Seminario a
Castrignano “La tracciabilità della filiera cerealicola nel Salento tra
tradizione ed innovazione”
Il
susseguirsi impressionante di emergenze in campo alimentare ha provocato una
violenta reazione del consumatore in termini di riduzione dell’acquisto di
interi comparti merceologici ed una sfiducia verso il sistema di garanzie e
controlli pubblici e delle imprese agroalimentari. Tutto ciò ha creato un
generale senso di sfiducia sia riguardo la produzione primaria, l’agricoltura e
l’allevamento, sia verso i successivi anelli della catena, come le aziende di
trasformazione e la grande distribuzione. A fronte di questo scenario, autorità
ed imprese stanno sviluppando nuove strategie di approccio alla tematica della
sicurezza dei prodotti.
Ma cosa facciamo in Puglia con la pasta?
Per
capire come si fa il prodotto italiano più famoso nel mondo, la pasta, dobbiamo
vederlo in un pastificio.
Insomma come si fanno gli spaghetti, i
rigatoni, le conchiglie e così via?
Nell’impastatrice
da una parte arriva la semola e dall’altra l’acqua. La macchina ottiene un
impasto e quando quest’ultimo è della giusta consistenza passa attraverso la
trafila che non è altro che lo stampo in cui passa l’impasto. Capite? E’ facile
no? Direi che fare la pasta è molto facile. O non siete d’accordo? In pratica
si tratta semplicemente dell’unione di una buona semola con della buona acqua.
E dov’è allora il trucco? Non c’è trucco e non c’è inganno perché una buona
pasta dipende dalla scelta delle materie prime ovvero dalla scelta della farina
di grano duro che poi si chiama semola!
Ma che grano si usa nei pastifici italiani?
Si
tratta di grano che viene prodotto in Italia? Noi sappiamo per certo che il
grano prodotto in Italia fornisce una semola che da un ottima pasta. Se il grano è italiano dovrebbe essere
prodotto in una o più aziende che stanno nei pressi del pastificio e che
forniscono il grano per il mulino. Si tratta quindi di scegliere di seminare
del buon grano del Salento leccese e di verificarne i profumi e le consistenze
per la pasta che a quel punto sarebbe pasta prodotta da grano del Salento!
Ma che cosa accade a Giugno di ogni anno nel
porto di Bari?
Proprio
qui vicino al nostro salento c’è la terra di bari che nella città capoluogo di
regione ha un porto che è uno degli scali più importanti d’Italia!
Dall’Ucraina
arriva il grano che con la nave viene trasportato dal Mar Nero a Bari.
Quest’anno a Bari c’era una nave enorme che occupava quasi tutta la banchina ed
era una nave che conteneva grano australiano. La nave conteneva 55mila
tonnellate di grano che per essere trasportato necessita di 1.500 autotreni! La
nave australiana era lunga 200 metri, le stive sono sigillate durante la
navigazione e vengono aperte solo nel porto di Bari per scaricare il grano.
Nella nave ci sono sette stive ognuna delle quali contiene 9mila tonnellate di
grano duro. Ci sono voluti dieci giorni per scaricare dalla nave tutto il
grano. La nave era partita dall’Australia i primi di maggio 2011 e solo dopo 48
giorni è arrivata a Bari.
Quale tragitto ha fatto la nave dall’Australia
a Bari?
La
nave ha fatto un lungo viaggio è partita dall’Australia del sud, poi ha
navigato nell’Oceano Indiano, quindi è passata da all’oceano Atlantico e da Gibilterra
è entrata nel Mediterraneo. Le navi non passano più da Suez perché ci sono i
pirati e quindi sono costrette a fsre questo lunghissimo giro per arrivare
dall’Australia a Bari.
Il giro del grano chiuso dentro ad una stiva un
mese e mezzo.
Insomma
il grano australiano per arrivare a Bari ha attraversato due oceani, ha
costeggiato tre continenti, ha navigato lungo tutto il Mediterraneo. Un mese e
mezzo chiuso dentro ad una stiva. Ma come può arrivare questo grano? E le muffe
che si sviluppano? I funghi? E se ci sono state delle contaminazioni chi
controlla? Ma che grano arriva a Bari? C’è qualcuno che controlla?
Il grano dell’Australia e dell’Ucraina va ad
Altamura
E il
grano di Altamura che fine ha fatto? E il grano del Salento leccese che fine ha
fatto? E tutti quelli che fanno la pasta nel Salento leccese che grano
utilizzano? Si usa grano Ucraino e Australiano per fare la pasta? E allora
perché non lo scrivono sull’etichetta? Perché chi acquista la pasta non può
essere messo a conoscenza se il grano è quello del Salento o se invece è grano
ucraino o australiano? O se è fatto di miscele di grano?
Di tutto questo parleranno Francesco Tarantino del Molino del Salento Maglie e Salvatore Quarta di Quarta Cereali Novoli
il 15 febbraio 2013 alle ore 17 e 30 nella sala conferenze del Castello De Gualtieris
a Castrignano dei Greci che terranno il seminario da titolo: “La
tracciabilità della filiera cerealicola nel Salento tra tradizione ed
innovazione”. I seminari sono coordinati da Marta Chilla
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