mercoledì 26 agosto 2015

22 febbraio 2015 Associazione Culturale TERRA DEGLI UOMINI - Poggiardo, col patrocinio di Regione Puglia, Provincia di Lecce e Comune di Poggiardo.

Associazione Culturale TERRA DEGLI UOMINI - Poggiardo, col patrocinio di Regione Puglia, Provincia di Lecce e Comune di Poggiardo.

Organizza:

SALENTO: TERRA DI NUTRIZIONE E SALUTE

- convegno, dibattito e tavola rotonda dalla nutrizione all’agricoltura eco-bio-sostenibile per il nostro Salento

- presentazione prodotti biologici di produzione locale

interverranno:

Prof. Fabio Palma, Sociologo
“IL RAPPORTO UOMO-AMBIENTE NELLA RELAZIONE DELLA COMPLESSITÀ”

Prof. Luca Carbone, ph. D in Ecologia Fondamentale
“IL CANONE DI AVICENNA (IDN - SINA) COME FONTE ANTICA PER UNA MEDICINA MEDITERRANEA”

Dott. Antonio Bruno, agronomo, Consigliere Nazionale della Fed. Italiana Dottori in Agraria e Forestali
“DAL CANONE DI AVICENNA ALL’ORTO SALUTISTICO”

Dott.ssa Alessandra Serafini, Biologa Nutrizionista, Esperta in Alimentazione Naturale
“LA VERA DIETA MEDITERRANEA IN ALTERNATIVA ALL’ALIMENTAZIONE MODERNA”

Dott. Angelo Carlo Licci, Medico Omeopata
“CURA DEL TERRENO UMANO ATTRAVERSO LE MEDICINE DELLA TERRA”

DOMENICA 22 FEBBRAIO 2015, ore 17.00
Palazzo della Cultura - Poggiardo

lunedì 24 agosto 2015

D.M. 21.07.2015: Dichiarazione del carattere di eccezionalità per i danni causati da organismi nocivi (Xylella fastidiosa) nei territori della Regione Puglia martedì 4 agosto 2015 In allegato il Decreto 21 luglio 2015 del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali: “Dichiarazione del carattere di eccezionalità per i danni causati da organismi nocivi (Xylella fastidiosa) nei territori della Regione Puglia dal 1º gennaio 2014 al 30 giugno 2015.” pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 178 del 3 agosto 2015.


D.M. 21.07.2015: Dichiarazione del carattere di eccezionalità per i danni causati da organismi nocivi (Xylella fastidiosa) nei territori della Regione Puglia

martedì 4 agosto 2015


Decreto 21 luglio 2015 del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali:
Dichiarazione del carattere di eccezionalità per i danni causati da organismi nocivi (Xylella fastidiosa) nei territori della Regione Puglia dal 1º gennaio 2014 al 30 giugno 2015.”
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 178 del 3 agosto 2015.
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI DECRETO 21 luglio 2015 . Dichiarazione del carattere di eccezionalità per i danni causati da organismi nocivi ( Xylella fastidiosa ) nei territori della Regione Puglia dal 1º gennaio 2014 al 30 giugno 2015. IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI Visto il decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, concernente, tra l’altro, gli interventi del Fondo di solidarietà nazionale a sostegno delle imprese agricole danneggiate da calamità naturali e da eventi climatici avversi; Visto il decreto legislativo 18 aprile 2008, n. 82, di adeguamento della normativa del Fondo di solidarietà nazionale, di cui al decreto legislativo n. 102/2004, per la conformità agli Orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo e forestale 2007-2013 (2006/C 319/01) e al regolamento (CE) 1857/2006, della Commissione, del 15 dicembre 2006; Visti gli articoli 5, 6, 7 e 8 del medesimo decreto legislativo n. 102/04, nel testo modifi cato dal decreto legislativo n. 82/2008, che disciplinano gli interventi di soccorso, compensativi dei danni, nelle aree e per i rischi non assicurabili con polizze agevolate, assistite dal contributo dello Stato; Visto, in particolare, l’articolo 6 che individua le procedure e le modalità per l’attivazione degli interventi di soccorso su richiesta della regione o provincia autonoma interessata, demandando a questo Ministero la dichiarazione del carattere di eccezionalità degli eventi avversi, la individuazione dei territori danneggiati e le provvidenze concedibili, nonché la ripartizione periodica delle risorse fi nanziarie del Fondo di solidarietà nazionale per consentire alle regioni la erogazione degli aiuti; Visto il Regolamento (UE) della Commissione del 25 giugno 2014, n. 702/2014, che dichiara compatibili con il mercato interno, in applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, alcune categorie di aiuti nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali e che abroga il Regolamento della Commissione (CE) n. 1857/2006; Esaminato in particolare l’articolo 26 riguardante gli «Aiuti destinati a indennizzare i costi della prevenzione, del controllo e dell’eradicazione di epizoozie e organismi nocivi ai vegetali e aiuti destinati a ovviare ai danni causate da epizoozie e organismi nocivi ai vegetali»; Visto il decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51, convertito dalla legge 2 luglio 2015 n. 91 ed in particolare l’articolo 5 riguardante «accesso al fondo di solidarietà nazionale per le imprese agricole che hanno subito danni a causa di eventi alluvionali e di infezioni di organismi nocivi ai vegetali» ed in particolare il comma 1 dove è detto che «possono accedere agli interventi per favorire la ripresa dell’attività economica e produttiva di cui all’articolo 5 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102» anche le «imprese agricole che hanno subito danni a causa di infezioni di organismi nocivi ai vegetali, con priorità per quelli legati alla diffusione del batterio Xylella fastidiosa, del dryocosmus kuriphilus (cinipide del castagno) e della fl avescenza dorata, nel corso degli anni 2013, 2014 e 2015»; Considerato che il suddetto decreto legge n. 51/2015, convertito dalla legge n. 91/2015, deve essere comunicato in esenzione alla Commissione europea, ai sensi dell’articolo 3 del regolamento n. 702/2014 sopra citato, e che pertanto le disposizioni di cui sopra possono essere attuate solamente successivamente alla data di ricezione del numero di identifi cazione del regime rilasciato dalla Commissione europea; Considerato che, pertanto, non possono essere concessi aiuti nelle more dell’esenzione dalla notifi ca alla Commissione europea del decreto legge n. 51/2015, convertito dalla legge n. 91/2015; Ritenuto tuttavia necessario procedere con il riconoscimento dell’esistenza del carattere di eccezionalità degli eventi calamitosi di cui trattasi per consentire l’avvio delle attività istruttorie; Esaminata la proposta della Regione Puglia di declaratoria di eccezionalità dell’infezione della fi topatia di seguito indicata, per l’applicazione nei territori danneggiati delle provvidenze del Fondo di solidarietà nazionale; Xylella fastidiosa dal 1° gennaio 2014 al 30 giugno 2015 nelle Province di Brindisi e Lecce. Esaminata la delibera di Giunta della Regione Puglia del 29 ottobre 2013 «Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e la eradicazione del batterio da quarantena Xylella fastidiosa associato al Complesso del disseccamento rapido dell’olivo», con la quale la Regione ha approvato le misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione degli agenti responsabili del «Complesso del disseccamento rapido dell’olivo» con particolare riferimento al patogeno da quarantena Xylella
  Dato atto alla Regione Puglia di aver effettuato i necessari accertamenti dai quali risulta che gli eventi di cui alla presente richiesta di declaratoria hanno assunto il carattere di eccezionalità di cui all’articolo 1, comma 2 del decreto legislativo n. 102/04 e s.m.i.; Ritenuto di accogliere la proposta della Regione Puglia di attivazione degli interventi compensativi del Fondo di solidarietà nazionale nelle aree colpite per effetto dei danni alle produzioni agricole e alle strutture aziendali, Decreta: Art. 1. Declaratoria del carattere di eccezionalità delle infezioni di Xylella fastidiosa È dichiarata l’esistenza del carattere di eccezionalità dell’infezione degli organismi nocivi ai vegetali elencati a fi anco delle sottoindicate province per i danni causati alle produzioni agricole e alle strutture aziendali nei sottoelencati territori agricoli, in cui possono trovare applicazione le specifi che misure di intervento previste del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, nel testo modi- fi cato dal decreto legislativo 18 aprile 2008, n. 82: Brindisi : infezioni di Xylella fastidiosa dal 1° gennaio 2015 al 30 giugno 2015; provvidenze di cui all’art. 5 comma 2, lettere a) , b) , c) , d) e comma 3 nel territorio dei comuni di Oria e Francavilla Fontana. Lecce : infezioni di Xylella fastidiosa dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2014; provvidenze di cui all’art. 5 comma 2, lettere a) , b) , c) , d) nel territorio dei comuni di Alezio, Alliste, Collepasso, Copertino, Galatina, Gallipoli, Lecce, Matino, Melissano, Neviano, Parabita, Racale, Sannicola, Sternatia, Taviano, Trepuzzi, Tuglie; infezioni di Xylella fastidiosa dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2014; provvidenze di cui all’art. 5 comma 3 nel territorio dei comuni di Copertino, Trepuzzi, Lecce, Sternatia, Galatina; infezioni di Xylella fastidiosa dal 1° gennaio 2015 al 30 giugno 2015; provvidenze di cui all’art. 5 comma 2, lettere a) , b) , c) , d) e comma 3 nel territorio dei comuni di Acquarica del Capo, Alessano, Alezio, Alliste, Aradeo, Arnesano, Bagnolo del Salento, Botrugno, Calimera, Campi Salentina, Cannole, Caprarica di Lecce, Carmiano, Carpignano Salentino, Casarano, Castri di Lecce, Castrignano De’ Greci, Castrignano del Capo, Cavallino, Collepasso, Copertino, Corigliano d’Otranto, Corsano, Cursi, Cutro- fi ano, Gagliano del Capo, Galatina, Galatone, Gallipoli, Giuggianello, Giurdignano, Guagnano, Lecce, Lequile, Leverano, Lizzanello, Maglie, Martano, Martignano, Matino, Melendugno, Melissano, Melpignano, Miggiano, Minervino di Lecce, Monteroni di Lecce, Montesano Salentino, Morciano di Leuca, Muro Leccese, Nardò, Neviano, Nociglia, Novoli, Otranto, Palmariggi, Parabita, Patù, Poggiardo, Porto Cesareo, Presicce, Racale, Ruffano, Salice Salentino, Salve, San Cassiano, San Donato di Lecce, San Pietro in Lama, Sanarica, Sannicola, Scorrano, Seclì, Specchia, Squinzano, Sternatia, Supersano, Surbo, Taurisano, Taviano, Trepuzzi, Tuglie, Ugento, Uggiano La Chiesa, Veglie, Vernole, Zollino. Art. 2. Clausola sospensiva La concessione degli aiuti ai benefi ciari avviene successivamente alla ricezione del numero di identifi cazione rilasciato dalla Commissione europea a fronte della comunicazione in esenzione del regime di aiuti recato dal decreto legge n. 51/2015, convertito dalla legge n. 91/2015, ai sensi del regolamento (UE) n. 702/2014. Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Uffi - ciale della Repubblica italiana. Roma, 21 luglio 2015 Il Ministro: MARTINA
Fonte: http://www.regioni.it/news/2015/08/04/d-m-21-07-2015-dichiarazione-del-carattere-di-eccezionalita-per-i-danni-causati-da-organismi-nocivi-xylella-fastidiosa-nei-territori-della-regione-puglia-416534/

domenica 23 agosto 2015

A San Cesario di Lecce il 25 settembre: Coma fare ad evitare i cibi meno sicuri?



Stando all’analisi che l’Oms sta conducendo sono circa 200 le patologie correlate al cibo, dalle meno serie a quelle più mortali. Da qui il richiamo ai consumatori ad una maggiore attenzione nella scelta dei cibi che in un mondo alimentare all’insegna di “mala produzione”, “industrializzazione” e “inquinanti” sta generando una reazione  a catena di ammalati cronici e costi sanitari alle stelle.

Fin qui, la teoria.
E la pratica?
Coma fare ad evitare i cibi meno sicuri?
L’OMS ha redatto a questo fine un vademecum suddiviso in 5 punti chiave:
1. Abituarsi alla pulizia dei cibi;
2. Separare gli alimenti crudi da quelli cotti;
3. Fare cuocere bene i prodotti;
4. Conservare gli alimenti alla giusta temperatura
5. Utilizzare solo acqua e materie prime sicure.

C’è da chiedersi se è sufficiente. Quali sono infatti le materie prime sicure?
Sempre più studi dimostrano la pericolosità di molti generi alimentari accusati di  contenere a nostra insaputa particelle cancerogene e metalli pesanti contro cui ben poco un consumatore può fare, se non evitare accuratamente di mangiarli.

Ma una dieta a base di paure e cibi vietati, è davvero una soluzione?
Scienziati e ricercatori, di cui molti italiani, ci mettono in guardia dal consumo di tonno o di verdure (coltivate in un certo modo e conservate in quel modo!) perché ricche di mercurio il primo, di pesticidi e sostanze velenose le seconde.
Tuttavia, come ha correttamente sottolineato Andrea del Buono, allergologo e specialista italiano nella lotta ai metalli pesanti, conseguenza diretta di questi allarmismi è la fuga di massa da alcune tipologie di alimenti accusati di essere dei “carnefici”. E la lista è lunga.
“Se però evito il pesce e non mangio le verdure perché inquinate, che cosa mangio? – ha spiegato lo specialista- Provo con la carne. Ma la mucca mangia erba. E allora, non siamo punto a capo? Gli animali sono un concentrato di  inquinamento da metalli pesanti e sostanze velenose, ma stanno bene. Perché? Perché se la carne dello squalo è quella più intossicante in tal senso, lo squalo – quello che nuota nelle acque inquinate e mangia pesci inquinati- non sviluppa mai il cancro. Perché gli animali, seppure intossicati, non si ammalano e noi esseri umani invece si?
E’ qui che la scienza di oggi sta indagando. Come possono sostanze potenzialmente cancerogene e dannose alla salute, dare espressione alla malattia  in un corpo e non in un altro?
“E’ l’ambiente ciò che conta” dice Del Buono.
C’è qualcosa sopra i geni e la presenza di sostanze patogene che ne comanda l’espressione e la manifestazione, e questo qualcosa è il cibo.
“Perché la mucca non sviluppa il cancro?
“Perché ha nel suo organismo una composizione di minerali nutrizionali che la salvano. Dove li trova questi minerali: nel suo cibo. Un cibo che anche se inquinato e con pesticidi cancerogeni è comunque ricco di antiossidanti e in grado di creare un ambiente interno sfavorevole all’espressione della malattia”

“Ormai sappiamo che la genetica non conta più del 30% nello sviluppo di patologie. Il cibo crea l’ambiente adatto o meno adatto all’espressione delle nostre malattie, siano esse generiche o indotte da inquinamento. Con una corretta alimentazione che deve essere rigorosamente su base vegetale, integrale, di stagione e a rotazione, il nostro organismo sa mettere in atto tutte le strategie necessarie per difendersi dagli inquinanti, eliminarli e mantenersi così in salute”
Di tutto questo si parlerà a San Cesario di Lecce il 25 settembre 2015.

sabato 22 agosto 2015

Presto sulle tavole le mele della Valle della Cupa?









Le mele sono frutti conosciuti da tempi remotissimi. Resti fossili di spicchi di mele carbonizzati sono stati trovati in siti archeologici neolitici nell'Europa Centrale. Alcune recenti spedizioni hanno rinvenuto resti di alberi di melo negli scavi di Jerico, nella valle del Giordano, databili attorno al 6500 a.C. La patria natale del melo sono i monti dell’ Asia centrale, l'odierno Kazakistan ed attraverso il Medio Oriente, la mela giunse in Egitto, in Grecia e in Italia, dove i Romani la coltivarono diffusamente, come è testimoniato dalla letteratura e dall'arte di quell’epoca. Durante il Medioevo, il melo venne coltivato negli orti e nei giardini di conventi ed abbazie dove i monaci selezionarono molte varietà, mentre al di fuori di questi luoghi le mele erano coltivate dai contadini in piccoli appezzamenti per il loro consumo diretto. A partire dal diciottesimo secolo la melicoltura in Italia inizia ad assumere una dimensione transnazionale, stimolata soprattutto dall'introduzione di sementi che provenivano degli altri Paesi europei. In Italia il completo passaggio della coltura delle mele da autoconsumo a florida attività produttiva e commerciale avviene durante il corso del diciannovesimo secolo, durante il quale il frutto viene prodotto nei territori maggiormente vocati e viene esportato in tutta Europa. La pianta del melo, grazie alla sua rusticità, alla sua capacità di adattamento ai climi più estremi ed allo scarso fabbisogno di acqua e di elementi nutritivi, si è diffusa nella fascia temperata dei continenti di tutto il mondo. I migliori climi sono comunque quelli temperati freschi, quali quelli dell'Europa Centrale e delle aree pedemontane e montane, fino a un'altezza di 1.400 metri sul livello del mare. Attualmente la coltivazione del melo è praticata principalmente in Europa, che concorre per oltre il 40% della produzione mondiale. In Italia le mele sono coltivate soprattutto nelle regioni del Nord, in particolare nel Trentino-Alto Adige e in Lombardia. Il melo è stato oggetto di una lunga opera di selezione, che ha permesso di migliorarne notevolmente le caratteristiche originarie di produttività, di qualità e di conservabilità dei frutti. L'attuale standard varietale del melo è costituito in prevalenza da cultivar relativamente nuove, introdotte in larga scala da una trentina d'anni, ma da un po’ di tempo si sta cercando di recuperare in numerose nicchie territoriali il patrimonio genetico delle varietà antiche, quelle coltivate nei secoli XVIII e XIX, che hanno la particolarità di essere molto rustiche, cioè poco soggette ad attacchi parassitari, poco sensibili al freddo, produttive, ed in molti casi, anche esteticamente attraenti.

Esiste la ricetta del benessere? A San Cesario di Lecce il 25 settembre 2015 si saprà la risposta!


Esiste la ricetta del benessere? A San Cesario di Lecce il 25 settembre 2015 si saprà la risposta!
A San Cesario di Lecce il dott. Andrea Del Buono, specialista in immuno-allergologia, il 25 settembre parlerà del cibo che previene le malattie. Due epidemiologi inglesi hanno studiato e approfondito il rapporto tra alimentazione e cancro hanno dimostrato che scegliere i cibi giusti significa avere il 40% di possibilità in più di abbattere il cancro. Il tema sarà al centro di un seminario in programma il prossimo 25 settembre 2015 a San Cesario di Lecce nel corso del quale si affronteranno anche le connessioni esistenti tra l’alimentazione e il benessere.
Esiste la ricetta del benessere?
di Antonio Vittorino Gaddi
con la collaborazione di Fabio Capello1, Paola Gaddi2
Questa storia inizia da molto lontano. In un tempo in cui l’uomo viveva circondato da una natura indomita, e dove ogni giorno era l’inizio di una nuova lotta per la sopravvivenza. Come gli animali che lo circondavano, egli era costretto a procacciarsi il cibo ogni giorno, a rintanarsi in ripari naturali, e ad affrontare passivamente le intemperie. Aveva pochi strumenti, che egli stesso era riuscito a inventare, e che lentamente gli avevano concesso quel margine di vantaggio che il suo fisico non poteva garantire nei confronti di ben più temibili predatori.
L’uomo però non si accontentò di adattarsi alla natura. Prima cercò di trovare strumenti sempre più efficaci per difendersi da essa, poi imparò a plasmare il mondo in base alle sue esigenze. Al posto dei ripari naturali costruì capanne, e poi case. Per facilitare il suo lavoro inventò e realizzò utensili sempre più complessi, in grado di aiutarlo nelle sue attività di ogni giorno.
Se prima viveva di caccia e della raccolta di piante che nascevano spontaneamente ed era costretto a spostarsi periodicamente ogni volta che il cibo finiva, con il tempo imparò a coltivare ciò di cui aveva bisogno, ad allevare gli animali che poi usava per mangiare o per svolgere lavori pesanti, e a costruire tutte quelle strutture, come canali di irrigazione, pozzi o acquedotti, che gli consentissero di rimanere stabilmente in un posto.
In questa ricerca verso il benessere, anche il suo modo di vivere e di relazionarsi con gli altri necessariamente cambiava; prima si organizzò in tribù e clan, poi in società sempre più complesse, alle quali dava regole che lo aiutassero a migliorare la vita di ogni individuo.
Nei secoli, gli strumenti a disposizione del genere umano in questa eterna ricerca sono cresciuti a dismisura. Le esigenze che egli sentiva di dover soddisfare non erano più solo quelle primarie, come la ricerca del cibo o di un riparo per la notte. Poco alla volta, scopriva nuovi bisogni che andavano al di là della lotta per la sopravvivenza di ogni giorno e valicavano i confini delle necessità materiali.
Nacquero così la filosofia, la scienza, la teologia, la medicina e, in un futuro più lontano, la psicologia, la cibernetica, l’antropologia, l’informatica, che si professavano capaci di dare risposte e soluzioni a molti dei quesiti che ci si poneva.
Tuttavia, se grazie a scoperte e invenzioni lo stile di vita migliorava nei secoli, la ricerca del benessere non si fermava.
A. V. Gaddi
Università degli Studi di Bologna
Bologna
e-mail: antonio.gaddi@uni.bo.it
1 CERN, Geneva (CH) (Communication Team).
2 Mary Immaculate Hospital, Mapourdit, Repubblica del Sud Sudan.
Casi di tumore in aumento in provincia di Caserta così come in tutta la Campania. Per prevenirli e combatterli un team medico casertano scommette sull’alimentazione  e porta alla luce dati che erano stati scoperti, anche se sottovalutati, sin dagli anni Ottanta. ‘Molto si è fatto nella ricerca di base per la lotta al cancro – spiega  Andrea Del Buono, specialista in immuno-allergologia – basti pensare ai grandi successi della terapia biologica ma tanto resta ancora da fare se si considera che il cancro resta la seconda causa di morte. Ecco perché è necessario spostare l’attenzione sulla prevenzione primaria (quella cioè da mettere in campo quando non si è ancora ammalati) piuttosto che su quelle secondaria e terziaria come invece si fa attualmente. Noi riteniamo infatti che sia fondamentale sviluppare una cultura della prevenzione ed è quello che stiamo cercando di fare attraverso l’istituzione dell’Accademia di micro nutrizione’. I primi dati al riguardo risalgono al 1981 e si devono a due epidemiologi inglesi che hanno studiato e approfondito il rapporto tra alimentazione e cancro dimostrando che scegliere i cibi giusti significa avere il 40% di possibilità in più di abbattere il cancro. Tra i cibi sconsigliati ci sono il latte, i formaggi, la carne rossa e tutti quegli alimenti che contribuiscono a far crescere le cellule tumorali. Da qui l’invito del dottor Del Buono ai pazienti e soprattutto ai medici ad adottare gli approcci terapeutici adatti per ottenere una risposta più efficace alle terapie. Il tema sarà al centro di un seminario in programma il prossimo 25 settembre 2015 a San Cesario di Lecce nel corso del quale si affronteranno anche le connessioni esistenti tra l’alimentazione e il benessere.

Le preoccupazioni legittime del Presidente della Dop Terra D'Otranto Dott. Giovanni Melcarne








Le preoccupazioni legittime del Presidente della Dop Terra D'Otranto Dott. Giovanni Melcarne:

FOTO PANORAMICA DEL TERRITORIO DI GAGLIANO ALESSANO E CORSANO (in provincia di Lecce).
BELLO VERO?
LE ALTRE SONO FOTO DI DETTAGLI DELLA FOTO PANORAMICA.

NON CI VUOLE TANTA FANTASIA PER IMMAGINARE COSA POTRÀ SUCCEDERE NEL GIRO DI POCHI ANNI AL NOSTRO TERRITORIO.

mercoledì 19 agosto 2015

Nel Salento l'estate più calda dal 1800

Sulla Gazzetta del Mezzogiorno di oggi, a pag. 2, alcune riflessioni del Geologo Antonello Fiore sul dissesto idrogeologico in Puglia. Secondo Fiore è fondamentale il valore culturale e sociale della promozione dell'autoprotezione dai rischi geologici. Principio al quale tutti i geologi, indipendentemente dal ruolo che svolgono (professionisti, funzionari pubblici, accademici, insegnati, dipendenti di ditte private, senatori), devono concorrere a promuovere. 

Bonifica e Riforma Martedì 18 agosto Torre di San Giovanni, La Pedata GALLIPOLI (Lecce)



A Gallipoli presso Torre di San Giovanni la Pedata- che poi è sede dell’ Info Point Escursioni Parco Regionale il Direttore Regionale di Legambiente Maurizio Manna ha colloquiato con il dottore agronomo Antonio Bruno e il Direttore Generale dell’Anbi Puglia Avv. Anna Chiumeo dei processi delle trasformazioni territoriali che negli ultimi secoli hanno cambiato il territorio. Antonio Bruno ha precisato che si è trattato di  processi che chiamano in causa i diboscamenti, i territori impaludati e bonificati, le migrazioni interne e gli abbandoni di territori, le urbanizzazioni nuove e le modificazioni delle campagne e delle coste, la diffusione delle infrastrutture, la gestione del patrimonio culturale. Ma sempre Bruno ha chiarito come questi processi siano ancora in atto preparando il futuro.
Il contributo di Antonio Bruno nel libro Bonifica e Riforma è finalizzato alla loro conoscenza per rendere consapevoli tutti dell’importanza dei Consorzi di Bonifica, poiché queste strutture sono le uniche ad aver messo fine alle barriere particolaristiche favorendo l’uniformità degli interventi nel territorio.
Bruno  nel suo intervento ha chiarito che la conoscenza delle funzioni dei Consorzi fa divenire consapevoli della vulnerabilità dei territori che hanno subito le trasformazioni e dei conseguenti problemi di tutela ambientale con i quali dobbiamo misurarci nell’esercizio della cittadinanza democratica.
Bruno ha chiarito che tutte le piane che vanno dalle coste adriatiche del Salento da Brindisi a Otranto e da Salve a Taranto sino a 10 chilometri verso l’interno all’inizio della storia unitaria erano paludose, malsane, prive di infrastrutture, deserte di popolazione. Queste terre erano sottratte all’agricoltura. Ora, invece, le terre piane sono coltivate, popolate, percorribili grazie a reti stradali efficienti, mete di turisti. Sono, dunque, l’esito di trasformazioni territoriali di grande interesse.
Nel suo intervento l’Avv Chiumeo ha affermato che i processi che hanno modificato così profondamente la Puglia sono le bonifiche. Esse sono state realizzate durante il secolo e mezzo di storia d’Italia sotto tutti i regimi politici grazie all’attività di organismi legislativi, di amministrazioni locali, di privati. E hanno richiesto la formazione di nuovi enti come i consorzi di bonifica sia per governare le opere di trasformazione sia per provvedere alla loro manutenzione. Si contano almeno 119 consorzi associati all'Anbi (Associazione nazionale bonifiche, irrigazioni e miglioramenti fondiari) che gestiscono 200 mila km di canali, si estendono su quasi 18 milioni di ettari e impiegano 7.860 dipendenti e 308 dirigenti. Gestiscono oltre 528 milioni l'anno da contributi obbligatori di soggetti che hanno proprietà sui comprensori di bonifica. Il 40% della superficie agricola utilizzata (SAU) è territorio di bonifica.
Il Direttore regionale di legambiente Maurizio Manna è intervenuto per lanciare una proposta. Manna afferma che alla creazione di nuovi assetti territoriali e di paesaggi inediti si è associata la costituzione di beni paesaggistici infatti tutte le zone di Interesse Comunitario sono Zone che hanno visto la presenza della Bonifica. Perciò lo studio delle bonifiche va a vantaggio della conoscenza del patrimonio ambientale e paesaggistico. Manna propone uno studio di fattibilità per un Progetto per la realizzazione di un intervento di riassetto ambientale, fondiario, paesaggistico e naturalistico per la ricostruzione morfologica del Salento leccese.
Questo progetto dovrebbe prevedere alcune decine di ettari di nuove superfici forestali, pinete che dovrebbero essere convertite in bosco termofilo, chilometri di nuove siepi e filari arborei utilizzando tutta la rete idrografica esistente, bacini di fitodepurazione delle acque agrarie di sgrondo, fasce tampone lungo i principali bacini imbriferi che sono stati bonificati, alcune decine di ettari di superfici lacustri e palustri che si potrebbero essere ottenute con la creazione di bacini riallagati. Infine dopo una attività di monitoraggio della biodiversità si potrebbero finalmente avviare progetti di reintroduzione faunistica il tutto con adeguate strategie di gestione dell'intero complesso dell'ambiente.

La Regione Puglia ha istituito nel Salento leccese numerosi parchi e riserve naturali. I Parchi e le riserve naturali sono in tutto 29 (ventinove) per una superficie totale di ettari 4.583 ci sarebbe tutto lo spazio necessario per tornare a vedere alla luce il Salento scomparso. La reversibilità della Bonifica potrebbe essere la soluzione per impedire la desertificazione e per salvaguardare gli esseri viventi che rischiano l'estinzione.

giovedì 13 agosto 2015

Sviluppo di un sistema di diagnosi precoce con METABOLONI e mobilità dei nanovettori nei vasi xilematici, senza che la pianta reagisca distruggendoli o inglobandoli al fine di curare gli alberi di olivi del Salento infettati dal batterio Xylella Fastidiosa. Le foto del power point della relazione del dott. Giuseppe Ciccarella presentata a Vernole il 12 agosto 2015

Le foto del il power point della relazione del  dott. Giuseppe Ciccarella presentata a Vernole il 12 agosto 2015
Sviluppo di un sistema di diagnosi precoce con METABOLONI e mobilità dei nanovettori nei vasi xilematici, senza che la pianta reagisca distruggendoli o inglobandoli al fine di curaregli alberi di olivi del Salento infettati dal batterio Xylella Fastidiosa