Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno: Una Crisi Idrologica Senza Precedenti per l’Italia
Intervistatore: Dottor Bruno, il 2023 ha confermato una riduzione della disponibilità naturale di risorsa idrica rinnovabile, sebbene ci sia stata una leggera ripresa rispetto al 2022. Quali sono, a suo avviso, i dati più significativi emersi dal rapporto ISPRA?
Dott. Antonio Bruno: I dati del 2023 confermano un trend ormai consolidato di diminuzione della risorsa idrica rinnovabile. Nonostante una crescita del 68% rispetto al minimo storico del 2022, la disponibilità idrica a livello nazionale è ancora inferiore del 18,4% rispetto alla media annua del periodo 1951-2023, e del 16% rispetto al trentennio 1991-2020. È una ripresa, sì, ma non possiamo certo definirla risolutiva: il contesto rimane di allarme.
Intervistatore: Può spiegare quali sono le cause principali di questa riduzione della risorsa idrica?
Dott. Antonio Bruno: Certo. Il deficit idrico del 2023 è frutto di un insieme di fattori. Innanzitutto, la scarsa piovosità, soprattutto in periodi critici come febbraio, marzo, settembre e dicembre, ha inciso molto sulla disponibilità idrica complessiva. A questo si aggiungono l'aumento dell'evaporazione dalle superfici d'acqua e dal suolo, nonché un incremento dell'evapotraspirazione delle piante, fenomeni tutti legati all’innalzamento delle temperature e all’irregolarità delle precipitazioni. Il bilancio idrico nazionale fornisce un quadro quantitativo molto chiaro su queste dinamiche.
Intervistatore: Come hanno reagito le varie regioni italiane a questa situazione di scarsità d'acqua? Quali aree risultano più colpite?
Dott. Antonio Bruno: Il rapporto evidenzia differenze sostanziali tra le varie regioni. Ad esempio, il Friuli Venezia Giulia è la regione che ha registrato il massimo di precipitazioni, oltre 1.750 mm, mentre la Sicilia ha il valore minimo, con circa 565,5 mm. Tuttavia, la situazione più critica si osserva in Puglia, dove la disponibilità idrica naturale è scesa a soli 100 mm nel 2023, quasi la metà della media storica. Questo dato riflette una condizione di forte sofferenza idrica, aggravata da una combinazione di scarse precipitazioni e aumentata evaporazione.
Intervistatore: La siccità sembra essere una costante per il nostro Paese. Cosa ci dice questo fenomeno per il futuro, soprattutto per l’agricoltura e per l’approvvigionamento di acqua?
Dott. Antonio Bruno: Purtroppo sì, la siccità ha segnato tutto il 2023, con intensità diverse lungo la Penisola. Nel nord e nel centro Italia, particolarmente a febbraio, abbiamo avuto situazioni di siccità estrema, che sono andate attenuandosi verso la fine dell’anno. Al contrario, nel sud e nelle isole, specialmente in Sicilia e Calabria ionica, è stato nei mesi finali del 2023 che si è manifestato un forte deficit di piogge, continuando ad aggravarsi anche nel 2024. Questa situazione è molto preoccupante per l’agricoltura, che soffre non solo per la mancanza d’acqua, ma anche per la maggiore difficoltà nel pianificare le coltivazioni a causa dell’incertezza climatica.
Intervistatore: Quali misure potrebbero essere adottate per mitigare questi effetti negativi?
Dott. Antonio Bruno: Servono strategie diversificate. Bisogna investire in infrastrutture che permettano una gestione efficiente dell’acqua, come sistemi di stoccaggio e irrigazione ottimizzata, ma anche nel ripristino dei bacini naturali. Inoltre, è fondamentale promuovere un’agricoltura più sostenibile, con colture meno idroesigenti e tecniche che riducano l'evaporazione del suolo. Anche la sensibilizzazione della popolazione gioca un ruolo chiave: la risorsa idrica va considerata preziosa e insostituibile.
Intervistatore: Grazie, Dottor Bruno, per questa dettagliata analisi. Siamo certi che queste riflessioni saranno utili per comprendere meglio la crisi idrologica che il nostro Paese sta affrontando e le possibili vie d'uscita.
Dott. Antonio Bruno: Grazie a voi per l’attenzione su un tema così importante. Solo con consapevolezza e interventi concreti potremo cercare di mitigare questa situazione critica.
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