Fermarsi per Vivere
Ti sei mai fermato a pensare a quanti siamo? Sette miliardi, otto fra poco, e dicono che nel 2050 saremo dieci. Dieci miliardi di persone che mangiano, bevono, respirano e consumano. Ogni giorno lasciamo un’impronta su questo pianeta. E non è solo una questione di numeri, è una questione di peso. Peso ecologico. Perché noi, nei paesi ricchi, non ci accontentiamo di poco: proteine a volontà, case piene di cose, auto, smartphone, tutto. Ma tutto questo ha un prezzo.
La natura ci dà tanto. Ci dà cibo, acqua pulita, aria respirabile. Ma non è infinita. Se prendiamo più di quello che riesce a rigenerare, è come fare debiti. E questi debiti non li pagheremo noi, li pagheranno quelli che verranno dopo. I nostri figli, i nostri nipoti.
Possiamo spingere la macchina: organismi più produttivi, pesticidi, fertilizzanti. Ma la terra è quella che è. Non si può allargare. E quando allarghiamo i campi, distruggiamo foreste, ecosistemi, biodiversità. Stessa cosa per il mare: possiamo pescare di più, ma anche i pesci hanno un limite.
È chiaro, no? Se continuiamo così, non basterà. Risorse finite, guerre per accaparrarsele, carestie, siccità. Migrazioni di massa. E il clima? Già ora sta cambiando, e non è un cambiamento positivo. Se non ci fermiamo, sarà la natura a fermarci. La domanda è: vogliamo aspettare che succeda o ci fermiamo prima?
Ed ecco la notizia che non ti aspetti: gli italiani si sono fermati. Senza piani, senza strategie. Semplicemente, abbiamo smesso di correre. La bomba demografica, per noi, si è sgonfiata. Non è per magia, è il risultato di benessere e istruzione. Dove la gente sta male, le donne iniziano a fare figli a tredici anni e non smettono più. Da noi studiano, lavorano, si costruiscono una vita. Non sono più solo madri, sono persone. E così puntiamo sulla qualità, non sulla quantità. Però siamo ancora troppi. I giovani non trovano lavoro, e senza lavoro non avranno una pensione. Se emigrano in massa, è perché qui non c’è spazio per loro.
E allora, invece di vedere che questa è una buona notizia, ci allarmiamo. “Chi pagherà le pensioni?”, si chiedono. Ma scusa, i giovani non riescono neanche a garantirsi la loro, che vuoi che paghino la tua? Raddoppia i giovani e avrai il doppio dei disoccupati. No, la crescita non è la soluzione. La crescita è il problema.
E nel frattempo, c’è chi sogna altri pianeti. “Andiamo a colonizzarli”, dicono. Ma se li trattiamo come trattiamo questo, quanto dureranno? Pensiamo davvero di trovare altri mondi già pronti, con aria, acqua e vita? O che possiamo portarceli dietro, i nostri ecosistemi? No, dai.
Il vero problema è che ci mancano le basi. Non ci hanno insegnato a capire come funziona la natura, il nostro rapporto con lei. Senza questa consapevolezza, continuiamo a vivere come se tutto fosse eterno. Ma non lo è. E fermarsi non è una sconfitta. Fermarsi è la cosa più saggia che possiamo fare.
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