La Viticoltura, l’Olivicoltura e la Frutticoltura di 2000
anni fa secondo Plinio il Vecchio
Quando pensiamo all’agricoltura di oggi, ci immaginiamo
grandi trattori, macchine per raccogliere i frutti e campi pieni di alberi
ordinati. Ma come si coltivavano le piante 2000 anni fa? Ci viene in aiuto
Plinio il Vecchio, un autore romano che visse tra il 23 e il 79 d.C., e che ha
scritto una grande opera chiamata Historia Naturalis (Storia Naturale). In
questa opera, Plinio ha raccontato moltissime informazioni su piante, animali e
minerali, e ha dedicato tre libri proprio all’agricoltura, soprattutto alla
vite (per fare il vino), all’olivo (per l’olio) e agli alberi da frutto.
Il Mondo dell’Uva e del Vino
Plinio il Vecchio dedica il libro XIV alla vite e al vino.
In questo libro descrive come si coltivava la vite e come si produceva il vino,
che era molto importante per i Romani. Grazie a Plinio, sappiamo che i Romani
già 2000 anni fa avevano varietà di uva diverse, ciascuna con caratteristiche
uniche per fare diversi tipi di vino.
Gli Ulivi e l’Olio d’Oliva
L’olivo era un altro albero molto importante e Plinio ne
parla nel libro XV. L’olio d’oliva era usato non solo per cucinare, ma anche
per l’igiene personale (come sapone), per accendere le lampade e persino per
scopi religiosi. Plinio descrive le tecniche di coltivazione degli ulivi e di
produzione dell’olio. Gli ulivi sono piante longeve, che possono vivere
centinaia di anni, quindi alcuni degli alberi che vediamo oggi potrebbero avere
radici lontane nel tempo, simili a quelli coltivati dagli antichi Romani.
Gli Alberi da Frutto: una Scoperta Golosa!
Sempre nel libro XV, Plinio racconta di molti alberi da
frutto che coltivavano i Romani, come il pero, il melo, il fico, il pesco, il
ciliegio, il mandorlo e tanti altri. Questi frutti non servivano solo come
cibo, ma anche come ingredienti per ricette o per fare dolci dell’epoca. I
Romani adoravano la frutta e la consideravano un regalo della natura. Inoltre,
Plinio descrive anche piante come il melograno e il gelso, i cui frutti
venivano usati in medicina e per fare tinture.
L’Importanza delle Conoscenze di Plinio Oggi
Oggi, grazie a nuove tecnologie come le analisi genetiche, gli
scienziati riescono a confrontare i dati che Plinio ci ha lasciato con le
piante antiche che trovano negli scavi archeologici e con il DNA delle piante
moderne. Questo aiuta a capire come le piante si sono evolute e diffuse nel
mondo antico. Le informazioni di Plinio sono molto utili per gli studiosi di
archeologia e botanica, perché ci permettono di capire meglio come gli antichi
coltivavano e si prendevano cura delle piante.
In Conclusione
L’opera di Plinio il Vecchio è come una macchina del tempo,
che ci permette di scoprire come vivevano i Romani e come coltivavano la terra.
Senza le sue descrizioni, molte delle tecniche e delle tradizioni agricole di
2000 anni fa sarebbero andate perdute. Ancora oggi, grazie ai suoi scritti,
possiamo conoscere le piante e l’agricoltura del passato e confrontarle con le
nostre tecniche moderne.
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