Bari - Crisi agricola, Stefàno ospite a Verona de L'Informatore Agrario
Stefàno ospite della redazione de L’Informatore Agrario: “Zaia ha usato le risorse delle Regioni per finanziare il Fondo di solidarietà”“Siamo esposti al rischio di vedere deflagrare una vera bomba sociale ed è per questo che non ci risparmieremo nel chiedere al governo di fare di più”. Così il coordinatore degli assessori all’agricoltura delle Regioni italiane, Dario Stefàno, si è espresso durante la sua visita a L’Informatore Agrario, parlando della crisi che coinvolge il settore agricolo nazionale.Stefàno si è recato appositamente a Verona, rispondendo all’invito del neo direttore Antonio Boschetti, anche con la volontà di sensibilizzare personalmente il più importante organo di stampa specializzata nazionale sulle difficili condizioni dell’agricoltura.“Siamo tutti d’accordo nell’affermare che molte delle nostre aziende agricole in un futuro non troppo lontano – ha dichiarato Stefàno – saranno costrette ad attraversare il guado, a lasciare l’agricoltura professionale”.“In questi termini – ha precisato il direttore del settimanale Boschetti - si sono espressi numerosi autorevoli esponenti del mondo agricolo, come lo stesso ministro delle Politiche agricole Luca Zaia, in occasione di una sua precedente visita nella nostra redazione”.“Il problema – ha continuato Stefàno – è decidere se vogliamo gestire questo processo o se vogliamo lasciare il settore agricolo in balia del mercato e degli eventi. In questo caso ci troveremmo ad affrontare una vera e propria emergenza sociale. Soprattutto al Sud dove, a fronte di un peso ancora rilevante dell’agricoltura in termini occupazionali, si ha da un lato una estrema frammentazione delle aziende, che risultano pertanto più esposte al rischio di cessazione dell’attività, e dall’altro un mercato del lavoro più rigido con scarse possibilità di riassorbimento della manodopera fuoriuscita dal settore primario”.“Ma il problema non è solo del Sud – ha aggiunto il direttore Boschetti – perché anche gli imprenditori del Centro-Nord hanno bisogno di essere accompagnati e di capire che l’agricoltura sta cambiando, anzi è davanti ad una svolta epocale che li vede loro malgrado protagonisti. L’apertura delle frontiere e la riduzione del bilancio comunitario destinato all’agricoltura ridurrà ineluttabilmente il livello di protezione e costringerà gli operatori del settore a reinventarsi imprenditori. Ciascuno, in base al territorio dove si trova ad operare e alle dimensioni aziendali, dovrà individuare la ricetta giusta (accordi di filiera, attività connesse, specializzazione, ecc.) per creare nuova marginalità nell’ambito della propria attività imprenditoriale”.L’assessore Stefàno ha ricordato, poi, l’Ordine del Giorno votato all’unanimità dalla Conferenza Stato Regioni nella sua ultima riunione del 17 dicembre, con cui si richiama il ministro Zaia e il Governo alle proprie responsabilità, ad ulteriore conferma che la situazione di crisi coinvolge l’intera agricoltura della Penisola.“Nella Finanziaria – ha aggiunto Stefàno – non c’è traccia di provvedimenti anticrisi. Nonostante le dichiarazioni del Ministro le risorse messe a disposizione dell’agricoltura non sono aggiuntive né reali. Sono per lo più fondi che erano già nella disponibilità del settore primario e che le Regioni, d’intesa con il Governo, avevano deciso di destinare ad interventi nelle singole filiere”.“Basti pensare al Fondo di solidarietà nazionale – ha proseguito Stefàno - . Gli 800 milioni di euro previsti in tre anni provengono in gran parte dalle disponibilità destinate all’agricoltura dalle Regioni. Le risorse fresche stanziate da Zaia sono solo 52 per il 2010, 17 per il 2011 ed altri 17 per il 2012. Ma le Regioni non intendono farsi strappare dalle mani queste risorse: a gennaio ribadiremo la nostra posizione al Ministro e questo metterà a nudo la mancata copertura delle misure licenziate con la Finanziaria”.
Stefàno ospite della redazione de L’Informatore Agrario: “Zaia ha usato le risorse delle Regioni per finanziare il Fondo di solidarietà”“Siamo esposti al rischio di vedere deflagrare una vera bomba sociale ed è per questo che non ci risparmieremo nel chiedere al governo di fare di più”. Così il coordinatore degli assessori all’agricoltura delle Regioni italiane, Dario Stefàno, si è espresso durante la sua visita a L’Informatore Agrario, parlando della crisi che coinvolge il settore agricolo nazionale.Stefàno si è recato appositamente a Verona, rispondendo all’invito del neo direttore Antonio Boschetti, anche con la volontà di sensibilizzare personalmente il più importante organo di stampa specializzata nazionale sulle difficili condizioni dell’agricoltura.“Siamo tutti d’accordo nell’affermare che molte delle nostre aziende agricole in un futuro non troppo lontano – ha dichiarato Stefàno – saranno costrette ad attraversare il guado, a lasciare l’agricoltura professionale”.“In questi termini – ha precisato il direttore del settimanale Boschetti - si sono espressi numerosi autorevoli esponenti del mondo agricolo, come lo stesso ministro delle Politiche agricole Luca Zaia, in occasione di una sua precedente visita nella nostra redazione”.“Il problema – ha continuato Stefàno – è decidere se vogliamo gestire questo processo o se vogliamo lasciare il settore agricolo in balia del mercato e degli eventi. In questo caso ci troveremmo ad affrontare una vera e propria emergenza sociale. Soprattutto al Sud dove, a fronte di un peso ancora rilevante dell’agricoltura in termini occupazionali, si ha da un lato una estrema frammentazione delle aziende, che risultano pertanto più esposte al rischio di cessazione dell’attività, e dall’altro un mercato del lavoro più rigido con scarse possibilità di riassorbimento della manodopera fuoriuscita dal settore primario”.“Ma il problema non è solo del Sud – ha aggiunto il direttore Boschetti – perché anche gli imprenditori del Centro-Nord hanno bisogno di essere accompagnati e di capire che l’agricoltura sta cambiando, anzi è davanti ad una svolta epocale che li vede loro malgrado protagonisti. L’apertura delle frontiere e la riduzione del bilancio comunitario destinato all’agricoltura ridurrà ineluttabilmente il livello di protezione e costringerà gli operatori del settore a reinventarsi imprenditori. Ciascuno, in base al territorio dove si trova ad operare e alle dimensioni aziendali, dovrà individuare la ricetta giusta (accordi di filiera, attività connesse, specializzazione, ecc.) per creare nuova marginalità nell’ambito della propria attività imprenditoriale”.L’assessore Stefàno ha ricordato, poi, l’Ordine del Giorno votato all’unanimità dalla Conferenza Stato Regioni nella sua ultima riunione del 17 dicembre, con cui si richiama il ministro Zaia e il Governo alle proprie responsabilità, ad ulteriore conferma che la situazione di crisi coinvolge l’intera agricoltura della Penisola.“Nella Finanziaria – ha aggiunto Stefàno – non c’è traccia di provvedimenti anticrisi. Nonostante le dichiarazioni del Ministro le risorse messe a disposizione dell’agricoltura non sono aggiuntive né reali. Sono per lo più fondi che erano già nella disponibilità del settore primario e che le Regioni, d’intesa con il Governo, avevano deciso di destinare ad interventi nelle singole filiere”.“Basti pensare al Fondo di solidarietà nazionale – ha proseguito Stefàno - . Gli 800 milioni di euro previsti in tre anni provengono in gran parte dalle disponibilità destinate all’agricoltura dalle Regioni. Le risorse fresche stanziate da Zaia sono solo 52 per il 2010, 17 per il 2011 ed altri 17 per il 2012. Ma le Regioni non intendono farsi strappare dalle mani queste risorse: a gennaio ribadiremo la nostra posizione al Ministro e questo metterà a nudo la mancata copertura delle misure licenziate con la Finanziaria”.
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