giovedì 24 dicembre 2009

kenaf (Hibiscus Cannabinus)











Un po' di storia
Il kenaf, secondo il Murdoc, fu domesticato nel 3500 a.C. nel Nuclear Mande, una regione agricola dell'Africa Occidentale ove l'agricoltura si sviluppò indipendentemente da quella egiziana. Quest'ultima infatti, a partire dal 5000 a.C., aveva ottenuto le prime specie domesticate, vegetali ed animali, per migrazione dalle regioni collinari dell'Irak Centrale. Se la valorizzazione del kenaf si originò nell'Africa Occidentale a nord dell'equatore, più controversa presso i ricercatori si presenta l'identificazione del centro di origine della specie. Tre sono le aree africane ove si trovano forme selvatiche: - le valli superiori del Niger e del Bani: è la zona più vicina al centro di domesticazione; - il territorio Angolano, che presenta le specie più primitive. Da qui la specie avrebbe migrato verso oriente per poi rientrare ad occidente, una volta superata la fascia tropicale umida, rappresentante una barriera naturale per le migrazioni dirette nord-sud e/o viceversa; - il territorio Tanzaniano: da qui il kenaf sarebbe potuto migrare con direzione sud-occidentale, verso l'Angola e con direzione nord-occidentale, verso il territorio del Nuclear Mande.Prive di fondamento sono invece le ipotesi di una origine asiatica della specie poiché sul territorio asiatico non esistono specie selvatiche. La migrazione verso l'Asia è avvenuta probabilmente insieme al karkadé per via marittima oppure con le carovaniere attraverso il territorio mesopotamico.La scoperta in tale area, da parte di una missione archeologica italiana, di manufatti con fibra di kenaf risultati databili al 2400-2800 a.C. sembrerebbe confermare tale ipotesi. (Fonte G. Mignoni)
La prova della prima utilizzazione di questa malvacea come specie da fibra tessile è stata annunciata soltanto recentemente.Nel 1972, una équipe di archeologi dell' ISMEO - Istituto per il Medio e l'Estremo Oriente dell'Università di Roma, in uno scavo effettuato a Shahr-l-Sokhta, nel Sistan Persiano, ha rinvenuto una cordicella di kenaf risalente al III millennio e che risalirebbe al 2400-2800 a.C. (Comunicazione personale del Prof. Costantini - ISMEO - Roma). Trattasi dunque di un manufatto tessile.In periodo storico, il primo impiego del kenaf è avvenuto ad opera delle popolazioni del continente indiano che - per la più ampia adattabilità della specie in rapporto alla juta - lo hanno da sempre utilizzato nelle aree marginali al bacino monsonico del continente asiatico. E' dunque in quest'area che dalla seconda metà del 1700 molti ricercatori inglesi si interessarono a questa specie ed alla sua coltivazione: ciò avvenne sia con prove di comparazione sperimentale, come quelle condotte a Madras dal 1784 al 1815 da Sir William Roxburgh, sia e successivamente a Calcutta, nei giardini della East Indian Company, sia descrivendone la diffusione allo stato spontaneo o la coltivazione nelle differenti parti dell'India da parte delle popolazioni locali.Secondo Dustan, come riportato dal Dempsey, la fibra di kenaf fu presentata per la prima volta in Europa sul mercato di Londra agli inizi del XX secolo (1901-1902) con il nome di "Bimlipatam jute".Tale nome prende origine dal villaggio di Bimlipatam ove - come segnalato nel 1910 dai due fratelli Howard, i primi che procederono alla classificazione del kenaf nei cinque fenotipi a tutt'oggi riconosciuti, - era localizzato un impianto di filatura ed una manifattura sacchi con differenti fibre.La prima fabbrica di sacchi, che abbia utilizzato esclusivamente fibra di kenaf e che secondo il Dempsey restò funzionante fino al 1958, era localizzata a Nellore. (Fonte G. Mignoni)








Il kenaf (Hibiscus Cannabinus) è una malvacea con cicli di coltivazione annuale ripetibile sullo stesso terreno fino a 7 cicli consecutivi senza perdere in resa ( ton 15/h umidità 20% ).
Le tecniche di coltivazione di questa pianta sono molto semplici e non hanno bisogno di NESSUNA macchina agricola dedicata.
SEMINA: il kenaf vuole seminato tra l'ultima settimana di aprile e la prima di maggio in un letto di semina abbastanza umido e a seconda delle condizioni climatiche del luogo (temperatura, sole, pioggia, vento, etc.).Viene seminato a 2,5 cm di profondità, ad una distanza da seme e seme di 3 cm sulla fila ed in interfilari regolari di circa 45 cm. A questa densità di semina corrisponde una quantità di 16 kg di semente per ettaro. Per la posa della semente si utilizzano normalmente macchine pneumatiche con disco da sorgo da 3,5 mm;
IRRIGAZIONE: rispettando le condizioni di semina prima esposte, normalmente il kenaf germoglia entro le 96/115 ore dalla data di posa nel terreno e normalmente inizia a disporsi in file dal 12 al 18 giorno.In questo periodo è estremamente importante l'apporto di acqua, che se non perviene naturalmente (pioggia) bisogna fornire con apposite irrigazioni. Normalmente:» 1ª IRRIGAZIONE: dal 5° all' 8° giorno (ruotone velocità di recupero tubo 12m/h);» 2ª IRRIGAZIONE: dal 13° al 18° giorno (ruotone velocità di recupero tubo 10m/h);» 3ª IRRIGAZIONE: dal 22° al 27° giorno (ruotone velocità di recupero tubo 8m/h).Tale procedimento è necessario per il perfetto attecchimento della pianta di kenaf. Dopo di ciò, essendo la radice di kenaf fittonante è una scelta dell'agricoltore fare irrigazioni tipo mais per ottenere maggiore resa di prodotto soprattutto per il fatto che la pianta non muore più.
RACCOLTA: il ciclo vegetativo completo della pianta di kenaf è di 150 giorni ma per il perfetto raggiungimento del grado di umidità prescelto e del fenomeno autodistaccante delle pectine tra le fibre primarie e secondarie che compongono la corteccia deve aspettare che la temperatura ambientale scenda sotto i 10 gradi per 2 settimane e che si verifichino almeno 2 fenomeni di gelata consecutivi.Dopo di chè la pianta è pronta per essere raccolta e allo scopo di utilizzano macchine come per il "ceroso" tipo John Deer o similari con l'accortezza di tenere sul macchinario una fila di coltelli si e una no e di spostare la piastra controcoltello tutta indietro, al fine di ottenere un cippato da 7 a 12 cm che viene poi trasportato mediante rimorchi e ribaltabili da bordo campo nei luoghi di raccolta.

Nessun commento:

Posta un commento