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Giovedì 7 febbraio alle ore 17 e 30 a Castrignano dei Greci nella sala
Conferenze del Castello De Gualtieris il Dottore Agronomo Rosario
Centonze Segretario della Federazione Regionale degli Ordini dei Dottori
Agronomi e Forestali di Puglia e coordinatore regionale Puglia e Molise
dell'organismo di controllo Bios ha tenuto un seminario dal titolo "Da
rifiuti a risorsa" organizzato dal Centro Internazionale di Cooperazione
Culturale (CICC) http://www.web-cicc.org/site/ . .
I
passati modelli di crescita hanno permesso di incrementare la
prosperità, ma al prezzo di un uso intensivo e spesso poco efficiente
delle risorse. Il ruolo della biodiversità, degli ecosistemi e dei
relativi servizi è ampiamente sottovalutato; i costi dei rifiuti non
sono rispecchiati nei prezzi e le attuali strategie pubbliche e di
mercato non possono, da sole, far fronte alla domanda di risorse
strategiche come minerali, terreni, acqua e biomassa. Per questo occorre
reagire in modo coerente e integrato con un'ampia gamma di strategie
per affrontare le previste limitazioni di risorse e per sostenere la
prosperità a lungo termine.
Ad affermarlo è la Commissione europea
che ha illustrato i vantaggi derivanti da una corretta attuazione della
legislazione unionale: un risparmio annuale di 72 milioni di euro, un
incremento di 42 milioni di euro nei fatturati di chi gestisce e ricicla
i rifiuti e la creazione di oltre 400.000 posti di lavoro entro il
2020.
Cosa fare dunque? Lo studio della Commissione arriva a 3
conclusioni: in primo luogo è necessario avere una conoscenza più
approfondita dei rifiuti, disporre quindi di dati migliori e verificare
sistematicamente la corretta applicazione della legislazione; in secondo
luogo, andrebbe migliorato il principio "chi inquina paga", ricorrendo a
strumenti economici che potrebbero costituire un fondo utile alla
gestione dei rifiuti; infine, andrebbero incrementate le azioni di
monitoraggio. Se si riutilizzano, riciclano e recuperano i rifiuti,
puntando su alternative alla discarica e sviluppando mercati per i
materiali secondari e riciclati, entro il 2020 i rifiuti arriveranno a
essere gestiti come una risorsa.
I seminari nell'ambito delle
iniziative della Mostra fotografica di educazione ambientale "Il
paesaggio salentino: quale identità, quale futuro?" sono coordinati da
Marta Chilla.
Antonio Bruno è Laureato in Scienze Agrarie Dottore Agronomo iscritto all'Ordine di Lecce - Esperto in diagnostica urbana e territoriale e studente all'Università del Salento del Corso di laurea in Viticultura ed Enologia
venerdì 8 marzo 2013
Video Giovedì 7 febbraio alle ore 17 e 30 a Castrignano dei Greci nella sala Conferenze del Castello De Gualtieris il Dottore Agronomo Rosario Centonze Segretario della Federazione Regionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali di Puglia e coordinatore regionale Puglia e Molise dell'organismo di controllo Bios ha tenuto un seminario dal titolo "Da rifiuti a risorsa" organizzato dal Centro Internazionale di Cooperazione Culturale (CICC) http://www.web-cicc.org/site/ . .
giovedì 7 marzo 2013
"gli impianti energetici nella pianificazione territoriale e paesaggistica pugliese"
Nell’ambito delle iniziative collegate alla Mostra fotografica
“Paesaggio del Salento: quale identità. Quale futuro” Martedì 12 marzo alle ore
17.00 presso il Castello De Gualtieris a Castrignano dei Greci (Lecce) l’Ing.
Antonio De Giorgi e l’esperto di gelsicoltura Roberto Malerba terranno un
seminario sul tema: "gli impianti energetici nella pianificazione
territoriale e paesaggistica pugliese". Il tema delle fonti di energia
rinnovabili è da tempo ormai al centro del dibattito pubblico interno ed
europeo, in quanto le necessità di tutela ambientale dettate in Costituzione e
nei Trattati sono divenute stringenti per qualunque livello territoriale di governo.
Nella prospettiva del nostro ordinamento, però, va rilevato che in talune occasioni
l’utilizzo di questo tipo di fonti, pur a difesa dell’ambiente, può intrecciarsi
problematicamente con un altro principio costituzionale, come quello della
tutela paesaggistica; è il caso degli impianti di energia alternativa che, se
da un lato producono energia senza inquinare l’ambiente, dall’altro rischiano
di danneggiare il paesaggio, in particolare sotto il profilo dell’impatto
visivo. Il bilanciamento tra l’interesse paesaggistico e quello ambientale
appare l’unica soluzione alla problematica compatibilità tra gli impianti di
energie alternativei e il paesaggio; tuttavia, la suddetta ponderazione non
dovrebbe avvenire nell’ottica della preferenza caso per caso di un principio
costituzionale rispetto all’altro, bensì dovrebbe essere ispirata al principio
di integrazione. Del resto, non manca la disciplina normativa favorevole
all’integrazione, come dimostra ancora la già richiamata possibilità del piano
paesaggistico di individuare le “misure necessarie per il corretto inserimento,
nel contesto paesaggistico, degli interventi di trasformazione del territorio,
al fine di realizzare uno sviluppo sostenibile delle aree interessate” (art.
143, 1° comma, lett. h, d. lgs. 42/2004). Il principio di integrazione potrebbe
godere di una forza, quasi inaspettata. Secondo le linee guida del D.M. 10
settembre 2010, la localizzazione degli impianti dovrebbe privilegiare il
recupero delle aree degradate.
L’art. 131, d. lgs. 42/2004, per cui anche l’attività umana
può contribuire alla creazione di un nuovo paesaggio. L’espressione “nuovo
paesaggio” adottata dalle linee guida può significare, pur nella consapevolezza
di un’interpretazione problematica, non solo il recupero da un punto di vista
ambientale di una zona degradata, ma anche la possibilità – volendo riprendere
il valore culturale del paesaggio – di trasmettere alle future generazioni uno
degli aspetti della cultura contemporanea, cioè che l’ambiente rappresenta per
la nostra società un’istanza assiologica. Dunque, l’integrazione degli impianti
di energie alternative all’interno di una zona degradata significherebbe oltre
al suo ripristino ambientale, anche la realizzazione di un’attività dell’uomo
capace di tramandare alle future generazioni l’attenzione per la qualità della
vita, secondo il principio dello sviluppo sostenibile, unitamente ai valori
culturali ambientali del nostro tempo
In conclusione è da tenere presente sempre la valenza
decisiva del principio di integrazione e ciò testimonia la validità del noto
insegnamento di una parte della dottrina costituzionalistica tedesca del ‘900,
che, tra l’altro, sosteneva: “Solo grazie a questa ricchezza di valori lo Stato
domina, cioè diventa una connessione permanente e unitaria di esperienze
vissute che motiva i suoi appartenenti; ma diventa un’esperienza vissuta
soltanto come totalità di valori. Un’opzione, perciò, a favore
dell’integrazione dei valori, senza alcuna preferenza di uno a danno dell’altro,
dimostra come certi principi possono rimanere un ancoraggio sicuro anche per le
complesse problematiche della società contemporanea.
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