lunedì 28 dicembre 2009

Il Dottore Agronomo Messina denuncia: Sette milioni di tonnellate di ecoballe e discariche circondano i produttori di formaggi




Il Dottore Agronomo Messina denuncia: Sette milioni di tonnellate di ecoballe e discariche circondano i produttori di formaggi

BUFALA & MONNEZZA
La spazzatura di Napoli inquina le campagne I caso dell'azienda lemma assediata dai rifiuti
di Valentina d'Amico
E’ finita l'emergenza rifiuti in Campania, ha dichiarato in conferenza stampa il sottosegretario Guido Bertolaso il 17 dicembre scorso al termine del Consiglio dei ministri che ha emanato un decreto legge in materia. E vero, se fine dell’emergenza significa il formale passaggio delle competenze dal Commissario straordinario a Regione e Province, come prevede il decreto. Ma questi lunghi 15 anni hanno provocato un tale disastro al territorio campano cui difficilmente, Regione e Province, riusciranno a rimediare.
FORMAGGI E RIFIUTI.
Basta andare nelle campagne del casertano per capirlo. E nessuna storia lo chiarisce meglio di quella dell'azienda bufalina Cesare e Giulio lemma , di Pastorano, provincia di Caserta, patria del caratteristico formaggio filante. La famiglia lemma vanta due primati: quello di gestire il primo caseificio al mondo ad aver trasformato il latte di bufala in mozzarella, ricotta, provola e buffo; e quello di prima azienda ad aver introdotto la mungitura meccanica. Un'azienda che esporta in tutto il mondo, con standard di qualità massimi certificati dall'americana Food & Drug Administration, e un fatturato di quasi 8 milioni di euro al 30 novembre 2009. Un'azienda che in altri Paesi e contesti verrebbe trattata con i riguardi che spettano all'eccellenza. L'ASSEDIO.
Fra le tante battaglie intraprese, una dura ormai da un anno e mezzo. Da quando i lemma hanno scoperto che un sito per l'assemblaggio di pannelli fotovoltaici era stato trasformato in stoccaggio di rifiuti speciali con il beneplacito di Regione e Provincia e la benedizione della chiesa locale. La storia comincia nel 2000, quando su un terreno vicino, la Curia di Capua ottiene la concessione edilizia per realizzare i capannoni per i fotovoltaici, che nel 2005 cede alla società Esogest Ambienti srl, di Casapulla, che si occupa invece della gestione integrata dei rifiuti liquidi e solidi. La società chiede e ottiene senza tanto penare le autorizzazioni per convertire l'attività. Regione e Provincia infatti esprimono parere favorevole di compatibilità ambientale, senza compiere alcun sopralluogo tecnico necessario per acquisire una più approfondita cognizione dei contesto . Lo dice il Tribunale amministrativo regionale al quale diciotto mesi fa si sono rivolti i lemma insieme ad altri imprenditori bufalini della zona, una volta smascherato l'inganno, ben coperto. Il decreto regionale di autorizzazione dell'impianto, infatti, dopo mesi dall'adozione e fino al ricorso al Tar, non era stato ancora pubblicato nel Bollettino ufficiale della Regione. Il contesto di cui parla il tribunale è quello di un territorio sin dall'antichità definito felix per la fertilità del terreno spiega Giuseppe Messina, Dottore Agronomo, funzionario del ministero dello Sviluppo economico, negli anni Novanta vicesindaco di Caserta. Una zona che ospita più dell'80 per cento del patrimonio bufalino italiano, prima per la produzione di fragole, di nettarine, seconda per la produzione di ciliege. Conta ben 13 prodotti fra lgp, Dop e Doc, tre marchi di acque minerali conosciute in tutto il inondo dice Messina. Il Tar ha dato ragione agli imprenditori annullando i decreti istituzionali, ma per un anno e mezzo (la sentenza del tribunale è del 6 febbraio 2008) è rimasto tutto bloccato al Consiglio di stato che solo l'11 dicembre scorso ha ascoltato la Esogest che aveva proposto appello insieme alla Regione. La nostra terra dice Manuela Vigliotta è preda di continui attacchi concentrici. Qui non è solo un fatto di camorra, ma anche di mala politica, di interessi industriali. Come si fa a competere? .
QUINDICI CILOMETRI.
L'obiettivo è scongiurare che si estenda anche a queste terre delicatissime quella invasione di ecoballe e di tonnellate di rifiuti sversati appena 15 chilometri più in là, nei vari impianti eredità del quindicennio dell'emergenza. Fino alle ultime discariche previste dal governo nel 2008 per legge, quindi senza alcun accertamento tecnico preventivo - afferma Lorenzo Tessitore del Coordinamento regionale rifiuti (Co.re.ri) per far fronte proprio all'emergenza, così ci è stato detto . Per capirsi dice il Dottore Agronomo Messina il tutto sta in due Comuni, San Tammaro e Santa Maria La Fossa. Si dice, in un Comune abbiamo fatto un impianto, poi faremo una discarica in un altro. Ma si presuppone che gli impianti distino fra loro centinaia di chilometri . Invece sono appena 320 metri quelli che separano il sito di stoccaggio di Ferrandelle nel Comune di Santa Maria La Fossa, da quello di compostaggio di San Tammaro che è affiancato alla discarica Maruzzella 1 e al sito di stoccaggio Maruzzella 2 . Alle spalle c'è la nuova discarica Maruzzella 3 , da un milione 600 mila metri cubi. E la più grande in regione, aperta con un'ordinanza del presidente del Consiglio nel 2008, la stessa che sempre a San Tammaro ha previsto anche un sito di stoccaggio delle ecoballe da bruciare nel costruendo inceneritore di Santa Maria La Fossa, su cui la magistratura avrebbe scoperto la longa manus del clan dei Casalesi. Un chilometro e mezzo più avanti ci sono altre due discariche, Parco Saurino 1 e 2 , e la vasca di Parco Saurino 3 mai utilizzata.Alle spalle, lo Stoccaggio di ecoballe di Pozzobianco. Insomma, nel ventricolo sinistro della produzione di elezione dell'agricoltura casertana afferma Messina sono state allocate 6-7milioni di tonnella te di rifiuti Italia, e in Campania, che costituiscono un bubbone avissirno per l'economia, il territorio e l'ambiente. È evidente - dice Tessitore - che l'emergenza non è stata affatto risolta, solo spostata dalle città alle campagne .
Sette milioni di tonnellate di ecoballe e discariche circondano i produttori di formaggi
L’Azienda lemma invece di essere valorizzata e protetta, è costretta a sorvegliare pezzo pezzo il territorio confinante, per evitare che vi installino impianti di stoccaggio di rifiuti, anche speciali e quindi più pericolosi che possono inquinare il terreno, l'aria, l'acqua.
Fonte
Il Fatto Quotidiano Direttore Antonio Padellaro di martedì 29 dicembre 2009

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