E adesso chi paga? I benefici della Bonifica del Salento leccese
di Antonio Bruno*
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Durante l'alluvione avvenuta nel Salento leccese lo scorso novembre 2010 la Protezione civile, i vigili del fuoco, i tecnici comunali, le forze dell’ordine sono intervenuti immediatamente. Ma quando il cielo si è fatto di nuovo terso e il sole ha illuminato di luce viva il territorio i cittadini sono scesi in strada a guardare i danni alle loro case. Come quel signore che ha alzato la saracinesca del suo garage e guardandolo sommerso dall'acqua e dal fango ha detto: E adesso chi paga? Per evitare i danni c’è l'azione della Bonifica spiegata in questa nota
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“Una città su una roccia asciutta, piccola, ma ben ordinata, è più grande della caotica Ninive” (Phokylides di Mileto,VI sec. VI a.C., fr. 4).
Il sole e la pioggia, in definitiva il clima, hanno un importantissimo ruolo per la vita delle donne e degli uomini, tanto che questi fattori si rispecchiano anche nell’urbanistica e nell’architettura sin dal tempo degli antichi greci e romani.
E se il territorio in cui vorremmo insediarci, per coltivarlo e viverci. fosse una depressione invasa dalle acque stagnanti paludose? In quel caso ci vuole la Bonifica che ha interessato l’uomo fin dall’antichità. Ma cos’è la Bonifica?
“Per bonifica si intende quella attività di progettazione, esecuzione, manutenzione ed esercizio della rete idrografica, dei manufatti, degli impianti idrovori e di sollevamento, avente la finalità di mettere in sicurezza i territori urbanizzati e produttivi - che altrimenti sarebbero soggetti ad inondazioni o a dissesti idrogeologici - e di rendere coltivabili i terreni mediante irrigazione. L’attività di bonifica riveste quindi due funzioni che si integrano in un delicato equilibrio, da una parte la bonifica si pone a salvaguardia del territorio, dall’altra consente il razionale sviluppo dello stesso sia a fini strettamente agricoli sia a fini produttivi” (Lenzi, 2001, p.4).
Grazie a la messa in atto di Opere di bonifica i Greci già nell'ottavo secolo a.C. si sono potuti insediare nei territori tirrenici e ionici dell’Italia meridionale tra cui il Salento leccese. Poi arrivò Roma di cui possiamo ancora vedere i resti delle sue strade, dei suoi acquedotti, dei suoi canali per prosciugare, fognare, irrigare; e soprattutto per la sua opera di colonizzazione.
Nel periodo più fiorente di Roma, la popolazione d'Italia non superò, con ogni probabilità, i 10-12 milioni e, prima della fine della Repubblica Romana, erano in decadimento i territori greci ed etruschi, con pianure litoranee invase da paludismo e malaria.
Dalla fine del terzo secolo d.C. si accelerò il processo caratterizzato dall'abbandono di terre già coltivate, dall'estensione di vegetazione incolta e trasformata in boschi e pascoli, ma il dato più allarmante su quello relativo al disordine delle acque, che come tutti sappiamo “spiaggia” nel flagello della malaria. In quel periodo le città andarono in rovina e cessarono gli scambi con le campagne. Nulla è stabile, dopo la bonifica e la coltivazione delle terre, ci fu l’abbandono che decretò allora, così come potrebbe accadere oggi, il ripreso dominio della natura sull'opera dell'uomo che a costo di duri sforzi e grazie al suo ingegno l’aveva imbrigliata per piegarla ai suoi bisogni.
Per capire meglio cosa significa far diventare asciutti e coltivabili i terreni allagati ovvero cosa significa bonificare una zona umida basta pensare all’esempio estremo di bonifica che fu realizzato nel XIII secolo dagli olandesi che lottarono contro il mare per sottrargli oltre 7mila chilometri quadrati (Kmq) di terra.
Per non dimenticare cos’era Il Salento leccese prima della Bonifica è bene fissare lo sguardo su quello che scriveva Salerni verso la fine del ‘700, “Reca stupore il vedersi miserabili ed affamati, gli abitatori di una delle più belle contrade della terra. Dai confini della terra di Bari fino ad Otranto, è scomparsa ogni traccia di civiltà……persone sono esposte ai
lenti, ma inevitabili effetti della febbre……..paludi molto estese, che riempiono l’aria di esalazioni pestilenziali, per cui tutti i giovani, pallidi e smagriti, trascinano la loro vita non oltre i sessant’anni. Da Otranto fin qui la sanità dell’aria torna a sorridere, poi, di nuovo, trascorso il Santuario di Leuca, la desolazione del mefitismo.”
Ecco come si raffigurano la Terra d’Otranto i viaggiatori e gli economisti alla fine del 1700.
Sarebbe davvero un compito ciclopico narrare le esperienze territoriali più significative del Salento leccese raccontando le scelte compiute. Il disordine del territorio è evidente anche oggi dagli allagamenti ed ingenti danni delle piogge dello scorso novembre 2010.
Per superare questa situazione che costa anche vite umane è necessario definire, insieme ai principali staikolders, ovvero i portatori d’interesse, le azioni, i progetti e i programmi utili, meglio scrivere necessari, per consentire ai Consorzi di bonifica del Salento leccese di interpretare appieno il ruolo di enti insostituibili nella difesa e gestione del territorio, nella cura e nell’utilizzo plurimo della risorsa acqua, nel sostegno allo sviluppo della produzione agricola ed agroalimentare Made Salento leccese che può e deve essere ottenuta rafforzando la fase progettuale e organizzativa. L’articolazione territoriale dei Consorzi di Bonifica del Salento leccese, le loro funzioni in materia di bonifica, difesa del suolo, conservazione e valorizzazione del patrimonio idrico, tutela del paesaggio, nel rispetto dei principi comunitari di sviluppo sostenibile e gestione pubblica delle risorse naturali, competenze maturate attraverso concrete esperienze sviluppate dai Consorzi di Bonifica nel campo della gestione dei più di 200 mila ecosistemi agrari sono lo strumento in mano ai cittadini per garantire la gestione e valorizzazione del territorio che solo in questo modo avrà il tanto desiderato sviluppo sostenibile.
*Dottore Agronomo
Bibliografia
LENZI S., Difesa del suolo, gestione delle risorse idriche e sviluppo sostenibile: la funzione di
bonifica nel quadro delle autonomie e delle riforme istituzionali, Bologna, Labelab, 2001.
LENZI S., Linee e criteri direttivi per una riconsiderazione del ruolo della bonifica, dell’irrigazione e dei Consorzi, Roma, 5 giugno 2003.
Cosima Piscopo, La classe rurale in Terra d’Otranto nei primi sessant’anni del Sec. XIX.(tesi di Laurea)
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