Epap. Forse è meglio mettere i soldi sotto al materasso
L’ente di previdenza di agronomi e forestali, geologi e attuari registra una performance assolutamente disastrosa. Il rendimento medio negli ultimi cinque anni è stato dello 0,58%. Maglia nera tra le casse professionisti
di Alberto Grimelli
Il rendimento medio dell’Ente di previdenza di agronomi e forestali, geologi e attuari nel periodo 2004-2008 è stato dello 0,58%.Una performance talmente disastrosa che ogni ulteriore commento sarebbe inutile.Utile è invece approfondire l’argomento.Su “Italia Oggi” del 11 novembre 2009, a firma di Ignazio Marino, esce un articolo dall’eloquente e allarmante titolo: Professioni, allarme casse.Essendo un agronomo libero professionista, in quanto tale iscritto all’Epap, mi sono accinto a leggere il pezzo con un misto di curiosità e legittimo interesse.La sorpresa iniziale è che delle 18 casse previdenziali solo 9 hanno mantenuto le promesse ovvero hanno avuto tassi di rendimento uguali o superiori a quelli stimati nei bilanci.Il Ministero del lavoro, che vigila sugli enti, si è subito allarmato, perché a rischio è la sostenibilità dei conti e dei bilanci nel lungo periodo.E io che pensavo che solo versando i miei soldi all’Inps avrei corso il rischio di non vedere pensione…Preoccupato scorro articolo e tabelle alla ricerca del dato Epap e trovo l’amara sorpresa.I nostri dirigenti, più che ottimisti, sono stati euforici sperperando capitali.A fronte di un rendimento presunto, dagli stessi organi dell’Epap, del 3,5%, il risultato è stato solo dello 0,58%. Un differenziale del 2,92%.Nessuna, ripeto nessuna, cassa di previdenza ha avuto un rendimento del patrimonio tanto scadente.Chi ha fatto peggio, con un risultato che è comunque quasi il doppio del nostro, sono stati i medici (Enpam) con un rendimento dello 1,08% nello stesso periodo.Chi ha fatto meglio. Tutti, compreso professioni a noi vicine: veterinari (Enpav) +5,95%, agrotecnici (Enpaia) +4,97%, periti agrari (Enpaia) +5,30%. Svetta poi sulle nostre teste la performance degli avvocati (Cassa forense) +7,25%.La dirigenza dell’Epap, compresi quindi gli eletti dagli agronomi e forestali, non sa gestire, con un minimo di profitto i nostri soldi.Saprà almeno fare delle buone previsioni? Manco a parlarne.Gli illuminati membri del consiglio di amministrazione e degli organi di controllo infatti avevano previsto un rendimento del 3,5%. Il differenziale fra il previsto e il reale è stato del 2,92%.In questo caso non siamo maglia nera. Peggiori previsioni hanno saputo fare gli architetti e gli ingegneri (Inarcassa) con un differenziale fra previsto e reale del 2,99%, solo che, almeno loro sono riusciti a raggiungere un tasso di redditività del patrimonio dell’1,51%, quasi il triplo del nostro. Cioè i dirigenti dell’Inarcassa possono essere tacciati di eccessivo entusiasmo non di disastrosa inefficienza.Sono stato troppo duro?Ricordo agli inguaribili ottimisti che il tasso di inflazione medio nello stesso periodo (2004-2008) è stato del 2,3%, fonte Istat.Ciò significa che il patrimonio netto dell’Epap, negli ultimi cinque anni, si è svalutato del 1,72%.Parlando chiaro sono soldi persi, che chi ha versato i contributi, ha perso.E’ vero che siamo in Italia, il Paese dello scaricabarile, ma qui non si sfugge perché i responsabili sono chiaramente identificati e identificabili, hanno nomi e cognomi, sono i nostri eletti, e rappresentanti, all’interno degli organi decisionali (Cda), rei di aver portato tale desolante risultato, e degli organi di controllo (Cig) che in un silenzio assordante hanno evidentemente assecondato l’andazzo.Forse è il caso di ricordarcene alle prossime (2010) elezioni per il rinnovo degli organi dell’Epap.
di Alberto Grimelli 21 Novembre 2009 Teatro Naturale n. 41 Anno 7
L’ente di previdenza di agronomi e forestali, geologi e attuari registra una performance assolutamente disastrosa. Il rendimento medio negli ultimi cinque anni è stato dello 0,58%. Maglia nera tra le casse professionisti
di Alberto Grimelli
Il rendimento medio dell’Ente di previdenza di agronomi e forestali, geologi e attuari nel periodo 2004-2008 è stato dello 0,58%.Una performance talmente disastrosa che ogni ulteriore commento sarebbe inutile.Utile è invece approfondire l’argomento.Su “Italia Oggi” del 11 novembre 2009, a firma di Ignazio Marino, esce un articolo dall’eloquente e allarmante titolo: Professioni, allarme casse.Essendo un agronomo libero professionista, in quanto tale iscritto all’Epap, mi sono accinto a leggere il pezzo con un misto di curiosità e legittimo interesse.La sorpresa iniziale è che delle 18 casse previdenziali solo 9 hanno mantenuto le promesse ovvero hanno avuto tassi di rendimento uguali o superiori a quelli stimati nei bilanci.Il Ministero del lavoro, che vigila sugli enti, si è subito allarmato, perché a rischio è la sostenibilità dei conti e dei bilanci nel lungo periodo.E io che pensavo che solo versando i miei soldi all’Inps avrei corso il rischio di non vedere pensione…Preoccupato scorro articolo e tabelle alla ricerca del dato Epap e trovo l’amara sorpresa.I nostri dirigenti, più che ottimisti, sono stati euforici sperperando capitali.A fronte di un rendimento presunto, dagli stessi organi dell’Epap, del 3,5%, il risultato è stato solo dello 0,58%. Un differenziale del 2,92%.Nessuna, ripeto nessuna, cassa di previdenza ha avuto un rendimento del patrimonio tanto scadente.Chi ha fatto peggio, con un risultato che è comunque quasi il doppio del nostro, sono stati i medici (Enpam) con un rendimento dello 1,08% nello stesso periodo.Chi ha fatto meglio. Tutti, compreso professioni a noi vicine: veterinari (Enpav) +5,95%, agrotecnici (Enpaia) +4,97%, periti agrari (Enpaia) +5,30%. Svetta poi sulle nostre teste la performance degli avvocati (Cassa forense) +7,25%.La dirigenza dell’Epap, compresi quindi gli eletti dagli agronomi e forestali, non sa gestire, con un minimo di profitto i nostri soldi.Saprà almeno fare delle buone previsioni? Manco a parlarne.Gli illuminati membri del consiglio di amministrazione e degli organi di controllo infatti avevano previsto un rendimento del 3,5%. Il differenziale fra il previsto e il reale è stato del 2,92%.In questo caso non siamo maglia nera. Peggiori previsioni hanno saputo fare gli architetti e gli ingegneri (Inarcassa) con un differenziale fra previsto e reale del 2,99%, solo che, almeno loro sono riusciti a raggiungere un tasso di redditività del patrimonio dell’1,51%, quasi il triplo del nostro. Cioè i dirigenti dell’Inarcassa possono essere tacciati di eccessivo entusiasmo non di disastrosa inefficienza.Sono stato troppo duro?Ricordo agli inguaribili ottimisti che il tasso di inflazione medio nello stesso periodo (2004-2008) è stato del 2,3%, fonte Istat.Ciò significa che il patrimonio netto dell’Epap, negli ultimi cinque anni, si è svalutato del 1,72%.Parlando chiaro sono soldi persi, che chi ha versato i contributi, ha perso.E’ vero che siamo in Italia, il Paese dello scaricabarile, ma qui non si sfugge perché i responsabili sono chiaramente identificati e identificabili, hanno nomi e cognomi, sono i nostri eletti, e rappresentanti, all’interno degli organi decisionali (Cda), rei di aver portato tale desolante risultato, e degli organi di controllo (Cig) che in un silenzio assordante hanno evidentemente assecondato l’andazzo.Forse è il caso di ricordarcene alle prossime (2010) elezioni per il rinnovo degli organi dell’Epap.
di Alberto Grimelli 21 Novembre 2009 Teatro Naturale n. 41 Anno 7
La previdenza obbligatoria è una forma di risparmio per la vecchiaia molto interessante, in quanto può consentire investimenti molto migliori di quelli che si possono fare individualmente, ma solo nel caso che i risparmi ci siano, e che poi, una volta raccolti siano ben gestiti.
RispondiEliminaUn tasso di redditività dell'1,59 mi sembra rendere preferibile l'abolizione della previdenza obbligatoria per i professionisti, tenuto conto che anche con somme piccole, ciascuno è in grado di fare meglio, e che continuando di questo passo non ci saranno aumenti sufficienti a garantire ragionevoli pensioni.
L'alternativa, l'unica al momento, è di scegliere alle prossime elezioni, rappresentanti che spieghino ai loro elettori come sia possibile per grossi investitori come le Casse, ottenere risultati peggiori di quelli che è capace di ottenere qualsiasi piccolo investitore
Cari colleghi agronomi iscritti all’EPAP,
RispondiEliminacome Vi è noto in data 29 dicembre 2014 sono state indette le elezioni per il rinnovo degli Organi Statutari dell’EPAP.
Dopo oltre 30 anni di attività ordinistica, avendo ricoperto per più mandati la carica di Presidente Provinciale dell’Ordine di Caserta, della Federazione Regionale della Campania e di consigliere Nazionale, mi sono trovato di fronte ad una scelta essendo stato sollecitato da più parti a partecipare alla competizione elettorale.
Dalla lettura di articoli di stampa, di mail che mi pervengono, bilanci dell’ente e delle varie discussioni sui blog sono arrivato al convincimento che l’amministrazione dell’EPAP degli ultimi anni è stata catastrofica: sono stati bruciati 75,5 milioni di euro in 5 anni con il risultato che le pensioni degli iscritti saranno pensioni da fame. Persino la Corte dei Conti è intervenuta con la Determinazione n. 119/12 con la quale ha richiamato l’attenzione dell’Ente sui “negativi risultati della complessiva gestione finanziaria”, per non citare la Lehman & Brothers fallita nel settembre 2008 con una notevole perdita di capitali destinati alle pensioni degli iscritti.
L’art. 6, comma 1, lett. a del Regolamento elettorale, dato che sono Dirigente di ente pubblico economico, mi precluderebbe il diritto di esercizio di elettorato passivo, clausola non contenuta in nessuna disposizione di legge ed in contrasto con l’art. 51 della Costituzione che consente solo a norme di legge, la limitazione del diritto soggettivo di candidarsi alle cariche elettive.
Mi consulto con autorevoli giuristi e con il conforto di molti colleghi, decido di avviarmi in questo difficile percorso, presentando la richiesta di candidatura al CIG, ben consapevole che la domanda di mi sarebbe stata respinta, decisione prontamente comunicatami con nota dell’EPAP del 10 marzo. Non essendo mia intenzione bloccare la procedura elettorale, ma solo vedermi riconosciuto il diritto a candidarmi, ho presentato ricorso ex art. 700 c.p.c. al Tribunale di Roma chiedendo l’urgente annullamento del rigetto della mia richiesta di candidatura. Dato che l’EPAP dovrà predisporre i plichi da spedire, ho dato avviso al Presidente del ricorso in atto al fine di evitare spese di spedizione aggiuntive. Resto in attesa, a breve, dell’esito del ricorso.
Ma vorrei invitarvi a riflettere su alcune circostanze. Appaiono quanto mai singolari le clausole di “autotutela e limitazione” che gli amministratori EPAP hanno voluto imporre: l’esclusione dal diritto di candidatura dei liberi professionisti con rapporto di lavoro dipendente (benchè questi siano la maggioranza degli iscritti all’EPAP) e limitando il requisito di professionalità (art. 14 dello Statuto) a chi ha ricoperto cariche per un triennio presso i Consigli o funzioni amministrative o dirigenziali presso istituzioni pubbliche e private. In sostanza chi ha titolo a candidarsi è meno del 2% degli aventi diritto al voto!
Inoltre la modifica dello Statuto e del Regolamento Elettorale ha consentito ai componenti degli organismi dell’Ente di autoperpetuarsi con l’estensione alla terza candidatura e la possibilità di svolgere ulteriori mandati!
Ultima riflessione sull’utilizzo del voto telematico (peraltro non riconosciuto dalle Istituzioni Pubbliche); questa modalità non tutela l’elettore in quanto non garantisce: l’identificazione certa dell’elettore, l’inammissibilità della delega del voto, la pubblicità e la trasparenza della procedura del voto, l’inalterazione del risultato elettorale, l’improprio uso delle password.
L’invito è quindi di valutare accuratamente nelle mani di chi affidare il proprio voto delegandolo a gestire le nostre casse ed il nostro futuro previdenziale.
Caserta, marzo 2015 Dott. Agr. Ciro Costagliola
81100 Caserta – via Camusso, 32 – P.co M. Cristina
tel. e fax 0823.492679 – www. studiocostagliola.it - e-mail: costagliola.ciro@tin.it