"Xylella e Fondi Insufficienti: Il Fallimento del Piano per l'Olivicoltura leccese"
Antonio
Bruno, Dottore Agronomo esperto in diagnostica urbana e territoriale, formatore
e giornalista pubblicista divulgatore scientifico
Osserviamo e riflettiamo punto per punto sull'annuncio dell'arrivo dei 30
milioni di euro per sostenere le imprese agricole pugliesi colpite dalla
Xylella, esaminando criticamente l'efficacia e l'equità del Piano straordinario
per la rigenerazione olivicola della Puglia.
1. Insufficienza dei fondi rispetto al fabbisogno reale Il
decreto ministeriale stabilisce che 30 milioni di euro saranno utilizzati per i
reimpianti e le riconversioni. Tuttavia, secondo i dati analizzati, il
fabbisogno per rigenerare l’intera superficie colpita dalla Xylella nella
provincia di Lecce sarebbe pari a circa 560 milioni di euro. Con le risorse
attualmente stanziate si possono coprire solo una piccola parte degli
interventi necessari, lasciando irrisolta la questione del ripristino
dell’olivicoltura su larga scala.
2. Esclusione di gran parte delle aziende agricole Il
provvedimento esclude la maggior parte delle aziende olivicole leccesi. Delle
71.060 aziende agricole della provincia di Lecce, solo 9.000 sono iscritte alla
Camera di Commercio, mentre le restanti 57.000 non potranno accedere ai fondi.
Questo crea una netta discriminazione tra le aziende che possono beneficiare
del piano di rigenerazione e quelle che restano escluse, nonostante subiscano
le stesse conseguenze della Xylella.
3. Focus su poche varietà resistenti Il decreto prevede il
reimpianto di sole quattro cultivar resistenti: Lecciana, Leccio del Corno,
Fs17 (Favolosa) e Leccino. Questo approccio limita la diversità genetica e
ignora altre possibili soluzioni agronomiche. Inoltre, la selezione delle
specie ammesse per le riconversioni (72 specie) non tiene conto della sostenibilità
economica e della vocazione territoriale delle colture alternative proposte.
4. Il fallimento dell'approccio di mercato L’applicazione
dell’economia di mercato alla rigenerazione olivicola ha dimostrato di non
garantire un miglioramento diffuso del benessere della popolazione. Il
finanziamento pubblico ha beneficiato solo 9.000 aziende, mentre la maggioranza
degli agricoltori, che gestisce oltre 80.000 ettari di oliveto, non ha ricevuto
alcun aiuto. Questo squilibrio evidenzia la necessità di un nuovo modello di
intervento.
5. Proposta di un Ente pubblico per la gestione della rigenerazione
olivicola Per superare le disuguaglianze generate dall’attuale piano,
è fondamentale istituire un Ente pubblico che si occupi della rigenerazione
dell’olivicoltura salentina. Questo Ente dovrebbe coordinare interventi basati
sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), promuovendo un’agricoltura
più sostenibile e inclusiva.
6. Necessità di un piano strategico per il biologico La
rigenerazione del Salento dovrebbe puntare sulla conversione all’agricoltura
biologica, con l’obiettivo di certificare tutta la superficie agricola
utilizzata entro il 2030. Ciò permetterebbe di rispondere alle crescenti
richieste del mercato e di tutelare l’ambiente, riducendo l’uso della chimica
di sintesi.
7. Protezione del paesaggio rurale La conservazione del
paesaggio tradizionale salentino (pajare, muretti a secco, masserie) deve
essere una priorità per garantire la valorizzazione del territorio. Il piano
attuale non prevede misure specifiche per la tutela di questi elementi storici
e culturali.
Conclusione Il Piano straordinario per la rigenerazione
olivicola della Puglia, così come strutturato, è insufficiente e
discriminatorio. È necessario un intervento più ampio che includa tutte le
aziende agricole colpite e che garantisca un futuro sostenibile per
l’agricoltura del Salento, attraverso la promozione dell’agricoltura biologica
e la tutela del paesaggio rurale.
Bibliografia
·
LIBERATA NICOLETTI, L'agricoltura salentina
fra tradizione e innovazione
·
Fabio POLLICE e CLAUDIO CERRETI, Partecipazione
e conflitto per lo sviluppo territoriale
·
Regione Puglia, Piano straordinario per la
rigenerazione olivicola della Puglia
·
C. Raffestin, Territorializzazione,
deterritorializzazione, riterritorializzazione e informazione, in A. Turco
(ed.), Regione e regionalizzazione, Milano, Angeli, 1984
·
Piano nazionale di ripresa e resilienza: http://www.politicheeuropee.gov.it/it/comunicazione/approfondimenti/pnrrapprofondimento/
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