Salento Food Export: Il Consorzio guarda a Usa e Australia
Lecce (salento) - Olio, vino e non solo. I prodotti tipici si preparano a un nuovo viaggio verso le mete internazionali per farsi largo tra tanta pizza e fiumi di spaghetti.
(Pierpaolo Spada) - Il consorzio Salento Food Export è stato presentato ieri mattina nell’ex chiesa Conservatorio S. Sebastiano a Lecce, nell’ambito del seminario su “Internazionalizzazione dell’Agro-alimentare jonico-salentino”, organizzato in collaborazione con Samas Global Service e Fondazione Palmieri Onlus. Identità e obiettivi: quali? Lo abbiamo chiesto alla vicepresidente, avv. Maria Loredana Mele.
La parola chiave è: aggregazione. Che cos’è Salento Food Express?
“E’ un consorzio agro-alimentare, che si è appena costituito. Il seminario è rivolto agli operatori di settore locali delle tre provincie di Lecce, Brindisi e Taranto, e ad aziende già impegnate nel processo di internazionalizzazione o che, non lo siano ancora, ma vogliono cogliere le opportunità dell’apertura ai nuovi mercati. Il seminario intende anche illustrare quali sono gli strumenti per operare sul mercato internazionale”.
Chi fa parte di questo Consorzio?
“Undici aziende delle tre province. Il consorzio si propone la commercializzazione internazionale dei prodotti degli associati e ha come obiettivo anche quello di abbattere i costi di promozione all’estero”.
E’ un consorzio che mira a promuovere anche un nuovo modello imprenditoriale? Se sì, quale?
“Le aziende consorziate sono tutte piccole e medie imprese, a oggi produttrici di olio, ma anche vino e prodotti dolciari. E’ un consorzio, multi-prodotto, aperto. Quindi ci auguriamo che riesca a raccogliere altre adesione e, quindi, che si possa, anche un domani, considerare di contenere altri prodotti, da forno per esempio”.
Il made in Salento, dunque, funziona o ha bisogno di recuperare terreno?
“Sicuramente il made in Salento funziona molto nelle nostre terre, ma anche all’estero. Ragion per cui s'intende aggredire anche i mercati esteri. Per farlo occorre, però, fare sistema. Da qui l’esigenza di realizzare strutture aggregate. I consorzi nascono per questa finalità. Gli imprenditori si rendono conto che conviene fare sistema proprio per abbattere i costi di produzione. Però, sicuramente, il made in Salento funziona molto, chiaramente, in serie. Apprezziamo i prodotti tipici salentini, ma sappiamo anche che sono molto apprezzati fuori, per questo vogliamo aggredire altri mercati”.
Quali?
“Per il consorzio Food Export, è stato individuato di preferenza, gli Stati Uniti d’America. Ma anche Australia e alcuni principali paesi europei e non si trascurano altre opportunità di accesso in altri mercati”.
Quello dell’agro-industria è un settore che, generalmente inteso, cresce?
“Soffre di una profonda crisi, ma si sta risollevando. A ciò mirano questi strumenti. Va considerato, infatti, che i consorzi possono anche ambire a partecipare a bandi di finanziamento nazionali e comunitari, al fine di avere se non una copertura a fondo perduto, un cofinanziamento a copertura di questa attività”.
Lecce (salento) - Olio, vino e non solo. I prodotti tipici si preparano a un nuovo viaggio verso le mete internazionali per farsi largo tra tanta pizza e fiumi di spaghetti.
(Pierpaolo Spada) - Il consorzio Salento Food Export è stato presentato ieri mattina nell’ex chiesa Conservatorio S. Sebastiano a Lecce, nell’ambito del seminario su “Internazionalizzazione dell’Agro-alimentare jonico-salentino”, organizzato in collaborazione con Samas Global Service e Fondazione Palmieri Onlus. Identità e obiettivi: quali? Lo abbiamo chiesto alla vicepresidente, avv. Maria Loredana Mele.
La parola chiave è: aggregazione. Che cos’è Salento Food Express?
“E’ un consorzio agro-alimentare, che si è appena costituito. Il seminario è rivolto agli operatori di settore locali delle tre provincie di Lecce, Brindisi e Taranto, e ad aziende già impegnate nel processo di internazionalizzazione o che, non lo siano ancora, ma vogliono cogliere le opportunità dell’apertura ai nuovi mercati. Il seminario intende anche illustrare quali sono gli strumenti per operare sul mercato internazionale”.
Chi fa parte di questo Consorzio?
“Undici aziende delle tre province. Il consorzio si propone la commercializzazione internazionale dei prodotti degli associati e ha come obiettivo anche quello di abbattere i costi di promozione all’estero”.
E’ un consorzio che mira a promuovere anche un nuovo modello imprenditoriale? Se sì, quale?
“Le aziende consorziate sono tutte piccole e medie imprese, a oggi produttrici di olio, ma anche vino e prodotti dolciari. E’ un consorzio, multi-prodotto, aperto. Quindi ci auguriamo che riesca a raccogliere altre adesione e, quindi, che si possa, anche un domani, considerare di contenere altri prodotti, da forno per esempio”.
Il made in Salento, dunque, funziona o ha bisogno di recuperare terreno?
“Sicuramente il made in Salento funziona molto nelle nostre terre, ma anche all’estero. Ragion per cui s'intende aggredire anche i mercati esteri. Per farlo occorre, però, fare sistema. Da qui l’esigenza di realizzare strutture aggregate. I consorzi nascono per questa finalità. Gli imprenditori si rendono conto che conviene fare sistema proprio per abbattere i costi di produzione. Però, sicuramente, il made in Salento funziona molto, chiaramente, in serie. Apprezziamo i prodotti tipici salentini, ma sappiamo anche che sono molto apprezzati fuori, per questo vogliamo aggredire altri mercati”.
Quali?
“Per il consorzio Food Export, è stato individuato di preferenza, gli Stati Uniti d’America. Ma anche Australia e alcuni principali paesi europei e non si trascurano altre opportunità di accesso in altri mercati”.
Quello dell’agro-industria è un settore che, generalmente inteso, cresce?
“Soffre di una profonda crisi, ma si sta risollevando. A ciò mirano questi strumenti. Va considerato, infatti, che i consorzi possono anche ambire a partecipare a bandi di finanziamento nazionali e comunitari, al fine di avere se non una copertura a fondo perduto, un cofinanziamento a copertura di questa attività”.
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