di MARCO MANGANO
Un focolaio a Martina Franca: la Xylella Fastidiosa assesta
un altro colpo doloroso agli uliveti di Puglia. Trema la valle d’Itria: dopo
Ostuni, crocevia fra le province di Brindisi e Bari, lo sbarco nell’elegante
città tarantina suscita non solo preoccupazioni ma anche imbarazzo.
L’individuazione di un ulivo colpito dal batterio, infatti, anticipa di 24 ore
la visita (di oggi) in Puglia degli ispettori dell’Ue, mentre all’Iam di
Valenzano (alle porte di Bari) gli esperti studiano il fenomeno. La regione si
presenta tutt’altro che in buona salute: la batteriosi avanza da più fronti.
E se all’indomani della scoperta del focolaio di Ostuni, ci
si chiedeva come avesse fatto l’insetto vettore a compiere un salto così lungo
(da Cerano alla «città bianca»), ora ci si domanda perché mai l’avanzata venga
compiuta in direzioni diverse. Sembra quasi che la sputacchina, insomma, sia
ferrata anche sul piano della «tattica militare». Dopo aver distrutto il
territorio di Gallipoli (negli uliveti pare siano stati appiccati incendi), il
batterio mina non soltanto l’intera regione, ma anche la sua immagine, il suo
paesaggio e il suo emblema: l’ulivo, indiscusso «guardiano» del territorio. Per
dirla in due parole, la Xylella non riguarda solo il Salento. Allarme rosso fra
gli olivicoltori del Barese. La preoccupazione non risparmia gli operatori
turistici: non si può concepire un uliveto «slegato» dal turismo.
Martina Franca ha un peso enorme sul piano turistico: la
città del Festival della Valle d’Itria in estate pullula di vacanzieri. Ed è
per questo che si teme che il batterio di lì possa conquistare gli angoli più
remoti della regione. Ostuni e Martina hanno un denominatore comune: sono aree
in cui si compie uno scambio enorme di gente proveniente da qualsiasi zona. Non
si dimentichi che il batterio è approdato fra i villaggi di Monticelli e Rosa
Marina di Ostuni, dopo essere stato trasportato - con estrema probabilità - a
bordo di un camion (la sputacchina si posiziona sopra o sotto i teloni). E sono
proprio i mezzi di trasporto a intimorire maggiormente i proprietari di ulivi
(non solo gli olivicoltori).
Viene invocata da più parti una strategia attuata su più
fronti: preventivo e repressivo. E lo scontro fra chi sostiene che le misure
contenute nei piani Silletti (che recepivano la volontà comunitaria) e chi si
oppone a spada tratta ai trattamenti con fitofarmaci e agli sradicamenti, è
destinato a farsi più cruento. Il rischio - al di là di ogni scuola di pensiero
- è che Bruxelles decida il blocco della movimentazione dei prodotti
agroalimentari pugliesi in ritorsione al mancato rispetto delle misure
ordinate. Non è inutile sottolineare che i ricorsi al Tar, così come le
inchieste giudiziarie, per Bruxelles non costituiscono ragioni valide per la
mancata osservanza della volontà comunitaria. E, mentre scriviamo, rimbalza in
redazione la notizia della scoperta di due nuovi focolai in Costa Azzurra.
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