sabato 19 dicembre 2009

Conviene Davvero Comprare Dal Contadino?


Conviene Davvero Comprare Dal Contadino?

di Anastasia Scotto.

I parte

L'aumento dei prezzi ha messo in discussione le dinamiche della «filiera lunga» e le politiche della grande distribuzione. Persi nel labirinto delle filiere, c'è chi indica la vendita diretta come unica via d'uscita. È questa una delle cause del grande successo dei mercati del contadino che, dal forcone alla forchetta, promettono di portare prodotti di qualità dai campi direttamente sulla tavola. Tra la le tante varianti, ecco la proposta di Coldiretti e l'alternativa di Slow Food.

I Farmer's Market patrocinati da Coldiretti
La rinascita del rapporto città-campagna si sta facendo strada anche nella vita quotidiana e sta conquistando un posto sempre più importante nel rituale della spesa di ogni giorno. Protagonisti del fenomeno sono i mercati e le piccole botteghe che garantiscono la vendita diretta dal produttore al consumatore. In questi ultimi tempi stiamo assistendo a un vero boom dei mercati del contadino, noti anche con il corrispondente nome inglese di farmer's market.

I farmer's market sono nati negli Stati Uniti nel 1943, attualmente se ne contano più di 3.000 e il valore delle vendite ha superato i 550 milioni di dollari l'anno. In Italia piccoli mercati di vendita diretta degli agricoltori esistono da molto tempo, ma è stato grazie al Decreto del 1 gennaio 2008, emanato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, che per la prima volta sono stati regolamentati i farmer's market.

Ma cosa spinge il consumatore a preferire questi piccoli mercati alla grande distribuzione? I fattori che concorrono sono molti e tra questi spicca la volontà di ricercare prodotti di qualità, il desiderio di riavvicinarsi ai «buoni sapori di una volta» e , non meno importante, la ricerca del risparmio.

Una delle spinte che ha contribuito al successo dei mercati del contadino è la volontà di portare produttore e consumatore a contatto diretto limitando al minimo i passaggi della filiera che, a quanto pare, contribuiscono all'aumento dei prezzi e alla distorsione dei mercati. Una denuncia in questo senso arriva da Coldiretti. Nell'autunno dello scorso anno il rialzo dei prezzi dei generi alimentari ha raggiunto i massimi storici colpendo in particolar modo pane e pasta che, tra ottobre 2007 e 2008, sono aumentati rispettivamente del 10% e del 26%, il tutto a fronte di un forte calo del costo del grano che si è addirittura dimezzato dall'inizio del 2008.

«La discrepanza tra l'aumento del prezzo di pane e pasta e la riduzione di quello del grano ha evidenziato che esistono distorsioni all'interno della filiera alimentare – accusa Coldiretti, che aggiunge – è scandaloso che il crollo del prezzo del grano duro oltre ad aver provocato una situazione drammatica nelle campagne, dove non si riescono più a coprire i costi della coltivazione a causa dell'aumento del 63% del prezzo dei concimi, non abbia portato alcun beneficio ai consumatori. Il problema è la filiera lunga, per ogni euro speso dai consumatori in alimenti ben 60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all'industria alimentare e solo 17 centesimi agli agricoltori». Accorciare la filiera quindi dovrebbe tradursi prima di tutto in un risparmio del consumatore ma non c'è solo questo, i mercati del contadino favoriscono la creazione di un rapporto diretto tra chi produce e chi acquista permettendo anche una valorizzazione delle produzioni del territorio e un'educazione del consumatore ai prodotti tipici stagionali e locali.

I mercati del contadino costituiscono una fonte di reddito immediata per i produttori locali e in questo modo tutelano anche l'agricoltore stesso che non è più obbligato a sottostare alle politiche della grande distribuzione. A volte infatti può succedere che l'agricoltore sia costretto dalla grande distribuzione a vendere a un prezzo inferiore rispetto a quello di produzione (e questo è il caso dei cosiddetti prodotti «civetta», ossia quelli venduti sottocosto nei grandi supermercati) o a lasciare in campo le coltivazioni che, in un dato momento e per ragioni di mercato, non risultano più convenienti (perché magari possono essere acquistate a prezzo inferiore da un altro continente), obbligando così il coltivatore a buttar via un raccolto o a sotterrarlo. Liberando il produttore dai vincoli della grande distribuzione, la filiera corta contribuisce anche a ridurre gli sprechi e a rispettare l'ambiente.

Ma i consumatori che acquistano nei mercati del contadino cosa cercano? Secondo i dati Coldiretti, il 55% dei cittadini si reca ai farmer's market alla ricerca di genuinità mentre il 30% punta al risparmio. «I miei clienti sono qui perché sanno di poter trovare la qualità – dichiara Angelo Borraccino gestore del farmer's market Masserie Amiche di Bari – i prodotti che vendo di più sono frutta, verdura e i tipici pugliesi». Il mercato del contadino di Bari è nato da un anno e, a quanto dice Borraccino, le vendite continuano ad aumentare. Il farmer's market è uno di quelli riconosciuti da Coldiretti e infatti espone all'ingresso la bandiera gialla simbolo dell'organizzazione.

«Questo farmer's market conta su circa 20 fornitori la maggior parte pugliesi e tra questi molti praticano l'agricoltura biologica e biodinamica – aggiunge Borraccino. – Sono molto soddisfatto di questa iniziativa, è importante creare un rapporto diretto e di fiducia tra agricoltore e consumatore, la mia clientela sa di poter trovare sempre prodotti freschi e genuini che arrivano direttamente dai miei fornitori». Ma alla fine si spende meno? Coldiretti, che, per la gioia dei propri iscritti, ha aperto molti farmer's market sul territorio italiano, assicura nei mercati del contadino riconosciuti dall'organizzazione un risparmio del 30%.

Per verificarlo basta mandare un sms al numero 47947 indicando il prodotto agroalimentare di cui si vuole controllare il prezzo e istantaneamente il servizio «sms consumatori», promosso dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, risponde inviando sul cellulare un messaggio contenente il costo dell'alimento richiesto. Al momento questo servizio riesce a monitorare il prezzo di più di 80 prodotti agroalimentari, a voi controllare. Lo stesso servizio permetterà tra breve di conoscere dove si trova il farmer's market più vicino al consumatore interessato.
Su www.campagnamica.it si possono trovare tutti i farmer's market riconosciuti da Coldiretti, il sito www.mercatidelcontadino.it raccoglie anche molti altri.

La proposta di Slow Food: Mercati della Terra
A seguire la scia c'è anche Slow Food che a partire da metà del 2008 ha aperto i primi Mercati della Terra, farmer's market nei quali i produttori possono vendere i propri prodotti direttamente agli acquirenti. Al momento si tratta di iniziative di tipo periodico (su base mensile o quindicinale) che si presentano sul territorio nazionale come piccoli mercati, all'aperto o coperti, che rispettano i principi del «buono, pulito e giusto» simbolo di Slow Food.

Come dice Pierluigi Frassanito, responsabile regionale Mercati della Terra Emilia Romagna: «I nostri mercati sono fatti da produttori e non da commercianti e questo perché noi vogliamo sottolineare prima di tutto l'importanza del rapporto diretto tra chi produce e chi acquista. Nei nostri Mercati della Terra vogliamo il produttore e solo lui, l'agricoltore deve essere disposto a “metterci la faccia” e questa è la garanzia più grande che possiamo offrire ai consumatori».
E il risparmio c'è? «Certamente – mi risponde Frassanito – ma il prezzo deve essere equo sia per chi compra sia per chi vende. Nei Mercati della Terra i prodotti devono essere “buoni”, ossia di qualità, “puliti” perché sono locali e rispettano l'ambiente, e “giusti”, in quanto devono tener conto del lavoro di chi li produce. Il cibo ha un suo valore ed è giusto che venga riconosciuto, per questo il prezzo deve essere vantaggioso per il consumatore, data l'assenza di intermediari, ma deve anche retribuire in maniera adeguata chi lavora con attenzione e con materie prime di qualità».
Al momento in Italia sono attivi 10 Mercati della Terra, ma molti altri sono in fase di avviamento. Sul sito mercatidellaterra.it è disponibile un calendario su cui sono segnalati gli appuntamenti previsti sul territorio nazionale. Slow Food, grazie alla collaborazione con UCODEP, (una Onlus che si occupa di Unità e Cooperazione per lo Sviluppo dei Popoli), la Cooperazione Italiana e la regione Toscana, ha aperto i primi Mercati della Terra a Tripoli, Saida e Beirut, per sostenere l'economia libanese.

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