La mela di Biancaneve: l’agricoltura moderna 'avvelena' la
nostra salute e la Terra del Salento?
Venerdì 22 febbraio 2013 alle ore 17 e 30 al castello De
Gualtieris di Castrignano dei Greci (Lecce) la dott.ssa Maria Antonietta
Giancane e il fitoiatra perito agrario Davide De Lentinis terranno um seminario
dal titolo: “La mela di Biancaneve: l’agricoltura moderna 'avvelena' la nostra
salute e la Terra del Salento?”
La salute dei consumatori e' messa a rischio dal massiccio
uso di agrofarmaci (pesticidi, concimi etc): ''i nitrati usati come concimi sono
cancerogeni sopra determinate dosi''. Il rischio non e' remoto se pensiamo che
''le piante coltivate in serra sono concimate con soluzioni liquide che
abbondano di azoto. Per di piu' se le piante non ricevono luce adeguata (come
in serra) accumulano molti nitrati nelle foglie''. Altre sostanze vengono
aggiunte (per esempio conservanti) a frutta e verdura lungo la filiera che
porta i prodotti sul mercato. Quindi noi consumatori assorbiamo nitrati da
diverse fonti: almeno il 37% della frutta e verdura che mangiamo presenta
sostanze chimiche e da studi Usa emerge che dei circa 300 agrofarmaci in uso
(che spesso finiscono dispersi in ambiente, acqua, aria e frutta e verdura)
oltre 50 sono cancerogeni e interferiscono col sistema endocrino.
E al rischio potenziale delle sostanze nocive, si aggiungono
carenze di sali minerali, vitamine e altri elementi nutritivi che le piante in
serra non riescono a generare a causa della crescita veloce, della scarsa disponibilità
di luce e di tutti i microelementi che offre un terreno di coltura normale.
Anche la salute della Terra e' messa in pericolo
dall'agricoltura industriale, ''nel mondo il 25% delle terre emerse risulta
eroso gravemente (il 30% in Italia), la terra coltivabile nel 1970 disponibile
era di 0,38 ettari procapite, di 0,23 nel 2000, e' la proiezione per il 2050 e
di 0,15''.
"L’agricoltura rappresenta un patrimonio, la fonte
della vita e del cibo. Ma negli ultimi decenni l’uomo ha cambiato le regole del
gioco. Oggi l’allevamento viene condotto senza un legame con la terra e con
l’ambiente circostante, in enormi capannoi di cemento che sembrano grandi
fabbriche, quasi del tutto isolati. Il mangime percorre migliaia di chilometri,
mentre gli animali vivono e crescono fermi sul posto, senza muoversi. Gli
ortaggi e la frutta, coltivati in ambienti dove tutte le variabili ambientali sono
sotto controllo, non hanno più bisogno di seguire le stagioni. Sono bellissimi
da vedere ma hanno perso il sapore, la sostanza e spesso anche il valore
nutritivo.
Le regole del mercato impongono superfici di coltivazione
sempre maggiori, mentre il numero delle aziende diminuisce. Gli agricoltori che
non ce la fanno sono costretti a lasciare il frutto del loro lavoro a marcire
sui campi perché spesso i costi di un anno di produzione non vengono coperti
dai ricavi della vendita dei prodotti."
Dal Libro del Dottore Agronomo Davide Ciccarese “IL LIBRO
NERO DELL'AGRICOLTURA” Ponte delle Grazie 2012
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