita e nutrimento.
L’autunno della vendemmia è un'occasione da non perdere. Ci sono tante iniziative nel Salento per vivere l’esperienza della raccolta delle uve, respirare il profumo del mosto, partecipare in prima persona, al fianco dei contadini , alla vendemmia.
Finalmente è possibile, per chi lo desideri, fare bellissime passeggiate nei vigneti del Salento. Insomma è possibile accorrere al grido “Tutti a vendemmiare!” perché finalmente nel Salento l'uva chiama a raccolta!
Il Salento dei Fichi d’india e delle piante di agrumi che colorano le campagne e rendono unico il nostro Paesaggio. Il Salento dei pasticciotti (pasta frolla farcita di crema pasticcera e cotto in forno), delle torte e delle marmellate fatte in casa, delle frise (rondelle preparate col grano duro ma anche orzo, cotte al forno, tagliate a metà in senso orizzontale e fatto biscottare nuovamente in forno) al pomodoro e capperi da gustare con l’extravergine Salento DOP, della nostra terra tanto generosa in fatto di oro verde.
Il Salento dei rustici, gelati, pizze e panini farciti, dove è facile fare incetta di squisitezze tutte fatte con prodotti genuini e con la sapienza che è nelle mani fatate della massaia.
Quante volte il nostro sguardo si è perso tra le “foreste” di ulivi? Già i nostri ulivi! Alcuni addirittura millenari, sparsi per tutto il territorio. La nostra regione da sola produce il quaranta per cento dell’olio italiano e sappiamo che la maggior parte proviene dal Salento.
I buongustai avvertono:”Se andate nel salento allertate i sensi, le due cultivar tradizionali salentine sono la "Cellina di Nardò" e l’ "Ogliarola Salentina": promettono veri e propri viaggi nell’Impero del gusto.”
Abbiamo detto del vino, ma questo è anche il tempo della raccolta delle olive! Il Salento è in fermento in questi giorni per la preparazione della raccolta, per il trasporto delle olive nei frantoi e la molitura che fa sgorgare miracolosamente l’oro verde.
Eppure nessuno ne sa nulla! Tutto accade come se ci si dovesse nascondere, nessuno grida “Tutti a raccogliere le olive!” come nel caso del vino. Unica sola voce nel deserto, quella della Masseria Stali di Rita e Leo Piccinno, che il 7 ottobre ha fatto omaggio all’olio extra vergine d’oliva, uno dei prodotti più importanti della cultura del Salento nonché prodotto di punta della azienda del Presidente della Coldiretti di Lecce.
Presso il frantoio della Masseria Stali a Caprarica di Lecce è stato possibile assistere all’intero ciclo di produzione e gustare piatti legati alla tradizione, a base di legumi e ortaggi, comunque reinterpretati dagli chef dell’Agriturismo. Protagonista è stato il novello appena franto, che si poteva gustare insieme al pane appena sfornato dal forno a legna. E’ stato un momento di grande convivialità in compagnia dei clienti venuti numerosi da tutta la regione per assaporare un menù di prodotti a chilometro zero con l’ olio novello “exmeraldo” annaffiati da un delizioso bicchiere di vino. Un esempio da seguire perché è questo il modo più semplice e immediato per promuovere un prodotto di qualità.
Certo è faticoso e impegnativo ma l’impegno è ripagato dalla considerazione delle persone che attraverso l’incontro conviviale entrano in contatto con i sapori buoni e genuini che li inebriano al punto che non se ne possono più privare.
Mentre ero in Masseria una famiglia è arrivata e ha detto al Presidente Piccinno: “Salve siamo (loro nome) e ci ha fatto piacere sapere di questa bella iniziativa anche perché noi acquistiamo sempre il suo olio” e il Presidente Piccinno: “A si? Mi fa piacere, venite che vi faccio vedere il frantoio….”. Insomma “Benvenuto Olio novello” è l’occasione per incontrare chi apprezza i nostri prodotti, quelli che abbiamo ottenuto con tanta fatica. Un incontro che per il produttore è fon te di preziose informazioni perche attraverso i consigli e i suggerimenti di chi apprezza il nostro olio riusciamo a produrre un olio sempre più gradito a chi ce lo acquista.
“L’olio perfetto non esiste”: questo diceva sempre Marco Mugelli, considerato guru dell’olio extra vergine di oliva a livello mondiale, scomparso nel 2011. Le nostre varietà la Cellina di Nardò, l'Ogliarola leccese ma anche il leccino, hanno tutte caratteristiche specifiche, ognuna di loro ha i suoi tempi di maturazione che, proprio perchè sono diversi, hanno particolari esigenze di lavorazione. La grande sfida per i produttori ma anche dei dottori agronomi che li assistono è trovare la ricetta ottimale di ogni cultivar per cercare di ottenere da ognuna di esse il miglior olio possibile.
E una volta ottenuto? Come dite? Cosa propongo per promuovere l’olio extra vergine d’oliva del Salento? Propongo un autunno in cui ci sia la possibilità per tutti di avventurarsi alla scoperta della bellezza e della biodiversità, per imparare a riconoscere la vegetazione spontanea negli oliveti del Parco Salento condotti tutti con metodi biologici, a censire i patriarchi verdi, a svolgere le operazioni di raccolta e potatura degli alberi in condizioni di sicurezza, a degustare l’olio novello delle piante della varietà Cellina e Ogliarola. Non è un bel vivere?
di Antonio Bruno
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