domenica 1 giugno 2025

Il ciliegio salentino: un'opportunità che viene dalla terra

 

Ciliegio piante allevate a vaso multiasse

Il ciliegio salentino: un'opportunità che viene dalla terra

di Antonio Bruno dottore agronomo

Certe volte basta guardare meglio le cose che abbiamo sotto il naso per scoprire una strada nuova, una possibilità che prima non vedevamo. Pensiamo al Salento. Un territorio che ha sofferto, negli ultimi anni, una ferita profonda: quella della Xylella fastidiosa, che ha cambiato il volto degli ulivi, delle campagne, dell’economia rurale. Ma anche qui, dove la natura ha mostrato il suo lato più duro, la terra non ha smesso di suggerire soluzioni. Una di queste si chiama ciliegio.

Già, il ciliegio.

Una pianta che forse non associamo subito a Lecce o a Gallipoli, ma che sta trovando il suo posto proprio tra le pieghe delle difficoltà. Perché? Perché, come ci dicono gli scienziati del CNR di Bari, il ciliegio non teme troppo la Xylella. È resistente. O, come si dice in campagna, “tiene botta”.

Parliamo di numeri: nelle piante di ciliegio il batterio è stato trovato in meno dell’11% dei casi. Negli ulivi, invece, parliamo di oltre il 74%. Una bella differenza. E allora viene naturale chiedersi: e se il ciliegio potesse rappresentare una seconda occasione per il nostro paesaggio agricolo?


La tecnica c’è: il vaso multiasse

Chi vive di terra lo sa: non basta piantare un albero. Ci vuole mestiere, pazienza, innovazione. Oggi molti agricoltori salentini stanno riscoprendo il sistema di allevamento a vaso multiasse. Nome difficile, ma concetto semplice: la pianta si sviluppa in più rami principali, come una mano aperta. Così si raccoglie meglio, si pota da terra, si protegge più facilmente con le reti. E poi, soprattutto, inizia a produrre già dal terzo anno.

Per una terra che deve ripartire, tre anni sono un tempo breve e pieno di speranza.


Le varietà? Meglio se locali

Nel Salento si coltivano anche varietà autoctone, come la ‘Mascialora’. Ce la siamo tenuta stretta per anni, un po’ in sordina, e adesso torna utile. È resistente, si adatta bene al suolo povero, e non ha bisogno di tanta acqua né di troppo freddo in inverno, cosa che da queste parti scarseggia.

Le coste sono miti, le piogge sempre più rare. Ci vogliono quindi ciliegi “intelligenti”, moderni, capaci di dare frutto anche con poco. E alcune varietà brevettate, come la Sweet Aryana®, sembrano nate apposta per questo clima.


Quanto costa? Quanto rende?

E qui veniamo al sodo, perché la poesia non riempie i portafogli.

Un ettaro di ciliegeto costa circa 12.000 euro per partire. È un investimento, non una spesa a perdere. Dal quarto anno, con una buona gestione, si può arrivare a raccogliere 12-15 tonnellate, con un ricavo che va dai 20.000 ai 27.000 euro. Togliendo i costi di gestione, può restare in tasca un utile netto di 10-15.000 euro l’anno.

Non è la luna, ma è un reddito dignitoso. Soprattutto se pensiamo che alcune aziende salentine già lo fanno, come i fratelli Nestola a Galatone, o AgriBioSalento a Cutrofiano. Realtà piccole, vere, che dimostrano che si può fare.


La terra è sempre un ritorno

Il ciliegio nel Salento non è solo un’alternativa agricola. È anche una risposta di dignità a chi pensava che la Xylella avesse detto l’ultima parola. Non è così. La terra, se la rispetti e la ascolti, ti risponde. E ogni ciliegio piantato è un gesto di fiducia nel futuro.

Perché in fondo, come mi piaceva dire spesso:

“Le cose cambiano. Ma se hai radici buone, anche il cambiamento può essere un nuovo inizio.”


Fonti

  1. L'Informatore Agrario – Ciliegio e innovazione
  2. PAT Puglia – Varietà pugliesi di ciliegio
  3. Cherry Times – Cerasicoltura del Sud Italia

 


🍒 La coltivazione del ciliegio nella provincia di Lecce: prospettive agronomiche e modello di business

La coltivazione del ciliegio nella provincia di Lecce, sebbene meno estesa rispetto ad altre aree della Puglia, è oggetto di crescente interesse, soprattutto in risposta alla crisi causata dalla Xylella fastidiosa.

🧪 Evidenze scientifiche sulla resistenza alla Xylella

Studi condotti dall'Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP) del CNR di Bari hanno evidenziato che il ciliegio dolce presenta una bassa suscettibilità alla Xylella fastidiosa. In particolare, le indagini diagnostiche hanno mostrato una presenza del batterio inferiore all'11% nelle piante di ciliegio, rispetto a una media del 74,43% negli olivi. Questi dati suggeriscono che il ciliegio, insieme al mandorlo, potrebbe rappresentare una valida alternativa per la diversificazione colturale nelle aree infette del Salento. [1]


🌱 Tecniche di coltivazione

La tecnica più promettente per l’impianto del ciliegio in Salento è il sistema a vaso multiasse, che prevede la formazione della pianta con 2-4 assi principali disposti radialmente. I vantaggi di questo sistema includono:

  • 🌿 Fruttificazione precoce: già dal terzo anno.

  • 🛠️ Gestione facilitata: potature e raccolta possibili da terra.

  • 🌞 Contenimento della chioma: utile per coperture antipioggia e antigrandine.

  • 🚜 Compatibilità con la meccanizzazione: migliora l’efficienza delle operazioni agronomiche.

  • 💧 Irrigazione a goccia: fondamentale in Salento, con turni settimanali da 30-40 mm nei mesi estivi.

  • 🌾 Concimazione: basata su analisi del terreno, con fertirrigazione localizzata per macro e microelementi.


🌸 Varietà locali e adattabilità

Tra le varietà di ciliegio adatte al Salento troviamo:

  • Mascialora: autoctona leccese, a maturazione medio-precoce.

  • Ferrovia: varietà pugliese di successo, ma da valutare attentamente per esigenze di freddo.

  • Sweet Aryana® e Sweet Lorenz®: varietà moderne a basso fabbisogno invernale, ideali per le zone costiere.


🌍 Considerazioni climatiche

Il clima del Salento, caratterizzato da inverni miti e scarsa piovosità estiva, impone la selezione di varietà a basso fabbisogno in freddo (<400 ore). Le zone interne sono più adatte rispetto alle aree litoranee per varietà tradizionali. Le coperture antipioggia possono prolungare la finestra di raccolta e ridurre lo spacco del frutto.


📊 Business Plan e confronto con aziende reali

🔹 Costi d’impianto per 1 ettaro

VoceCosto (€)
Preparazione del terreno1.200
Piante (400/ha, 8 €/pianta)3.200
Impianto irrigazione a goccia2.500
Reti antipioggia/grandine5.000
Spese di impianto totale11.900

🔹 Costi annuali di gestione

VoceCosto (€)
Manodopera (potatura, raccolta)2.000
Irrigazione e concimi1.200
Trattamenti fitosanitari800
Totale annuo4.000

🔹 Ricavi potenziali dal 4° anno

  • Produzione media: 12-15 t/ha

  • Prezzo medio di mercato (2024): 1,80 €/kg

  • Ricavo lordo: 21.000 - 27.000 €/ha

  • Utile operativo stimato: 10.000 - 15.000 €/ha

🔹 Confronto con aziende reali del Salento

AziendaEstensione (ha)Modello colturalePrezzo medio venditaNote
Fratelli Nestola (Galatone)3Ciliegio e mandorlo2,00 €/kgFocus su varietà locali
AgriBioSalento (Cutrofiano)5Ciliegio biologico2,30 €/kgVendita diretta e trasformazione
Cooperativa Cerasicola Leccese20Ciliegio intensivo1,70 €/kgCommercializzazione in GDO

📚 Bibliografia

  1. Coldiretti Puglia – Resistenza del ciliegio alla Xylella

  2. L'Informatore Agrario – Ciliegio: coltura sostenibile ma con poca innovazione

  3. PAT Puglia – Le varietà di ciliegio pugliesi

  4. Cherry Times – Problematiche e prospettive della cerasicoltura del Sud Italia

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