Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno: il vino
Intervistatore: Buongiorno, Dottore Bruno. Iniziamo con un
tema controverso: il vino è considerato cancerogeno a causa del suo contenuto
alcolico. Qual è la sua opinione al riguardo?
Dottore Bruno: Buongiorno. È vero che il vino, come
qualsiasi bevanda alcolica, ha potenzialità cancerogene, ma è importante
considerare la quantità e il tipo di vino. Ad esempio, c'è una notevole
differenza tra un bicchiere di Amarone, che ha un tasso alcolico di circa 17
gradi, e un bicchiere di Prosecco, che si aggira intorno agli 11 gradi. È
evidente che meno alcol significa minori rischi per la salute.
Intervistatore: Quindi, lei suggerirebbe che la
consapevolezza nella scelta del vino può fare la differenza?
Dottore Bruno: Esattamente. Essere consapevoli delle
proprie scelte, comprese le opzioni a minore contenuto alcolico, può aiutare a
godere di un buon vino senza compromettere la salute. E, come ha sottolineato
Michele Antonio Fino nel suo libro, la gioia di condividere un buon vino in
buona compagnia può portare a esperienze positive, purché ci sia moderazione.
Intervistatore: Parlando della qualità del vino, il Professor
Fino menziona che un tempo il vino era considerato migliore e più naturale.
Cosa ne pensa?
Dottore Bruno: La percezione che il vino di un tempo fosse
superiore è un mito. Prima del 1860, quando Pasteur scoprì il processo di
fermentazione, i produttori seguivano pratiche rituali senza realmente
comprenderne il funzionamento. Oggi, grazie alla scienza, abbiamo accesso a
tecniche che ci permettono di produrre vino di alta qualità in modo più sicuro
e consapevole.
Intervistatore: E per quanto riguarda la differenza tra la
produzione tradizionale e quella moderna?
Dottore Bruno: Oggi, la produzione di vino è un processo
biotecnologico. Non si tratta solo di pigiatura, ma di comprendere le reazioni
chimiche coinvolte. Gli enologi moderni non si limitano a sperare che il vino
venga bene; sanno esattamente come gestire il processo per ottenere risultati
ottimali, senza l’uso di sostanze chimiche.
Intervistatore: Qual è la situazione attuale per i vigneti
europei e italiani?
Dottore Bruno: Stiamo attraversando un periodo difficile a
causa di condizioni climatiche imprevedibili. Ciò porta a una produzione
inferiore e spesso di qualità non eccellente. Ad esempio, le piogge eccessive
al Nord hanno compromesso la salute dell'uva, mentre al Sud la siccità ha reso
l'uva troppo concentrata. Questi fattori, insieme alla contrazione del mercato,
stanno mettendo in crisi i vignaioli.
Intervistatore: Cosa pensa del calo del consumo di vino,
legato anche alle preoccupazioni per i rischi cancerogeni?
Dottore Bruno: È importante riconoscere che ogni alcol
aumenta il rischio di alcune malattie. Tuttavia, se la diminuzione del consumo
di vino significa una maggiore consapevolezza e un consumo responsabile, è un
segnale positivo. Purtroppo, molti si stanno orientando verso superalcolici,
che comportano rischi ancora maggiori.
Intervistatore: Che ruolo gioca l’educazione nella scelta
del vino e nel consumo responsabile?
Dottore Bruno: L’educazione è fondamentale. Dobbiamo
insegnare a leggere le etichette, prestando attenzione al contenuto alcolico e
agli allergeni. Le scuole dovrebbero fornire informazioni sui rischi legati
all'alcol, considerando che è illegale per i minori in Italia. Questo è un
aspetto spesso trascurato.
Intervistatore: Quindi, lei propone un’educazione mirata
sull'arte del vinificare?
Dottore Bruno: Assolutamente. Credo che corsi di consapevolezza
sul vino, in particolare per i giovani, siano necessari per promuovere una
cultura del consumo responsabile e informato. La conoscenza è potere, e nella
produzione e nel consumo di vino, questo è ancora più vero.
Intervistatore: La ringrazio per il suo tempo e le sue
preziose informazioni, Dottore Bruno.
Dottore Bruno: Grazie a voi. È stato un piacere.