Chi getta semi al vento del Salento leccese farà fiorire il cielo
di Antonio Bruno*
Domani è il primo dell’anno: non scrivo! Queste parole impetuose, mi attraversavano oggi, che è l’ultimo dell’anno, dicono sia momento di bilanci, io invece lo vivo come tempo per riconquistare la percezione della realtà. Un sondaggio citato dalla rivista Focus ha stabilito che 4 italiani su 10, ovvero 24 milioni di italiani che rappresentano il 40% della popolazione si dedicano alla cura di verde in giardini, orti o terrazzi. Ieri sono andato a prendere dalla stazione una cara amica di Bari, una donna importante che doveva avere un colloquio con un’altra donna importante. Ho acquistato la mia copia del quotidiano Paese Nuovo e siccome avevo solo 50 Euro e non potendo chiedere il resto per l’acquisto di soli 50 centesimi, che è il costo del quotidiano, ho preso “Focus” di Gennaio 2011 www.focus.it. Qurl giornale di un rosso sfavillante è stato zitto e buono tutto ieri ma oggi, mentre aspettavo che si cuocesse la carne al barbecue sul balcone di casa mia, l’ho sfogliato e a pagina 70 ho trovato “L’orto in città”ovvero “Tutti a caccia di un pezzetto di terra da coltivare. Per risparmiare e per mangiare sano. Ma anche per passione.”.
Insomma eccoli qui i cultori della materia, quelli che voglio sperimentare ciò di cui si parla tanto e di cui io scrivo ogni giorno!
Mi è venuta in mente una conferenza del 2009 in cui la progettista Architetto Gabriella de Querquis, che cura anche la direzione ed il coordinamento dei lavori ci faceva vedere un plastico della rinascita della Torre di Belloluogo e della creazione del Parco pubblico comunale della Torre di Belloluogo.
Insomma il 18 gennaio 2009, la ditta vincitrice della gara d'appalto ha dato inizio al cantiere per la realizzazione del “Parco urbano attrezzato della Torre di Belloluogo". Alla fine dei lavori, la città di Lecce potrà usufruire di un ampio polmone verde che conterrà al suo interno aree strutturate a verde, uno spazio-giardino nella zona circostante la Torre di Belloluogo e gli ipogei, un complesso di piccoli appezzamenti di terreno destinati ad orti urbani, fontane e giochi d'acqua. C’è da dire che attualmente, si possono solo visitare i dintorni della Torre di Belloluogo, in quanto il monumento non è ancora aperto ufficialmente al pubblico.
Invece nel quartiere barese di Japigia, a cavallo tra il centro commerciale e la chiesa di San Marco è nata la prima esperienza di orto sociale della città. Il parroco ha messo a disposizione della rete Ortocircuito circa cinquemila metri quadrati di terreno di proprietà della parrocchia, e per capire la “potenza inaudita” delle persone che hanno cominciato questa esperienza dovete assolutamente leggere le parole di Carolina Borghi che scrive: “ Avevamo un forte desiderio di ecologia, non solo quella della terra, ma anche quella dei pensieri, delle anime e delle persone. E, si sa, il desiderio, se alimentato, esce dai sogni ed entra nella realtà.” Ed ecco che ritorna la realtà, quella cui mi sono dedicato oggi, ultimo dell’anno, rifiutando nella maniera più categorica di fare bilanci! A che servono? Forse agli Amministratoti Delegati, a chi deve stabilire i dividendi dei guadagni agli azionisti, ma a me, se ho guadagnato o perso in qualche cosa, alla fine il conto è sempre da vincita da capogiro, come quella di decine di milioni di Euro al Super Enalotto, perché è la mia vita, l’unica che ho, e non posso permettermi il lusso di rifiutare ciò che mi ha riservato, nel tempo che è trascorso dall’inizio del 2010 ad oggi!
Un prete a Bari ha messo a disposizione un po’ di terra. Come dici? Si, dico a te! Mi chiedi perché, per che farne? Ma è chiaro amica o amico mio, per farne un orto, fatto di terra, solchi, foglie, semi e acqua. Un orto in cui si può fare la spesa a centimetri zero! Non c’era Bari nell’articolo di Elisabetta Intini, non c’era nemmeno Lecce in questo scritto dal titolo “Orto in città” sul numero 219 della rivista Focus, ma c’è Roma con i suoi 90 ettari occupati da Orti urbani! Non c’è ancora Lecce perché la progettista Architetto Gabriella de Querquis, che cura anche la direzione ed il coordinamento dei lavori non ha consegnato alla città il frutto dei suoi sforzi. Ma davvero non si può fare come a Bari? Forse che l’ istituto diocesano per il sostentamento del clero delle diocesi del Salento leccese non hanno da dare qualche poco di terra per far riacquistare il contatto con la realtà ai loro distratti, in tutt’altre faccende affaccendati e tiepidi simpatizzanti di Gesù? Forse che i 100 Comuni della Provincia di Lecce non possono istituire pezzi di terra da affidare ai loro 800mila cittadini?
C’è sempre Slow Food Italia che dice la sua, sono i cultori della materia e quindi anche nell’articolo di Focus non potevano e aggiungo, non dovevano mancare. Naturalmente così come prendo atto da quando faccio il Consigliere dell’Ordine e mi occupo anche si queste cose, non è stato chiamato nessun Dottore Agronomo o Dottore Forestale, formato nelle Università d’Italia. Insomma nessun medico della terra è stato ritenuto riferimento di sapienza per i lavori della terra, per l’Ambiente che è il Paesaggio rurale da fare nei pezzetti di territorio nei centri urbani adibiti ad orto. Ma c’è stata Valeria Cometti, Responsabile dell’Ufficio Educazione del Gusto di Slow Food Italia, che alla domanda posta da Elisabetta Intini se gli ortaggi cresciuti in città hanno le stesse proprietà organolettiche di quelli coltivati in campagna, ha risposto che non ci sono ricerche sistematiche che attestino alcunché ma che, secondo lei, è altamente probabile che abbiano proprietà diverse. Diverse può significare con sapori diversi, con qualità diverse, insomma può significare tutto w il contrario di tutto. Anche le arance della stessa varietà che crescono in uno stesso appezzamento, una affianco all’altra, fanno frutti diversi una dall’altra.
Ieri ho scritto ciò che fece il prof. Giacinto Donno, se qualche scienziato dottore agronomo che mi legge, oppure se c’è qualche ricercatore dottore agronomo che legge, potrebbe dare una risposta certa a questa domanda. Magari la prossima volta che Focus scriverà di cibo, di ambiente che è Paesaggio rurale, chiamerà a rispondere un Dottore Agronomo o un Dottore Forestale ovvero un Medico della Terra, chissà? Magari lo fanno! Non fare spallucce, ottimismo, please!
*Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master’s Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).
Bibliografia
Elisabetta Intini, Orto in città Focus gennaio 2011 n. 219
Il Paesaggio visto dagli abitanti SCHEDA DI SEGNALAZIONE - Buona Pratica del Paesaggio Contesto paesaggistico: "Parco urbano attrezzato della Torre di Belloluogo a Lecce http://paesaggio.regione.puglia.it/osservatorio/scheda_2_segnalazione.php?id_prt=45&KT_back=1
Carolina Borghi, Con l’Ortocircuito esplode la voglia di ecologia
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