Acque reflue affinate in agricoltura: confronto tra la Puglia e le esperienze internazionali
di Antonio Bruno
La Puglia utilizza solo il 5% delle acque reflue urbane affinate in agricoltura, una percentuale che appare esigua per una regione dalla spiccata vocazione agricola e al contempo afflitta da una cronica carenza idrica. Tuttavia, iniziative come il progetto pilota "Riubsal" stanno cercando di invertire questa tendenza, dimostrando che il riutilizzo delle acque reflue affinate è non solo possibile, ma anche vantaggioso per un’agricoltura sostenibile e a basso impatto ambientale. Ma come si colloca questa esperienza rispetto ad altre realtà internazionali? E quali sono le evidenze scientifiche che supportano tali pratiche?
Il progetto Riubsal: una visione sostenibile
Finanziato dalla misura 16.2 della Regione Puglia, il progetto Riubsal è partito nel 2021 presso un’azienda agricola di Alezio, utilizzando le acque reflue affinate provenienti dal depuratore di Gallipoli. Su una superficie di 1,8 ettari, con 350 alberi di ulivo e 250 di melograno, il progetto ha sfruttato una piattaforma hardware e software avanzata per gestire in modo preciso l’irrigazione e l’apporto di nutrienti. I sensori installati permettevano di monitorare qualità dell’acqua, umidità, temperatura e conducibilità elettrica del terreno, mentre droni dotati di sensori avanzati garantivano un controllo continuo delle colture.
Uno degli aspetti più innovativi è stato l’utilizzo delle acque reflue affinate non solo come risorsa idrica, ma anche come fertilizzante diluito, grazie alla presenza di nutrienti quali azoto (11-30%), fosforo (5-23%) e potassio (32-45%). Il sistema ha permesso di evitare sprechi e di ottenere rese produttive in linea con altri areali produttivi, confermando l’efficacia del modello adottato.
Esperienze internazionali: Israele, Australia e Spagna a confronto
In altri Paesi con simili condizioni climatiche e idriche, il riutilizzo delle acque reflue in agricoltura è una pratica consolidata. Ad esempio, Israele riutilizza circa il 90% delle sue acque reflue trattate, rendendolo un leader mondiale in questo settore. Gran parte di queste acque viene destinata all’agricoltura attraverso avanzati sistemi di monitoraggio e distribuzione, con l’obiettivo di ottimizzare l’uso delle risorse idriche e minimizzare l’impatto ambientale.
Un altro esempio significativo è l’Australia, dove il riutilizzo delle acque reflue è fondamentale per affrontare periodi di siccità prolungata. Qui, sistemi come il Western Treatment Plant a Melbourne combinano il trattamento delle acque reflue con il recupero dei nutrienti, migliorando la qualità dei terreni agricoli e riducendo la dipendenza da fertilizzanti chimici.
Infine, in Spagna, una delle principali potenze agricole d’Europa, il riutilizzo delle acque reflue raggiunge il 30%. La regione di Murcia, in particolare, ha sviluppato un sistema di trattamento avanzato per riutilizzare le acque reflue nel settore agricolo, contribuendo a mitigare gli effetti della scarsità idrica e a garantire la sostenibilità delle produzioni.
Evidenze scientifiche a supporto
Numerosi studi scientifici confermano i benefici del riutilizzo delle acque reflue in agricoltura. Ad esempio, una ricerca pubblicata su Agricultural Water Management ha evidenziato che l’uso delle acque reflue affinate può migliorare la fertilità del suolo grazie alla presenza di nutrienti essenziali come azoto e fosforo, riducendo al contempo il fabbisogno di fertilizzanti sintetici. Altri studi, come quello condotto dall’International Water Management Institute (IWMI), hanno dimostrato che queste pratiche possono aumentare la resilienza delle colture agli stress idrici e contribuire alla sicurezza alimentare in aree aride e semi-aride.
Confronto tra la Puglia e le esperienze internazionali
Il caso pugliese, pur rappresentando un passo avanti significativo, evidenzia un grande margine di miglioramento rispetto alle esperienze internazionali. La percentuale del 5% di acque reflue riutilizzate in agricoltura è nettamente inferiore rispetto al 90% di Israele o al 30% della Spagna. Tuttavia, il progetto Riubsal dimostra che esistono le potenzialità per colmare questo divario, grazie all’adozione di tecnologie avanzate e a un approccio integrato alla gestione delle risorse idriche e nutrienti.
Un aspetto chiave che emerge è la necessità di un cambiamento culturale e normativo. In Puglia, come in molte altre regioni italiane, la percezione delle acque reflue è ancora legata a pregiudizi sulla loro sicurezza e utilità. Al contrario, esperienze internazionali dimostrano che un adeguato trattamento e monitoraggio possono rendere queste risorse non solo sicure, ma addirittura vantaggiose per la produttività agricola e la sostenibilità ambientale.
Conclusioni
Il progetto Riubsal rappresenta un modello promettente per l’agricoltura pugliese e italiana, dimostrando che è possibile utilizzare le acque reflue affinate in modo sostenibile ed efficace. Tuttavia, per raggiungere i livelli di eccellenza di Paesi come Israele, Australia e Spagna, è necessario investire in tecnologie, infrastrutture e sensibilizzazione. Solo così la Puglia potrà sfruttare appieno il potenziale delle sue risorse idriche e diventare un esempio di sostenibilità per altre regioni agricole. L’integrazione di soluzioni tecnologiche avanzate e di una visione a lungo termine potrebbe trasformare una sfida in un’opportunità per il futuro dell’agricoltura regionale.
link: https://www.riubsal.it/
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