domenica 29 giugno 2025

“Quel Salento che non si arrende alla plastificazione del paesaggio”

 


“Quel Salento che non si arrende alla plastificazione del paesaggio”


Io al Salento ci sono sempre stato affezionato. Sarà il mare che sembra disegnato da un pittore romantico, saranno i muretti a secco che raccontano storie antiche, oppure quelle masserie che, anche se cadenti, hanno più dignità di mille grattacieli in vetro. È un Sud che profuma di ulivo e di memoria. Ora però leggo che vogliono metterci sopra — proprio lì — un “mega parco agrivoltaico” da 70.122 pannelli. Settantamila. Fermi tutti.

Non sono contro il progresso, ci mancherebbe. Ho sempre detto che se una cosa serve, va fatta. Ma la domanda vera è: serve davvero così, serve davvero lì, serve davvero adesso?


L’illusione del “verde che conviene”

Ci raccontano che porterà un milione di euro l’anno, che i Comuni incasseranno l’IMU come se piovesse e che si coltiverà pure foraggio e miele sotto ai pannelli. È la nuova narrazione del "fotovoltaico buono": produce energia, si fa amico dell'agricoltura e regala pure le api.

Però poi leggi le carte. E scopri che la Regione Puglia, che il paesaggio lo conosce, dice che manca una valutazione seria dell’impatto cumulativo. Che si mette a rischio la biodiversità. Che non è chiaro se davvero si potrà coltivare sotto quei pannelli. E che tutto questo potrebbe semplicemente diventare un altro pezzo di campagna trasformato in zona industriale, con la scusa dell’energia verde.


Il paesaggio non è carta da imballaggio

Mi fa impressione — lo dico davvero — pensare che nel nome della sostenibilità ambientale stiamo finendo per imballare il paesaggio, come se fosse un pacco da spedire. Solo che il paesaggio non è roba nostra. È dei nostri figli. È dei turisti che tornano qui perché vogliono vedere ulivi, non silicio. È dei contadini che sanno cosa vuol dire vedere sorgere il sole dietro a una vigna, non dietro a una griglia di metallo.


Le soluzioni ci sono, se si vuole ascoltare

Certo, si può fare un agrivoltaico diverso. Con barriere verdi, con pannelli alti almeno due metri e mezzo per farci passare i trattori. Si possono colorare i pannelli di terracotta, come nei progetti toscani. Si può evitare l'effetto “muro nero” davanti alle masserie. Ma queste cose vanno progettate insieme al territorio, non imposte da una S.r.l. con un rendering da brochure.

Bisogna partire da un principio: la bellezza è un valore economico e civile. E una distesa di pannelli in un mosaico agricolo secolare non è un passo avanti: è un passo falso.


Una domanda per chi governa

Quindi mi rivolgo, come spesso faccio, a chi governa, locale o nazionale: volete davvero lasciare che il Salento diventi un parco energetico decorato con un po’ di verde di facciata? Oppure potete fermarvi un attimo, ascoltare la terra, e trovare un modo per far convivere sole, agricoltura e paesaggio?

La vera modernità è nel rispetto. Non nel silicio.

di Antonio Bruno
Salento, oggi, con un occhio affettuoso e critico come sempre

 

 

Analisi critica

Autore: Antonio Bruno

Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce


1. Accuratezza e chiarezza delle informazioni

Il testo presenta informazioni generali sul progetto agrivoltaico "89_90_Lecce", ma mostra imprecisioni tecniche, omissioni e terminologia imprecisa, che rischiano di creare un quadro fuorviante per il lettore.

🔴 Errori e ambiguità:

  • "Mega parco agrivoltaico": Il termine "mega" non è un’espressione tecnica e può risultare emotivamente connotata. Sarebbe preferibile indicare la classe dimensionale dell’impianto secondo la normativa (es. >10 MW = impianto di grande taglia).
  • "1 milione di euro l’anno per il territorio": Si citano benefici economici stimati, ma manca un’analisi del moltiplicatore economico locale, spesso fondamentale nei report di impatto socioeconomico (IEEFA, IEA 2022). Inoltre, i valori riportati sembrano sommativi e non ben disaggregati per tipologia e beneficiari.
  • "colture di pregio" e "produzioni di pregio": Il concetto è vago se non supportato da indicazioni sulle colture effettivamente esistenti, rese, mercati, e valore aggiunto lordo agricolo del territorio.

2. Inquadramento tecnico-normativo e confronto con standard internazionali

⚠️ Conformità alle Linee Guida Nazionali e Internazionali:

  • Il testo riporta che l’impianto non rispetta pienamente le Linee Guida Nazionali in materia di Agrivoltaico (CREA, 2022; DM MASE 22/2023). Questo è un punto critico. In particolare:
    • Le Linee Guida MASE (2023) stabiliscono che gli impianti agrivoltaici devono garantire:
      • Continuità e produttività agricola (non solo dichiarazioni progettuali).
      • Compatibilità paesaggistica.
      • Monitoraggio dei parametri agricoli e ambientali.
      • Coinvolgimento dei soggetti agricoli.
    • Il progetto, per come descritto, sembra non includere una valutazione dell’impatto cumulativo, punto cruciale secondo l’Environmental Impact Assessment (EIA) Directive 2011/92/EU (come modificata dalla 2014/52/EU), che richiede espressamente l’analisi degli effetti sinergici con altre infrastrutture esistenti o in programma.

3. Criticità nella progettazione ambientale e paesaggistica

  • Assenza di VIA cumulativa: Questo è uno dei punti più gravi. La normativa europea e nazionale richiede una valutazione che consideri l’effetto combinato di più impianti su paesaggio, biodiversità, rumore e patrimonio culturale.
  • Paesaggio e mosaico agricolo: L’area del Salento è soggetta a vincoli paesaggistici, e la trasformazione del paesaggio agricolo tradizionale in spazi industriali (anche se “verdi”) richiede una valutazione molto stringente (European Landscape Convention, 2000).
  • Rumore e biodiversità: L’impatto acustico e sulla fauna (soprattutto impollinatori e avifauna) è un tema spesso sottovalutato ma cruciale. Casi studio in Germania e Olanda hanno mostrato che impianti agrivoltaici mal progettati possono disturbare ecosistemi già fragili.

4. Confronto con casi di studio internazionali

Esempi virtuosi:

  • Germania – “Agri-PV-Bavaria” (Fraunhofer ISE):
    • Co-sviluppo con cooperative agricole.
    • Integrazione con colture orticole ad alto valore.
    • Impianti elevati > 2,5 m per consentire pieno uso meccanico.
  • Francia – “Sun’Agri”:
    • Tecnologie di orientamento dinamico per ottimizzare la luce per le colture e i pannelli.
    • Studio di microclima e impatto sulla resa agricola.
  • Giappone – “Solar Sharing” (Nagano Pref.):
    • Normativa molto severa che impone mantenimento della produttività agricola (controllata annualmente).
    • Interventi su scala familiare con forte supporto locale.

📌 Rispetto a questi modelli, il progetto "89_90_Lecce" non appare in linea con le migliori pratiche, soprattutto per quanto riguarda:

  • il coinvolgimento della comunità agricola,
  • la progettazione agronomica reale (non dichiarata ma verificabile),
  • la trasparenza nella gestione ambientale.

Conclusioni e raccomandazioni

Il testo presenta una panoramica sommaria e poco critica del progetto, evidenziando potenziali benefici economici ma tralasciando aspetti tecnici fondamentali richiesti a livello internazionale. Tra le criticità principali:

  1. Mancata valutazione dell’impatto cumulativo.
  2. Non conformità ai requisiti agronomici e paesaggistici.
  3. Assenza di dati verificabili su resa agricola, produttività, biodiversità.
  4. Comunicazione ambigua e poco trasparente su impatti e benefici reali.

Per una discussione costruttiva su questo tipo di impianti è necessario:

  • adottare indicatori oggettivi (resa agricola, valore aggiunto, emissioni evitate),
  • promuovere la co-progettazione con il territorio,
  • distinguere tra progetti di mera produzione elettrica e veri impianti agrivoltaici.

📚 Bibliografia

  1. MASE (2023)Linee guida per lo sviluppo di impianti agrivoltaici avanzati, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
  2. CREA (2022)Linee guida tecniche sull’agrivoltaico.
  3. European Commission (2014)Directive 2014/52/EU on the assessment of the effects of certain public and private projects on the environment (EIA Directive).
  4. Fraunhofer ISE (2021)Agri-Photovoltaics: Opportunities, challenges and research needs.
  5. IEA (2022)Renewables 2022. Analysis and forecast to 2027.
  6. Sun’Agri (2023)Smart agrivoltaic systems for climate-resilient agriculture.
  7. Convention européenne du paysage (2000)Council of Europe Landscape Convention.
  8. Nagashima et al. (2020)Solar Sharing: the Japanese model of agrivoltaics, Renewable Energy Journal.

ampliamento critico dell’analisi, basato su dati ufficiali e approfondimenti locali:


🔍 1. Contesto istituzionale e partecipazione pubblica

Un incontro promosso il 24 gennaio 2025 dalla Provincia di Lecce e Regione Puglia ha messo in luce le preoccupazioni degli amministratori locali e delle organizzazioni agricole (CIA, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative), in particolare rispetto a:

  • Uso sperimentale delle aree agricole per l’agrivoltaico (richiesto dal Disegno di Legge regionale),
  • Mancanza di norme precise sulle colture compatibili con gli impianti, su progetto, monitoraggio e salvaguardia del paesaggio provincia.le.it.

🔸 Criticità: la partecipazione selettiva di stakeholder senza un reale coinvolgimento dei piccoli agricoltori rischia di compromettere l’accettabilità sociale del progetto.


⚙️ 2. Normativa regionale vs nazionale

La Puglia, con il nuovo DDL (art. 8), impone restrizioni più stringenti rispetto al DM MASE nazionale:

  • Richiede l’uso esclusivo di “agrivoltaico sperimentale” in aree agricole,
  • Delinea criteri precisi su tipologie colturali compatibili e monitoraggio territoriale provincia.le.it.

🔸 Osservazione: se il progetto “89_90_Lecce” non dimostra sperimentazione né monitoraggio (in particolare su biodiver­sità e produzione agricola), rischia di violare la normativa regionale.


🌾 3. Produzione agricola e paesaggio tradizionale

Testo e autorizzazioni regionali evidenziano:

  • Assenza di impatto cumulativo: ovvero, nessuna valutazione congiunta di impatto su identità culturale, biodiversità, paesaggio agricolo.
  • Mancata tutela del mosaico agricolo (vigneti, uliveti e colture pregiate) tipico del Salento, contrariamente ai requisiti del DM 24/2010 .

🔸 Interrogativo: verticalità dei sistemi agrivoltaici, altezza dei pannelli e distanza minima dal suolo — fattori critici per garantire la meccanizzazione agricola — non sono discussi nel progetto.


🧑🌾 4. Coinvolgimento degli agricoltori e gestione delle colture

Dal convegno emerge la richiesta che le norme definiscano:

  • Quali colture possono essere integrate,
  • Meccanismi di tutela dei redditi e della redditività delle aziende agricole provincia.le.it.

📌 Se il progetto non chiarisce:

  1. quali colture saranno adottate con dati sulle rese previste,
  2. se esistono accordi reali con agricoltori locali,
  3. come sarà garantito il monitoraggio agronomico,

— allora manca completamente una progettazione agronomica solida ed integrata.


🌎 5. Raffronto con progetti europei

Germania (Fraunhofer ISE) e Francia (Sun’Agri) dimostrano che per riconoscere un impianto come agrivoltaico avanzato, è necessario:

  • Garantire continuità produttiva e monitoraggio,
  • Utilizzare tecnologie come pannelli orientabili,
  • Integrare con coltivazioni di alto valore, piante mellifere ecc.

Nel progetto "89_90_Lecce", al contrario:

  • manca evidenza di monitoraggio,
  • non sono riportate tecnologie agronomiche evolute,
  • vi è omissione su rese colturali documentate.

📝 Conclusioni: aspetti fuorvianti, errori e gap

Criticità

Descrizione

Marketing di facciata

Il richiamo generico all’agrivoltaico maschera un progetto con scarsa base tecnico-agronomica.

Mancanza di VIA cumulativa

Violazione di normative europee e italiane sul paesaggio e l’ambiente.

Assenza di dati colturali validi

Non emergono valori di produttività, rese, varietà utilizzate.

Scarso coinvolgimento locale

Il coinvolgimento di comunità agricole sembra limitato a forum informativi, non a co-progettazione.

Rischio paesaggistico

Il mosaico agricolo tradizionale salentino potrebbe essere compromesso; non sono contenuti trattamenti di mitigazione univoci.


🔧 Raccomandazioni tecniche

Per fare dell’impianto un modello agrivoltaico di eccellenza, servono:

  1. Valutazione combinata (cumulativa) con altri progetti infrastrutturali.
  2. Progettazione agronomica documentata, con dati su colture, produttività, impatti accertati.
  3. Pannelli orientabili o verticali, alti almeno 2,5 m, per garantire attività agricola meccanizzata.
  4. Monitoraggio ambientale e socio-economico per almeno 5 anni.
  5. Coinvolgimento attivo degli agricoltori locali, attraverso contratti e governance condivisa.

Bibliografia aggiornata

  • Provincia di Lecce (24/01/2025) – Incontro agrivoltaico Salento, focus su paesaggio e norme agricole provincia.le.it
  • MASE (2023) – Linee guida agrivoltaico sperimentale
  • CREA (2022) – Linee guida agrivoltaico tecnico
  • Directive 2014/52/EU – EIA Directive (cumulatività, paesaggio)
  • Fraunhofer ISE (2021) – Agri-PV research
  • Sun’Agri (2023) – Agrivoltaic smart systems
  • European Landscape Convention (2000)

🌄 Approfondimento dell'Analisi Paesaggistica

L'impatto paesaggistico del mega impianto agrivoltaico “89_90_Lecce” sulle terre del Salento presenta criticità significative, evidenziate da normativa, studi tecnici e casi di studio locali.

1. Vincoli paesaggistici e tutela del mosaico agricolo

  • Il Salento è caratterizzato da un mosaico agricolo storico (ulivi secolari, vigneti, mandorleti) che costituisce parte essenziale dell’identità del paesaggio salentino. La perdita di questo contesto rurale può alterare la struttura visiva e culturale del territorio arxiv.org+14trnews.it+14salviamoilpaesaggio.it+14.
  • Il Piano Paesaggistico Regionale (PPTR) qualifica molte strade e aree della zona come "panorami da preservare", menzionati positivamente in contesti contro grandi impianti fotovoltaici noinotizie.it+1trnews.it+1.

2. Pareri di Soprintendenza e Commissioni Ambientali

  • In altri contesti salentini, la Soprintendenza ha espresso giudizi negativi per l’installazione di impianti di grande taglia (>6 MW su 16 ha) per incompatibilità con ricchezza archeologica e paesaggio culturale salviamoilpaesaggio.it.
  • La Commissione tecnica PNRR ha respinto impianti agrivoltaici in aree di rilevante pregio naturalistico (garrigue mediterranea), per la loro incompatibilità con contesti paesaggistici tutelati e biodiversità iris.polito.it+11corriereditaranto.it+11salviamoilpaesaggio.it+11.

3. Consumo di suolo e distruzione del paesaggio rurale

  • Secondo il consigliere regionale Casili, in Salento il suolo agricolo è in forte pressione: tra il 2018 e il 2019 sono andati persi 146 ha a causa di cementificazione e grandi impianti trnews.it.
  • Si sottolinea come i mega impianti posizionati su aree ancora fertili comportino una duplice erosione territoriale: distruzione di paesaggio e consumo attivo del suolo.

4. Mancanza di valutazione cumulativa e analisi paesaggistica

  • Il progetto “89_90_Lecce” non sembra includere una VIA cumulativa per valutare l’effetto combinato con infrastrutture esistenti (elettrodotti, insediamenti) o nuove, contrariamente alla normativa europea (Direttiva 2014/52/EU).
  • Il focus delle riserve regionali sulla non conformità al DM 24/2010, per non tutela del mosaico agricolo e paesaggio, indica che la valutazione dell’impatto visivo e ambientale è stata fino ad ora sovrastimata o trascurata.

5. Suggerimenti tecnici secondo casi studio e letteratura

  • Studi scientifici internazionali su ombra guidata (semierba, pomodoro, cicoria) evidenziano che sistemi progettati con cura (altezza >2 m, inclinazione ottimizzata) attenuano l'impatto visivo permettendo meccanizzazione e mantenendo paesaggio agricolo .
  • È fondamentale adottare soluzioni visivamente discrete e integrabili:

Raccomandazioni paesaggistiche

  1. Evitare le aree storiche non degradate: posizionare l’impianto lontano da strade panoramiche e monumenti rurali vincolati.
  2. Adottare layout integrati: pannelli elevati, alternanza tra colture alte e basse, monitoraggio natura foto-visiva.
  3. Monitoraggio pre e post-installazione: valutazioni fotografiche e georeferenziate, monitoraggio della vegetazione preesistente.
  4. Coinvolgimento della Soprintendenza e comunità rurale nel processo preliminare di pianificazione, secondo modelli europei (es. Germania, Francia).

🔚 Conclusione

L'analisi paesaggistica mette in luce come il progetto “89_90_Lecce” rischi di alterare irrimediabilmente il paesaggio agrario del Salento, senza adottare misure di mitigazione adeguate. La normativa vigente, i casi di studio e le sperimentazioni scientifiche offrono alternative concrete per armonizzare produzione di energia, agricoltura e tutela paesaggistica.


📚 Fonti

Ecco un focus approfondito sulle mitigazioni visive specifiche e la comparazione planimetrica con villaggi e masserie, rafforzato da evidenze tecniche e casi di studio.


🌿 Mitigazioni visive: strategie efficaci

1. Barriere verdi perimetrali e corridoi ecologici

  • Siepi autoctone e macchie vegetali: l’installazione lungo i confini con specie arbustive e arboree locali, come olmi, lecci o lentischio, può ridurre l’impatto visivo e creare corridoi ecologici che favoriscono fauna e biodiversità tecnovia.it+2biosolar.it+2researchgate.net+2pv-magazine.it+4progettoverde.eu+4biosolar.it+4.
  • “Doppio uso” della mitigazione: secondo Progetto Verde/ENEA, non si tratta solo di schermare i pannelli, ma di integrare le barriere nel paesaggio, predisponendo filari discontinui “a grumi” che lasciano trasparire visivamente l’impianto, senza creare una parete verde artificiale pv-magazine.it.

2. Colorazione e riflettanza dei pannelli

  • Pannelli color terracotta: in progetti urbani/paesaggistici, pannelli con finiture in colore simile a tegole storiche (ad es. terracotta) hanno dimostrato di non perdere efficienza e migliorare l’armonia visiva in aree con vincolo paesaggistico reddit.com.
  • Rivestimenti antiriflesso: per limitare abbagliamento verso masserie o strade panoramiche, sono disponibili pannelli con superfici opache o texture microstriate eai.enea.it+7iris.unito.it+7reddit.com+7.

3. Scelta di altezza e orientamento


🏘️ Comparazione planimetrica con villaggi e masserie

Un’analisi planimetrica confronta tre configurazioni potenziali:

Configurazione

Interferenza visiva masserie/villaggi

Integrazione paesaggistica

Effetto percepito da strade panoramiche

Layout compatto, pannelli bassi

Forte ostruzione della vista, interi campi palesi

Bassa

Alto impatto visivo, percezione di "cancellazione" del paesaggio

Layout con barriere a grumi e altezza elevata

Vista parziale tra grumi, masserie visibili

Alta, grazie a interstizi vegetali

Impatto visivo modulato, percezione di continuità

Layout sparso, pannelli verticali

Linee sottili e discrete, masserie emergono

Molto alta

Minimo impatto visivo, percezione di naturalezza

Best practice emerse:

  1. Intervalli aperti (filari modulari) consentono visuale frammentata e non interrotta.
  2. Barriere vegetali disomogenee (a macchie/grumi) favoriscono una simbiosi visuale tra masserie e impianto.
  3. Strategia coloristica: uso di pannelli color terracotta in prossimità di edifici storici o vigneti tradizionali per armonizzare la tavolozza visiva.

📈 Casi studio e riferimenti


✍️ Raccomandazioni per "89_90_Lecce"

  1. Implementare barrieree perimetrali a “grumi” usando specie autoctone (lentischio, leccio), con potature gestibili e altezza contenuta sotto i pannelli progettoverde.eu.
  2. Prevedere pannelli color terracotta in prossimità di masserie/storico-paesaggio; sperimentazioni redditizie supportano questa soluzione .
  3. Altezza minima di 2,5 m per rispetto delle linee guida nazionali/regionali e per non precludere visibilità e meccanizzazione .
  4. Layout modulato con filari verticali o tracker biassiali (se compatibili) per attendere alle esigenze paesaggistiche e agricolo‑visive edilizia.com+6anci.emilia-romagna.it+6pv-magazine.it+6.
  5. Pannelli antiriflesso o trattamento superficiale per minimizzare abbagliamento da riflessi diretti verso gli insediamenti pv-magazine.it+7iris.unito.it+7researchgate.net+7.
  6. Monitoraggio visivo pre–post, incluse foto georeferenziate verso masserie ed elementi identitari, per dimostrare il mantenimento della percezione paesaggistica .

🎯 Conclusione

L’integrazione di barriere verdi a grumi, pannelli cromaticamente adattati, layout modulati e altitudini opportune, supportati da monitoraggio visivo, rende possibile coniugare produzione energetica e rispetto del paesaggio salentino. Tali soluzioni, già sperimentate in progetti europei e nazionali, possono trasformare l’impianto in un modello di agri­voltaico paesaggisticamente sostenibile.