Xylella: le condizioni per ripartire con i nuovi ulivi
PAOLO DE CASTRO·LUNEDÌ 5 SETTEMBRE 2016
Dopo la sentenza del giugno scorso con cui la Corte di
Giustizia Europea ha giudicato proporzionate e giustificate le decisioni
approvate da Bruxelles, l’Italia è stata nuovamente invitata a procedere – con
una nuova lettera di messa in mora – all’applicazione delle misure UE per
limitare il propagarsi del batterio xylella fastidiosa.
La Commissione europea applica i regolamenti che i paesi
dell'UE si sono dati e nel caso della xylella fastidiosa è stata chiamata ad
agire dopo due anni dalla notifica dell'Italia della presenza del batterio da
quarantena nel territorio del Salento da altri Stati, in particolare del bacino
del mediterraneo - Francia, Grecia, Slovenia – che hanno manifestato il loro
timore per la possibile diffusione del patogeno sulle colture tipiche
dell'area. L'intervento dell'UE è servito a ridurre ad arginare le reazioni
scomposte da parte di altri paesi europei che avevano già deciso blocchi di
importazioni di materiale vegetale da tutto il territorio italiano.
I motivi dei ritardi nell’attuazione delle misure di
contenimento del patogeno sono ormai noti a tutti, ciò che invece ancora rimane
ignoto è come possano essi fondarsi su teorie complottiste e mere supposizioni
piuttosto che sulle capacità tecniche ed i pareri scientifici. Totalmente
ignorato, ad esempio, sembra essere il parere dell’Efsa del 2015, pochi mesi fa
nuovamente riconfermato, con il quale l’autorità europea per la sicurezza
alimentare ha stabilito che il ceppo pugliese di Xylella è responsabile della
malattia che sta distruggendo gli olivi nell’Italia meridionale, confermando la
assoluta necessità di attuare ogni misura idonea a contrastare la diffusione
del batterio. L'evoluzione delle decisioni europee sul caso, inoltre, con il
recepimento da parte di Bruxelles di una nuova mappa della diffusione del
patogeno, ha visto ridursi considerevolmente l'impatto delle misure di
eradicazione sul territorio.
Finalmente nel mese
di agosto la Giunta Regionale pugliese ha approvato un disegno di Legge che
inquadra in un'unica cornice le iniziative necessarie per gestire l'infezione e
per la salvaguardia degli ulivi pugliesi, prevedendo l'istituzione di
un'Agenzia regionale antixylella e per le innovazioni in agricoltura
(ARXIA).
Prima della pausa estiva del Parlamento europeo, insieme al
collega eurodeputato Raffaele Fitto, abbiamo presentato a Bruxelles
un’interrogazione alla Commissione Europea nella quale, basandoci sui primi
positivi risultati della ricerca finalizzata ad individuare varietà di olivi
resistenti al batterio, abbiamo chiesto l’abolizione dell’articolo 5 della
decisione di esecuzione (UE) 2015/789 della Commissione, relativa alle misure
per impedire l'introduzione e la diffusione nell'Unione della Xylella
fastidiosa. L'articolo di cui chiediamo l'abrogazione vieta l'impianto di
piante potenzialmente ospiti del batterio nelle zone in cui esso è considerato
endemico, vale a dire la provincia di Lecce e parte delle province di Brindisi
e Taranto. Poter ripiantare, creerebbe le condizioni per un rilancio
dell'attività imprenditoriale degli olivicoltori anche nella zona in cui il
batterio è endemico. Il divieto di impianto di specie sensibili ad un organismo
da quarantena si giustifica infatti solamente in presenza di focolai di cui è
possibile l'eradicazione; al contrario, nelle aree menzionate il patogeno è
diffuso endemicamente su ampie superfici e su molti ospiti: l'impianto di
specie vegetali potenzialmente ospiti risulterebbe quindi ininfluente sia in
merito al potenziale aumento delle fonti di inoculo, sia rispetto alla
possibilità di un'ulteriore diffusione della malattia.
La risposta del Commissario competente Vytenis Andriukaitis
si è articolata in due punti fondamentali: il primo è che lo Stato membro può
già autorizzare il reimpianto a fini scientifici nell'area infetta ad una
distanza di 20 km dalla zona cuscinetto e il secondo è che la Commissione ha
richiesto all'EFSA di aggiornare la lista delle piante resistenti e si è
impegnata a prendere in considerazione l'apertura al reimpianto per queste
varietà. Un segnale importante per gli olivicoltori salentini.
Articolo pubblicato su L’Unità del 3 settembre 2016.
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