mercoledì 20 novembre 2024

Un nuovo paradigma per la gestione del paesaggio rurale del Salento: tra agricoltura, ambiente ed energia verde

 


Un nuovo paradigma per la gestione del paesaggio rurale del Salento: tra agricoltura, ambiente ed energia verde 

di Antonio Bruno

Il paesaggio rurale del Salento, segnato dalle drammatiche conseguenze della diffusione del batterio Xylella fastidiosa, è un simbolo della necessità di ripensare la gestione territoriale in Puglia. Le province di Lecce e Brindisi, in particolare, testimoniano gli effetti di una crisi ambientale che non si limita all’olivicoltura, ma interessa l’intera struttura socio-economica e paesaggistica del territorio.

Il recente decreto del Ministero dell’Ambiente delinea un approccio contestuale nella pianificazione regionale, ponendo un’urgenza: ripartire da una ricognizione dello stato del paesaggio rurale. Questo obbliga a considerare non solo le dinamiche agricole, ma anche l’integrazione con la produzione di energia verde, in un’ottica di sviluppo sostenibile e tutela ambientale.

La Xylella e il degrado del paesaggio salentino

Il disseccamento della foresta di ulivi nel Salento rappresenta una delle crisi ambientali più gravi della storia recente del Mediterraneo. Secondo il rapporto EFSA (European Food Safety Authority, 2020), la diffusione della Xylella fastidiosa è stata favorita da un complesso intreccio di fattori, tra cui l’incuria diffusa, la frammentazione della proprietà fondiaria e l’assenza di una strategia coordinata per la gestione del territorio.

Le province di Lecce e Brindisi hanno subito un fenomeno di desertificazione che non può essere affrontato con misure frammentarie. La rigenerazione del paesaggio richiede un intervento organico che coniughi agricoltura e innovazione. La produzione di energia verde, se integrata in maniera armonica, può costituire un’occasione per ridare vitalità al territorio, creando nuovi modelli di sostenibilità e sviluppo.


Superare i nodi strutturali dell’agricoltura locale

Il rilancio del Salento deve partire dalla rimozione degli ostacoli strutturali che bloccano l’agricoltura locale. Tra questi spiccano:

  1. La rendita agraria delle grandi proprietà terriere, spesso orientata più alla conservazione che alla produzione.
  2. La parcellizzazione del territorio agricolo, aggravata dai processi ereditari che frammentano ulteriormente le proprietà, rendendone complessa la gestione.

Questa situazione richiede un progetto di rigenerazione territoriale che superi le logiche del latifondo e della piccola agricoltura di sussistenza, promuovendo forme cooperative e innovative di gestione agricola. Come sottolineato da Fleskens et al. (2014), il recupero dei terreni abbandonati attraverso pratiche sostenibili può migliorare la resilienza agricola e ridurre l’erosione del suolo, un problema critico per le aree mediterranee.

 

Un Ente per la Rigenerazione e la Gestione Integrata del Paesaggio Salentino

Il Salento, devastato dal batterio Xylella fastidiosa e da decenni di incuria e crisi strutturali, necessita di un intervento sistemico che guardi oltre le logiche emergenziali. La Regione Puglia deve assumere il ruolo di promotrice di un Ente Statale per la rigenerazione e gestione integrata del paesaggio agrario, capace di coniugare produzione agricola e transizione ecologica attraverso un approccio innovativo e sostenibile.

Un modello integrato di agricoltura e energia: l’agrivoltaico

Un elemento chiave per la rinascita del Salento è l’introduzione dell’agrivoltaico, una soluzione che permette di integrare la produzione di energia rinnovabile con l’agricoltura. L’agrivoltaico consente di:

  • Massimizzare l’uso del suolo, con impianti fotovoltaici sopraelevati che permettono il mantenimento della coltivazione sottostante.
  • Ridurre l’impatto ambientale rispetto agli impianti fotovoltaici tradizionali a terra.
  • Incrementare la resilienza climatica, migliorando la qualità del suolo e proteggendo le colture da eventi meteorologici estremi.

L’Ente Statale proposto deve essere incaricato della gestione congiunta dell’agrivoltaico e della produzione agricola. In questo modo, la produzione di cibo ed energia diventa una funzione strategica dello Stato, con il duplice obiettivo di garantire la sicurezza alimentare e accelerare la transizione energetica.

I compiti dell’Ente Statale

L’Ente, con finanziamenti adeguati e una visione di lungo periodo, deve svolgere le seguenti funzioni:

  1. Sviluppo e gestione dell’agrivoltaico:
    • Identificare le aree idonee per impianti agrivoltaici, privilegiando terreni degradati o abbandonati.
    • Promuovere progetti che rispettino le caratteristiche paesaggistiche e culturali del Salento, come previsto dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR).
    • Realizzare un sistema di co-gestione che coinvolga agricoltori e tecnici dell’energia, garantendo che la produzione agricola non sia sacrificata.
  2. Rigenerazione del paesaggio agrario:
    • Incentivare il reimpianto di ulivi resistenti alla Xylella e la diversificazione delle colture.
    • Promuovere una gestione agricola sostenibile, attraverso pratiche di agroecologia e conservazione del suolo.
  3. Produzione di energia rinnovabile:
    • Integrare la produzione di energia verde con la rigenerazione del paesaggio, contribuendo agli obiettivi di decarbonizzazione del Paese.
    • Coordinare la distribuzione dell’energia prodotta dall’agrivoltaico, destinandola in parte alle comunità locali per contrastare la povertà energetica.
  4. Promozione di ricerca e innovazione:
    • Sostenere lo sviluppo di tecnologie per migliorare l’efficienza degli impianti agrivoltaici e la produttività agricola.
    • Collaborare con università e centri di ricerca per studiare gli effetti dell’agrivoltaico sul paesaggio, sul suolo e sulle comunità locali (Amaducci et al., 2018).

Finanziamento e governance

La Regione Puglia deve avanzare al Governo la proposta di un Ente pubblico interamente finanziato dallo Stato, con un modello di governance che coinvolga:

  • Rappresentanti delle istituzioni locali e regionali.
  • Associazioni di agricoltori e operatori del settore energetico.
  • Esperti di pianificazione territoriale e gestione del paesaggio.

I fondi possono provenire da programmi europei per la sostenibilità, come il Green Deal Europeo, il Programma LIFE e il Fondo per una Transizione Giusta.

Conclusione: un futuro resiliente e sostenibile

La creazione di un Ente Statale per la rigenerazione del Salento rappresenta un passo decisivo per trasformare una crisi profonda in un’opportunità di innovazione e sviluppo sostenibile. Attraverso l’agrivoltaico, l’Ente diventerà il motore di un modello che integra agricoltura, energia e tutela ambientale, restituendo vitalità a un territorio unico e prezioso.

Questo approccio sistemico garantisce non solo il recupero del paesaggio salentino, ma anche la creazione di un paradigma replicabile in altre aree del Paese colpite da sfide simili. È un’occasione per ridisegnare il futuro del territorio, unendo tradizione e innovazione in una visione condivisa di benessere e sostenibilità.

 Antonio Bruno

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