Premessa
Gli interventi per la ricostituzione del paesaggio rurale
della provincia di Lecce hanno interessato sino ad oggi esclusivamente le
aziende gestite da Imprenditori agricoli professionali (IAP).
Imprenditore agricolo professionale (IAP), secondo la
definizione e i requisiti forniti dal D. lgs. 99/2004, è chi dedica ad attività
agricole, direttamente o in qualità di socio di società, almeno il 50% del
proprio tempo di lavoro complessivo e che ricavi da queste attività almeno il
50% del proprio reddito globale da lavoro.
Le attività agricole prese in considerazione dalla
definizione di imprenditore agricolo professionale devono essere quelle
indicate dall’articolo 2135 codice civile.
Ciò premesso si fa presente quanto segue:
·
Il valore degli oliveti della provincia di Lecce
è sceso a circa 10.000 Euro
·
Gli imprenditori agricoli
professionali posseggono molto meno della metà dei 100mila ettari di oliveto
della Provincia di Lecce. Gli stessi in questi anni non hanno acquistato i
piccoli oliveti con una superficie massima di 2 ettari.
·
I piccoli oliveti sino a 2 ettari rappresentano
la stragrande maggioranza dei 100mila ettari di oliveto ed i loro proprietari hanno
un’età di circa 80 anni. I figli di questi ultimi non effettuano la gestione
agricola degli stessi oliveti che rimangono incolti.
Il Paesaggio rurale
fornisce servizi ecosistemici a tutti i cittadini del territorio
“Gli olivi offrono indispensabili servizi ecosistemici, sono
in grado, ad esempio, di contrastare gli effetti dell’erosione eolica, idrica e
conseguenti alla perdita di sostanza organica del suolo. Gli oliveti più
antichi e coltivati con metodi a basso impatto ambientale, presentano
caratteristiche simili a macchie e foreste e, allo stesso modo, svolgono un
ruolo strategico nel limitare la perdita di suolo arginando la
desertificazione. Gli oliveti secolari sono una sorta di punto d’incontro tra
un ambiente selvatico e un’area adibita a coltivazione intensiva, costituiscono
dunque aree a livelli di naturalità intermedia che fungono da cuscinetto in
zone agricole sempre più antropizzate, rappresentando un prezioso rifugio per
la biodiversità.” [LORENZO BRENNA 2019]
“Peculiarità del
progetto è quella di calcolare la quantità di carbonio assorbita
dall’ecosistema oliveto e confrontare tale quantità con le emissioni associate
all’intero processo produttivo dell’olio extra vergine di oliva – si legge sul
sito di OLIVE4CLIMATE – potendo così determinare il punto di pareggio a partire
dal quale la quantità di carbonio sequestrato supera le emissioni”. I
ricercatori hanno redatto un manuale, destinato agli agricoltori, che analizza
le fasi principali dell’olivicoltura, a partire dall’impianto dell’oliveto fino
alle fasi di raccolta e trattamento dei co-prodotti, proponendo un approccio
che permetta una riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera e un accumulo di
carbonio nella biomassa vegetale. Nonostante la grande diffusione di olivi,
valutati abitualmente per il loro ruolo produttivo e non per il ruolo
ecologico, si sa ancora poco circa la loro capacità di assorbimento di CO2 e il
loro ruolo nella mitigazione dei gas serra. Le potenzialità in questo senso
sono però evidenti e potrebbero conferire un ulteriore valore a queste incredibili
piante, si presenterebbe infatti la possibilità di preservare oliveti che
assolvono importanti funzioni ambientali, ma con bassa redditività, grazie agli
incentivi connessi alla vendita di crediti di carbonio. [OLIVE4CLIMATE https://olive4climate.eu/it/risultati_attesi/
]
Come conservare il
Paesaggio rurale dei piccoli oliveti sino a 2 ettari
Ipotesi neoliberista
Gli imprenditori agricoli professionali acquistano alcuni
terreni della restante parte del paesaggio rurale al fine di trarne profitto.
I proprietari degli oliveti sono a 2 ettari si costituiscono
in cooperative.
In tal modo il Paesaggio rurale continua a svolgere la
funzione sociale e lo Stato riconosce per questo agli imprenditori ed alle
cooperative le provvidenze previste dalla Politica Agricola Comune (Pac)
Ipotesi programmazione
economica articolo 41 della Costituzione
La programmazione è un metodo d’intervento pubblico in
economia riconosciuto dall’art. 41, ultimo comma, della Costituzione
italiana: la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché
l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a
fini sociali.
Nell’ambito costituzionale, la programmazione viene
identificata come uno strumento impiegato dall’autorità pubblica (Stato) per
orientare l’economia del Paese verso il raggiungimento di obiettivi di
benessere comune nel rispetto delle libertà individuali ed in particolare di
quella d’iniziativa economica privata.
L’art. 41 pone una riserva di legge in tema di
programmazione, nel senso che affida al Parlamento, quale organo di massima
espressione di volontà popolare, il compito di legiferare in materia di
programmi e di controlli. La riserva di legge non è comunque assoluta, in
quanto esiste la possibilità di delega parlamentare per la predisposizione dei programmi.
Attraverso gli Statuti regionali, tale riserva si considera poi generalmente superata.
Così descritta si ha una programmazione indicativa, che si
contrappone a quella obbligatoria, tipica di economie socialiste, in cui il
potere centrale (lo Stato) pianifica l’intera vita sociale ed economica del
Paese imponendo significative restrizioni alle iniziative individuali. A queste
due se ne aggiunge una terza, quella democratica, fondata sul decentramento
amministrativo dello Stato e sulla partecipazione. In questo caso, le Regioni
concorrono con lo Stato alla programmazione economica (decentramento) coinvolgendo
nella sua realizzazione anche gli altri Enti locali autonomi, i sindacati e le formazioni
sociali (partecipazione).
Specificamente per il paesaggio rurale della provincia di Lecce
composto dagli oliveti sino a due ettari e dalle proprietà che risultano
incolte si può costituire un Consorzio obbligatorio gestito da un commissario
sino all’indizione di elezioni per la costituzione di organi di autogoverno.
Il Consorzio gestisce queste Aziende agricole provvedendo a
quanto necessita alla manutenzione del Paesaggio rurale.
Lecce open lab -
Riccardo Valentini (*) Università della Tuscia CMCC
Venerdì 29 novembre a Lecce il prof Valentini ha proposto LECCE
OPEN LAB << Smart solution for land transformations and bioeconomy >>
ovvero “Soluzione intelligente per trasformazioni della terra e bioeconomia”
Questa soluzione per la città di Lecce potrebbe essere un
paradigma per l’intero Salento oltre che un modello globale.
Conclusioni
Nel Salento l'attività agricola è da sempre fondamentale non
solo dal punto di vista economico per la produzione di beni alimentari ma anche
dal punto di vista ambientale per il suo contributo a disegnare il paesaggio,
proteggere l'ecosistema e conservarne la biodiversità.
Per conservare la funzione del paesaggio rurale è necessario
che ci sia chi lo fa quotidianamente e ciò può essere ottenuto attraverso una
gestione neoliberista degli Imprenditori agricoli professionali o delle
Cooperative, oppure in assenza dell’iniziativa privata assistita dallo Stato, attraverso la programmazione economica così come definita dall’articolo 41 della nostra Costituzione.
Antonio Bruno Ferro
(*) Riccardo Valentini ha svolto attività di ricerca presso
il Department of plant biology, the Carnegie Institution of Washington e ha
lavorato presso the Joint Research Center della Commissione Europea. Dal 2000 è
professore ordinario presso l’Università degli studi della Tuscia diventando,
nel 2002, direttore del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente Forestale e delle
sue risorse. La sua attività di ricerca riguarda l’ecologia, i sistemi
agro-forestali e i temi connessi con l’attuazione delle convenzioni
internazionali per la protezione dell’ambiente globale. Ha ricevuto nel 2006 lo
Zayed International Prize for the Environment come membro del Millennium
Ecosystem Assessment Board, nel 2015 il premio “Ernst Heckel” della Federation
of European Ecological Societies, nel 2018 la medaglia della Accademia Italiana
delle Scienze “detta dei XL” per la Fisica e le Scienze Naturali. Insieme ad
altri scienziati del Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC),
nel 2007 è stato insignito del premio Nobel per la pace per le ricerche
condotte sul cambiamento climatico. Fa parte del Gruppo 2003 per la ricerca
scientifica.