domenica 15 dicembre 2024

La Saggezza degli Alberi: Cosa Ci Insegnano i Boschi

 

Bosco (Lecceta) te la “Cervarola” LECCE

La Saggezza degli Alberi: Cosa Ci Insegnano i Boschi

Di Antonio Bruno

Immagina di camminare in una foresta. Intorno a te, gli alberi si stagliano verso il cielo, ognuno con il proprio spazio, come se si rispettassero l’un l’altro. Non si toccano, non si invadono, ma vivono insieme in una straordinaria armonia. Questa immagine non è solo bella, ma nasconde una grande lezione per noi. I boschi, infatti, sono come un’antica scuola, un’università degli alberi, dove possiamo imparare come vivere meglio, con noi stessi, con gli altri e con il mondo.

Gli Alberi: Maestri di Educazione e Generosità

Sylvain Tesson, uno scrittore che amava osservare i boschi, ha descritto gli alberi come esseri “ben educati”. Crescono verso la luce, ma fanno attenzione a non disturbare chi gli sta accanto. Le loro chiome non si intrecciano con quelle degli altri alberi, come se mantenessero una gentile distanza. Allo stesso tempo, sono anche generosi. Ogni albero, quando muore, lascia il suo corpo al suolo, arricchendolo e permettendo alle nuove generazioni di crescere più forti. È un po’ come se ci dicessero: “Prendi, ma non dimenticare di dare” (Tesson, Une très légère oscillation, 2017).

La Foresta Come Una Cultura Ideale

Tesson dice che la foresta somiglia a quello che dovrebbe essere una cultura. Pensa alla foresta come a una grande comunità: ogni albero vive per sé, ma anche per gli altri. Ci insegna che la vera ricchezza nasce quando tutti contribuiscono al bene comune. Questo non vale solo per gli alberi, ma anche per noi esseri umani. Come disse Henry David Thoreau, uno scrittore che trascorse molto tempo nei boschi: “La foresta non è solo un luogo da cui prendere, ma un luogo da cui imparare” (Walden, 1854).

Esercizi Vegetali: Cosa Possiamo Imparare Dagli Alberi

Gli alberi, però, non sono solo un esempio di come comportarsi, ma possono anche insegnarci a vivere meglio attraverso qualcosa che potremmo chiamare “esercizi vegetali”. Questa idea si ispira a un concetto proposto da Sant’Ignazio di Loyola, che parlava degli esercizi spirituali come un modo per liberare l’anima e trovare armonia. Allo stesso modo, possiamo osservare gli alberi e imparare a:

  • Essere pazienti, come un albero che cresce lentamente ma con forza. “La natura non ha fretta, eppure tutto si realizza” (Lao Tzu, Tao Te Ching).
  • Cercare la luce, ovvero puntare sempre a ciò che è positivo e ci fa crescere. “Luce! Più luce!” scriveva Goethe, suggerendo che anche noi dobbiamo cercare ciò che ci eleva (Goethe, Ultime parole, 1832).
  • Donare senza aspettarsi nulla in cambio, come un albero che nutre il terreno per chi verrà dopo di lui. “In natura nulla esiste da solo” (Rachel Carson, Silent Spring, 1962).

La Natura Parla, Ma Noi Ascoltiamo?

Victor Hugo, un famoso scrittore, una volta disse: “È una cosa triste pensare che la natura parla e che l’umanità non l’ascolta” (Choses vues, 2002). Anche Sant’Ambrogio sottolineava questo concetto: per lui, la natura è un invito a riflettere sul creato, un messaggio divino nascosto nelle meraviglie della terra (Esamerone, IV secolo).

Un altro grande pensatore, John Muir, fondatore del movimento per la conservazione della natura, scriveva: “Quando entri in una foresta, è come se tu entrassi in una cattedrale” (The Mountains of California, 1894). La foresta è un luogo sacro che ci invita a essere umili e rispettosi.

La Lezione degli Alberi: L’Interconnessione

Gli alberi ci insegnano che tutto nella natura è connesso. Come scriveva l’ecologista Suzanne Simard: “Le foreste non sono collezioni di alberi singoli, ma reti connesse, con le radici che si intrecciano per condividere risorse” (Finding the Mother Tree, 2021). Questa rete ci mostra che la forza della foresta non è nell’individualità, ma nella cooperazione.

Anche J.R.R. Tolkien, nel suo Signore degli Anelli, celebra gli alberi e le foreste. Gli Ent, gli alberi viventi, combattono contro chi distrugge la natura, mostrando che ogni albero ha un valore intrinseco e un ruolo importante nella storia del mondo.

Il Bosco Come Fonte di Cura e Saggezza

Non è un caso che molti filosofi abbiano trovato rifugio e ispirazione nei boschi. Friedrich Nietzsche scriveva: “Gli alberi che crescono più alti sono quelli che affrontano i venti più forti” (Al di là del bene e del male, 1886). Questo ci insegna che le difficoltà, come il vento per gli alberi, possono renderci più forti.

Peter Wohlleben, autore del celebre La vita segreta degli alberi (2015), aggiunge che gli alberi, oltre a essere saggi, sono anche empatici: “Un albero può mandare segnali chimici alle radici di un altro albero per aiutarlo a combattere una malattia”. È un messaggio di cura reciproca che possiamo applicare anche noi nella vita quotidiana.

Un Messaggio per il Futuro

Come diceva Aldo Leopold: “Conservare ogni parte della terra, come fa una foresta, è la prima regola dell’intelligenza ecologica” (A Sand County Almanac, 1949). Gli alberi ci insegnano a pensare al domani, non solo al nostro presente.

La prossima volta che vedrai un albero, prova a fermarti, osservarlo e chiederti: cosa posso imparare da te? Gli alberi ci insegnano a vivere con più rispetto, più pazienza e più generosità. Come scriveva Herman Hesse: “Gli alberi sono santuari. Chi sa ascoltarli, sa ascoltare la verità” (Il gioco delle perle di vetro, 1943).

Alla fine, proprio come una foresta vive grazie all’unione dei suoi alberi, anche noi dobbiamo imparare a vivere in armonia con il mondo e con chi ci circonda.

 

Antonio Bruno

Nella foto Bosco (Lecceta) te la “Cervarola”

Il bosco “di Cervarola” situato nei pressi di Frigole. Il bosco, il cui nome deriva dall’omonima masseria adiacente, è una fitta lecceta spontanea (Quercus ilex) che si estende per circa 20 ettari in un’area dichiarata di importanza comunitaria (SIC). Come le altre piccole isole naturalistiche del “Bosco Monacelli”, “Rauccio” e “li Lei” è un residuo della vasta Foresta di Lecce che a partire dal ‘700 fu abbattuta per favorire la coltivazione dell’ulivo.

 

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