domenica 15 giugno 2025

“La terra che piange. Il grido silenzioso della viticoltura”


 “La terra che piange. Il grido silenzioso della viticoltura”

di Antonio Bruno

Ho sempre pensato che l’Italia fosse un paese che vive tra bellezza e fatica. E se c’è un mestiere che incarna perfettamente questa doppia verità, è quello dell’agricoltore. Oggi voglio parlare della viticoltura, e più precisamente della crisi profonda che sta colpendo i nostri viticoltori, specialmente nel Sud, in luoghi meravigliosi e feriti come il Salento.

Ho ascoltato un intervento lungo, accorato, per nulla retorico di alcuni agricoltori e tecnici del settore. Persone che non si riempiono la bocca di slogan, ma che ogni giorno si sporcano le mani di terra, potano, vendemmiano, curano la vite come fosse un figlio. E che ora si sentono abbandonati, umiliati da un mercato che non li premia, da uno Stato che li dimentica e da una società che guarda altrove.

Oggi un ettaro di vigneto può costare 30 mila euro per essere impiantato, ma ne vale forse 20 mila sul mercato. I costi di produzione sono aumentati: fitofarmaci, carburanti, manodopera, macchinari. E il prezzo dell’uva? Crollato anche sotto i 40 centesimi al chilo. Fatevi due conti. È come se vi dicessero che dovete aprire un ristorante, comprare tutto a prezzo pieno e poi servire i piatti praticamente gratis. Ecco, questa è la situazione.

Quello che mi colpisce, però, non sono solo i numeri, ma lo sconforto umano. Un padre che si dice pentito di aver trasmesso al figlio l'amore per la terra. Un giovane che sogna di investire, ma è costretto a fermarsi. Non per pigrizia, non per mancanza di idee, ma perché la matematica, purtroppo, non è un'opinione.

Nel nostro paese si parla di identità, di territorio, di tradizione. Ma la verità è che stiamo lasciando marcire nei campi proprio ciò che ci definisce di più. Il vino italiano, celebrato nel mondo, ha radici nei volti rugosi dei contadini, nella fatica dell’alba, nelle calli delle mani. Senza quei volti, quel vino non esisterebbe. E nemmeno la nostra storia.

Cosa fare allora? Intanto smettere di ignorare. La crisi c’è, è reale, ed è strutturale. Occorre agire su più fronti: calmierare i costi produttivi, favorire la filiera corta, tutelare la DOP con politiche serie, sostenere i giovani agricoltori con crediti agevolati veri e non promesse elettorali da campagna vendemmiale.

E poi, da consumatori, fare una scelta di consapevolezza: quando compriamo un vino, chiediamoci da dove arriva, chi l’ha fatto, se è il frutto della speculazione o della passione. Perché un vino può costare poco, ma se costa la vita di chi l’ha prodotto, forse è troppo caro.

Non è solo questione di soldi. È questione di dignità.

Ho avuto l’opportunità di seguire un dibattito televisivo sulla crisi del settore vitivinicolo nel Salento, in particolare nella zona di Guagnano. La discussione è stata molto accorata e ha descritto in modo soggettivo la difficile situazione economica dei produttori di uva e vino. Di seguito offro un'analisi scientifica e oggettiva dei punti chiave toccati nel dibattito.


Punti chiave emersi e verifica scientifica

Autore: Antonio Bruno

Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce


1. Calo del prezzo dell’uva e aumento dei costi di produzione

Affermazioni:

  • Prezzi dell'uva scesi da 80€/q a 30–40€/q.
  • Costi di produzione fino a 8.000 €/ha.
  • Impianto di un vigneto: 30.000 €/ha.
  • Vendita di vigneto: 20.000 €/ha.

Verifica:

Questi dati, seppur riferiti in modo approssimativo e non aggiornati scientificamente, riflettono una tendenza reale. Secondo ISMEA (2024) e CREA, i costi di gestione del vigneto (potatura, trattamenti fitosanitari, manodopera, carburanti, meccanizzazione, ecc.) sono aumentati del 30–40% negli ultimi 5 anni, complici:

  • L’aumento dei prezzi dei fitofarmaci e dei fertilizzanti (specialmente post-COVID e guerra in Ucraina).
  • Il costo della manodopera.
  • I rincari energetici e di macchinari.

I prezzi dell’uva sono in forte calo, soprattutto per vini comuni o da tavola. I vitigni DOP o IGP hanno prezzi migliori, ma non sempre coprono i costi in zone marginali o con bassa meccanizzazione.

Analisi:

  • Non c’è esagerazione nel denunciare una crisi economica per i piccoli e medi produttori.
  • È vero che molte aziende non riescono a coprire i costi, specie se non integrate nella filiera (es. senza una propria cantina).
  • La vendita dei vigneti sotto costo è documentata in molte zone italiane, specie in assenza di valore immobiliare fondiario elevato.

2. Crisi generazionale e fuga dei giovani dall’agricoltura

Affermazioni:

  • I giovani non trovano sostenibilità economica nella viticoltura.
  • I vecchi "sogni" legati alla campagna non sono più realizzabili.

 Verifica:

Secondo Istat e Coldiretti (2023):

  • Solo il 7% delle aziende agricole italiane è gestito da under 35.
  • Il 50% dei giovani abbandona l’attività agricola entro 5 anni dalla sua apertura se non adeguatamente supportato.
  • I giovani agricoltori chiedono più accesso a credito, formazione digitale e sbocchi di mercato.

Le cause del fenomeno sono reali e ben documentate:

  • Rischio economico troppo alto.
  • Mancanza di politiche efficaci per la valorizzazione del prodotto agricolo.
  • Burocrazia eccessiva.

3. Assenza di supporto politico e istituzionale

Affermazioni:

  • Nessuna risposta concreta da parte delle istituzioni.
  • Proteste (come quelle dei trattori) si sono spente senza esiti.
  • Mancano interventi strutturali come “quote” o aiuti mirati.

Verifica:

  • Il governo italiano e l’UE hanno predisposto fondi nel PSN (Piano Strategico Nazionale PAC 2023–2027), ma:
    • Molti piccoli agricoltori non vi accedono per via della complessità amministrativa.
    • Il sostegno al reddito spesso non compensa le perdite legate alla filiera commerciale.
  • Il sistema delle "quote vino" non è mai stato attuato come nel caso del latte.
  • Alcune regioni (es. Toscana, Piemonte) hanno avviato piani di riconversione viticola che non sono estesi ovunque.

4. Perdita di valore fondiario e rischio desertificazione agricola

Affermazioni:

  • I vigneti perdono valore sul mercato.
  • Terreni agricoli restano abbandonati.
  • Le multinazionali comprano le aziende locali.

 Verifica:

  • In molte aree del Sud Italia, il valore dei terreni agricoli è in calo (Fonte: CREA, 2023).
  • Il fenomeno della “desertificazione agricola” è reale, specialmente dove la viticoltura non è sostenuta da una filiera commerciale o dal turismo enogastronomico.
  • Diverse aziende italiane sono state effettivamente acquisite da gruppi stranieri (soprattutto francesi e cinesi), attratti da denominazioni prestigiose ma deboli sul piano commerciale locale.

5. Qualità del prodotto e competitività internazionale

 Affermazioni:

  • Il vino del Salento ha qualità uniche.
  • La DOP Salice Salentino è sottovalutata.
  • Bisogna “far vedere che il vino lo facciamo con questa uva”.

 Verifica:

  • Il Salento è una zona riconosciuta per vini di alta qualità, soprattutto Primitivo, Negroamaro, Malvasia.
  • Tuttavia, il valore aggiunto si perde spesso nella filiera, dove il vino viene venduto sfuso o a intermediari, invece che imbottigliato e promosso in loco.
  • La promozione territoriale, come suggerito, è una strategia efficace, ma serve marketing organizzato, consorzi attivi e turismo integrato.

 Conclusione

 AFFERMAZIONI CORRETTE:

  • C'è una crisi reale nel settore vitivinicolo salentino.
  • I prezzi dell’uva sono troppo bassi rispetto ai costi.
  • I giovani non trovano sostenibilità nell’agricoltura.
  • I fondi pubblici non sono sufficientemente accessibili o risolutivi.

 IMPRECISIONI O VISIONI FUORVIANTI:

  • Non c’è evidenza che la crisi sia “senza precedenti” assoluti: altre crisi gravi (es. anni ’80-’90) si sono verificate, anche se questa è strutturale e sistemica.
  • Il paragone con il metanolo è improprio: oggi non si tratta di una crisi da scandalo o frode, ma economica e sistemica.
  • L’idea che “non ci sia alcun supporto” è parzialmente vera, ma va precisato che i fondi esistono, anche se non ben distribuiti o noti.

 Raccomandazioni basate su evidenza:

  1. Integrazione verticale: sostenere le aziende a vinificare, imbottigliare e vendere direttamente.
  2. Consorzi e promozione territoriale: rafforzare le DOP e il marketing territoriale.
  3. Politiche giovanili mirate: accesso facilitato a credito, terreni e formazione.
  4. Digitalizzazione e turismo enogastronomico come leve per aumentare il margine.

 

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