L’agricoltura nel nostro Paese ma soprattutto in Puglia in
particolare nel Salento è l’attività economica che meglio rappresenta la
tradizione, al punto da trasmettere, implicitamente, un senso di staticità
riguardo tutto ciò che le gravita attorno.
L’attenta osservazione dell’agricoltura contemporanea offre,
invece, la possibilità di prendere atto di uno spaccato piuttosto complesso di
quella che è la società contemporanea, sempre più orientata alla
multifunzionalità. Da qui prende vita la nuova concezione dell’agricoltura,
intesa come vera e propria rivoluzione di matrice culturale, da cui nascono
esperienze e prodotti altamente innovativi, riconoscibili, confezionabili e,
soprattutto, adatti a rispondere alle esigenze dei nuovi mercati. Si rende
necessario individuare un modello di sviluppo basato su un processo di
acquisizione e condivisione dei valori del territorio, supportato dalla messa a
sistema degli operatori locali della filiera agricola, agroalimentare, del
benessere, turistica e culturale attraverso l’attuazione di azioni di
sensibilizzazione, informazione, organizzazione e promozione finalizzate al
raggiungimento di obiettivi specifici concreti e importanti per il territorio,
ciascuno caratterizzato da altissimo livello di innovazione.
In estrema sintesi, queste le motivazioni da cui è scaturita
l’idea di dare vita a un modello di sviluppo locale su base rurale finalizzato
alla programmazione integrata e partecipata, con l’intento di proporre un
assetto alternativo ed efficace, funzionale alle esigenze del mondo agricolo,
attualmente in crisi. L’intervento previsto da Copagri, infatti, intende
integrare strategie e metodi per la valorizzazione dei prodotti e dei territori
della tipicità. Più precisamente esso nasce come proposta per la realizzazione
sperimentale di un modello orientato a valorizzare il patrimonio culturale,
paesaggistico e le tipicità, secondo un chiaro ambito strategico di intervento
nell’ottica di un più ampio programma di valorizzazione dei territori, da
perseguire attraverso una molteplicità di azioni, tra cui si inserisce la
volontà di recupero e valorizzazione delle tipicità enogastronomiche e
artigianali, rilette e proposte in rapporto con la riqualificazione
dell’attività rurale ma, più in generale, con l’obiettivo di stimolare
competitività e sviluppo socio-economico equilibrato all’interno del territorio
pugliese.
È storicamente dimostrato che ogni periodo di crisi porta
con sé la spinta verso l’evoluzione. In tal senso, esaminata con occhio critico
e approccio multifunzionale quella che è stata la più recente storia agricola
pugliese e salentina, mi sembra evidente la necessità di proporre una capillare
azione di informazione e comunicazione dei prodotti di qualità, esaltandone la
loro intrinseca connessione con la natura dei territori di produzione. Si
tratta di un patrimonio di riconosciuta e indiscussa eccellenza, da leggere e
conoscere dal punto di vista del profilo agricolo e agroalimentare, ma con
occhio di riguardo per gli aspetti culturali, storici, imprenditoriali e del
wellness. Inteso in tale complessa dimensione, è chiaro che l’intero comparto
abbisogna di una trasformazione strutturale dell’offerta, orientata a esaltare
le specificità territoriali anche al fine di determinare un paniere di prodotti
non più esclusivamente agricoli, ma chiaramente connotati da plusvalore
culturale ed esperienziale.
Allo stato attuale diventa opportuno attivare un
collegamento diretto e strategico tra produzioni tipiche e territorio di
riferimento, al fine di sostenerne uno sviluppo integrato e intimamente
connesso: una strategia, questa, tesa a sviluppare azioni basate sulla
valorizzazione della conoscenza dal punto di vista culturale, in stretta
connessione con il territorio e le peculiarità paesaggistiche, storico-culturali,
ambientali, etnoantropologiche che ne costituiscono le specificità, puntando a
una sinergia tra tipicità e promozione territoriale. Le sinergie che si possono
attivare sono numerose, a partire dalla necessaria messa in rete delle
iniziative già in essere in questo campo: promozione e valorizzazione prodotti
e territori della tipicità; creazione e gestione di reti/pacchetti; reazione di
percorsi enogastronomici- culturali-esperienziali; creazione di un marchio
certificato di tipicità del Salento; messa in rete dei comparti alberghiero e
ristorazione con i produttori di prodotti tipici; interventi di alta formazione
settore enogastronomico; incentivazione delle sinergie con il sistema
fieristico congressuale; incentivazione diffusione punti vendita prodotti tipici
e artigianato locale; incentivazione utilizzo prodotti a km 0; utilizzo del
prodotto tipico nelle mense scolastiche e ospedaliere; attività di marketing
per la commercializzazione dei prodotti tipici e artigianali; valorizzazione
delle attività legate ai comparti olivicolo e vitivinicolo di eccellenza;
attività di ricerca e consulenza altamente specialistica (Osservatorio della
Tipicità, nuovi prodotti, biodiversità, nuove imprese).
In questa direzione, ad esempio, anche le destinazioni
turistiche hanno percepito l’importanza di valorizzare il territorio nella sua
globalità, associando alle motivazioni tradizionali quelle apparentemente
minori; pertanto il prodotto – sia esso agricolo, turistico o di altra natura -
si arricchisce e diviene complesso; tale complessità richiede un’azione di
management più incisiva e permanente, per coordinare risorse e attori al fine
di costruire prodotti sempre più funzionali e integrati.
Se a ciò si associa la questione “autenticità” - che diventa
argomento piuttosto delicato dato che il processo che porta a una fruizione
culturale dei beni territoriali presuppone la necessità di una valorizzazione
della cultura dei luoghi - si coglie l’importanza del fattore identitario delle
comunità.
Stupisce e amareggia il dover assistere a una diffusa
mancanza di informazioni, soprattutto, di informazioni corrette: in tal senso
si ritiene opportuno intervenire con serietà, impegno, consapevolezza ed
efficacia.
L’intervento, così modulato, rappresenta una sperimentazione
basata sull’ipotesi che gli itinerari/prodotti della tipicità possano
costituire un potente strumento di valorizzazione per l’intero contesto
territoriale, oltre che rappresentare un efficace strumento di inclusione
sociale, in coerenza con l’impianto delle politiche dell’Unione Europea
finalizzate ad incrementare l’efficienza dell’uso delle risorse e la coesione
sociale. In tal senso, inoltre, anche alla luce di analisi di contesto, emerge
la necessità di azioni preliminari finalizzate a: ottenere una interpretazione
univoca da parte degli attori locali del valore del territorio e delle
potenzialità delle risorse ivi inserite; acquisire maggiore e più dettagliati
standard di qualità nella cultura dell’accoglienza; conoscere meglio le
opportunità offerte dall’innovazione e delle tecniche di organizzazione
territoriale.
Nell’ottica di attivare un percorso multifunzionale e
interdisciplinare, tra gli obiettivi primari nella definizione del modello
sperimentale rientra il coinvolgimento di una comunità di ricerca open source,
già attiva e qualificata, che contempla al proprio interno diversi background
culturali e professionali al fine di pensare, discutere e creare progettualità
finalizzate a stimolare la diffusione di modelli sociali improntati sul bene
comune e sul benessere sostenibile.
L’esigenza di fondo è sempre riconducibile alla definizione
di dettagliate analisi di contesto da cui costruire un dettagliato quadro di
risorse tradizionali da impiegare in maniera innovativa, attraverso le
opportunità offerte dalla scoperta di un plusvalore sociale ed ambientale in
grado di restituire nuovi paradigmi per una migliorata percezione collettiva
della ruralità.
Innovazione, ricerca, tradizione, ruralità, società,
dialogo, interconnessione, intermodalità: quasi a definire un Rural Hub
modalità bottom up, ove discutere di Rural Social Innovation, innovazione
sociale applicata alla ruralità. Ne scaturisce un modello economico
particolare, che recupera dalla tradizione contadina valori imprescindibili e
li ripropone, attualizzandoli: rispetto, solidarietà, sostenibilità,
semplicità, tutela della biodiversità. Un percorso multi-livello attraverso cui
si pongono le basi per la definizione di un sistema di conoscenze da
indirizzare per lo sviluppo collaborativo dei territori. Il tentativo è
ambizioso se si pensa che si mira a creare una serie di strumenti di open
governance per proporre soluzioni e stimolare il diffondersi di una mentalità
di collaborazione tra autorità locali e/o centrali, fino a giungere ad un punto
di svolta in cui le pratiche collaborative diventano gli elementi chiave dello
sviluppo strategico territoriale.
In particolare, sarà importante definire, volta per volta,
caso per caso, un adeguato modello di sviluppo, frutto di processi di
progettazione tecnica qualificata integrati con esperienze di partecipazione
dal basso tra gli attori dello sviluppo rurale - interlocutori a diverso
livello – al fine di individuare un insieme di strumenti utili agli innovatori
sociali per conoscere meglio i modelli economici basati sulla condivisione e la
coproduzione, oltre che per applicare un approccio collaborativo alle politiche
di sviluppo territoriale.
La società contemporanea, inoltre, con i suoi diversi gradi
di innovazione, presuppone la conoscenza e la padronanza delle potenzialità di
ibridazione tra “permacultura” e fabbricazione digitale, tradizione e
innovazione: il presente interconnesso “rurale” non può più riduttivamente
identificarsi quale sinonimo di isolamento o, peggio, immobilismo, ma deve
svilupparsi secondo modelli “smart rurality oriented”, in cui i concetti chiave
sono autosufficienza, sostenibilità, biodiversità ed eco-compatibilità.
Ciò presuppone la necessità di definire i concetti di
bio-valore e bio-capitale, al fine di pensare il “vivente” e l’innovazione nel
campo delle scienze della vita come “beni comuni” ad accesso aperto e
contribuire a definirne i codici etici, giuridici e operativi.
Nella costruzione dei diversi percorsi è stato ampiamente
utilizzato il principio della logica moltiplicativa di effetti
economici-sociali, in quanto si reputa fondamentale che il progetto debba
rendersi veicolo di un messaggio ben definito, che si sviluppa lungo l’intero
percorso attuativo.
In forza di ciò, si intende superare le difficoltà materiali
e immateriali e, quindi, produrre atti e comportamenti concordati al fine di
organizzare servizi e prodotti, qualitativamente elevati, per una fruizione
completa e unica delle peculiarità territoriali, tutelando, valorizzando e
promuovendo un’idea di AgriCultura dinamica e innovativa.