Grandi serre nel deserto che utilizzano l’acqua del mare per coltivare i campi, impiegando l’energia solare per produrre elettricità, acqua fresca e cibo.
Si chiama Sahara Forest Project ed è un’idea di un team di architetti e ingegneri.
Attraverso un sistema di evaporatori la temperatura all’interno delle serre viene mantenuta a 15 gradi, cosicché le piante possano crescere, mentre una parte del vapore condensato viene utilizzato per mantenere puliti ed efficienti gli specchi solari dell’impianto.
Si chiama Sahara Forest Project ed è un’idea di un team di architetti e ingegneri.
Attraverso un sistema di evaporatori la temperatura all’interno delle serre viene mantenuta a 15 gradi, cosicché le piante possano crescere, mentre una parte del vapore condensato viene utilizzato per mantenere puliti ed efficienti gli specchi solari dell’impianto.
Sahara Forest Project è in via di sperimentazione in varie aree del pianeta, tra cui Tenerife, Oman e gli Emirati Arabi Uniti.
Utilizzare il deserto come fonte di energia non è un’idea nuova, produrre energia elettrica nel Sahara è infatti secondo molti la soluzione per avere energia pulita e a basso prezzo, ma il progetto in questione è ben più complesso.
Secondo Charlie Paton, uno dei membri del team, la struttura è in grado di produrre cinque volte l’acqua necessaria a innaffiare le piante cosicchè una parte di essa può finire all’esterno e creare un microclima adatto alla crescita di piante più resistenti come la jatropha.
Paton sostiene che la jatropha può essere utilizzata per produrre biocarburanti – anche se qui su Blogeko non abbiamo particolare simpatia per i biofuel – mentre all’interno delle serre potrebbero essere coltivati lattuga, peperoni, cetrioli, pomodori e ogni genere di primizia.
Il prezzo per realizzare Sahara Forest Project, dicono i suoi ideatori, è relativamente basso, circa 80 milioni di dollari – mica così poco! – per 20 ettari di serre con relativo impianto solare da 10 MW.
Infine secondo Paton il sistema permetterebbe di evitare i problemi riscontrati, ad esempio in Spagna, con la costruzione di serre per le coltivazioni, che richiedevano grandi quantità di acqua provocando così l’abbassamento del livello delle acque e un incremento della salinità. Un fatto grave in regioni estremamente aride.
Con Sahara Forest Project tutto questo non dovrebbe accadere.
Leggi la notizia sul Guardian
Utilizzare il deserto come fonte di energia non è un’idea nuova, produrre energia elettrica nel Sahara è infatti secondo molti la soluzione per avere energia pulita e a basso prezzo, ma il progetto in questione è ben più complesso.
Secondo Charlie Paton, uno dei membri del team, la struttura è in grado di produrre cinque volte l’acqua necessaria a innaffiare le piante cosicchè una parte di essa può finire all’esterno e creare un microclima adatto alla crescita di piante più resistenti come la jatropha.
Paton sostiene che la jatropha può essere utilizzata per produrre biocarburanti – anche se qui su Blogeko non abbiamo particolare simpatia per i biofuel – mentre all’interno delle serre potrebbero essere coltivati lattuga, peperoni, cetrioli, pomodori e ogni genere di primizia.
Il prezzo per realizzare Sahara Forest Project, dicono i suoi ideatori, è relativamente basso, circa 80 milioni di dollari – mica così poco! – per 20 ettari di serre con relativo impianto solare da 10 MW.
Infine secondo Paton il sistema permetterebbe di evitare i problemi riscontrati, ad esempio in Spagna, con la costruzione di serre per le coltivazioni, che richiedevano grandi quantità di acqua provocando così l’abbassamento del livello delle acque e un incremento della salinità. Un fatto grave in regioni estremamente aride.
Con Sahara Forest Project tutto questo non dovrebbe accadere.
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